Tre scultori, scelti dal coordinatore degli
artisti Avio De Lorenzo,
realizzano le opere... abbinate alle 3 leggende dolomitiche,
individuate da Martina Casanova Fuga, ideatrice
della manifestazione costaltese
HERMANN PLOZZER,
presso il lavatoio, realizza la scultura in legno che rappresenta
la leggenda
"La fata che diede il nome al Monte Peralba"
(l'opera viene poi collocata accanto al fienile di Giusto
De Bettin,
sulla Strada della Segheria verso Forcella Zovo)
La
fata che diede il nome al Monte Peralba
Una bellissima fata viveva, in un tempo molto lontano dal
nostro, alle pendici del monte Peralba, che allora però
non aveva alcun nome. Era una fata dei boschi e nei lunghi
capelli scuri portava intrecciati i fiori che amava raccogliere
nei prati. nelle ampie distese ad alta quota al confine
tra il Veneto, l’Austria e il Friuli-Venezia Giulia.
Qualche volta scendeva a Sappada, lasciando una scia di
profumo al suo passaggio che era l’unico modo per
indicare la sua presenza, dal momento che la bella fata
sapeva rendersi invisibile quando passava attraverso i villaggi
abitati.
Si racconta che quella splendida creatura amasse tanto quei
luoghi da trascorrere ore ed ore ad ammirarli mentre il
sole percorreva il suo arco nel cielo: quando scompariva
dietro le montagne, le rocce, gli alberi e i prati prendevano
a poco a poco il loro colore naturale, tingendosi di malinconia.
Qualche boscaiolo giura d’averla vista abbracciare
i grossi tronchi d’abete in uno slancio d’amore,
cercando il contatto con quella natura da cui però
la divideva sempre una sottile barriera. Se fosse stato
per lei si sarebbe trasformata subito in foglia, levandosi
leggera nel vento oppure in una genzianella azzurra per
colorare l’erba e i cespugli. Le sembrava quasi di
volare per la felicità quando entrava nell’ampia
Val Visdende o nella vicina Val di Sesis dove i monti si
aprivano, inchinandosi all’azzurro del cielo.
Il suo desiderio di fondersi con l’anima delle alte
cime crebbe sempre più finché una notte la
montagna rispose alla sua preghiera e sussurrò parole
sommesse che solo lei riuscì a percepire. Sorridendo
la bella fata si alzò in piedi sollevando le braccia
al cielo e dopo aver compiuto una graziosa piroetta, quasi
cullata dalle ali del vento, tornò piano piano a
toccare terra adagiandosi senza fare rumore.
Non appena i lunghi capelli scuri toccarono il suolo ne
scaturì acqua sorgiva, zampillante e fresca, che
presto scivolò in piccoli rivoli lungo il pendio,
giù verso valle. L’abito intessuto di veli
colorati si sbriciolò polverizzandosi in mille farfalle
colorate che sfioravano i prati trasformandosi in fiori
profumati, mentre il candore della sua pelle si rifletté
con un bagliore sulla roccia dell’alta montagna dandogli
il nome di Pietra Bianca, Peralba.
In certe notti, guardando attentamente verso la cime, nelle
rocce più alte e candide si può scorgere ancora
riflesso il volto della bella fanciulla dal cui amore per
quei meravigliosi luoghi nacque il fiume Piave.
