Intervista di Libero
ad Alina,figlia del dittatore cubano
di Barbara Romano
Ha la camicia verde militare, un velo di lucidalabbra e
la coda da cavallo la figlia de la Revolutiòn.Femminilità
bellicosa,fiera ed essenziale,che risuona anche nel
nome:Alina Fernàndez Revuelta.Porta solo quello
della madre Natalia.Suo padre, Fidel Castro, lo ha
rinnegato 25 anni fa.Da allora è guerra.Contro il
"leader maximo", la dittatura, per la libertà.Una
guerra sul filo della voce,condotta via etere dalle
frequenze di una emittente radiofonica di Miami, dove lei
vive da due anni con la figlia 25enne Alina Maria, che per
sua mamma sarà sempre "Mumin".
In Florida il suo "talk show" è il
megafonodell'opposizione al regime dell'Avana.In questi
giorni è in Italia (da ieri fino a domani, oggi incontrerà
il sottosegretario agli Eseri Maergherita Boniver),
penultima tappa europea di una "tournée di
rivolta" intrapresa assieme al Judicial Wash,
un'organizzazione non governativa che rappresenta i
familiari di alcuni dissidenti arrestati nell'ultima
ondata repressiva a Cuba.Con lei c'è anche Bianca
Gonzales:suo figlio sta scontando una pena a 25 anni perché
è un giornalista indipendente.La prossima meta è la
Francia. Partita il 24 giugno, Alina ha già toccato
Svizzera,Belgio, Olanda, Spagna (dove ha trascorso otto
anni di esilio).
Per tutti lo stesso messaggio:"Non dimenticatelo, mio
padre è un assassino". Parole così cariche di odio
che ti chiedi dove sia finito quell'amore che c'è sempre
in ogni figlio:"Siete voi a pensare che Fidel sia
sempre in cima ai miei pensieri", tagli corto
Alina,"ma io a Miami sono cicondata dalle sue
vittime:sono loro che mi stanno a cuore e l'Europa ha il
dovere, insieme agli Stati Uniti, di trovare i mezzi per
porre fine a queste atrocità e restituire la libertà ai
prgionieri politici, che non sono 75, come si sente
dire,ma almeno 400".
Dove si trovano?
"Sono confinati in delle carceri isolate.Hanno
diritto al massimo a due ore di visita ogni tre mesi e non
possono avvalersi di cure mediche di alcun tipo".
Prigioni vicine all'Avana?
"Fuori dai centri abitati, talmente lontane
che ogni visita diventa una crociata".
Da quanto tempo sono lì?
"Da marzo, sono stati messi dentro lo stesso
giorno in cui è scoppiata la guerra in Iraq.Castro ha
approfittato del fatto che l'attenzione fosse tutta
conncentrata a Bagdad, ha capitalizzato la distrazione
collettiva per mettere a segno l'ultimo suo crimine".
Alina, che cosa sta succedendo a Cuba?
"Quello che succede da 44 anni.Le ultime tre
fucilazioni non sono nulla di nuovo per i cubani".
E' che Fidel negli ultimi anni aveva dato l'impressione di
un'apertura democratica...
"Ma lui fa sempre così.Apre uno spiraglio che sembra
l'inizio della ricostruzione della società civile.Lì fa
andare avanti pre tre anni e poi, quando individua bene
chi sono e che cosa stanno facendo,li fa mettere in
galera.E fa subito marcia indietro".
Al punto da far fucilare tre ragazzi, come è
successo ai sequestratori del traghetto cubano ad aprile?
"Sono gli ultimi rantoli del regime, quando
un dittatore è in declino diventa ancora più violento.E'
successo anche in Spagna con Franco".
Il regime di Fidel Castro è in agonia?
"Se non è agli ultimi giorni, agli ultimi
anni sicuramente".
E perché non cade?
"Perché la dittatura si sostiene con
l'appoggio esterno".
E l'appoggio di chi?
"Prima era la Russia".
E oggi?
"L'Europa".
Chi in Europa è dalla sua parte?
"I governi europei sono sempre stati tanto
ingenui da credere che si potesse arrivare a un dialogo
con Castro per portare Cuba verso la democrazia.A questo
va aggiunto un diffuso sentimento antiamericano in
Europa".
Ma quali sono i Paesi europei che sostengono Fidel?
"L'Italia fa affari con Cuba, per esempio,
nel settore della telefonia.Principalmente la Spagna,
lOlanda con l'industria metallurgica, la Francia con il
turismo, Israele ha degli alberghi a Cuba, la Germania con
industrie di ogni tipo".
