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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/01/25 19:53 By: dok Status: Utente  
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per chi ancora non lo sapesse: dal 12 gennaio, per la fine dei lavori di disgaggio, è consentito il passo attraverso la Polla.
e pare che verrà riattivata anche la Mossa, mentre in futuro probabilmente due cancelli -uno all'inizio della marmifera e uno al bivio della Polla- impediranno l'accesso ai mezzi non autorizzati, mentre per l'Altissimo sarà consentito agli escursionisti il passo sulla linea Polla-Fanfani.

ringrazio poi gli amici di Azzano, e in particolare Marianne, per avermi sollecitato a riconsiderare [della serie: non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire...] un nodo importante del versante zanese che fino ad ora avevo arbitrariamente trascurato, considerandolo marginale e minoritario, invece a quanto pare non è proprio così: il percorso del ramo di Foce Capraia del Canal dal Prado.

ora elaborando questo dato in modo forse un po' personale e azzardato, ma tutto sommato ragionevole e plausibile, si compone un quadro che ricombina gli altri dati finora in gioco in un modo...rivoluzionario, ma che riporterebbe le cose alla loro semplice evidenza fondata sull'esperienza e sulla tradizione orale.
non voglio anticipare altro, e, per non rischiare di spararla troppo grossa e andare così a ingrossare la compagine dei <bombaroli>, preferisco darmi un po' di tempo per verificare quanto possibile questa nuova intuizione...LAVORI IN CORSO!
dico solo che forse Pisanino non aveva tutti i torti quando drammatizzava la distanza tra il passo del Pitone <della gente> e quello <degli scriba>, distanza che ho avuto anch'io occasione di riscontrare più di una volta.
insomma Bergame, che la tua battuta dopo l'incontro al Tonfano -quella sull'inversione dei ruoli e dei pitoni- non fosse in realtà una larvata profezia?
ciao
Luca
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/01/26 01:50 By: bergame Status: Utente  
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oooh dok, non ti avevo risposto perché me l'ero presa comoda un po' causa .... neve un po' perché aspettavo qualche intervento/osservazione da altri "contribuenti" , ma ho l'impressione che qui siamo rimasti solo io e te a ... pagà le tasse (ovviamente non mi riferisco all'IMU ). Anche i "bombaroli" si son stancati di crear scompiglio. Non ci son più i giovani ribelli di una volta, gli scalmanati mi sa son diventati dei pantofolai

Veniamo a noi. Rispondo al tuo intervento del 16 gennaio.

1) Fabri mi aveva detto che secondo il Giuseppini l'episodio di Marchini sarebbe avvenuto un centinaio di metri sotto i passo della focoraccia e non così in basso come sarebbe il fondone (fabri ha raccolto la sua testimonianza) . Se non ricordo male Giuseppini dovrebbe aver partecipato al recupero della salma dell'Antolini che era saltato in aria per andare a recuperare il corpo del Marchini (sotto al cui cadavere i tedeschi avevano collocato altre mine)

2) Il colle della Bianchina non era un varco obbligato e ben documentato per i passaggi organizzati ? se si passa dal colle della Bianchina mi sembra naturale poi seguire il 188bis almeno fino all'attraversamento del fosso di Campiglia. Ma arrivati a quel punto mi sembrava poco logico (lungo e dispendioso) scendere nel Fondone per poi risalire fino al 188bis. La mia osservazione sull'itinerario da te proposto (discesa nel Fondone) era semplicemente scaturita dall'aver osservato (a distanza) l'itinerario del Fondone e dalla comparaziione con quello che avevo percorso con Fabri. Non sono pregiudizialmente contrario alla tua ipotesi. A mio parere sarebbe bene fare una ricognizione sul campo insieme (meglio con Fabri e Marco), un sopralluogo comparativo per verificare sul campo le caratteristiche, le difficoltà e l'ergonomicità dei due ((anzi tre) itinerari. Magari sarebbe anche meglio fare il sopralluogo in questi mesi quando c'è un po' di neve sul terreno e le condizioni potrebbero esser più simili a quelle effettive del passaggio del fronte.

3) Infine una osservazione sulla tua terza ipotesi che comunque mi sembra degna di essere verificata anche sul terreno. Il fatto che quelle zone tratteggiate fossero più agevolmente "minabili" dai tedeschi non depone a loro favore: perché passare di lì se c'erano percorsi alternativi dove il rischio di beccare una mina era più basso ?

