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complimenti a Guido che ha raggiunto un importante traguardo per
il suo futuro … ma ora c'ha da lavorà con ben altre "echippe
specializzate" una domanda importuna: ma come dovremo chiamarti d'ora in poi : dott ? dottor ? o doc mhhh forse è meglio non approfondire
Pisanino
vedo che hai assimilato bene dal maestro: hai fatto una relazione sulla
marmifera che fa concorrenza a quelle del neo dottore.
A
proposito di pitoncino: mi sa che c'è stata una fuga di notizie sulle
dimensioni della mia proboscide. Non è che Pisanino avrebbe molto da
fatigà per fare il ritratto, gli basta aggiungere un paio di orecchie
sventolanti e ci siamo !
o Bergame, proseguo nella risposta alle tue domande, intanto la
questione della Grotta di Celè/Grotte di Celè: la mia spiegazione è che
sono valide entrambe le formule, e che d'altra parte sono indicazioni
non vanno prese con la precisione topografica di un GPS, tantopiù che la
loro rilevanza consiste nell'indicare...semplici tracce di di capre,
come dice il Federigi. vanno bene entrambe perché si parla più
propriamente di <grotte> di Celè, e chi ha risalito con attenzione
il Canal dal Prado ha visto che ce ne saranno una decina più o meno, di
varia fattura e dimensioni, fino agli Aguti. forse la grotta di Celè
per antonomasia è la prima, quella poco sopra l'intersezione con la via
Fanfani e col rudere di un piccolo fabbricato, forse no. molto
probabilmente invece quella più rilevante per il passaggio del fronte fu
una più alta, nella zona degli Aguti e non distante da un paio di
trincee -qualche foto l'avevo pubblicata nel mio <servizio> sui
Gaglini-, come sede di una postazione fissa subito dopo lo scavalcamento
della cresta. il fatto è che dopo la costruzione della Via Fanfani, e
la conseguente obsolescenza del percorso nel Canal dal Prado, la grotta
di Celè per antonomasia è diventata quella che si vede appunto dalla
via, le altre semplicemente non si vedono più.
e non mi sono
ancora stancato di tornare sul fatto che, detto e ridetto in tutti i
modi forse viene inteso una volta o l'altra, praticamente il percorso
del Pitone e quello delle Greppie vengono a coincidere, nel canalone
delle Greppie o Canal dal Prado, se dal Pitone, invece che scendere
lungo il crinale di faggi-conifere -e che Guido erroneamente crede che
sia l'unico percorso dal Pitone, oltretutto ce n'è almeno un altro
importante, l'avevo già detto-, si viene verso le Greppie su quella che
ho chiamato giusto per darle un nome <alta via dei cavatori>, che
tenendosi intorno a quota mille passa per quello che ho definito a suo
tempo il <monumentale gruppo scultoreo del Gaggini o dei Gaglini> e
le postazioni.
torno pure, dicendolo e ridicendolo in tutti i
modi finché qualcosa non viene recepito, sulla questione che ho posto
anche nell'ultimo intervento, e pure in modo dimolto <acculturato>
per non scontentare nessuno...e cioè che, secondo me e sulla base di
una ricerca <basata su qualche fatto e su qualche dato
quantomeno>, non si può continuare a parlare a casaccio di sentieri
della libertà, perché il termine è improprio, sbagliato, kaputt. l'espressione
<Via o Sentiero della Libertà> va riferita solo ed esclusivamente
al percorso, che può anche contemplare una <variante o alternativa
di sicurezza>, inaugurato dai primi del febbraio 1944 dal <nuovo
corso> militare sotto la responsabilità di Vinci Nicodemi: ogni altro
uso di questa espressione è improprio e scorretto, perciò, in mancanza
di una tesi migliore della mia, che comunque mi sembra già discretamente
ben fondata, propongo che si applichi il principio del <silenzio
assenso> e che venga bandito con effetto immediato e salata ammenda
pecuniaria trasferita sul mio conto corrente tale improprio utilizzo.
