Home Page >> Riparazioni >> Riparazioni Automotive

RESOCONTI DI RIPARAZIONI
 
Questi contenuti costituiscono la prosecuzione di quanto iniziato su QUESTA pagina.
 
DISCLAIMER:

LE INDICAZIONI E L'ESPOSIZIONE DEI PROCEDIMENTI CHE SEGUONO SONO FORNITI COSì COME SONO, SENZA GARANZIE, A TITOLO DI SPUNTO DIDATTICO. ESEGUIRE LAVORI SOTTO TENSIONE E' PERICOLOSO E POTENZIALMENTE LETALE. REPLICARE QUESTE ESPERIENZE SENZA COGNIZIONE DI CAUSA E-O ATTREZZATURE PUO' PORTARE A RISULTATI IMPREVEDIBILI E PERICOLOSI.
 
CUSCINETTI LAVATRICE 19-07-2017 Guardandosi attorno, sentendo l'esperienza di amici e parenti o anche guardando gli annunci economici, ci si rende conto facilmente che i cuscinetti del cestello delle lavatrici sono divenuti un tallone di achille molto comune. Forse anche più di difetti dell'elettronica.

Questo tipo di difetto è sempre esistito ed è dovuto all'usura, tuttavia oggi salta all'occhio perché si vede su elettrodomestici che a volte hanno da compiere il terzo anno di età.
Tutto sembra alimentare le argomentazioni del "COMPLOTTO" dell'obsolescenza programmata, al quale personalmente non credo molto.
Non credo che esista un complotto per far durare poco le cose, in modo da alimentare il consumismo.
Ciò che DI CERTO esiste è la corsa all'economia. I produttori trasferiscono stabilimenti, riducono i tempi di sviluppo e tagliano sui costi della componentistica in modo da arrivare alla vendita con prezzi più competitivi dei rivali.
Tutto sommato è già qualcosa che questi elettrodomestici giungano sani a compiere i due anni di vita.
Naturalmente la possibilità di prevedere un servicing agevole ed economico, ricade anch'essa tra i costi sacrificabili... ed ecco che nella maggior parte delle lavatrici le vasche sono costituite da due gusci definitivamente saldati ad ultrasuoni. Il ché rende poco praticabile la sostituzione dei soli cuscitetti e paraolio.

SE SI VUOLE, la cosa più scandalosa è che la gente si stia abituando a comperare spazzatura... qualche mese fà passava una pubblicità nella quale si offriva in pompa magna una caldaia, con l'"eccezionale" offerta di "ricambi gratis fino al terzo anno di vita"!
Mi domando: si può pensare che una caldaia (che in casa mia, dei miei suoceri e dei miei genitori ha tra i 10 e i 20 anni di servizio impeccabile) con ricambi gratis per tre anni sia una eccezionalità straordinaria?!
Una caldaia per i primi 3 anni, semplicemente NON deve rompersi!

A parte tutto ciò, che a noi smanettoni interessa fino ad un certo punto, torno a quello che volevo raccontare:
La prima lavatrice che mi ha dato questo problema è stata la WHIRLPOOL AWO/D 7106/-30 di mia madre: ha iniziato a diventare rumorosa appena scavallato il secondo anno di età.
Quando ispezionai i cuscinetti, trovai un blocco d'ossido che mi costrinse a peripezie assurde per toglierli.
Comunque in quel caso non mi è riuscito ricostruire la storia delle casualità:
Si era usurato il cuscinetto "grande", facendo sì che, con le vibrazioni dovute al gioco, trafilasse acqua... dunque all'acqua si è poi dovuta l'ossidazione che ha esponenzialmente incrementato l'usura dei cuscinetti?
OPPURE era mediocre la tenuta del paraolio già alla nascita?

Il secondo caso che ho potuto vedere di persona, invece, è la INDESIT XWE91283X WWGG IT di questi giorni.
L'ho ricevuta in regalo perché era uscita la cinghia e anche prima che si fermasse era divenuta molto rumorosa.
Considerando che lo sticker sulla vasca interna riportata data di produzione di fine agosto 2014, direi che potesse essere ancora in garanzia.

