OLTRE IL MITO
Alcuni filosofi greci tentarono di dare una spiegazione razionale dell'universo, anche se le informazioni pervenuteci sono piuttosto frammentarie e contraddittorie.
La civiltà greca portò contributi fondamentali allo sviluppo dell'astronomia. Già nel VI secolo a.C. gli astronomi greci compresero che la Terra era sferica e ne ricavarono la circonferenza. Calcolarono poi con cura la dimensione e la distanza della Luna e definirono la scala di luminosità, usata ancora oggi, per classificare le stelle. Benché credessero che la Terra fosse ferma e che il resto dell'Universo ruotasse intorno a essa, i loro metodi di misura e di studio segnarono l'evoluzione successiva della scienza in Europa.

FILOSOFI GRECI CHE SI INTERESSARONO DI ASTRONOMIA

TALETE

I primi fondamenti della scienza astronomica greca sembra che risalgano a Talete (640 a.C.) secondo il quale la Terra è un cilindro appiattito o un disco che galleggia "come un pezzo di legno" sull'oceano, la cui acqua è principio e origine di ogni cosa; l'aria è formata a sua volta dall'evaporazione di tale acqua. L'agitazione dell'acqua causerebbe i terremoti.

Secondo Erodoto Talete predisse un'eclisse di sole, o almeno l'anno in cui doveva aver luogo (probabilmente nel 585 a.C.). Tale predizione (se veramente fu fatta) dovette essere solo il frutto di qualche conoscenza da lui acquisita durante il lungo soggiorno in Egitto

Talete era consapevole del fatto che un'eclisse di sole è causata dall'interposizione della Luna; egli diceva che la Luna è illuminata dal Sole e che si ha eclisse di Luna quando questa passa attraverso l'ombra della Terra.

ANASSIMANDRO

Anassimandro (611-545 a.C.) abbandonò l'idea di Talete che l'acqua potesse essere il principio di ogni cosa. Egli credeva che la Terra, di forma simile ad un cilindro, fosse in equilibrio al centro del Mondo; che il cielo, di forma sferica, racchiudesse l'atmosfera "come una corteccia circonda l'albero" e che tra i vari strati di questo involucro fossero situati a diverse distanze il Sole, la Luna e le stelle (frammenti di fuoco rimasti imprigionati nel cielo): il Sole si troverebbe a distanza maggiore, mentre le stelle sarebbero più vicine a noi.

Ad Anassimandro è stata attribuita l'introduzione dello gnomone tra i Greci, ma in effetti già molto tempo prima esso era in uso presso i Babilonesi.

PITAGORA

Pitagora (528-497aC) ebbe idee molto moderne e ipotizzò che la terra fosse sferica; pensava però che il sole e la luna girassero intorno ad essa descrivendo orbite circolari. Pitagora fu il primo a riconoscere che Fosforo ed Espero, la stella del mattino e quella della sera, erano lo stesso astro, e ritenne la Luna un corpo simile ad uno specchio riflettente.

 L'idea guida della filosofia pitagorica è che il numero è tutto, è sostanza delle cose, la causa di tutti i fenomeni della natura.
Secondo i pitagorici il mondo è governato dall'armonia; le varie rivoluzioni celesti producono suoni diversi, sicché ogni pianeta e la sfera delle stelle fisse emettono ciascuno una nota particolare, che le nostre orecchie non percepiscono.
Pitagora insegnava che il mondo è formato da quattro elementi (terra, acqua, aria, fuoco), che è dotato di vita e intelletto e che è di forma sferica, poiché Terra e cielo devono avere la stessa forma.

 

LA STRUTTURA DELL'UNIVERSO PER I PITAGORICI

I discepoli della scuola di Pitagora ritenevano che nell'Universo esistessero dieci corpi mobili di cui solo nove (la Terra, la Luna, il Sole, i cinque pianeti e la sfera delle stelle fisse) erano visibili, il decimo era l'Antiterra, che rimane sempre invisibile dalla Terra.

Essi consideravano la natura della Terra troppo imperfetta perché potesse trovarsi al centro dell'Universo che era invece occupato da un "fuoco centrale" intorno a cui la Terra e gli altri corpi celesti si muovevano seguendo orbite circolari. Il Sole traeva la sua luce in parte dal fuoco centrale, in parte dal "fuoco superiore" distribuito in tutta la sfera dell'universo visibile; tale luce, filtrando poi attraverso il suo corpo, si diffondeva in tutte le direzioni. Essi ritenevano che il periodo di rivoluzione della Terra fosse di ventiquattro ore come quello dell'Antiterra.

FILOLAO

Filolao (480 - 400) ipotizzò che la terra si muovesse insieme ai pianeti intorno ad un fuoco centrale, all'esterno dell'orbita della Terra ci sarebbe stata quella della Luna, che impegna ventinove giorni e mezzo a compiere una rivoluzione intorno al fuoco centrale, mentre all'esterno della Luna (o sopra di essa) descrivono le loro orbite intorno al fuoco centrale il Sole e i pianeti. Il Sole con il periodo di un anno.

Quando nella sua rotazione la parte abitata della Terra si trova di fronte al sole si ha il giorno, quando invece si trova dalla parte opposta del fuoco centrale, non più in vista del sole, si ha la notte. L'alternarsi delle stagioni sarebbe causato dall'inclinazione dell'orbita solare rispetto all'equatore. Nonostante gli errori di fondo, Filolao introdusse l'idea della rotazione della terra intorno al proprio asse.

EUDOSSO

Eudosso nato a Cnido, in Asia Minore, intorno al 408 a.C.fu un grande matematico e formulò l'ipotesi che la terra fosse circondata da sfere, in ognuna delle quali era incastonato un pianeta.Eudosso accettò l'idea che i pianeti si muovessero secondo orbite circolari, però suppose che tutte le sfere fosserro situate l'una dentro l'altra e tutte concentriche alla Terra.

