I N T R O D U Z I O N E  


Chi  si appresta alla pratica delle arti marziali in genere o nella fattispecie del KEMPO KARATE (stile Kenji Hoshikawa) è bene che sappia che non si troverà di fronte alla solita disciplina sportiva individuale, quale per esempio il ciclismo, il nuoto o l'atletica leggera, dove la risultante finale per un agonista è quella di raggiungere la migliore forma fisica per poter primeggiare e quindi vincere nelle varie competizioni  e per un amatore semplicemente tenersi in forma fisicamente, bensì si troverà davanti ad un mondo particolare, dove il risultato finale è quello di creare un'armonia tra corpo, mente e spirito.

Bisogna precisare, che il Karate fondamentalmente non è uno sport, anche se col passare degli anni è stato commercializzato e quindi trasformato in disciplina sportiva, ma un'arte marziale . Un metodo educativo che utilizzando la lotta come " mezzo " e non come " fine " dà all'individuo la possibilità di sviluppare e coordinare tutti quei fattori fisici, psicologici ed emotivi che gli consentono di raggiungere e mantenere un equilibrio psico-fisico ottimale ed una tranquillità interiore assoluta in qualsiasi situazione si venga a trovare. La lotta infatti rappresenta il piu' naturale e spontaneo laboratorio di sperimentazione di se stessi e delle proprie potenzialità nel confronto con gli altri, sempre naturalmente che cio’ avvenga secondo quelle precise regole ed accorgimenti che noi definiamo appunto: ARTI MARZIALI.

La pratica regolare del karate è in grado di dare a chiunque qualcosa di prezioso: la capacità di credere in se stessi e la forza e il coraggio di realizzare i propri progetti e le proprie aspirazioni. Non bisogna stupirsi nel vedere Maestri di Karate eseguire tecniche di SHIWARI ( rotture ) dove rompono delle lastre di ghiaccio o dei blocchi di cemento, o effetuare delle tecniche di rotture passive, tipo farsi rompersi addosso dei listelli di legno o altro, perchè per un Maestro di Karate è una cosa normale, divenuta tale,  con anni di allenamento nel DOJO, dove è riuscito a unificare il corpo con la mente e lo spirito.

Dal momento che ci si scrive in palestra, ognuno di noi ha intrapreso una  "via" ( DO = via, in senso spirituale, mezzo per raggiungere uno stadio spirituale più alto ), la via del KARATE, che ci farà capire ulteriomente e concretamente la distinzione tra bene e male, l'umiltà, l'altruismo  il rispetto per se stessi e verso gli altri, le proprie potenzialità.

L'uomo è così presuntuoso ed arrogante al punto di affermare di conoscere gli altri e alcune volte anche giudicarli, quando invece non  conosce se stesso, quando non  ha l'umiltà di farsi un'autocritica e di riconoscere i propri errori e le proprie debolezze.

Tutto questo ci deve far riflettere e non poco, perchè in questa società dove ormai i valori morali e umani sono pressocchè inesistenti, c’è bisogno di gente che abbia come obiettivo principale la rivalutazione di questi valori e che faccia capire alla massa, che una persona non và valutata per i miliardi che possiede o per la macchina ecc..., ma per la " sostanza " che ha dentro e cioè per lo spirito interiore. In ultima analisi, voglio dire che la pratica costante e seria del KARATE, ci porta a scoprire  quell’ equilibrio  che ci  rende in armonia con noi stessi facendoci star bene fisicamente, mentalmente e spiritualmente, permettendoci di captare e capire i vari segnali che il nostro corpo (inteso come mezzo ) emana, concretizzandoli a fin di bene per noi stessi e per gli altri.

                                                                   Sensei Vito Bongiovanni

 

 

 

CHE COS’ E’  IL KARATE


Il karate è una delle arti marziali giapponesi che si pratica senza armi ed a mani nude; esso fa parte del Budo, che comprendeva altre discipline particolari come il kyu-do, lo iai-do ecc.., e solo attraverso una pratica regolare e quotidiana consente di percepire il segreto.

Esso è una specie di scherma dove si utilizzano tutte le parti del corpo per difendersi ed attaccare.

Esso puo' essere praticato come difesa personale o come disciplina sportiva. Nel karate sportivo nel quale i colpi formano il 95% delle tecniche di base è permesso l'uso delle braccia, delle gambe, dei piedi, al fine di attaccare, proiettare a terra e quindi avere la meglio sull'avversario. Una sola condizione regna sovrana: non colpire realmente per far del male, ma mostrare che la vittoria è indiscutibile.

Esso è l'arte di difesa e attacco in tutte le circostanze e possiamo dire che attualmente il karate è la tecnica piu' diffusa sia come mezzo di difesa personale che di offesa. Esistono delle forme in movimento chiamate KATA, che comprendono tutti i movimenti fondamentali per approfondire lo studio di questa arte.

Lo spirito del combattimento è insito nella natura stessa dell'uomo; il karate permette di allenarsi dentro il "dojo", senza pericolo, aprendo a colui che lo pratica la via dell'unione tra il corpo e lospirito.

L'allenamento del karate è una ricreazione per il corpo e per lo spirito. Si compone di una cultura fisica completa e particolarmente esatta. Il corpo si sviluppa acquistando forza, scioltezza e salute.

Non ci sono limitazioni d'ambiente circa il luogo dove esercitarsi a casa, nelle palestre, nei boschi,sulla spiaggia, ovunque.