Venendo invece al tuo ultimo intervento:

Mi diceva Fabri che secondo il Giuseppini non si scendeva giù nel canale del Prado ma, dopo aver valicato il passo della Focoraccia, ci si abbassava pochi metri e poi si traversava a sx passando sotto i roccioni : se non ho mal compreso si tratta più o meno dell'itinerario da me percorso l'otto gennaio (quello che termina al "popòdistronzolo" o "ala della libertà")

Qualunque sia la tua ultima ipotesi credo che comunque un sopralluogo nel canale del Prado sarebbe necessario.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/01/26 18:46 By: dok Status: Utente  
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1) Fabri mi aveva detto che secondo il Giuseppini l'episodio di Marchini sarebbe avvenuto un centinaio di metri sotto i passo della focoraccia e non così in basso come sarebbe il fondone (fabri ha raccolto la sua testimonianza) . Se non ricordo male Giuseppini dovrebbe aver partecipato al recupero della salma dell'Antolini che era saltato in aria per andare a recuperare il corpo del Marchini (sotto al cui cadavere i tedeschi avevano collocato altre mine)
ti sbagli Bergame, poi te lo dirà anche Fabri: quello che dici te è il Mario Conti di Resceto, mentre il Mario Giuseppini di Antona, con cui ho parlato anch'io, a me disse che l'episodio è successo proprio in Campiglia vicino al fosso. come sai ho già proposto a Fabri di risentirli insieme, spero che si faccia un giorno o l'altro.
una voce contro più voci: un bel grattacapo...tra l'altro ho notato che anche Cipollini, nella relazione che conosci, adotta la tesi del fosso di Campiglia:

da: Giovanni Cipollini, La Linea Gotica in territorio apuoversiliese, saggio pubblicato in “La Linea Gotica - Settore Occidentale 1943-45”, atti del Convegno di studi svoltosi a Borgo a Mozzano il 9 maggio 2004, a cura dell’Istituto Storico Lucchese – sezione di Borgo a Mozzano

(...) Giunto al comando del Gruppo, la notte del 23 dicembre, Pietro apprese la dolorosa sorte toccata agli uomini che erano rientrati con “Vinci” dalle linee alleate; infatti, la sera del 15 dicembre, arrivati al passo del Pitone, nel canale di Campiglia, erano finiti su un campo minato, predisposto dai Tedeschi pochi giorni prima, e l’esplosione aveva provocato la morte di tre partigiani ed il ferimento di altri quattro, tra cui il comandante “Vinci” che, colpito in più parti dalle schegge, riuscì a raggiungere alcune case, da dove fu trasportato, sotto falso nome, all’ospedale di Carrara. Il giorno successivo, una squadra di partigiani partì per recuperare i corpi dei compagni, ma le mine causarono ancora un morto ed un ferito.(...)

...

2) Il colle della Bianchina non era un varco obbligato e ben documentato per i passaggi organizzati ? se si passa dal colle della Bianchina mi sembra naturale poi seguire il 188bis almeno fino all'attraversamento del fosso di Campiglia. Ma arrivati a quel punto mi sembrava poco logico (lungo e dispendioso) scendere nel Fondone per poi risalire fino al 188bis. La mia osservazione sull'itinerario da te proposto (discesa nel Fondone) era semplicemente scaturita dall'aver osservato (a distanza) l'itinerario del Fondone e dalla comparaziione con quello che avevo percorso con Fabri. Non sono pregiudizialmente contrario alla tua ipotesi. A mio parere sarebbe bene fare una ricognizione sul campo insieme (meglio con Fabri e Marco), un sopralluogo comparativo per verificare sul campo le caratteristiche, le difficoltà e l'ergonomicità dei due ((anzi tre) itinerari. Magari sarebbe anche meglio fare il sopralluogo in questi mesi quando c'è un po' di neve sul terreno e le condizioni potrebbero esser più simili a quelle effettive del passaggio del fronte.
finché il quadro è ancora così problematico suggerirei di tenere distinte ricerca storica e valutazioni legate alla scelta di un percorso in una logica di ripristino.
e comunque sarebbe un dettaglio di poco conto, se non fosse che c'è ancora qualcuno che ci possa dire come stavano realmente le cose, non c'è che da chiedere e farselo spiegare.
le ragioni di un ipotesi?

a) logistica: al Fondone, parte bassa di Campiglia, c'era un bel gruppo di case

b) dislivello e brevità: per arrivare al Fondone non devi salire quei 150 metri fino alla <casina dei caccatori>, ma ci arrivi [meglio ci arrivavi] in pari, da dove si scende da Porneta nel primo fosso di Campiglia. quei 150 metri che risparmi lì c'hai da recuperarli dopo, quasi tutti nel breve tratto di risalita dopo il secondo fosso, mentre la discesa dal costone è in realtà ben distribuita in un lungo traversone quasi in pari che assorbe anche una piccola parte di quota di risalita
sarebbe anche il percorso più breve e diretto e logico per la Focoraccia-Pitone [vedi anche le tracce IGM per la Caprara, in particolare quella dell'ultima ipotesi], senza dover attraversare tutta Campiglia per portarsi fin quasi sotto le Greppie.

