BENVENUTI NELLE POESIE E RICORDI

DI STEFANO VILLA


                     

TI CERCO

        Non è magnifico sapere che c'è un vero amico che ti pensa? Stai attenta, perché molti abitanti del mondo,
        sono cattivi cercando solo di farti del male. Ti cerco; ma tu, non ci sei. Ti chiamo e tu, non rispondi. Dove
        mai sarà la mia dolce fatina, così fragile e tanto forte?
        Tu, piccola e grande donna dal cuore tenero e dallo sguardo così penetrante, che esprime tanta saggezza,
        dove sei? Dolcezza mia, non aver paura, non ti farò del male.
        Vienimi incontro; tendimi la mano, la prenderò non con la forza, ma delicatamente senza mai lasciarla.
        Ti cerco; ma tu, non ci sei. Ti chiamo e, non rispondi.
        Dov'è la mia fatina così fragile e tanto forte?.

   LA NOTTE

        È ormai tardi, ho tanta voglia di far riposare questo corpo ormai stanco e vecchio.
        Non ho neppure la forza per poter pensare, ho tanta voglia di scappare; di evadere dal luogo nel quale mi
        trovo. Fratello mio, tu che puoi tutto, corri verso spazi ignoti. Entra in un mondo nuovo; non fermarti mai
        fratello; mio fratello, non deludermi. Siediti, fratello mio e osserva quant'è bella la notte.
        La notte è un momento magico, sublime, dolce corri mio fratello. Corri verso spazi infiniti; non ti stancare
        mai e quando tornerai portami un segno di speranza e d'amore.
        Tu, fratello mio puoi tutto fino ad ora, non mi hai mai deluso. Senza il tuo grande conforto, non riuscirei a
        fare nulla, non abbandonarmi proprio ora che ne ho tanto bisogno.
        Tu adesso, sei distante da me anni luce. Scruti il silenzio e la pace interiore. La serenità, la tranquillità, la
        gioia e tanta voglia di vivere.  Corri, corri senza stancarti mai mio fratello.
      
 Porta questi messaggi, anche ad altri popoli della terra e fa che li recepiscano.
        Fratello, mio fratello, non rientrare in me, senza aver compiuto questa grandissima missione.
        Grazie fratello mio.

QUESTA SEDIA E' VUOTA

        Aspetto, aspetto invano, colei che non tornerà, mai più. Eravamo spensierati e contenti della vita.
        Era un pomeriggio invernale e la neve cadeva a grandi fiocchi, silenziosi. 
        Ricordo che eravamo sempre seduti l'uno accanto all'altra, sulla stessa sedia guardandoci negli occhi,
      
 senza pronunciare una parola.
        I giorni trascorrevano felici e senza problemi, poi all'improvviso, il colpo di grazia.
        La sedia, che fino a pochi istanti prima era colma della sua presenza, si svuotò improvvisamente.
        La neve, che continuava a cadere copiosa, la guardavo con sguardo assente e con le lacrime agli occhi.
      
 La mia amata, non era più accanto a me; se n'era andata per la sua strada, chissà dove.
        Dio solo lo sa.                                   

          SARAI SEMPRE NEL MIO CUORE

        È bello dedicarsi alla persona che ti capisce, rispettandoti e non si burla di te.
    
   La mia vita adesso, ha uno scopo.
Per troppo tempo ho smesso di fare, tutto quello che sapevo (a causa di
      
 circostanze avverse). Da quando ci siamo conosciuti, mi sono molto affezionato a te.
   
    Mia bella fatina questa sera non appena ti ho vista
ho avvertito vibrazioni molto piacevoli in tutto il corpo.
      
 Sai, il dipinto che te ne farò dono, se a te non spiace, lo intitolerei: "Solitudine e felicità", però ti lascio la
      
 libertà di scelta; non mi offenderò.
       
Sono contento di avertelo fatto osservare, quando ancora non era ultimato. Il tuo parere sui papaveri era

      
 giusto, anche a me non piacevano molto. Ho già cercato di modificare il loro aspetto assecondando la tua
      
 volontà, sperando che quando sarà finito, sarà di tuo gradimento. 
       