E cosa deve fare l'Europa per fermarel'escalation
di violenza a Cuba?
"In questo mio viaggio in Europa io ho
scoperto una cosa interessante, che nessuno sa quello che
dovrebbe fare, ma tutti hanno molto chiaro quello che non
faranno".
Cioè?
"Nessuna pressione, nessuna interruzione
delle relazioni diplomatiche,tanto meno degli affari che
intrattengono con il regime castrista".
E gli Stati Uniti?
"Hanno esattamente lo stesso
atteggiamento.L'embargo, del resto, è tutto un bluf".
Perché?
"Perché sono gli americani oggi i soci più
importanti di Cuba. Tre mesi fa 350 agricoltori
hanno presentato i loro prodotti alla fiera dell'Avana, ma
nonostante tutto questo il mondo crede che la misria
cubana sia colpa dell'embargo.E né gli Stati Uniti,né
l'Europa hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare con
Castro. Per questo sono qui".
Per quale ragione esattamente?
Per informare la gente della realtà cubana,
approfittando che per qualche magia sia venuta alla luce
l'ultima ondata repressiva con le relative
esecuzioni".
Perché,ce ne sono state altre di cui il mondo è
all'oscuro?
"Un'infinità.Mio padre è un assassino.Ha
mandato a morte 18.000 persone in 44 anni di regime".
Ma per anni non si erano più raggiunti tali
picchi di violenza a Cuba.
"Ricordate che Castro è un politico, astuto
anche,con un apparato di propaganda davvero
eccellente".
E lui non ha pensato che queste ultime esecuzioni
potevano compromettere quell'immagine più
"democratica" che ha tanto faticosamente
costruito?
"Castro crede di essere così potente che
non gliene importa niente degli effetti che i suoi crimini
possono provocare sull'opinione pubblica,perché lui sa di
riuscire a manipolarla, anche quella straniera, come e
quando vuole.Lo conosco bene, è mio padre".
Quando ha saputo che era suo padre?
"A dieci anni".
Da chi?
"Da mia madre".
Che effetto le ha fatto sapere che era la figlia
di Fidel Castro?
"Era l'unico uomo che frequentava casa, non
mi ha sopreso più di tanto:ma non ci ho messo molto a
capire che non era tanto normale".
In che senso non era normale?
"Le sembra normale un padre che si fa vivo
solo alle due di notte?UN padre c'è anche di giorno,
aiuta i figli a fare i compiti, li porta a fare la
spesa,con il mio queste cose non esistevano proprio".
Con che assiduità frequentava la sua casa?
"Dipende.A suo capriccio: in certi periodi
c'era spesso, in altri raramente,certi giorni non si
faceva vedere affatto.Quando ero piccola devo dire che
l'ha frequentata molto".
Che rapporto aveva con lui?
"Gli piaceva moltissimo giocare.Lui era
molto abile con le mani,gli piacevano le bacchette
cinesi".
E cosa le diceva da bambina?
"E' passato troppo tempo.UNo non può vivere
emotivamente con una doppia faccia.Io mi sento cubana,
madre edd esule, molto più che figlia di Fidel".
Che immagine ha conservato di suo padre?
"Nessuna".
Avrà in mente un volto quando pensa a lui...
"Non lo penso".
A quei tempi lui come era considerato dalla sua
gente?
"A quell'epoca lui era un dio popolare.E da
bambina mi dava fastidio vedere questa persona che parlava
per nove ore alla televisione.Siccome la gente sapeva che
frequentava casa mia, mi usavano da
intermediaria,portandomi delle lettere da
consegnargli".
Che lettere?
"Lettere che contenevano storie molto
tragiche di gente morta, scomparsa, torturata..."
Secondo lei è cambiato il modo in cui è considerato da
suo popolo?
"Completamente".
Oggi come è visto Fidel Castro a Cuba?
"Come un diavolo".
Tutta la popolazione lo vede così?
"Non tutti purtroppo.C'è molta gente che
ancora crede nella propaganda.Hanno subito il lavaggio del
cervello con il giornale,due emittenti televisive che
trasmettono solo programmi governativi".
Quando ha rotto con suo padre?
"E'stata una decisione personale che ho
preso quando avevo 22 anni, nel '56".
E come glielo ha detto?
"Non gliel'ho mai detto.Gli ho tolto il
saluto e basta".
Quando è stata l'ultima volta che lo ha visto?
"Un giorno nel suo ufficio, ero passata di lì
qualche minuto".
Ricorda che vi siete detti?
"Ma che ne so, non mi sveglio mica ogni
giorno pensando a Fidel Castro..."
Libero, domenica 6 luglio 2003