c) sicurezza: si bypassa il tratto infido del 188bis

d) storica: qualche indizio che sembrerebbe puntare lì

insomma, non mi pare un'ipotesi proprio buttata lì a casaccio, credo personalmente che valga la pena di verificarla in quel di Antona e mi prenderò la briga di farlo.
infatti potrebbe essere, ed è quello che mi pare di aver capito negli ultimi colloqui, che c'erano due vie praticate in Campiglia, una bassa e una alta: quello per cui ora sono <rimandato a settembre> è che non ho ancora chiarito se quella alta era quella di Tecchia-188 o se invece erano due percorsi che tagliavano l'altopiano di Campiglia a quote diverse, chiaro ora?
ipotesi resa ancor più interessante e plausibile dalla possibilità che fosse praticato un collegamento con le Greppie dalla zona alta del costone di Campiglia, come sembrerebbe suggerire la mappa del Bertuccelli e, a quel che ho inteso, quanto diceva il Mario Giuseppini.

3) Infine una osservazione sulla tua terza ipotesi che comunque mi sembra degna di essere verificata anche sul terreno. Il fatto che quelle zone tratteggiate fossero più agevolmente "minabili" dai tedeschi non depone a loro favore: perché passare di lì se c'erano percorsi alternativi dove il rischio di beccare una mina era più basso ?
abbiamo già detto che c'era una ragione particolare per una procedura fuori dell'ordinario, come quella di minare in un'area volendo anche distante dal valico, o comunque normalmente ritenuta <sicura>: e questa ragione era l'attentato al comandante Pietro.

Mi diceva Fabri che secondo il Giuseppini non si scendeva giù nel canale del Prado ma, dopo aver valicato il passo della Focoraccia, ci si abbassava pochi metri e poi si traversava a sx passando sotto i roccioni : se non ho mal compreso si tratta più o meno dell'itinerario da me percorso l'otto gennaio (quello che termina al "popòdistronzolo" o "ala della libertà")

Qualunque sia la tua ultima ipotesi credo che comunque un sopralluogo nel canale del Prado sarebbe necessario.

quello che dice il Giuseppini è proprio quello che avrei sempre voluto sentirmi dire, perché è ad ora l'unica fonte non letteraria a sostegno della tesi letteraria del <Piton da Mezzo>. per ora ci andrei con cautela, cercando altri riscontri. e come vi ho già raccontato ho <incontrato> la tesi antagonista, quella <dei due passi>, Pitone e Greppie, lo stesso giorno in piazza a Antona.
e quella vasta area compresa tra i due rami del Canal dal Prado mi sembra ancora un zona d'ombra nella memoria storica, fatta eccezione per il percorso alto di collegamento dei valichi.

il percorso nel Canal dal Prado di Foce Capraia, dei <toscani> resti solo te...e Guido, naturalmente, che un l'avete mai fatto, Marco e Enzo già lo conoscono almeno in parte, e forse possono dirci qualcosa in più: si tiene, dal Forcello in su tutto sulla destra orografica: era un percorso classico dei cacciatori, ci trovi ancora un cordino nel tratto all'incirca sotto il tornante della Fanfani, e Marianne nel '94 lo fece con loro in discesa venendo dal Pasquilio. io l'ho fatto una sola volta e a modo mio, raspando in qua e in là e anzi per un tratto, in un bosco di nocelli sotto l'Aiola, incurante della traccia, per cui ci torno volentieri. devo dire che mi aveva dato più l'impressione di un percorso di capre, anche insidioso e confuso a tratti...il che del resto sarebbe in linea col nome di Foce Capraia e anche con quanto dichiarava Sciamino in Versila kaputt: Di solito la traversata durava tre ore e avveniva in certi punti che solo le capre avrebbero potuto superare (...)
ciao
Luca

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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/01/27 18:57 By: Enzo Status: Utente  
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il percorso nel Canal dal Prado di Foce Capraia, dei <toscani> resti solo te...e Guido, naturalmente, che un l'avete mai fatto, Marco e Enzo già lo conoscono almeno in parte, e forse possono dirci qualcosa in più