Il karate indiscutibilmente procura dei riflessi di una incredibile rapidità. Inoltre, attraverso un allenamento serio e regolare, stimola le facoltà intellettuali, crea uno spirito pronto, intuitivo, capace di rispondere fulmineamente mediante un'azione immediata e con una logica essenzialmente pratica. Si potrà perfino acquistare la facoltà di scrutare nei pensieri dell'avversario.

La pratica del Karate non deve essere limitata solo alla tecnica bensì deve spaziare in tutti quei “lati” collegati alla disciplina: dallo spirituale al fisiologico, psicologico - comportamentale al motivazionale - educativo.Questo perchè il karate ,è essenzialmente un metodo educativo che utilizza la lotta come “mezzo” e non come “fine” .

 

ORIGINE DEL KARATE


La Cina è il paese dove sono nate moltissime tecniche di combattimento, la maggior parte associate alla filosofia TAOISTA. Molte sono legate alla leggenda del monaco-filosofo Buddista,BODHIDHARMA, che predicando la non violenza approfondisce lo sviluppo del corpo e della mente.

In accordo alla leggenda, questo monaco indiano, Bodhidharma (per i cinesi TA MO e per i giapponesi DARUMA) menbro della casta KSHATRIYA, cacciato dal Marajia per problemi di conflitto sociale-religioso, muove verso la Cina attorno al 500 d.C. Portava con se due libri: " CHIN CHING " e" HSIEU SEU CHING " che trattavano l'argomento della difesa personale. Bodhidharma fonda - o viene ospitato - il Monastero di SHAOLIN e non solo impartisce la concezione delle discipline mentali del buddhismo, ma anche la pratica di esercizi fisici per rinvigorire la muscolatura. Questi esercizi, una buona parte dei quali sono adatti alla difesa personale, andavano sotto il nome di SHIH PA LO HAN SHO, o le 19 mani di LO HAN. I monaci di Shaolin continuarono a sviluppare le tecniche di combattimento. Un certo CH'UEH YUVAN SHAN JEN, o KIAO YUAN JEN (dipende dalla scrittura e dalla lingua: cinese mandarina o cantonese), porta queste tecniche a 72. Alla fine un altro monaco chiamato LI adotta alcune posizioni, arrivando ad un totale di 170 tecniche. I monaci basavano i loro movimenti sull'osservazione di quelli degli animali della regione, in special modo la tigre, il leopardo,il serpente, la gru e per cultura ancestrale cinese, il drago. Il movimento della TIGRE serve ai tendini e ai grossi muscoli a copertura delle ossa. Movimento piccolo e determinato. Il SERPENTE simbolo della resistenza, ha i movimenti lenti, fluttuanti senza senso e ordine, potenti e leggeri. Il LEOPARDO si muove con velocità e potenza. Le tecniche sono espresse con la velocità, la corta distanza e il contatto fisico. La GRU cerca il massimo dell'equilibrio e il controllo dello spirito, ogni movimento è a giusta distanza di controllo della propria area di difesa e studiato con considerevole meditazione. Il DRAGO sviluppa le tecniche del CH'UAN FA. Questo stile di combattimento viene coimunemente chiamato SHAOLIN SZU KEMPO.

Con il passare del tempo alcuni commercianti provenienti dall'isola di OKINAWA, ( a quel tempo cinese ) arrivarono nella regione dove si trovava il tempio di Shaolin ( HONAN ) per acquistare seta, conoscono ed apprezzano gli studi tecnici e filosofici dei monaci. Alcuni vengono accettati e iniziati alla pratica di queste arti e ritornano nella loro isola riportando pari pari gli insegnamenti. Con alcuni accorgimenti gli isolani di Okinawa utilizzano gli studi di Bodhidharma per difendersi dai tracollanti SAMURAI conquistatori dell'isola.Ma si dovette attendere fino al XV secolo per assistere ad una maggiore conoscenza del Karate quando SHOPASI, che controllava  l'isola di OKINAWA, emano' un editto nel quale sotto pena di morte era proibito il possesso e il porto di armi.

Ancora più tardi, nel 1609, analogo decreto fu emanato da SHIMAZU venuto dalla provincia di Satsuma. Così per ben due volte gli abitanti di Okinawa, privati completamente delle armi, trovarono il mezzo dellla loro difesa nel combattimento a mani nude, il KARA-TE (KARA che vuol dire nudo e TE che vuol dire mano). Così la vecchia arte dei bonzi divenne una specialità degli abitanti di Okinawa e fu studiata principalmente nelle città di SHURI e NAHA. Da qui nacquero la scuola “MANO DI SHURI " e " MANO DI NAHA "che successivamente si fusero ad opera del maestro  MABUNI.

Caratteristiche della scuola SHORIN sono i movimenti agili e veloci, mentre della scuola SHOREI quelli lenti e forti.

Ma per il suo spirito, che è quello delle arti marziali giapponesi, vincere o morire, e soprattutto per la sua terribile efficacia, l'insegnamento del karate fu tenuto segreto per moltissimo tempo e riservato solamente alla casta dei nobili guerrieri chiamati SAMURAI.

Dopo la restaurazione del moderno Giappone le scuole di Okinawa adottarono il karate come materia di istruzione fisica fino a quando, su richiesta del ministro dell'Educazione Nazionale, il grande maestro FUNAKOSHI, nel 1922, dava una pubblica dimostrazione dell'insegnamento attraverso delle forme essenziali chiamate KATA.

