MEMORIA GENETICA

(La vita eterna)

 

Nel Giardino di Eden la vita era eterna. Questo perché poter accedere e mangiare dall’albero della vita consentiva una continua rigenerazione delle cellule che (proprio per questo) non invecchiavano mai.

 

Inoltre, ogni cellula aveva la memoria del tutto e per ogni eventuale infortunio (possibile per esseri umani formati di carne) le cellule provvedevano, in poco tempo, alla ricostruzione e alla restaurazione delle condizioni originali.

 

Si può affermare che tutte le cellule originali erano “staminali”.

 

La memoria genetica a causa dell’impossibilità di accesso all’albero della vita si attenuò sempre più senza comunque mai scomparire:

 

Genesi 3:22 Poi Dio il SIGNORE disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre».

 

Genesi 3:24 Così egli scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino d'Eden i cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via dell'albero della vita.

 

Questa attenuazione graduale della memoria genetica attuò la condanna che Dio diede all’uomo a seguito del peccato originale cioè la morte:

 

Genesi 2:17 “ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai”.

 

Attualmente la memoria genetica delle cellule arriva a far rimarginare una ferita ma non a ricostruire parti del corpo mancanti o lesionate.

 

La cellula però, se posta in condizioni di “risveglio”, opera secondo la sua memoria originale.

 

Se una cellula è posta in un ovulo (nelle condizioni ottimali quindi per risvegliare le sue funzioni originali) ricostruisce “tutto” quello che le manca, cioè l’intero essere umano che essa ha in memoria, meno lei stessa.

 

Ecco quindi la clonazione come la conosciamo, cioè l’immissione in un ovulo femminile di una cellula di un corpo umano che sviluppa la ricostruzione dell’intero essere al quale la cellula apparteneva (è da tenere presente che quell’essere comunque non può sfuggire all’invecchiamento che la cellula aveva accumulato precedentemente ed al suo normale seguente invecchiamento).

Questo porta i cloni, come sappiamo, a morire precocemente.

 

Altra prova di tutto questo sono le cellule staminali che rappresentano la nuova frontiera della medicina al punto che ormai si parla del superamento dei trapianti e si afferma che il futuro sarà nella ricostruzione degli organi tramite appunto le cellule staminali.

 

Dove si trovano le cellule staminali? Negli embrioni, nel cordone ombelicale, cioè nell’inizio della vita quando le cellule detengono il massimo del residuo di memoria che era totale in Eden.

 

Tutto questo può indurre a molte speranze, ma per chi crede, è sempre più chiara la relazione tra la creazione di Dio e la nostra attuale situazione.

 

Queste condizioni sono in stretta correlanza con il racconto biblico.

 

In Apocalisse, infatti, la guarigione degli uomini avverrà proprio perché ci sarà finalmente di nuovo la possibilità di mangiare dall’albero della vita e quindi si potrà riacquistare le condizioni di perfezione originali che erano state perse con la cacciata dal Paradiso terrestre:

 

Apocalisse 2:7 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio.

 

Apocalisse 22:2 In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l'albero della vita. Esso dà dodici raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni.

 

Per quanto l’uomo studi e ricerchi, non riuscirà mai ad arrivare a quello che satana vuol fargli credere, cioè di essere capace di ottenere la vita eterna.

 

La vita eterna è la falsa iniziale promessa che satana fece per indurre i primi esseri umani al peccato:

 

Genesi 3:3 ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"».

 

Genesi 3:4 Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto;

 

La vera vita eterna sarà il dono di Dio tramite il suo unigenito Figlio Gesù che ci dice:

 

Giovanni 3:16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

 

Giovanni 14:6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

 

 

IL TUMORE

 

Il tumore dipende dall’incapacità delle cellule di rigenerarsi correttamente.

 

Inizialmente, nella perfezione di Eden, tutte le cellule avevano la corretta memoria di tutto l’organismo al quale appartenevano, questo permetteva la perfetta ricostruzione di ogni anomalia che venisse a crearsi nei corpi di Adamo ed Eva.

 

Con la cacciata dall’Eden, e con la conseguente impossibilità di alimentarsi dall’albero della vita che nutriva la memoria genetica dei nostri antichissimi progenitori, le cellule hanno perduto, via via, lentamente, la memoria genetica originale e la capacità rigenerativa di ogni singola cellula.

 

La capacità di ricostruzione dovrebbe scattare solo nelle condizioni di corretta rigenerazione delle condizioni perfette originali, invece, nelle condizioni ormai decadute, ogni cellula si attiva solo:

 

a) Marginalmente, in questo caso le cellule si riproducono per rimarginare una ferita ma non per far ricrescere, ad esempio, una mano.

 

b) Senza un progetto definito (cioè una corretta ricostruzione e ripristino delle condizioni ottimali) la riproduzione segue logiche senza progetto dando luogo a produzioni di escrescenze non concepite nel progetto che la cellula stessa dovrebbe avere nella sua funzione originale.

   Questo provoca la formazione di ammassi carnali senza funzioni coerenti e senza un piano organico-funzionale.

   In pratica la cellula impazzita forma quello che noi definiamo tumore o cancro che non solo non serve a ripristinare (come dovrebbe fare la cellula secondo la memoria genetica originale perduta) le condizioni di perfezione del corpo ma addirittura provoca gravissime conseguenze fisiche fino alla morte.

 

c) Per riparare l’organismo come è nella sua memoria genetica originale, è il caso delle cellule staminali o della clonazione, dove una cellula essendo messa in un ambiente di risveglio ricostruisce parte o tutto l’intero organismo che essa ha in memoria.

 

Le nuove tecniche di immissioni di cellule staminali in organi malati permettono, in modo sempre più mirato, la ricostruzione e il risanamento degli organi stessi.

 

Questo conferma che il nostro corpo era originariamente stato creato per rimanere sempre nelle condizioni ottimali di perfezione e solo l’impossibilità di nutrire (tramite l’albero della vita) la capacità rigenerativa delle cellule (inizialmente tutte staminali) ha portato, prima lentamente, poi sempre più velocemente, a quello che Dio aveva promesso come conseguenza del peccato e cioè: LA MORTE.

 

 

 

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