sarà
anche per la calura abbestia che mette a dura prova la risposta fisica e
mentale -tranne che per il megafotonico Pisanino che non aspettava
altro che l'allerta climatica per andare a fare un po' di attività
forestale diperinsù...ma che vuole, il suo nome scolpito su di una
lapide accanto a quella del suo amato passo, stavolta però con la dedica
ai <Caduti Invano per la Calura Abbestia>?- ma mi sorprende
sinceramente che il mio intervento non abbia avuto la reazione che
meritava: infatti mi pare proprio che, in mancanza di valide
contestazioni e di tesi migliori -e la mia mi pare già dimolto bellina-,
e sempre invocando il <silenzio assenso>, la questione della
<Via della Libertà> si può dire praticamente chiusa con buona pace
di tutti, e ogni altra ricerca ha un valore puramente accessorio. dico
bene?
in attesa di un qualche segno di vita, torno a ribadire il
concetto di <Via della Libertà> con l'appoggio di altri documenti,
tratti dallo scritto di Maria Del Giudice e dall'Archivio Privato Del
Giudice, APDG:
Rimase prerogativa dei
Patrioti apuani nell'inverno '44-'45 la regolamentazione del passaggio
del fronte, che , se fosse stato lasciato all'iniziativa spontanea,
avrebbe avuto conseguenze disastrose. I profughi apuani e non, sempre
più numerosi, che ne tentavano l'attraversamento, erano stati spesso
abbandonati da guide improvvisate o vittime di briganti. Venne così
creata un'organizzazione efficace per la sicurezza dì coloro che
dovevano passare nell'Italia Liberata, il cui comando militare fu
assegnato a Vinci Nicodemi. Tale percorso prese il nome di "Via della
Libertà". Le conseguenze disastrose, non erano solo di natura
militare, per lo scompiglio che potevano creare improvvisati e caotici
passaggi delle linee, ma anche e soprattutto di carattere logistico e
umanitario, come ben evidenzia la "Lettera del Contegiò a Pietro del
Giudice", 26/11/1944, APDG
Campo,lì 26 novembre 1944 Caro Pietro, da domani sono costretto a negare il mangiare a coloro che si fermano per poi passare il fronte. Qui è un continuo traffico di donne e bambini, che spesso piangono e fanno strappare il cuore. I
più di questi sono costretti, per la fame o per la stanchezza, a
fermarsi e spessissimo a pernottare per lasciarsi ancora un po' di forza
per fare un'ultima tappa oltre le linee. Perciò non posso negargli
vitto ed alloggio e d'altra parte non posso ogni giorno fare mancare il
mangiare ai miei patrioti. Tanto per dirti, questa sera, malgrado la razione fosse scarsissima, sono restati fuori del rancio dei patrioti e dei civili. Ogni
giorno non posso assistere a queste scene, per principio umanitario ed
anche a scanso di discussioni, perciò da domani o mandami razioni in più
ed abbondanti, o sarò costretto ad essere duro con queste donne, e alle
buone o alle cattive le respingo al Comando Gruppo. Ti faccio anche
presente che non solo passano per varcare le linee ma spesso, causa il
tempo od altre ragioni, ritornano indietro. Aspetto una tua decisione in merito. Saluti Contegiò e quella, relativa agli abusi, di Vinci Nicodemi, "Mine sul Passo del Pitone-Passaggio del Fronte". 5/9/1999, APDG
[...]La
Resistenza apuana aveva tenuto aperto il passaggio del fronte che, in
un primo momento, fu spontaneo e reso possibile dalla solidarietà umana
di una popolazione locale che aveva sempre dimostrato ferma volontà di
far parte della Resistenza, pur sapendo bene che ciò avrebbe aumentato
le sofferenze ed il rischio della vita. Tuttavia, oltre ai pericoli del
percorso, correva voce che donne e bambini venivano, a volte,
abbandonati, spogliati ed aggrediti. Ciò purtroppo corrispondeva alla
realtà, infatti qualche filibustiere, uomini senza scrupoli, si erano
infiltrati nel gruppo delle guide. Diventò dunque necessario imporre una
seria organizzazione militare che assicurasse la tranquillità e la
sicurezza di quella povera gente che, con marce estenuanti, arrivava ad
Antona da ogni parte dell'Italia del centro nord. Il primo febbraio
1945, le dicerie trovarono conferma allorché mi fu riferito che ad un
facoltoso commerciante di Carrara, Pilade De Michelis, erano state
chieste 50.000 lire, per poter passare il fronte con la famiglia.
