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Come
anticipato nell’occhiello di copertina, il libro descrive l’industrializzazione
di Settimo Torinese ai tempi, da poco consegnati al passato, delle ciminiere.
Tutt’altro che circoscritta al territorio settimese, l’opera
è, in realtà, un pretesto per spaziare su un periodo specifico
della storia dell’energia termica e alle sue ripercussioni ambientali
e culturali comuni alla totalità del cosiddetto “Mondo Occidentale”.
L’autore ha perciò strutturato il testo in tre parti autonome
fra loro, rispettandone tuttavia la stretta relazione dialettica.
La prima di queste parti è dedicata alla Paramatti, la “Fabbrica
dei Colori” che tanta parte ha avuto nell’affermazione dell’industria
novecentesca in Settimo: ai nostri giorni punto d’origine, peraltro,
del progetto di Ecotempo.
La seconda è uno studio sistematico sull’evoluzione, simbolica
e tecnologica, delle ciminiere industriali: veri e propri prodigi dell’architettura
verticale tuttora ampiamente sconosciuti, apparsi oltremanica sin dalla
metà del XVIII secolo e successivamente approdati ad una diffusione
planetaria .
La terza ed ultima parte è una schedatura degli stabilimenti industriali
settimesi che, nella loro parabola produttiva, hanno fatto ricorso a ciminiere
in muratura di considerevole altezza: fornaci, fonderie, centrali termiche
che hanno bucato, nell’arco di un secolo, il cielo sopra la città.
L’opera è corredata da una corposa mole di immagini, che
agevolano la comprensione di concetti e modelli tecnologici ancora poco
conosciuti dal grande pubblico. |
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