|
STEFANO COMELLI,
nel campo sportivo polivalente, scolpisce, su marmo, l'opera che
rappresenta la leggenda
"La prima Stella Alpina"
(l'opera viene poi collocata accanto al fienile di Giancarlo
De Bernardin,
sulla Strada della Segheria verso Forcella Zovo)
La
prima Stella Alpina
Una volta tanto tempo fa una montagna malata di solitudine
piangeva in silenzio. Tutti la guardavano stupiti: gli abeti,
i faggi, le querce, le pervinche e i rododendri. Nessuna
pianta però poteva farci niente, poiché era
legata alla terra dalle radici. Così neppure un fiore
sarebbe potuto sbocciare tra le sue rocce. Se ne accorsero
anche le stelle, quando una notte le nuvole erano volate
via per giocare a rimpiattino tra i rami dei pini più
alti. Una di loro ebbe pietà di quel pianto senza
speranza e scese guizzando dal cielo. Scivolò tra
le rocce e i crepacci della montagna, finché si posò
stancamente sull'orlo di un precipizio. Brrr!!! Che freddo
faceva! ...che pazza era stata a lasciare la quiete tranquilla
del cielo! Il gelo l'avrebbe certamente uccisa. Ma la montagna
corse ai ripari, grata per quella prova di amicizia data
col cuore. Avvolse la stella con le sue mani di roccia in
una morbida peluria bianca. Quindi la strinse, legandola
a sé con radici tenaci. E quando l'alba spuntò,
era nata la prima stella alpina...
|
ROBERTO MEROTTO,
in Piazza Casanova, realizza la scultura in legno che rappresenta
"La leggenda delle Dolomiti"
(l'opera viene poi collocata accanto al fienile di Egidio De Bernardin,
sulla Strada della Segheria verso Forcella Zovo)
La
leggenda delle Dolomiti
Forse non tutti sanno che le Dolomiti vengono chiamate anche
Monti Pallidi a seguito di un prodigioso incantesimo...Si
narra che le Dolomiti siano chiamate Monti Pallidi a seguito
di un prodigioso incantesimo avvenuto ai tempi dell'Antico
Regno delle Dolomiti. Tale regno era ricoperto di prati
fioriti, boschi lussureggianti e laghi incantati. Ovunque
si poteva respirare un'aria di felicità e armonia.
Tranne che nel castello reale, perchè il figlio del
re aveva sposato la principessa della Luna, ma un triste
destino condannava i due giovani amanti a vivere eternamente
separati. L'uno non poteva sopportare l'intensa luce della
Luna che l'avrebbe reso cieco, l'altra sfuggiva la vista
delle cupe montagne e degli ombrosi boschi che le causavano
una malinconia talmente profonda da farla ammalare gravemente.
Ormai ogni gioia sembrava svanita e solamente le oscure
foreste facevano da solitario rifugio al povero principe.
Ma le ombrose selve sono luoghi popolati da curiosi personaggi,
ricchi di poteri sorprendenti e capaci di rovesciare inaspettatamente
il corso degli eventi. Così un giorno il principe
si imbattè nel re dei Silvani, un piccolo e simpatico
gnomo in cerca di una terra per il suo popolo. Egli propose
al principe uno scambi se la sua gente avesse avuto il permesso
di abitare quelle terre, in cambio si impegnava a rendere
lucenti le montagne del suo regno. Siglato il patto, gli
gnomi tessero per un'intera notte la luce della Luna e ne
ricoprirono tutte le rocce. La principessa potè così
tornare sulla terra per vivere felicemente con il suo sposo.
E le Dolomiti presero il nome di Monti Pallidi.
|
UNA
SERATA CULTURALE SUGGESTIVA... sulla Strada della Segheria.