Il fondatore del karate moderno non fu, come sempre si sente affermare, GICHIN FUNAKOSHI, ma ANCO ITOSU. La confusione tra i due è avvenuta poichè il vero modernizzatore e innovatore del karate fu appunto ITOSU, mentre FUNAKOSHI ne fu grande divulgatore su scala mondiale.

Il fondatore del judo moderno, maestro KANO, incorporo' un KATA di karate nel judo, esattamente il KIME-NO-KATA ed il GOSHIN JUTSU-NO-KATA. Oggi il karate è diffusissimo in Giappone alla pari degli altri sport.   

 

FRASARIO   GIAPPONESE


- KARA       = Vuoto, in senso spirituale

- TE             = Mani

- KENPO     = Legge del pugno (stile di Karate)

- DOJO        = Palestra ( luogo del risveglio )

- TATAMI     = Zona per l'allenamento (tappetto per allenamento)

- RYU          = Scuola

- SENSEI    = Maestro

- SEMPAI    = Il maggiore, il decano, il più anziano di età

- KOHAI      = Il  minore e successore, l'allievo che aspira a diventare Sempai

- DOHAI      = Compagno

- OTORU     = Inferiore di grado

- DAN          = Grado

- OBI           =  Cintura

- KYU          = Classe

- DO             = VIA, in senso spirituale, mezzo per raggiungere uno stadio spirituale più alto

- REI            =  Saluto

- YOI            =  Posizione di attesa - Stato mentale in cui il contendente acuisce i sensi della

                        imminenza del combattimento pur mantenendo il corpo rilassato

- DACHI       = Posizione

- KAMAE  o KAMAETE = Guardia

- TAISOO     = Ginnastica preparatoria

- THAI o MI  = Corpo

- MIGI             = Destra

- IDARI           = Sinistro

- UCHI            = Interno

- SOTO           = Esterno

- AGE             = Dal basso verso l'alto

- OTOSHI       = Dall'alto verso il basso

- ARUKU        = Camminare

- TOBI AGARU = Saltare

- AYUMI          = Passo

- HASIRU o KAKERU = Correre

- SUSUMU    = Avanzare

- OSOU         = Attaccare

- KOOGEKI   = Attacco

- MAMORU   = Difendere

- BOOEI        = Difesa

- YOKO NI NARU = Sdraiarsi

- ATARU      = Colpire

- HIZAMAZUKU = Inginocchiarsi

- KOSIKAKERU   = Sedersi

- SEIZA         = Sedersi, appoggiarsi

- TATTE        = In piedi

- TATU          = Alzarsi in piedi

- MAWATTE = Girare

- TAI SABAKI = Spostamento in generale

- TSURI           = Spostamento

- TSURI ASHI = Spostamento in avanti della gamba

- TSURI KO    = Piccolo spostamento

- KEAGE         = A frusta (colpo frustato)

- KEKOMI       = Penetrante

- ZEZAN          =  Meditazione in ginocchio

- GHERIZ        =  (Keziz)  Alzarsi

- TATU o AGARU = Alzarsi

- RESSUN      = Lezione

- OSIERU       = Insegnare

- NARAU        = Imparare

- RENSYUU   = Esercizio, allenamento

- YASUME     = Riposate

- MIRU           = Vedere, guardare

- HANASU     = Parlare

- TIMMOKU   = Silenzio

- SOKURYOKU= Velocità

- MUSUBU       = Legare, unire

- SUU              = Inspirare

- KOKYUU      = Respirazione, respiro

- KIKU             = Ascoltare

- KOOHUKU  SURU = Arrendersi

- OKORU        = Arrabbiarsi

- KYOOSOO AITE = Avversario

- KYOOSO      = Gara

- "O "               = Grande

- " KO "           = Piccolo

- MAE              = Frontale

- YOKO           = Laterale

- USHIRO        = Indietro

- MAWASHI    = Circolare

- OMOTE         = Davanti

- UMI               = Cambio

- MA                = Distanza

- SORIMI        = Schivare

- SIBORU       = Torsione

- NAGE           = Proiezione

- KAITEN        = Rotazione o giro

- JODAN  o UWA = Alto

- CHUDAN            = Medio

- GEDAN  o SHIMO = Basso

- TSUKI o ZUKI  = Pugno

- UCHI            = Percossa

- UKE             = Parata - Chi attacca nel Kihon Kumite

- GERI            = Calcio

- BARAI          = Spazzata

- UKEMI         = Caduta

- ATEMI          = Colpo - Percossa

- IRATE UTI   = Schiaffo

- TORI            = Chi si difende   

- SEIKEN       = Semi orizzontale ( le prime due nocche)

- TATEKEN   = Verticale ( le ultime due nocche)

- TIMING        = Tempo di esecuzione

- ASAMI         = Presa o Leva

- AWASE       = Doppio ( si puo' dire anche NI )

- IKIN             = Ritorno (quando si tira una tecnica di braccio o gi gamba)

- IKI-TE           = Ritorno dell'arto contrario a quello che si sta utilizzando per tirare la tecnica

- GYAKU         = Contrario alla gamba avanzata, corto

- JUN               = Lungo, uguale alla gamba avanzata

- OI                  = Lungo (OI ZUKI = pugno lungo)