Sapendo che questa mia opera ben presto sarà tua, la lavorerò ancora più volentieri e mentre intingo i
      
 pennelli nel colore, penserò a te, mia dolce bambolina.
        Desidero rivederti prestissimo.
 

SERENA BELLA (Fra poesia e Fiaba)

        Tu correvi felice in quei verdi prati in fiore, ed io gioivo nel vederti così allegra. Noi due eravamo piccini
      
 piccini e non osavo dirti nulla perché avevo timore che, non volessi più vedermi.
       
Non ti allontanasti mai da me e tutt'e due (piangevamo molto), soffrendo in si silenzio. Io non ero con te
      
 ma tu; tu, percorrevi chilometri e chilometri di strade impervie e sconosciute per trovarmi.
 
     
Un bel dì, nel mio casolare, ero molto triste e tutto solo, all’improvviso udii un toc, toc all'uscio.
        Mentre
pochi istanti prima mi struggevo nel non veder la mia amata, ma ecco che l'incantesimo si compì
      
 per volontà Divina, qualcuno bussava alla porta ed io alzatomi per andare ad aprire, Domandai: "Ehilà, chi
      
 è che bussa costì alla mia porta a quest’ora di notte?"
        Una calda vocina di bimba  disse: "Sono io mon amour (amore mio), sono la tua dolce bambolina Serena
      
 Bella mi vuoi?" Io emozionatissimo ti risposi: "Certo che sì … e all'istante ti aprirò piccola mia, ecco vedi?
      
 Son passati diversi anni ed ora che siamo cresciuti, possiamo finalmente stare insieme e volerci tanto...
      
 tanto bene … per sempre".
 

RITORNO 

        Dolce giorno quest'oggi. La mia bimba è finalmente tornata da molto lontano, riportando in codesta alcova
      
 tanta pace e serenità. Lei molto giovane e bella, porta con se la sua ugola, per farmi udire tante nuove
      
 canzoncine, molto graziose e toccanti al tempo  stesso.
       
Ascoltando e osservando questa esile margheritina, non posso far a meno di prendermela dolcemente per
      
 mano e condurla verso i verdi prati, per contemplare l'immenso creato.
        Osservando il ruscello che emette il suo gorgoglio, questa fatina pronuncia sottovoce questa calda frase:
       
"Gesù buono fa che tutti i giorni siano come questo, che ognuno possa godere dei benefici come riusciamo
      
 a godere noi contemplando assieme a te, tutto ciò che hai creato, adorandoti e amandoci teneramente ed
      
 eternamente".

TI CHIEDO UMILMENTE PERDONO 

        Penso che queste poche parole, racchiudano in se tutto ciò che desidererei dirti. 
        Sono profondamente addolorato per come mi sono comportato nei tuoi riguardi. Sempre se tu lo accetti ti
      
 prometto che non accadrà, mai più.
       
Mi piacerebbe che dimenticassimo entrambi tutti i diverbi e i contrasti che si sono venuti a creare fra noi,
      
 in così poco tempo.
   
    Come tutti gli esseri umani (in questo caso parlo per me), sono fragile e riconosco di essere un miserabile,
      
 peccatore. Se riuscirai a perdonarmi con tutto il tuo tenero cuore, donandomi nuovamente la tua amicizia,
      
 te ne sarò eternamente grato. Ti richiedo nuovamente perdono.
  
     Grazie di cuore mia dolce fatina.

TRENT'ANNI (ricordi)  

        Si, si trent'anni di durissimo lavoro … e questa è la verità. Tutto iniziò nel lontano 1981, quando ad una
      
 persona straordinaria forte e tenace, balenò una brillante idea. A capo dell'organizzazione era ed è tutt'ora
      
 il simpatico Pier Giorgio Piras, il quale con la sua esperienza e ancora di più, con la sua grande pazienza
      
 decennale, riesce a mandare avanti (anche con l'ausilio di numerosi volontari) questa stupenda industria,
      
 ottenendo ottimi risultati. Da parte mia, devo dire che sono molto orgoglioso e me ne vanto di far parte e
      
 di essere l'ultimo dei volontari della casa il cui nome è "Regina del Cielo".
        Arrivai quassù, anni or sono con il gruppo della mia parrocchia suonando e cantando con Remo, dei brani
      
 di liscio e altro. Qualcuno di mia conoscenza di nome Pablo Bon (Paolo Bonello), si scervellò non poco per
      
 trovare un nome adeguato al nostro duo ma poi, in una notte tempestosa di un anno che non ricordo si
      
 svegliò all'improvviso a causa dei fulmini, accompagnati a loro volta da tuoni assai insistenti e assordanti
      