(25-7-2012)
INFO sui tre artisti
ARTICOLI
DI STEFANO VIETINA sulla manifestazione costaltese |
"LeggendAriaMente"
La nuova scommessa di CostaltArte
("Corriere
delle Alpi", 25 maggio 2012 - pagina 40 - sezione:
Nazionale)
Dal legno alla leggenda, e
ritorno. Dopo i dodici anni di successi del progetto "Una
statua di legno in una casa di legno in un paese di legno",
CostaltArte riparte per un nuovo percorso culturale che ha sempre
l'obiettivo di valorizzare la frazione di Costalta, nel Comune
di San Pietro. "Il primo ciclo del progetto", spiega
Silvano Eicher Clere, presidente della Regola di Costalta, "
ha sfruttato il grande patrimonio architettonico rappresentato
dalle case in legno, a cui abbiamo collegato le opere, sempre
in legno, di numerosi artisti, tre per ogni anno. Da gennaio
abbiamo avviato una serie di incontri per pianificare come proseguire
questo progetto, ed è nata così "LeggendAriaMente",
che si prefigge di valorizzare la passeggiata che da Costalta
porta alla località "La Siega", sulla strada
per Forcella Zovo". La nuova iniziativa è stata
ideata da Martina Casanova Fuga, che ne seguirà anche
gli aspetti di carattere culturale. Nella settimana dal 23 al
29 luglio saranno ospiti a Costalta tre artisti, che svilupperanno
la propria scultura sulla base di una leggenda dolomitica. Le
opere saranno collocate in prossimità dei fienili che
sono numerosi su quel tratto di strada ed accanto verrà
apposto il testo con la leggenda di riferimento. L'Amministrazione
della Regola di Costalta, che promuove l'iniziativa insieme
all'associazione CostaltArte, ha già provveduto a sottoporre
all'assemblea generale dei regolieri il capitolo per il finanziamento
del progetto. Avio De Lorenzo, scultore costaltese a cui è
stata affidata la direzione artistica, ha individuato e contattato
gli artisti: due lavoreranno su legno, mentre il terzo eseguirà
la propria scultura su un pezzo di marmo dell'altezza di un
metro e settanta centimetri. "La settimana che Costalta
dedicherà all'arte", sottolinea Silvano Eicher Clere,
"avrà inizio domenica 22 luglio, con l'inaugurazione
di una mostra personale del pittore Mauro Chiani, presso la
casa museo Angiul Sai, e che proseguirà fino al 5 di
agosto. E la premiazione di "LeggendAriaMente", con
la consegna delle tre sculture al paese, è prevista per
domenica 29 luglio, festa di Sant' Anna, che tra l'altro è
anche la patrona di Costalta". Durante la settimana ci
saranno anche altri appuntamenti presso la sala assembleare
della Regola e nella chiesa parrocchiale di Sant' Anna. Sono
previste inoltre alcune mostre di pittura nella sala di esposizione
(fienile) di Giusto De Bettin, che si trova per l'appunto sulla
strada per Forcella Zovo. Mercoledì 25 luglio, nell'ambito
di "LegendAriaMente", si esibirà anche il Coro
Comelico, durante una serata particolarmente suggestiva, che
comprenderà la presentazione del progetto e la successiva
fiaccolata dal Museo Angiul Sai lungo tutto il percorso dove
saranno posizionate le opere. Gli artisti avranno la possibilità
di intervenire, illustrando la loro opera, ancora in via di
esecuzione. La serata si concluderà in località
"La Siega" con un falò ed il tradizionale rinfresco.
(Stefano Vietina)
"Corriere delle Alpi", 21-7-2012 (in formato.pdf)
"LeggendAriaMente",
ci siamo
"Corriere delle Alpi", 27 luglio 2012
- pagina 29 sezione: Nazionale
COSTALTA -
Serata di grandi suggestioni, mercoledì a Costalta.
E' partita infatti con il piede giusto la nuova stagione culturale
dal titolo “LeggendAriaMente”, manifestazione ideata
da Martina Casanova Fuga e promossa dall’Associazione
CostaltArte. Il Coro Comelico ha accompagnato oltre un centinaio
di appassionati alla scoperta delle tre sculture che stanno
prendendo forma in paese proprio in questi giorni e che domenica
saranno presentate ufficialmente al pubblico dopo la messa.
'LeggendAriaMente' vuole operare un'interessante sintesi fra
le sculture (in legno ed in pietra) e le fiabe e le tradizioni
popolari delle Dolomiti, con l'obiettivo di valorizzare la passeggiata
che da Costalta porta alla località “La Siega”,
sulla strada per Forcella Zovo. Ed è stata proprio questa
stradina la protagonista della serata, illuminata prima da una
falce di luna e poi dalle fiaccole. Nel percorso, i convenuti
hanno potuto così fare una prima conoscenza dei tre artisti,
selezionati da Avio De Lorenzo, coordinatore artistico di CostaltArte.