- BUNKAI           = Dimostrazione pratica  di un Kata

- ENBUSEM       = Tracciato del Kata

- ENBU               = Kata eseguito in coppia o piu'

- KINNIKU          = Muscolo

- KEN - TATE     = Pugni a terra

- ZEN                  = Religione orientale

- MOROTE         = Rinforzato - a due mani

- KA                    = Praticante ( KARATE-KA: praticante il Karate )

- GI                      = Vestito ( KARATE-GI )

- SHIN                 = Sprito

- WAZA               = Tecnica

- SUKI                 = Cogliere

- DOKAN            =  Essenza

- SHINTO            =  Via di Dio ( Shindo )

- BEN                  = Studio, comprensione

- KEN                  = Tranciare (Ken = Pugno, Spada)

- SUTE                = Abbandono

- CHAN               = Gettare, Abbandonare

- MU                    = Negativo

- NEN                  = Coscenza

- MUSHIN           = Nulla

- YOWAKI          = Elemento con un debole " KI "

- TSUYOKI         = Elemento con un forte " KI "

- HANNYA          = Saggezza

- BONNO            = Desiderio, passione

- BANZAI            = Evviva

- AKA                  = Rosso

- ROBA               = Asino

- HAJIME            = Iniziare

- YAME               = Fermarsi

- KIAI                  = Parola formata da KI, la volontà, le energie mentali dell'uomo e AI, verbo

                              giapponese che significa concentrare, riunire. In ultima analisi KIAI "

                               massima concentrazione psicofisica nell'esecuzione di un colpo di karate

- KIAI                  = Regione addominale ( per i Giapponesi )

- KIME                = Il contrarre violentemente i muscoli addominali e dorsali espellendo tutta

                               l'aria dall'addome ogni qualvolta si tira un colpo.

- HON                 = Fondamentali

- KI-HON            = Fondamentali con forza  ( con "KI" )

- KYO                 = Vuotezza ( quando siamo  vuoti d'aria)

- JUTSU             = Pienezza ( quando internamente siamo pieni d'aria)

- KATA               = FORMA: un susseguirsi di tecniche eseguite in modo stlizzato

- KIHON KUMITE = Tecniche fondamentali a coppia, prestabilite:

- KIHON IPPON KUMITE= Allenamento di combattimento ad un colpo.

- JIYU KUMITE     = Combattimento libero

-  JIYU IPPON KUMITE = Combattimento semilibero a un colpo:

- JIYU                             = Libero

- FUDOSHIN                   = Mente o spirito irremovibile

- NO                                = Complemento di possesso

- SONAE RU                   = Prepararsi , essere fornito

- NI                                  = Luogo in cui termina o permane l'effetto di una azione o movimento

- AI HANMI                     = Stessa posizione simmetrica

- GYAKU HANMI            = Il contrario

- KIKAI                           = L' oceano dell'energia (TANDEN)

- GASSHO REI              = Saluto a mani unite pur significando riconoscenza e rispetto esprime un

                                          senso di uguglianza e fratellanza

- SAGASU  DO              = Cercare la via

- SANKAKU                   = Triangolo

- EN                                = Cerchio

- SEIHOOKEI                 = Quadrato

- HOSI                            = Stella

- JIYU KUMITE              = Libero combattimento

- SHIAI KUMITE             = Combattimento da gara

- HEIBO                          = Strategia

- GOSHIN                       = Autodifesa

- KATAI                           = Forte, duro spiritualmente

- TAIRYOKU                   = Forza fisica

- TENOKATE                  = Mente libera

- TURU                           = Gru

- HONE                           = Osso

- SENSYU                      = Atleta

- DANSEI                       = Uomo

 

 

   

NUMERI IN GIAPPONESE  DA  1   A   10


    1   = ICH                                                       6  = ROCKU

    2   = NI                                                          7  = SHIC

    3   = SAN                                                      8  = ACH

    4   = SHI                                                        9  = KU

    5   = GO                                                       10 = GYU

 

DA  11    A    20

 

    11   = GIU  ICH                                               16   = GIU ROCKU

    12   = GIU NI                                                   17  = GIU SHIC

    13   = GIU SAN                                               18  = GIU ACH

    14   = GIU SHI                                                19  = GIU KU

    15   = GIU GO                                                 20  = NI GYU

OGNI NUMERO FINO A 19 BISOGNA FARLO PRECEDERE DA 10 E CIOE'  "GIU"

PER FORMARE IL NUMERO 20 BISOGNA ANTEPORRE IL NUMERO 2 AL 10, PRATICAMENTE

PER I GIAPPONESI 20 SI DICE 2 VOLTE 10.

 

    21  = NI GIU ICH

    22  = NI GIU NI

    23  = NI GIU SAN  ecc .......

 

    30  = SAN GIU   ( tre volte dieci  )

    40  = SHI GIU  ecc .....

