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PETIZIONE AI SENSI DELL'ART. 50 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera
Al Presidente del Consiglio
Al Ministro per gli Affari Sociali
Ai Presidenti delle Commissioni Affari Sociali della Camera e del Senato

 

CONSIDERATO

- che la Costituzione Italiana, ancora vigente, nei suoi principi fondamentali all'art. 2 sancisce e tutela "i diritti inviolabili dell'uomo" e all'art. 3 garantisce "uguaglianza di trattamento" per tutti i cittadini;

- che a seguito delle disposizioni di chiusura degli ex-ospedali psichiatrici in esecuzione della legge 180/1978 e dei successivi provvedimenti legislativi 724/1994 e 662/1996 e di ulteriori proroghe sul definitivo "smantellamento", non sono state realizzate quelle strutture intermedie ed alternative previste per i circa 25 mila "residuali" degli ex-presidi socio-sanitari, per quelli "ospiti" in quelli giudiziari e per quanti da quella "legge Basaglia" sono stati forzatamente relegati nelle famiglie in difformità all'art. 32 della nostra Costituzione che "tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo";

- che l'Ente Pubblico non pone in essere quella pianificazione della salute mentale, mentre nell'attuale situazione urgente e necessaria nella quale sono coinvolte famiglie, Istituzioni caritative religiose e cattoliche, Associazioni della categoria, è difficile conoscere dove possono essere curati schizofrenici, portatori di turbe psichiche o affetti da psicosi e la maggioranza dei cittadini si ritrova disinformata sulle strutture cui accedere per i provvedimenti diagnostici e per le terapie, salvo i servizi psichiatrici degli Ospedali Generali dove il malato resta ricoverato solo per il tempo della crisi e rinviato a casa;

- che le conclusioni della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati su "Indagine conoscitiva sulla chiusura degli Ospedali psichiatrici" del 16 luglio 1997, non sono state una costante attenzione sui problemi del disagio mentale;

- che fra i numerosi risvolti giuridico-sociali di questi sventurati, e modifiche della disciplina dell'istituto dell'interdizione, sono compresi quella incerta gestione e destinazione dei redditi, giacenti nei depositi bancari o postali;

- che uno Stato di diritto quale è l'Italia, facente parte dell'Unione Europea e di piena adesione agli orientamenti generali degli Accordi di Maastricht nel cui Trattato si assicura una adeguata tutela sociale anche per quei cittadini con particolari patologie psichiche, non farebbe bella figura nè sarebbe altamente democratico consentire l'abbandono dei disabili mentali o tollerare situazioni di disagio sociale o costringere le famiglie di questi ammalati a vivere condizioni di emarginazione;

- che la famiglia italiana è turbata, indignata, preoccupata e non può che esprimere la sua protesta, il suo dissenso e rammarico per come e con quale disinteresse vengono non risolti tali problemi di enorme rilevanza che investono e coinvolgono la serenità della famiglia stessa;

- onde consentire una più consona realizzazione delle strutture intermedie ed alternative previste dai "progetti-obiettivi della salute mentale", la sospensione della chiusura dei residui ospedali psichiatrici fino al 2010, ivi compresi quelli giudiziari, in attesa di una nuova legislazione in materia;

- che i malati estromessi dalla legge n. 180 del 13 maggio 1978 dal ricovero nelle strutture psichiatriche siano ammessi nelle stesse;

- sugli attuali Presidi socio-sanitari - siano essi ospedali psichiatrici che "manicomi" giudiziari - a cura delle Regioni ed entro anni 2 devono essere apportati interventi di ristrutturazione edilizia degli edifici secondo linee moderne confacenti onde neutralizzare i disagi che gli utenti potrebbero subire o provocare. Le opere edilizie devono essere atte ad accogliere non più di 4 degenti per camera;

- le Regioni devono provvedere ad una nuova organizzazione interna del personale medico pari alle altre branche specialistiche ed una profonda formazione professionale del personale medico e paramedico;

- i proventi finanziari dei pazienti "residuali", siano essi depositi bancari, postali od in altre misure a suo tempo disposte dall'Autorità Giudiziaria, siano gestite, previo accertamenti di rendiconti delle passate gestioni, dalle singole Direzioni Amministrative che provvedono alle esigenze giornaliere dei titolari. Le stesse Direzioni devono semestralmente redigere relazioni di gestione alle Autorità Giudiziarie Mandamentali;

- negli Enti Ospedalieri vengano aumentati da 15 a 30 i posti letto dei servizi psichiatrici di diagnosi e cura;

- per i possibili malati mentali che possono essere riabilitati, le strutture terapeutiche di assistenza a Direzione Universitaria preparano anche gli specialisti in psichiatria alle tecniche riabilitative in generale ed alla psicoeducazione in particolare. Per questi ultimi a cura delle Regioni vengano create scuole di tecnici della riabilitazione psichiatrica e psicosociale;

CHIEDONO

- che la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica si attivino per una rapida approvazione di una legge che garantisca sicurezza ai cittadini e la tutela della salute per i disabili mentali, cittadini come gli altri, che necessitano ed abbisognano più degli altri di promozione della loro dignità e dei loro diritti.

Franco Previte
Associazione "Cristiani per servire"

Opera Don Guanella

Piccola Opera della Divina Provvidenza (Don Orione)

Associazione Riforme Assistenza Psichiatrica (ARAP)

Roma, 7 Ottobre 1998

 

 

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