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Le PATAMOSCHE...

Leggendo i soliti reportaggess sparsi su riviste e siti "seri" sono sempre affascinato dal fatto che il certo espertissimo autore del servizio nonché tester sul fiume Kuellohlah riesca a fornire quantitá industriali di informazioni precisissime (e quindi attendibilissime). Bisogna pescare con una tot piedi e 1/2 con la coda semiaffondante nel mezzo preferibilmente #3.14 e via dicendo fino al clou: le mosche "giuste". Qui viene snocciolato un' inventario da catalogo Orbis specificando che la Brown Pátaratt funge bene con temperatura acquea di 12.7 celsius con cielo leggermente velato tra le ore 16 e le 16.30, altrimenti non prende una pippa... e che la Royal Budin Karamell vá fatta pattinare da destra verso sinistra in senso inverso alla corrente se l' amo é del 12, viceversa se é del 14. Come riesca poi un normale essere umano cannamunito a raccattare tutte queste nozioni in un paio di giorni resta un affascinante mistero...
Dato che qui si chiacchera di pesca in Patagonia cercando di non stressare l' incauto visitatore e che l' autore si autodefinisce uno "skarsoPaM" (...modestamente) vi sciropperó delle informazioni frutto della mia (sfigatissima) esperienza in loco sommata all' accurato studio della uébflyletteratura piú attendibile: quella di coloro che moscheggiano quotidianamente (o quasi) in quei luoghi: i mosqueros argentini.

Anche se l' ingombro delle fly-boxes non é un granché sará meglio lasciare a casa (a parte le valsesiane non regolamentari in P. dove peraltro non ci sono temoli...mi dispiace per l' amico Giorgio T.) una parte dell' usuale moscario che normalmente portiamo a spasso il fine settimana (anche se poi gira-gira si usano sempre le "solite" mosche...). Inoltre data la non-vicinanza (purtroppo o forse per fortuna) della Patagonia non pare neanche il caso di sperimentare la mosca "X" anziché la "Y" per constatare infine che la "Z" rende il 10% di piú...
L' ipotetico fiume standard di quelle parti non é "imballato" di trote pronta pesca ed é pure solitamente di buona portata e relativa dimensione, quindi largo agli "estrimers". I mosqueros australi per la veritá mi sembrano degli strimeristi assai convinti e la cosa si spiega in parte anche con il fatto che oltre alla Patagonia alcuni bazzicano il bacino del Paraná e li usano alla grande anche per i Dorados e gli altri dentuti pesci del nord. I piú popolari sono Zonkers, Wally Buggers, Marabou Muddlers, Wolly-Vermi e Matukas di colori generalmente scuretti e di taglia adeguata alle trote ipotizzabili in loco...
Per i ninfomani le indicazioni sono piú vaghe (supposto siano precise quelle per gli streamers...) predilette in loco sembrano le Montana Stones, e le Black Stones... i Rolling Stones pur ottimi sono fuori contesto. Simil-gamberetti tipo scud fungono bene dappertutto.
Per i secchisti le cose si fanno un attimino piú complicate: in linea di massima se vi mettete lí ad aspettare che schiuda qualcosa correte il rischio di diventare un personaggio da libri di Chatwin... Regolarsi su quello che si vede svolazzare é giá meglio anche se la Patagonia é il posto meno zanzaro-moschinoso che abbia mai visto. Specie nei pressi dei canneti lacustri si librano le libellule e qualche "farfallina" si vede qua e lá, ma sostanzialmente tanto vale provare delle mosche da caccia (anche se siamo a pesca) che abbiano il pregio di essere visibili e ben galleggianti... almeno non sforzerete troppo gli occhietti. Da citare comunque Adams, Elk Caddies, Beatles (dopo gli Stones...), CDC e Black Gnat. Se si vola poco in compenso qualche cosa cade dagli alberi e imitazioni terrestri o (Chernobyl ants) extra-terrestri sicuramente vanno bene.

La Patagonia generalmente spopolata di bipedi evoluti é in compenso ricca di quadrupedi: vacche e cavalli a nord e naturalmente pecore al sud. Gli ungulati in questione sono apprezzati da grossi tafanazzi che talvolta si posano pure sui cristiani-pescatori. Constatato che i pescatori non rientrano nel loro menú se ne vanno altrove senza rompere le pelotas... Pescando sul Menendez (Parco de Los Alerces) ho tirato fuori dalla mia scatoletta delle mosche che non si usano mai un simil-tafanazzo color nocciola esemplare unico del tipo "...toh che carino, non lo useró mai, ma nella scatoletta fá la sua figura...". Il moscone era da utilizzarsi nelle mie intenzioni " a secco" (!): affondó immediatamente in un gorgo tipo super-lavello da cui lo estrassi con attaccata la fario piú scura che avessi mai visto. Secondo lancio e arcoiris sui 45 cm... urcachebello! Non c' é 2 senza 3, in effetti la terza trota (ovviamente quella piú grossa...) si tenne il tafanazzo come italian-PaM-souvenir.
Molti fiumi della Patagonia scorrono in tutto o in parte in un ambiente stepposo; sulle rive prosperano i salici le cui radici nell' acqua offrono pure rifugio alle trote. I simpatici alberi sono popolati se non infestati da bacherozzi verdognoli detti in loco gozanitos del sauce ovvero "vermetti del salice". Ovvio che quando qualche bacherozzo ha problemi di equilibrio e cade nel fiume sottostante le trote se lo magnino in un amen. Qualsiasi mosca vermiforme di colore verdastro/marroncino tipo caddis larva che assomigli ai suddetti posata in zona salici funziona bene sia "sotto" che emergente. Per la veritá l' efficacia di queste imitazioni pare essere piú elevata nei mesi di febbraio/marzo quando le "mangianze" alternative scarseggiano, personalmente sul Chubut intorno al 2/3 febbraio ho constatato che fungevano egregiamente.

La Patagonia é lunghina e i fiumi di Neuquen hanno condizioni ambientali e climatiche un pó diverse da quelli di S. Cruz o della Isla Grande (anche se i pesci in sostanza sono sempre le "solite" trote). Quindi oltre alla moscheria sopra citata e di uso piú comune un pó di spazio lo si deve concedere a ninfe tipo Pheasant Tail o Prince e a secche (solitamente immancabili nelle nostre scatolette) tipo Adams, Humpy, Irresistible e qualche "paracadutista"...
In conclusione con una dozzina di (tipi) di mosche assortite siete quasi a posto e volendo arricchire il campionario meglio basarsi su considerazioni piuttosto empiriche come visibilitá, galleggiabilitá e (soprattutto) dimensioni adeguate, amen.


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