ARISTOTELE

Nato nel 384 a. C., Aristotele accettò l'idea di Eudosso, secondo la quale i corpi celesti si muovono su una serie di sfere concentriche aventi per centro la Terra, anch'essa una sfera; tali sfere sarebbero costituite da una materia cristallina, non appartenente agli oggetti terrestri, costituiti invece dai quattro elementi: terra, aria, acqua e fuoco. Per quel che concerne l'Universo, per Aristotele esso è limitato nello spazio perché contenuto in una sfera, ma illimitato nel tempo perché nella sua totalità non viene né creato né distrutto.

ERACLIDE PONTICO

Eraclide Pontico, discepolo di Platone, studiando i moti di Mercurio e di Venere, comprese chiaramente che il loro centro di rivoluzione doveva essere il Sole. Ma nel contempo sostenne che gli altri pianeti ruotavano attorno alla Terra. Secondo Eraclide la Terra, posta al centro dell'universo, ruota sul suo asse da ovest ad est in ventiquattrore, e, mentre il Sole gira intorno alla Terra, Venere e Mercurio girano nello stesso senso intorno al Sole secondo un cerchio di raggio più piccolo.

IPPARCO

Ipparco, grande astronomo dell'antichità. Nato a Nicea, in Bitinia, nella prima metà del II secolo a.C., lavorò ad Alessandria e soprattutto a Rodi dove impiantò una sorta di osservatorio. A lui si deve l'invenzione della diottra (strumento per la misurazione degli angoli) e di numerosi altri mezzi tecnici di osservazione, grazie ai quali fu in grado di studiare la volta celeste con estrema precisione. Ipparco scoprì ben 1206 stelle e le classificò nel suo celebre Catalogo stellare, una raccolta di tavole molto precise relative ai pianeti e ai loro moti in cui le stelle sono classificate secondo un sistema, da lui stesso elaborato, che è alla base della scala moderna delle magnitudini apparenti.

Osservando la stella Spica nella costellazione della Vergine, scoprì inoltre la precessione degli equinozi (uno spostamento apparente delle stelle, verificatosi nell'arco di molti secoli, dovuto all'oscillazione dell'asse di rotazione terrestre). Calcolò poi l'anno solare (sbagliando di soli 7 minuti) e stimò le distanze del Sole e della Luna dalla Terra. Il suo lavoro rimase indiscusso per parecchi secoli e il metodo che egli adottò per classificare le 850 stelle del suo catalogo, completato nel 129 a.C., è alla base di quello moderno. Determinò la durata del mese lunare e dell'anno solare le dimensioni della luna e la sua distanza dalla terra.

ERATOSTENE

Eratostene (276-195 a.C.) fu il matematico greco che per primo si cimentò nel determinare le dimensioni della Terra, che ritenne fosse di forma sferica, ne calcolò il raggio sbagliando di poco la misura. Egli sapeva che nel giorno del solstizio d'estate, a mezzogiorno, i raggi solari entravano diritti in un pozzo a Syene, una cittadina a sud di Alessandria d'Egitto. Nel medesimo istante egli misurò l'angolazione dei raggi solari ad Alessandria, e trovò che erano inclinati di 7,2°rispetto alla perpendicolare. Sapendo che tra le due città vi è una distanza di 770 km e che 7,2°sono pari a un cinquantesimo di circonferenza, Eratostene calcolò che la circonferenza terrestre era di 770 x 50 km, ovvero 38.500 km. Un valore molto vicino a quello reale di 40.000 km. (pozzo di Eratostene)

ARISTARCO  (Samo 340 a.C.-270 a.C.)

noto astronomo greco, fu il primo a ipotizzare che la Terra ruotasse sul proprio asse e intorno al Sole; i pianeti ruotavano anch'essi intorno al Sole in orbite circolari su uno sfondo di stelle fisse.

Misurò anche se con grandi errori la distanza terra - sole - luna, concludendo che il sole era molto più grande della terra e che pertanto era esso al centro dell'universo ed erano la terra e gli altri pianeti a ruotargli intorno, ruotando contemporaneamente attorno al loro asse. La sua teoria non fu compresa e fu ben presto dimenticata.

Essa fu riproposta da Copernico diciassette secoli dopo.

TOLOMEO (ca. 90-168 d.C.)

Claudio Ptolomey, astronomo e matematico greco, più comunemente noto come Tolomeo, formulò l'ipotesi che la terra fosse ferma al centro dell'universo e il Sole e gli altri pianeti le girassero intorno. La sua teoria rimasta valida per 14 secoli, fu diffusa dagli Arabi in tutta Europa e continuò a influenzare il pensiero astronomico per secoli, dopo la sua morte. La definizione "Universo tolemaico" descrive la sua visione geocentrica (in cui la Terra è situata al centro) dell'Universo, che fu pienamente accettata fino al XVII secolo. Tolomeo ampliò e perfezionò gli studi degli astronomi antichi, tra i quali Ipparco (II sec. a.C.), e li raccolse in un'opera di tredici volumi, nota come Almagesto, che fu tradotta dagli Arabi nell' VIII sec.

 

Nel Medioevo tuttavia si fece un passo indietro in quanto venne ripresa l'idea che la terra fosse piatta e gli studi astronomici vennero parzialmente abbandonati. Più tardi Dante accettò la teoria tolemaica trovandola in accordo con le Sacre Scritture ( bisogna ricordare che la Bibbia veniva letta e interpretata letteralmente, per cui la frase " Sole fermati " detta da Giona in un passo di essa, era interpretato come prova che era il Sole a girare intorno alla terra).

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