Lo
studio del colore ha interessato generazioni di studiosi. Da Platone a
tutto il medioevo le ipotesi e le teorie si sono moltiplicate, ma il
fondatore della moderna scienza del colore è considerato l’inglese
Isaac Newton (1642-1727), più noto per la scoperta delle leggi che
governano la gravitazione.
Il
primo importante concetto introdotto da Newton riguarda il fatto che è
sempre necessario distinguere fra mondo fisico (dove tutto è oggettivo
e misurabile) e mondo della percezione (dove tutto è soggettivo e
non misurabile). L’idea non è nuova, ma Newton l’ha
precisata e l’ha messa alla base della propria teoria sul
colore.
La
seconda importante osservazione di Newton è che la luce (del sole, ma
anche di qualunque altra
sorgente)
è composta di radiazioni diverse, ognuna di diversa intensità. Le
singole radiazioni e le
relative
intensità sono messe in evidenza dalla scomposizione che un prisma di vetro
può fare della luce.
Ognuna
delle singole radiazioni, se arriva all’occhio separatamente
dalle altre, causa la percezione di un determinato colore, più o meno
brillante secondo la relativa intensità.
Newton
dimostrò così che la luce che ci appare bianca non è in sé
monocromatica, ma è la somma di una serie di raggi,
ciascuno dei quali ha
una differente lunghezza
d’onda.
A
Newton si deve anche il primo modello di rappresentazione del colore, un
cerchio che ha al suo centro il bianco e lungo la circonferenza,
ordinatamente disposti, i colori scomposti dal prisma. I due colori agli
estremi dello spettro visibile il rosso e il violetto – sono
giustapposti sulla circonferenza in modo da creare una transizione
continua. Sette sono i colori
identificati
come principali in questo modello: rosso, arancione, giallo, verde,
azzurro, indaco e violetto.
Fig.
– La ruota dei colori di Newton
I
colori presenti lungo la circonferenza del cerchio di Newton sono detti
colori spettrali, intendendo con ciò il fatto che essi sono componenti
identificabili dello spettro cromatico in cui l’interposizione di un
prisma scompone la luce bianca. Ma esistono molti altri colori
visibili, ad esempio il rosa e il
marrone,
non presenti in questa gamma.
Si
tratta dei cosiddetti colori non spettrali, generati da una mescolanza
di due o più dei colori spettrali.
Mescolando
ad esempio in varie proporzioni i due colori estremi dello spettro
visibile, il rosso e il
violetto,si
ottiene tutta una gamma di colori non spettrali, detti porpore. Il
cerchio dei colori raffigurato qui sotto modifica appunto lo schema
originale di Newton (che egli stesso giudicò manchevole e provvisorio),
con l’inserimento dei colori non spettrali. Sono anche
specificate le lunghezze d’onda, espresse in nanometri, che
corrispondono alle percezioni dei singoli colori.
Fig–
Ruota dei colori contenente anche i colori non spettrali (porpore).
I
numeri rappresentano la frequenza in nanometri della luce
Le
idee di Newton sul colore hanno riscosso consensi sia a livello
scientifico che metodologico, anche se non sono mancate critiche
molto severe, soprattutto da parte dello scrittore tedesco
Johann
Wolfgang Goethe (1749-1832).
Se
cerchiamo sul vocabolario la parola "colore" scopriamo due
definizioni:
la prima,
data dagli scienziati studiosi della fisica, ci dice che il colore e'
una percezione di luce riflessa da un oggetto sui nostri occhi;
la
seconda, data dai pittori e dagli artisti, ci dice che il colore e' una
sostanza usata per dipingere.
Sia gli
scienziati che i pittori hanno dimostrato, dopo anni di studi e di
esperienza, che sono solo tre i colori di base dai quali si ottengono,
mescolandoli, tutti gli altri; questi tre colori, considerati
"assoluti" perche' non si possono ottenere con nessuna
mescolanza, sono detti colori primari.
Eccoci
dunque alla differenza:
per
lo scienziato i colori primari sono il rosso, il blu e il verde, detti
anche primari spettrali;
per
il pittore sono il rosso (precisamente il rosso-magenta), il blu (o
meglio il blu-ciano) e il giallo, detti primari pittorici.
I
colori primari sono considerati colori fondamentali e puri.
Mescolando
i tre colori primari spettrali si ottiene il bianco
Mescolando
i tre colori primari pittorici si ottiene un colore scuro, praticamente
il nero
Nel
primo caso parliamo di sintesi additiva, perche' si somma luce a luce;
nel secondo caso si parla di sintesi sottrattiva, perche' si toglie luce
a luce.
Mescolando
i colori primari a due a due e in parti uguali, otteniamo tre nuovi
colori, conosciuti come colori secondari:
arancio
(rosso + giallo)
verde
(giallo + blu)
viola
( blu + rosso)
Anche
i colori secondari sono considerati fondamentali e puri.
Quando
si mescolano colori primari in parti non uguali otteniamo diversi colori
in cui prevale quello che usiamo in parte maggiore, ottenendo cosi'
quelle che si chiamano "sfumature" dei due colori mescolati.
Ogni
colore primario ha il suo colore complementare, che e' precisamente quel
colore secondario ottenuto dalla mescolanza degli altri due primari:
rosso
e' complementare del verde (giallo + blu)
giallo
e' complementare del viola ( blu + rosso)
blu
e' complementare dell'arancio (rosso + giallo)
Una
nota da considerare: queste coppie di colori, un primario e il suo
complementare, sono considerati in equilibrio tra loro.
La
loro mescolanza in parti uguali crea la stessa tinta, un colore
grigiastro, a dimostrazione proprio dell'equilibrio che c'e' tra loro.
Il
grigio e' anche il risultato della mescolanza del nero e del bianco. Ma
il nero e il bianco sono considerati colori oppure no?
Torniamo
alla discussione già fatta per i colori primari: per lo scienziato che
studia la fisica no, perchè considera il bianco solo come somma di
tutti i colori, mentre il nero ne e' l'assenza totale.
Al
contrario, per un artista sono due colori, per quanto anomali, definiti
acromatici, cioè privi di colore: per la precisione, il bianco e'
considerato primario, perchè non si ottiene mescolando altri colori, e
il nero secondario, perche' si ottiene mescolando altri colori.
Grazie
ad Omero , leggendario poeta dell'Iliade e dell'Odissea, sappiamo che
agli antichi era gia' ben nota l'esistenza dei colori primari:
leukos
(bianco)
erythros
(rosso)
chloros
(verde)
kyanos
(blu)
Eugene
Cheureul redige nel 1864 un'enciclopedia , con l'intenzione di definire
i colori, di rendersi conto delle loro mescolanze, di valutare gli
effetti del loro contrasto: l'opera raccoglie ben 14400 tonalità
diverse di colore.
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