 (con grandine aggiunta), si sedette alla scrivania al lume di una minuscola candelina scrivendo sull'unico
      
 pezzo di carta "Stefano e Remo" dopodiché, provò a cancellare alcune lettere facendo rimanere solo Ste e
      
 Re poi provò ad unire i pezzi rimasti e quindi venne fuori SteRe.
        Gli piacque e stabilì che il nostro nome sarebbe stato "Duo SteRe." Ogni volta che salivo quassù, cercavo
      
 come ora di portare un pizzico di allegria ai presenti. Il mio amico (Remo saxofonista), Vittorio (violinista),
 
       Michele (chitarrista) ed io, siamo molto lieti di soddisfare non solo gli ospiti della casa ma dal momento che
      
 i nostri cuori inviano messaggi d'amore ai cuori di questi nostri amici, dobbiamo essere gioiosi anche noi
      
 come loro. Ah un'altra cosa molto importante tengo a precisare ed è questa, che ogni volta che lasciamo
       
Inverso, una parte di noi rimane quassù, e non vediamo l'ora di ritornare per rivedere quei volti conosciuti
      
 e sempre ... sorridenti.

FURTO DELLA FONTANELLA

        Tutto si svolse in una notte invernale del 2010 quando Rica, la ricca ereditiera, telefonò a Steve, un suo
      
 vecchio amico il quale tutti gli anni si recava ad Inverso, in un ridente paesino montano della Valchiusella
  
     per allietare con la sua voce e il suo strumento i simpatici ospiti della casa "Regina del Cielo".
        Dopo la telefonata che naturalmente accettò molto volentieri, andarono tutti a cenare nella trattoria poco
      
 distante dalla casa. La bella ereditiera era originaria della Romania e a Steve piaceva pure il suo nome.
      
 Anche se molto ricca, non si vergognò affatto di andare a cenare in trattoria anziché in un lussuoso hotel.
      
 Dopo la sostanziosa cenetta Steve disse a Rica: "posso domandarti un favore?" Ella prontamente rispose:
     
  "
Certamente anche se l'ora è tarda, non sono ancora stanca chiedimi pure quello che vuoi e cercherò di
      
 soddisfare il tuo desiderio. Egli le disse: "Sai Rica, non conosci ancora il luogo dove gli anni scorsi venivo
      
 quassù a cantare e suonare per gli ospiti, ora non ci sono perché il loro breve periodo di soggiorno, inizia
      
 verso la fine di giugno per concludersi alla fine di agosto, però ora la casa è chiusa e poiché mi è venuta
      
 sete, andrei a sorseggiare un po' di quell'acqua tanto fresca e pura alla fontanella collocata nella piazzetta
      
 e ben ancorata all'esterno della casa". Rica rispose: "Ok andiamo pure".
       
Quando giunsero sul posto Steve non disse nulla perché si accorse che qualcuno poc'anzi o quando non si
      
 sa, con abili mani da professionista, era riuscito a sottrarre la bellissima e quasi trentennale vaschetta in
      
 pietra scolpita da un abile scultore di Brosso negli anni 70 - 80, poi donata alla casa Regina del Cielo.
 
       Questo basamento venne prelevato quella sera stessa approfittando dell'oscurità notturna perché il fiuto
      
 da segugio di Steve, annusando il muro, si accorse che emanava odore di cemento come se qualcosa fosse
      
 appena stato tolto da esso. L'indomani telefonò al carissimo Pier Giorgio il responsabile della casa, il quale
       
informò immediatamente i carabinieri di Alice Superiore ma, malgrado le varie ricerche della fontanella
      
 non se ne seppe più nulla.
        Molto probabilmente, ora sarà ben custodita in qualche museo o in casa di qualche collezionista.   

                    

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