Riuscii ad individuare le due guide e a farmi consegnare il denaro,
somma enorme per l'epoca. Con tale cifra quella notte feci passare oltre
cento persone che attendevano da vari giorni. Alle guide e ai
portatori fu corrisposta una giusta retribuzione e la famiglia De
Michelis passò per prima, con tutta la riconoscenza che meritava. Il
servizio venne organizzato ad Antona, con un vero ufficio-tappa che
raccoglieva ed elencava i viandanti, situato in un asilo, messo a
disposizione dalle suore. Il servizio era diretto amministrativamente
dal Pretore di Carrara, Roberto Mariani, aiutato dall'ufficiale Orlando
Bertolini, dalla maestra Altea Battistini e Silvio Stefanini, che si
alternavano, cosicché il servizio rimanesse ininterrotto, giorno e
notte[...] ciao Luca
ciao a tutti. grazie dei complimenti ma dott. abilitato lo sono già dal 2009....ora inizia la formazione specialistica....
mi chiamate come prima, e non dottore....grazie ...e invece il titolo di dok sarebbe proprio...a dok...dico bene Plinio? comunque congratulazioni ciao Luca
dok scritto: ciao a tutti. grazie dei complimenti ma dott. abilitato lo sono già dal 2009....ora inizia la formazione specialistica....
mi chiamate come prima, e non dottore....grazie ...e invece il titolo di dok sarebbe proprio...a dok...dico bene Plinio? comunque congratulazioni ciao Lucafigurati se ti era passata inosservata...la mia Ironia
Non toccate il maestro della Alpi Apuane....lui è come un fiore
raro delle Apuane da preservare,sono d'accordo pero' sul nome Dok di
passarlo a Guido,ha tutti i requisiti per esserlo 1=è Dottore 2=ha gli occhialetti da intelletuale 3=è pacato e riflessivo e molto umile 4=anche se lo chiami cosi non si da arie....come qualcuno..del topic .senza fare nomi ritornando
al ripristino del 188/bis, dovreste anche ringraziare il mio socio e
me...perchè quando voi esploratori scriba burocratici vi inoltrate in
quella giungla (con tanto di felci,ginestroni.sottobosco fitto)x
scoprire quello che vi interessa a voi...vi troverete in difficolta'per
l'orientamento,e allora che c'è di meglio di riferimento...???il mitico
sentiero della libert....ha!scusate il mitico sentiero 188/bis che vi
portera'tranquilli e rilassati fino al passo del piton.....ha!scusate
fino al passo Focoraccia/Pitone.Per cui non disprezzate un lavoro che
puo' fare comodo a tutti....caso mai stavo pensando...una bella
cosa..visto che il sentiero 188/bis è stato ripristinato da me e il mio
socio facciamo come nel film "non ci resta che piangere"di Troisi e
Benigni vi aspetiamo al colle della Bianchina....o se preferite al Piton
Massese e vi diremo "hei...!!!chi siete...cosa fate...cosa portate...si.ma quanti siete...!!!...un fiorino (un'euro attuale). Comunque...mi
sembra che "giustamente" l'aria delle ferie sia entrato anche nel
nostro topic....visto gli ultimi risultati....esposti... UBUNTU..."nella cultura Africana sub Sahariana significa "Io sono perchè noi siamo"cosi il gruppo dovrebbe percepirlo... Vi saluto...Pisanino