Nell'ordine hanno preso la parola, per presentare se stessi
e soprattutto la loro opera, Stefano Comelli, nato nel 1968
a Trieste, che sta scolpendo un blocco di marmo alto 1,7 metri
richiamandosi alla leggenda dal titolo “La prima stella
alpina”. Poi Roberto Merotto, nato nel 1968 a Pieve di
Soligo, che sta lavorando un blocco di cirmolo, costituito da
più tavole incollate insieme, ispirandosi alla fiaba
dal titolo “La leggenda delle Dolomiti”. Infine
Hermann Plozzer, di Sauris, classe 1966, che sta realizzando
un'opera intagliata in un blocco di cirmolo dell’altezza
di due metri, con il tema dettato dalla leggenda “La fata
che diede il nome al Monte Peralba”. Gli onori di casa
sono stati fatti dal Presidente della Regola, Silvano Eicher
Clere. che, alla presenza anche del sindaco di San Pietro Silvano
Pontil Scala, ha ricordato lo spirito di collaborazione fra
vari enti ed associazioni, che consente a Costalta ogni anno
di dar vita ad un interessante cartellone di iniziative culturali.
Stefano Vietina
"Corriere delle Alpi" - 01 agosto 2012 - pagina
30 sezione: Nazionale
COSTALTA Si è conclusa domenica con la premiazione dei
tre scultori, la prima edizione di LeggendAriamente, la nuova
iniziativa voluta da CostaltArte per innovare nel solco della
tradizione della scultura in legno. Dopo la messa, il presidente
della Regola di Costalta Silvano Eicher Clere ha presentato le
tre statue realizzate nel corso di una settimana di lavoro dagli
artisti Stefano Comelli, Roberto Merotto e Hermann Plozzer. E
Martina Casanova Fuga, a cui si deve l'idea e la responsabilità
artistica di LeggendAriaMente, ha premiato, alla presenza del
sindaco di San Pietro Silvano Pontil Scala, le dodici poesie selezionate
da un'apposita Giuria e che sono state pubblicate sul Lunario
2013. La giuria del concorso era composta da Paolo Venerando (presidente),
Antonio Chiades, Giuseppe Verardo, Pino Bertorelli, Michele Casanova
Crepuz, Cristiano e Martina Casanova Fuga. Gli autori vincitori
del concorso sono stati: MaryEugenia Casanova Fuga, Roberta Grandelis,
Fides De Rigo Cromaro (queste tre hanno ottenuto i punteggi maggiori),
Aurora Costan Zovi, Giovanna Deppi, Valentina Selene Medici, Loredana
Pra Baldi, Viro De Martin Bianco, Norma Casanova, Davide Rocco
Colacrai, Renzo Fava e Mery Scantamburlo. Il Lunario 2013 riporta
per ogni mese, come da tradizione, una fotografia di Michele Casanova
Crepuz, che ha curato anche la parte grafica e la cartellonistica
di «LeggendAriaMente» ed è fotografo ufficiale
di CostaltArte. Molto apprezzate le opere dei tre scultori, esposte
a fianco del portale della Chiesa di Costalta: la scultura in
marmo del triestino Stefano Comelli, dedicata alla leggenda dal
titolo “La prima stella alpina”; “La principessa
della luna” di Roberto Merotto, originario di Pieve di Soligo,
scolpita in un blocco di cirmolo; e l'opera di Hermann Plozzer,
di Sauris, sempre in cirmolo, riferita a “La fata che diede
il nome al Monte Peralba”. Soddisfazione quindi per gli
organizzatori, a cominciare dalla Regola e da CostaltArte, per
un'iniziativa che ha voluto coniugare la tradizione delle leggende
delle Dolomiti con la vena creativa di artisti giovani selezionati
dallo scultore costaltese Avio De Lorenzo, coordinatore artistico
di CostaltArte. (s.v.) |
|