 

   = SHODAN                = ROKUDAN

  = NIDAN                    = NANADAN

   = SANDAN                 = HACHI

   = YODAN                    = KYUDAN

  = GODAN                10°  = JUDAN

 

 

- BANGOO = Numero

 

- KAZOERU = Contare

 

 

CLASSIFICAZIONE DELLE CINTURE E TEMPO DI PERMANENZA

NEL KENPO KARATE


 

   KYU    =   Cintura bianca  - SIROI

 

    KYU    =   "        " gialla    ( dopo sei mesi di permanenza nella bianca ) - KIIRO

 

    KYU    =   "        " arancione  ( dopo sei mesi di permanenza nella gialla ) - ORENJI

 

    KYU    =   "        " verde    ( dopo sei mesi di permanenza nella arancione ) - MIDORI

 

    KYU    =   "        " blu   ( dopo sei mesi di permanenza nella verde ) - AO

 

    KYU    =   "        " marrone  ( dopo sei mesi di permanenza nella blu ) - CHA

 

    DAN - CINTURA NERA  1° GRADO = ( dopo un anno di permanenza nella marrone ) - KURO

 

Da 1° DAN a  4 ° DAN = SENSEI

Da         a   9° DAN = SHIHAN

10° dan o CAPOSCUOLA = SOKE

 

 

 

ATTREZZI  USATI  NEL KARATE  E  ARMI  TRADIZIONALI  GIAPPONESI


- BUKI             = Arma

- MAKIWARA  = Attrezzo composto da un'asta di legno e di paglia che serve per l'allenamento                               del pugno.

- BOO              = Bastone

- KEN              = Spada

- NUNCHAKU  = Arma formata da due bastoncini legati alle estremità da una cordicella o catena

- SURUCHIN   = Catena

- YARI              = Lancia

- NUNTI           = SAI con elsa rovesciata

- SAI                = Piccole "spade" con elsa verso il basso

- TUNKUWA   = Tonfa o TUIFA

- EIKU             = Remo

- KAMA           = Falcetti

- NUNTI-BO   = Lancia formata dal BO coun un NUNTI fissato all'estremità

- KUWA         = Zappa

- TANTO        = Coltello

- KOBUDO     = Arte del maneggio delle armi tradizionali giapponesi

- BUSHIDO    = Codice d'onore degli antichi SAMURAI

- MUSHIN      = Stato mentale in cui l'idea di fallimento, di paura e di morte non sono presenti

 

   

FRASARIO  ATTINENTE ALLA GARA DI KUMITE


 

- SHOBU SANBON HAJIME    = Inizio incontro

- SHOBU HAJIME                    = Ripresa incontro con prolungamento

- ATOSHI BARAKU                  = Ancora un po di tempo  (circa 30 secondi )

- MOTO NO ICI                         = Posizione iniziale

- TSUZUKETE HAJIME            = Rinprendere a combattere  ( dopo uno Yame )

- ENCHO-SEN                          = Estensione

- HANTEI                                   = Giudizio

- HIKIWAKE                              = Pareggio

- TORIMASEN                           = Nulla di fatto

- AIUCHI                                    = Tecniche valide simultanee

- AKA (SHIRO) NO KACHI       = Rosso ( bianco ) vincitore

- IPPON                                     = 1 punto

- WAZA ARI                              = 1/2 punto

- KEIKOKU                               = Ammonizione per fallo con waza ari per l'avversario

- CHUI                                       = Ammonizione per fallo con ippon per l'avversario

- HANSOKU                              = Fallo grave con squalifica e quindi vittoria per l'avversario

- JOGAI                                     = Uscita dall'area di gara

- JOGAI KEIKOKU                    = Seconda uscita dall'area di gara con waza ari per l'avversario

- "       " CHUI                            = Terza uscita dall'area di gara con ippon per l'avversario

- "       " HANSOKU                   = Quarta uscita dall'area di gara con conseguente squalifica

- KIKEN                                     = Rinuncia

- MAAI                                       = Distanza non corretta

- NUKE                                      = Tecnica fuori

- ATE                                         = Contatto

- SOREMADE                           = Fine dell'incontro ( in movimento )

- ZANSHIN                                = Concentrazione, che c'è prima durante e dopo l'esecuzione di una               

                                                       tecnica     

- JIKAN                                     = Tempo

- MIENAI                                    = Non visto

 

 

 

PARTI DELLA TESTA - VOLTO


- ATAMA o MEN   = Testa

- HITAI                   = Fronte

- HOO                    = Guancia

- KUTIBIRI             = Labra

- KUTI                    = Bocca

- ANA                     = Naso

- HANA NO ANA   = Narice

- AGO                    = Mento

- MIMI                    = Orecchio

- NONO                 = Gola

- KIKAN                 = Trachea

- KUBI                    = Collo

- SITA                     = Lingua

- KAO o KAOTUKI = Volto

- ERIKUBI              = Nuca

 

 

   

PARTI DEL PETTO - BUSTO


 

- MUNE o TIBUSA       = Petto

- DOO                          = Tronco

- KYOOBU                   = Torace

- YOKO o WAKIBARA = Fianco

- ROKKOTU                 = Costola

- HARA                        = Addome

- ONAKA                      = Pancia

- HESO                        = Ombellico

- SENAKA                    = Dorso, schiena

- KATA                         = Spalla

- SEBONE                   = Colonna vertebrale

- ZINZOO                     = Reni

- HIZOO                       = Milza

- SISYOKUKY             = Genitali

- SISI                           = Menbro

- KINTEKI                   = Testicoli

 

 

PARTI DEL BRACCIO - MANO


- URA           = ( Riken - Haishu ) Il dorso della mano

- TEISHO     = ( Shita ) Base del palmo

- IRATE        = Palmo della mano

- SHUTO     = Taglio della mano

- HAITO       = Bordo opposto allo shuto, zona compresa tra la base del dito indice e la prima giuntura

