Il toponimo di Bassiano sembra risalire al periodo romano, ad un certo Tito Giulio Bassiano, ricco possidente di Terracina che in queste zone aveva dei fondi agricoli e una villa rustica. Ma la storia documentata di Bassiano inizia nel XII secolo quando venne redatto un inventario dei beni della chiesa di Santa Maria. Quindi nel 1240 il papa Gregorio IX per ricompensare la famiglia Annibaldi dell'aiuto offerto nelle guerre contro Federico II concesse a Riccardo Annibaldi il titolo di Signore di Sermoneta e Bassiano. Nel 1297 divenne feudo di Pietro Caetani e da questo momento la sua storia si intreccia con quella della famiglia Caetani. Il Romitorio di Selva Oscura A circa tre chilometri dal centro abitato di Bassiano, percorrendo una stretta stradina, si arriva in contrada Selva Oscura, zona di una bellezza singolare e caratterizzata dalla folta vegetazione. In mezzo a fitti alberi si trova il Santuario del Crocifisso. Tale nome deriva dal fatto che in esso si trova un crocifisso ligneo, scolpito da Fra' Vincenzo Pietrosanti nel 1673. Qui si stabilirono, intorno al 1300, due gruppi di perseguitati dell'epoca. Erano i Fraticelli spirituali francescani, separatisi dal loro ordine religioso per una disputa sulla questione della povertà di Cristo, ed i cavalieri Templari, in fuga dalla Mansione di Valvisciolo. Essi affrescarono meravigliosamente la grotta, che fungeva da vera e propria chiesa e cominciarono a costruire l'abitazione fortezza, l'attuale cappella delle Palme ed il vicino romitorio. Attualmente si accede al santuario attraverso una scalinata: sulla destra è rimasto un affresco, ora all'aperto, con la Madonna con Bambino ed una rara rappresentazione di San Bartolomeo eremita, coperto dai suoi capelli e barba. Si arriva ad un piccolo portico rettangolare, che immette in una cappella, detta delle Palme da un dipinto trafugato negli anni sessanta, quando l'ambiente rimase incustodito per la morte dell'ultimo eremita. Durante recenti restauri sono venuti alla luce una bella Madonna del Latte. Salendo i tre gradini, si nota a destra un grande affresco staccato rappresentante San Giacomo pellegrino, con il bastone nella mano ed il cappello del viandante sulle spalle, databile al XVI secolo. Percorrendo un buio e stretto corridoio si arriva al suggestivo romitorio, ricavato in una grotta naturale di forma quasi rettangolare, con le pareti tutte affrescate. Nonostante il grave deterioramento dovuto allo stillicidio dell'acqua, si possono ancora distinguere tredici pannelli ed una nicchia, databili intorno al XV secolo, che risentono fortemente della maniera tardo trecentesca. La descrizione dei pannelli inizia dalla parete che si trova sulla destra di chi accede alla grotta: la Madonna col Bambino, la Maddalena, l'Annunciazione, la Crocifissione, un personaggio su una scala trafitto da un freccia, Scena di animali, Cristo benedicente con quattro Santi (da sinistra: San Leonardo, San Giacomo, San Francesco e papa Leone IX), un cinghiale che allatta i suoi cuccioli, alcuni carcerati mentre si liberano delle catene, San Leonardo, Madonna della Palma, l'incredulità di San Tommaso. In una nicchia: San Giorgio e il drago, sul pilastro di destra San Nicola di Mira o di Bari, su quello di sinistra Sant'Antonio Abate; sul soffitto: San Michele, dipinto nel 1800. Dalla grotta naturale si arriva ad una Cappella circolare, costruita appositamente per accogliere il Crocifisso del Pietrosanti. |
26-Dec-2004
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