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CAMPANILI ROMANICI
S. Giulio e Guglielmo da Volpiano campanili di Susa Chiesa di Vinadio
S.M. di Castello S. Siro di Struppa Romanico nel Levante

Archivio Fotografico di Giorgio Croce
- Il campanile romanico di Nostra Signora delle Vigne -







Il campanile visto da Castelletto







Il campanile romanico di N. S. delle Vigne

E' un raro esempio di campanile romanico genovese sopravvissuto integro nelle forme originarie, quando gli altri manufatti della stessa tipologia sono stati o demoliti - San Siro - o modificati - Santa Maria di Castello.
La sua tipologia riunisce vari contributi: i modi nati in ambito monastico-cluniacense d'Oltralpe, che trovano riferimenti nell'opera di Guglielmo da Volpiano dove questa li ricollega al romanico lombardo. Nel caso del campanile delle Vigne va notato come venga a mancare la ripartizione della superficie muraria in specchi incorniciati in orizzontale da fregi di archetti ciechi e in verticale da lesene, soluzione ricorrente nell'opera di Guglielmo - Fruttuaria, San Giulio d'Orta - e presente a Genova nel demolito campanile di San Siro. Nel caso del campanile delle Vigne abbiamo così una superficie muraria liscia e compositivamente risolta dalla disposizione delle polifore e della cuspide, organizzate in modo da accentuare lo slancio della torre, alta 44 metri.
L'eredità tipologica
La forma del campanile romanico delle grandi chiese genovesi, da San Siro e Santa Maria di Castello sino all'ultimo romanico di San Giovanni di Prè (1180), viene ereditata dal gotico genovese, e perdura in tutta questa ultima fase del Medioevo.
Della continuità tipologica tra romanico e gotico sono esempio i campanili di San Salvatore dei Fieschi, ispirato da un restrittivo conservatorismo formale, di Sant'Agostino, con l'intento espresso di mantenere la continuità con l'architettura monastica alla stessa maniera del monastero femminile di ValleChristi, e molti altri esempi.
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elaborazione grafica
Giorgio Croce
mailto:giorgio.croce@libero.it
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