                         del pollice

- TETSUI      = Il martello della mano

- NUKITE     = La pica della mano ( comprende l'indice - l'anulare - il medio )

- SEIKEN     = Le prime due nocche

- KUMADE   = Posizione della mano semi chiusa a zampa d'orso

- kOKEN o KUTI  = Polso

- UDE           = Braccio

- WANTO     = Avambraccio

- HIJI o EMPI  = Gomito

- SEIRYUTO  = Mano a sciabola cinese, piegare la mano in modo da formare una curva con il polso

- WASHIDE = Mano a testa d'aquila ( raggruppare premendo assieme le punte delle dita fino a farle somigliare a un becco di uccello)

- KAKUTO   = Polso a testa di gru

- NAKADA-KEN = Pugno con la nocca del medio

- IPPON-KEN = Pugno a una nocca

- YUBI           = Dito

- OYA            = Pollice

- HITOSASI  = Indice

- NAKA         = Medio

- KUSURI     = Anulare

- KO              = Mignolo

 

 

PARTI DELLA  GAMBA   -    PIEDE  


- ASHI  o ASI   = Gamba

- GOSHI           = Anca

- MOMO           = Coscia

- HIZA              = Ginocchio

- ASIKUBI        = Tibia

- NAITO           = Arco del piede

- SOKUTO       = Taglio del piede

- KAKATO       = Tallone

- KIOSOKUTEI = Parte superiore del tallone

- URA               = Dorso

- KOSHI           = Avampiede

- HAISOKU      = Collo del piede

- ZENTSUKUTEI o KOSHI = Parte sottostante le dita del piede ( la parte che colpisce nel MAE-GERI   Keage )

- TSUMASAKI = Punta delle dita del piede

- ASI NO URA  = Pianta del piede

 

RESPIRAZIONE E " KI "


Quello della respirazione è un importante aspetto della nostra esistenza: cominciamo a prendere in considerazione come respiriamo e come invece dovremmo respirare. Diciamo intanto che nel respirare in media una persona femmina o maschio che sia, adopera soltanto dal 35 al 47 per cento della capacità polmonare. Diamo un’ occhiata all’apparato respiratorio. I polmoni sono mossi da muscoli situati in diverse zone del torace: superiore (apice), centrale (petto), inferiore (diaframma). L’apice è usato di frequente dalle donne, sopratutto quando si mettono a portare degli indumenti costrittivi quali il busto o la guaina. Se ne servono anche le persone costrette dall’attività che svolgono a stare sedute in posizione china, per cui non hanno modo di respirare un pò meglio. La zona centrale, quella del petto, è la zona più comunemente adoperata dai maschi. Quando vogliono sentirsi proprio bene, gonfiano il petto ed espellono l’aria: come gli uccelli. Sarà anche una maniera di respirare abbastanza buona; non è certo la migliore. Il sistema più efficace di respirare, infatti, è quello in cui si adopera il diaframma. La respirazione cosiddetta diaframmatica impone infatti anche l’ uso della parte centrale dei polmoni e dell’addome (hara) e quindi costringe a respirare con maggiore efficenza. La respirazione corretta da effettuare consiste nell' introdurre l'aria lentamente dal naso, facendola scendere fin sotto l'ombellico e riempiendo prima l'addome quindi  i polmoni ,viene trattenuta un poco senza forzare,  quindi risale e furiesce, sempre lentamente, così com'è entrata dal naso. Bisogna cercare di trattenere l'aria aumentando progressivamente i tempi di permanenza della stessa nell'addome.

Questo tipo di respiro è molto importante per il corpo e i muscoli addominali, infatti si noterà una benefica sensazione di calore che lentamente si diffonde dalla zona ombellicale a tutto il corpo,e oltre ad aumentare la quantità di ossigeno che introduciamo, tonifichiamo anche i muscoli dell’addome.

Un altro aspetto determinante  della respirazione è nella fase della meditazione o “MOKUSO”, cioè all’inizio e alla fine di ogni l’allenamento o di un’esibizione o quando ci si appresta a fare qualcosa di particolare che richiede appunto più concentrazione e quindi più meditazione.

Durante la meditazione gli occhi sono socchiusi e lo sguardo è rivolto verso se stessi in direzione del cuore. Generalmente si consiglia di creare il vuoto mentale ma inizialmente è piu' semplice rilassare la mente lasciando entrare qualsiasi pensiero: questi cosÏ come è venuto gradatamente se ne andrà mentre se ci si sforza a scacciarlo creeremo maggior tensione. Inginocchiarsi e rimanere con il proprio respiro mentre i pensieri con naturalezza si affacciano alla coscienza è già un embrione della concentrazione capace di gestire e selezionare la molteplicità di pensieri che affluiscono alla mente.

L'ossigeno come ben sappiamo è vita,senza di esso moriremmo e attraverso la respirazione ci permette di sopravivere e fare tutte le cose quotidiane, dalle piu' banali alle piu' complicate. Il cervello nel corpo dell'uomo è come il motore per una macchina, quindi in pratica è l'organo che gestisce tutti i nostri movimenti, è proprio da li che parte ogni comando. Pertanto piu' è libero da pensieri , migliore sarà la concentrazione e quindi l'esecuzione del gesto che noi andremo a fare anche perchè la forza di concentrazione associata al "KI" ci permettono di fare cose che con la solo forza muscolare non riusciremmo mai.