Ciao dok, ciao Bergame!
Vi leggo ancora con grande interesse, ma non sono più in grado di star dietro alle vostre argomentazioni... colgo l'occasione per dirvi che mi piacerebbe molto (e credo fareste cosa utilissima agli appassionati) se da tutto questo riusciste a cavare fuori una monografia o comunque un qualche scritto sistematico che riassumesse l'essenziale e lo presentasse in maniera organica.
Chiusa la parentesi: quanto al Canal dal Prado io percorsi quell'itinerario su precise indicazioni di Marco, il quale quindi è più qualificato di me a pronunciarsi sull'argomento.
Ciao
Enzo
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/01/29 01:14 By: bergame Status: Utente  
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ciao Enzo mi fa piacere sapere che segui il dibattito,
spero solo che non siamo rimasti in tre ... tre somari e tre briganti... sul sentiero della libertà ma non vorrei neanche che fossimo rimasti quattro gatti ... porterebbe male

lo scritto sistematico sarebbe auspicabile ma c'è da mettere insieme dati, testimonianze , rilievi e opinioni molto discordanti tra loro e da questo punto di vista mi sembra che siamo ancora in alto mare, anzi con i suoi ultimi interventi dok ha rimesso in discussione ogni cosa riportando la palla in pieno centro campo

A questo proposito ... io nutro qualche dubbio sulla possibilità di poter ottenere informazioni più precise dai pochi superstiti, non perché non siano affidabili o credibili, ma perché è difficile ricostruire a parole vicende così lontane e identificare luoghi e percorsi con una descrizione verbale. Poi anche i ricordi col tempo si guastano, e per avere una qualche certezza di identificazione bisognerebbe riportare i testimoni sui luoghi e confrontare quello che dicono con i luoghi fisici nella loro veste attuale. Oggi sono passati più di 65 anni da quelle vicende, ascoltiamo anche i testimoni viventi ma non consideriamo meno importanti le fonti "letterarie" perché anche queste derivano da persone che hanno vissuto quei fatti e magari sono state raccolte in epoche più vicine ai fatti e quindi potrebbero essere anche più precise e credibili.

La descrizione dell'Armanini è letteraria ? si però non se l'è inventata ed è stata redatta con la testimonianza e i documenti forniti da Pietro Del Giudice e sotto la sua supervisione. Lei non conosceva fatti e luoghi e a Fabri disse di aver ricevuto da Del Giudice i materiali e le informazioni per il suo articolo. Certi particolari (il percorso Antona,-Campareccia-Porneta, l'attraversamento a mezza costa della Tecchia, i tornantini, l'identificazione del pitone di mezzo con tanto di foto) non se li è inventati e sicuramente vengono da un testimone di primo piano come Pietro Del Giudice.

Ci sono documenti e testimonianze che danno versioni differenti ? va bene, però mettiamo tutto sul piatto della bilancia e diamo a ciascuno il peso giusto. Io non credo che una testimonianza raccolta dopo 65 anni sulla base di ricordi sfumati e descrizioni verbali ambigue possa ribalatre la frittata più di tanto.

Dico "ambigue" non per sfiducia nelle persone ma perché so per esperienza che in mancanza di riferimenti oggettivi inequivocabili (mappe molto dettagliate o riferimenti a luoghi/cose identificabili in modo univoco) è difficilissimo spiegare a qualcuno un itinerario in mezzo alla natura senza essere fraintesi. Anche parlando con persone che conoscono i luoghi quasi alla perfezione c'è sempre il rischio che uno parli di una cosa ma chi lo ascolta ne intenda un'altra. E solo quando ci si trova di fronte a divergenze insostenibili ci si rende conto che si stava parlando di cose diverse.

Enzo, se ti può consolare, posso assicurarti che anche io a volte mi trovo in difficoltà a seguire la discussione
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/01/29 11:05 By: Enzo Status: Utente  
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bergame scritto:

Enzo, se ti può consolare, posso assicurarti che anche io a volte mi trovo in difficoltà a seguire la discussione

Sì Bergame, la cosa mi consola davvero!
Le tue osservazioni sull'attendibilità delle fonti orali e scritte mi sembrano davvero interessanti, e mi rafforzano nell'opinione che avevo già espresso in qualche precedente intervento, e cioè che il dibattito che si è sviluppato sul forum a proposito del sentiero della libertà è davvero di alto livello. A maggior ragione, quindi, desidererei che prima o poi si arrivasse a una monografia, i cui autori non potreste essere che te e dok (e Marco?), che darebbe lustro a tutto il forum e che potrebbe magari assumere anche forma cartacea... è un sogno?
Enzo
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