Unione per le Libertà a Cuba

Liberta per i Prigionieri Politici Cubani
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DUE CAMMINI?

19 Settembre 2003

Al mio popolo cubano, in qualsiasi parte del mondo si trovi: sia dentro la nostra isola schiavizzata o in esilio o in ogni parte del mondo. Includo anche i discendenti di cubani nati in altri paesi. A tutti voi mando il mio più sincero e caldo saluto.

Il nostro sforzo per ottenere la libertà incondizionata della nostra patria si trova al punto di diventare realtà. Non devo entrare in dettagli per comunicarvi ciò che tra cubani è risaputo. Non soffriamo uno stato di divisione né di frammentazione dei nostri principi, però li soffriamo entrambi per quanto concerne i metodi da utilizzare.

Non differiamo di unità di criteri circa i nostri valori, però sì riguardo ai mezzi che dobbiamo utilizzare per ottenere la nostra libertà.

Disgraziatamente queste insignificanti differenze di opinione hanno dato luogo a divisioni tra i leader dell’esilio ed i dissidenti all’interno di Cuba. Queste differenze hanno dato ossigeno alle fiamme del recente e pericoloso ostacolo che ci troviamo di fronte.

Mi riferisco al movimento compiacente, un movimento che cerca di far credere ai cubani, fedeli amanti della libertà, che devono applaudire compiaciuti se ricevono piccole dosi di libertà. Un movimento che suggerisce che i cubani non si meritano la piena libertà, ma solo piccoli barlumi di quest’ultima. A questo movimento di poche aspettative si aggiunge la speranza che altri frammenti di libertà e democrazia arriveranno automaticamente. Questo movimento mal pensato non reclama per i cubani i diritti umani fondamentali riconosciuti internazionalmente, semplicemente li suggerisce. Non reclama i diritti democratici della costituzione oltraggiata del 1940, ma è a favore della illegittima costituzione comunista del 1976. Questa costituzione non è altro che uno strumento in più dell’oppressione, un documento malvagio il cui unico scopo è stato la giustificazione di uno stato totalitario e mal formulato.

Questa è un’aberrazione illegale che ha permesso e anche fomentato la carcerazione, la tortura e l’esecuzione di oppositori politici senza il minimo diritto al giusto processo o alla difesa. Questo è un sotterfugio ateo che è servito solamente a coloro che schiavizzano il nostro popolo.

A coloro che si sentono esauriti da più di quattro decenni di oppressione e di sforzi vani, a coloro che per frustrazione e delusione hanno deviato la loro moralità, a coloro che oggi concludono che dobbiamo trattare con l’oppressore. A questi io chiedo:  è degno per la memoria delle migliaia di giovani cubani, i nostri figli migliori, che sono stati portati davanti a un muro e fucilati per il semplice delitto di difendere il nostro diritto alla piena libertà, che ora accettiamo il dialogo? Si meritano solo una libertà parziale quelle dozzine di migliaia di patrioti che hanno passato decenni in prigione e che ancora oggi sono rinchiusi in un sistema carcerario i cui orrori solo possiamo immaginare? Si meritano le innumerevoli famiglie che sono state divise, distrutte, o quelli che sono morti in mare, o in esilio, sognando di tornare nella loro patria, che adesso accettiamo le miserie che ci offrono? Accetteremo le sconfitte dopo quasi mezzo secolo di eroismo patriotico in cerca della nostra libertà e democrazia, o dimostreremo al mondo che la più brutale e lunga dittatura dei nostri tempi non è riuscita a distruggere l’infallibile spirito di libertà dei cubani?

Devo dirvi che siamo arrivati ad un crocevia nel cammino della nostra storia. Quasi mezzo secolo fa abbiamo affrontato come popolo una decisione storica simile. A quei tempi molti hanno accettato le parole fatidiche che oggi sono tornate a circolare: qualsiasi cosa sarà meglio di quello che abbiamo adesso. Si sono sbagliati allora e si sbagliano anche oggi. Tragicamente più di 40 anni del nostro incubo nazionale sono trascorsi per trovarci ancora una volta davanti alla stessa scelta, con l’opportunità di rettificare i nostri errori e convertirci, veramente, nei padroni del nostro futuro.

Faccio un proclama per l’unità di tutti i miei compatrioti. Esiste solo una via davanti a noi, una via che ci unisce e include tutti i cubani dentro e fuori dell’isola, una via che reclama i diritti dei cittadini nella loro totalità. Una via che esige la piena democrazia, la libertà incondizionata del popolo cubano in un sistema di governo a più partiti, eletto democraticamente con libere elezioni. Una via dove si stabilisca uno stato di diritto che garantisca l’uguaglianza davanti alla legge senza distinzione di razza, sesso o credenze religiose. Una via dove si conceda un’amnistia incondizionata e immediata a tutti i prigionieri politici.

Compatrioti,  facciamo questo passo e facciamolo in modo chiaro e deciso. Il lavoro che ci aspetta è difficile ma non impossibile. Insieme potremo ottenere per la nostra patria una democrazia piena e meritata dai suoi cittadini.

Ai leader delle nazioni democratiche del mondo, al popolo nordamericano, e, in particolare al presidente degli Stati Uniti d’America, signor George W.Bush, chiediamo solo una piccola promessa: NON APPOGGI O PROMUOVA NESSUNA SOLUZIONE O ACCORDO SUL FUTURO DELLA NAZIONE CUBANA CHE NON REPUTI ACCETTABILE PER IL SUO PAESE.

Che Dio illumini il nostro cammino per la libertà di Cuba.

DR. OSCAR ELIAS BISCET GONZALEZ

Prigione Kilo Cinco y Medio

Sezione 3, Galera 30

Carretera Luis Lazo

Pinar del Rio, Cuba

 

Dott. Oscar Elias Biscet, impegnato nella lotta per il rispetto dei Diritti Umani a Cuba, medico di professione, stato condannato a 25 anni di prigione dopo un processo sommario, arrestato il 6 di dicembre 2002.

L'eminente oppositore era stato liberato il 21 ottobre 2002 dalla prigione "Cuba Si" nella provincia di Holguin dopo aver compiuto una condanna di 3 anni per la sua lotta pacifica contro il regime dittatoriale cubano.

 

 

 

Presidente: Carlos Carralero

Segretario: Leonardo Pupo

Portavoce: Joel Rodiguez

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