L'esercizio di respirazione tramite il quale ogni essere umano può innalzare il grado di salute psico- fisica e la gestione delle energie interne del corpo al fine di accrescere il controllo su se stesso e su tutto ciò che lo circonda; questo concetto è ben noto nelle arti marziali anch'esse rivolte, come tutti sappiamo, non solo alla semplice autodifesa ma a un completo miglioramento delle capacità personali del praticante.

La gestione del nostro "KI" tramite la respirazione permette di rendere il nostro corpo resistente ad attacchi di qualsiasi tipo provenienti dall'esterno e di migliorare tutte le funzioni vitali dell'organismo; ci mette inoltre in grado di usare l'energia al fine di aumentare il nostro livello di spiritualità e di consapevolezza interiore; una delle dimostrazioni dello sviluppo dell'energia è data dalla esibizioni che certi maestri eseguono: mattoni frantumati su varie parti del corpo, lance piegate con la gola, distensione e compressione su di un letto di chiodi, ecc...

Grazie all'esercizio della respirazione la salute fisica del praticante migliora gradualmente di giorno in giorno fino al completo raggiungimento dell'equilibrio. A livello mentale invece, si sconfiggono tutte quelle manifestazioni psicosomatiche minori che sembrano ad un primo esame insormontabili, andando avanti si scopre poi che la forza di volontà aumenta notevolmente spazzando via qualsiasi tipo di insicurezza e portando il praticante ad avere piena conoscenza di se.

 

 

GINNASTICA PREPARATORIA


Come in tutte le attività fisiche, anche nel karate è necessaria una buona ed accurata ginnastica preparatoria. Per riuscire a ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo (sempre in senso relativo, ovviamente), è bene che colui che si appresta a imparare a difendersi e a offendere conosca alla perfezione il corpo umano perchè posssa usare i muscoli adatti in caso di offesa e agire invece sulle parti più deboli in caso di difesa. Inoltre chi si accinge alla pratica del karate è necessario che abbia un corpo psicologicamente e fisicamente allenato. La preparazione fisica generale e speciale crea le premesse del successo. La tecnica di qualunque sport non può essere efficiente se non accompagnata, o, come in questo caso, preceduta, da una preparazione fisica generale e speciale. Per ottenere i massimi risultati sono necessari un’ottima forza, un’eccellente velocità e una giusta coordinazione dei movimenti. Senza anche uno solo di questi requisiti, il successo è dubbio.

Prima di ogni seduta di allenamento quindi, è indispensabile incominciare con una breve corsa in scioltezza di circa 4 - 5 minuti, sia in avanti che indietro, lateralmente, per poi passare alla ginnastica a corpo libero al fine di riscaldare tutti i gruppi muscolari per poi finire con lo scretching per elasticizzare i vari tendini e muscoli, sopratutto quelli antagonisti, cercando di non trascurare nessun gruppo, dividendo il corpo come una carta geografica, in regioni. Avremo così:

1) Muscoli dell’arto superiore (braccio).

2) Muscoli dell’arto inferiore (gamba).

3) Muscoli del collo.

4) Muscoli del dorso.

5) Muscoli del torace.

6) Muscoli dell’addome.

 

L’ ALIMENTAZIONE  


Un altro aspetto importante da considerare è l’alimentazione. Per questa vanno tenute presenti le necessità qualitative e quantitative dell’atleta oltre a regole di igiene dei cibi, facilità digestiva, abitudini e gusti personali.

Si dovrà pertanto:

- Raggiungere un sufficiente apporto calorico;

- Assicurare una buona distribuzione percentuale di grassi, glicidi e proteine;

- Garantire la giusta quantità di sali minerali, vitamine e amminoacidi. Tra i sali sono di basilare importanza il Sodio, Potassio,Calcio e Fosforo. Frutta, verdura, latte e uova soddisfano abbastanza bene le necessità vitaminiche e saline.

- Condire i cibi al fine di renderli più appetibili, elemento indispensabile alla loro digeribilità e quindi assorbimento.

In sostanza si può affermare che non esistono cibi particolari che migliorano la prestazione, comunque una sana alimentazione è garanzia di massimo rendimento. Ricordarsi di fare un pasto leggero 3 - 4 ore prima dell’allenamento mentre dopo di esso devono almeno passare 2 - 3 ore sempre però mangiando con moderazione e scegliendo cibi facilmente digeribili.

Una delle domande ricorrenti in ambito sportivo è se esiste un tipo di alimentazione che consenta di diventare più forti: subito  si deve dire che non possono esistere cibi che, non accompagnati da un adeguato allenamento, abbiano la capacità di fare diventare più voluminosi e più forti i muscoli. Il discorso è del tutto diverso se ci si allena con criteri corretti; in questo caso, effetivamente, le razionali scelte nutrizionali consentono di avere i massimi incrementi muscolari. Sempre ai fini delle migliori prestazione e dell’incremento della forza è di importanza vitale il recupero fra una seduta di allenamento e l’altra, soprattutto quando esse siano impegnative. Un errore, insomma, strafare perchè le pause giuste aiutano poi a ottenere un allenamento migliore. Quindi è utile condurre una vita sana, nella quale non ci siano stress eccessivi e il sonno regolare. Un allenamento razionale consente di recuperare bene. Guai a strafare, pensando di migliorare le prestazioni.

 

I  VENTI  PRECETTI  DELLA  VIA DEL  KARATE  


 1) NON BISOGNA DIMENTICARE CHE IL KARATE COMINCIA CON IL SALUTO E

      TERMINA CON IL SALUTO.

  2) NEL KARATE, NON SI PRENDE L'INIZIATIVA DELL' ATTACCO.

  3) IL KARATE E' UN COMPLEMENTO DELLA GIUSTIZIA.

  4) CONOSCI DAPPRIMA TE STESSO, POI CONOSCI GLI ALTRI.

  5) NELL' ARTE, LO SPIRITO IMPORTA PIU' DELLA TECNICA.

  6) L' IMPORTANTE E' MANTENERE IL PROPRIO SPIRITO APERTO VERSO L' ESTERNO.

  7) LA DISGRAZIA PROVIENE DALLA PIGRIZIA.

  8) NON PENSARE CHE SI PRATICHI KARATE SOLAMENTE NEL DOJO.

  9) L' ALLENAMENTO NEL KARATE SI PROSEGUE LUNGO TUTTA LA VITA.

1O) VEDI TUTTI I FENOMENI ATTRAVERSO IL KARATE E TROVERAI LA SOTTIGLIEZZA.

11) IL KARATE E' COME L' ACQUA CALDA, SI RAFFREDDA QUANDO SI SMETTE DI

      SCALDARLA.

12) NON PENSARE A VINCERE, MA PENSA A NON PERDERE.

13) CAMBIA SECONDO IL TUO AVVERSARIO.

14) L'ESSENZIALE IN COMBATTIMENTO E' GIOCARE SUL FALSO E SUL VERO.

15) CONSIDERA GLI ARTI DELL' AVVERSARIO COME ALTRETTANTE SPADE.

16) QUANDO UN UOMO VARCA LA PORTA DI UNA CASA, SI PUO' TROVARE DI

      FRONTE A UN MILIONE DI NEMICI.

17) METTITI IN GUARDIA COME UN PRINCIPIANTE, IN SEGUITO POTRAI STARE IN

      MODO NATURALE.

18) BISOGNA ESEGUIRE CORRETTAMENTE I KATA, ESSI SONO DIFFERENTI DAL

       COMBATTIMENTO.

19) NON DIMENTICARE LA VARIAZIONE DELLA FORZA, LA SCIOLTEZZA DEL CORPO E

       IL RITORNO NELLE TECNICHE.

20) PENSA ED ELABORA SEMPRE.

 

I SETTE PRINCIPI  


La fusione del BUDDISMO e dello SHINTOISMO ha permesso la creazione del

BUSHIDO, la VIA del samurai.Sette punti essenziali possono riassumere questa VIA:

1.       GI: la decisione giusta nell'equanimità, l'atteggiamento giusto, la verità.

Quando si deve morire, dobbiamo morire.

 

2.       YU: la bravura, il coraggio tinto d'eroismo.

 

3.       JIN: l'amore universale, la benevolenza verso l'umanità.

 

4.       REI: il comportamento giusto, che è un punto fondamentale.

 

5.       MAKOTO: la sincerità totale.

 

6.       MERYO: l'onore e la gloria.

 

7.       CHUGI: la devozione, la lealtà.

 

Questi sono i sette principi dello spirito del BUSHIDO. Bu: arti marziali. Shi: il

guerriero.Do: la Via.

 

REI


( il saluto)

Una volta entrati nel dojo e di conseguenza sul tatami, prima di iniziare ogni allenamento tutti gli allievi si disporanno in ordine decrescente di grado, in fila, e il più anziano dei sempai (o gohai) dirà:

·        KIOTSUKE” mettersi a posto... , ci si gira (per rispetto) e si mette in ordine il Karategi. Terminata l’operazione, si riprende posizione ponendosi in musubi dachi. (tutti guardano lo JOSEIKI).

·        SEIZA” (inginocchiarsi)... si scende col ginocchio destro in avanti, mentre il sinistro forma un angolo di 90° con il destro. Ci si mette nella posizione zazen (busto eretto, ginocchia divaricate, circa due pugni, glutei poggiati sui talloni).

·        MOKUSO (meditazione)

 

·        SHOMEN NI REI” (saluto allo joseiki)..... tutti salutano, Il sensei si girerà verso i Kyu e contemporaneamente i sempai ruoteranno di 30° nerso il sensei. Quindi il “maestro di cerimonia”  proseguirà:

·        “SENSEI (o shihan) NI REI” (saluto al sensei o shihan) .... il sensei , i sempai e i kyu salutano.

I sempai ruotano verso i kyu e questi ultimi verso il sempai, mentre il sensei (shihan) rimane fermo con il busto eretto.

·        SEMPAI NI REI” (saluto anziani) .... i sempai e i kyu salutano, mentre il sensei (shihan) rimane fermo.

·        “OTAIGAI NI REI” (saluto dei Kyu) ... i kyu salutano, mentre il sensei (shihan) e i sempai rimangono fermi.

Il sensei (shihan) si alza (eseguendo esattamente gli stessi movimenti fatti per raggiungere lo zazen, ma in ordine inverso). Quindi il “maestro di cerimonia” continua:

·        KIRITSU O GHERIZ” (alzarsi in piedi) ... in ordine decrescente di grado, ci si porta nella posizione di NOELE o HAISOCHU DACHI (attenti), .....

·         REI” saluto ... tutti salutano.

RITSUI REI (saluto in piedi)

ZAZEN o ZA REI (saluto in ginocchio)