Comunque qui il problema è proprio la costruzione/progettazione! Si vede bene dalla mancanza di tracce sul paraolio e sul metallo del cestello, che le due parti non sono mai state in contatto!
Poi quando si controllano le quote dei pezzi, si ha la riprova che i cuscinetti sono stati all'acqua dal primo utilizzo.
Come kit di ricambio per questa lavatrice ho utilizzato il codice Ariston C00254590, che ha il paraolio con interno 30mm anziché 35mm dell'originale, in modo da farlo aderire all'albero anziché alla "cornice" sul cestello.

LEGO Technic "Super Dragster 42050", progetto inaccurato 20-06-2017 Questo argomento è Off-Topic, certo, ma spero possa servire a qualcuno.

Sono cresciuto a Lego negli anni '80 e adesso gioco nuovamente con le costruzioni che regaliamo e regalano ai nostri figli.
In settimana ho aiutato mio figlio a montare il Super Dragster perché, nonostante seguisse le istruzioni, alcune cose non tornavano.
È in assoluto la prima volta che mi accade questo con Lego, ma dopo vari controlli devo confermare che il progetto ha alcuni difetti:

  1. il pistone a vite senza fine che deve alzare il modellino È TROPPO LUNGO e non permette alla barra con le ruotine di aderire mai al fondo;
  2. il cofano ha il foro per la testata del motore troppo arretrato e così picchia nei filtri a bussolotto;
  3. la carrozzeria cala troppo in basso e interferisce con lo sterzare delle ruote anteriori;
  4. la catena che trasmette il moto all'albero a gomiti non si può adattare alla misura necessaria. Ovvero, con N maglie la catena sta troppo tirata e si smaglia facilmente usando il modellino, e con N+1 maglie succede lo stesso ma a causa della lunghezza eccedente.
Ho fatto delle foto che riprendono le soluzioni che ho messo in atto. Spero di poterle pubblicare presto.

HP LASERJET 1010, 1012 e 1015 SU WIN7-8-10, come installarle 27-07-2016 Ho una LJ1012 da più di 10 anni, probabilmente si va per i 15. E' stata una serie di stampanti ottima. Probabilmente la più compatta ed economica dei suoi tempi.
La cartuccia che utilizza, la Q2612A, è utilizzata da altri dispositivi, tra i quali l'ottimo fax LJ-M1319MFP. Mi sono circondato di apparecchi che la usano e posso trovare cartucce compatibili o rigenerate da tutti i prezzi e in ogni dove.

E' arrivato il momento di utilizzarla su Windows7 ed è sorto un problema di compatibilità.
Queste stampanti non sono ufficialmente più compatibili con i nuovi SO, quindi andrebbero avviate verso l'isola eciologica...
Che pessimo concetto! Altro che ecologia, impatto ambientale, carbon footprint e filastrocche alla moda.
Mentre con un telefono, un computer PIV o altro genere di apparecchi inevitabilmente sorpassati per ineguagliabile salto prestazionale, posso concepire la dismissione, queste stampanti stampano ancora e lo fanno bene!

La lentezza è l'unica cosa che può distinguerle da altre attuali, ma si tratta di pochi secondi sull'uscita della prima pagina e una differenza di pagine al minuto che per uso generico non credo possa determinare un drastico disagio.
La risoluzione di 1200dpi, o anche 600dpi della 1010, su una monocromatica laser credo bastino nella quasi totalità dei casi

Bene.
Lasciando l'installazione della stampante a discrezione di Windows7 (Pro 32), qualcosa si installa e compare nel pannello "Dispositivi e stampanti".
Si tratta di un dispositivo "NON SPECIFICATO", che si chiama "hp LaserJet 1012". Non essendo identificata propriamente come stampante (anche se in Gestione Dispositivi lo sarebbe), non è possibile utilizzarla. Solo Chrome sembra vederla, ma non posso comunque accedere a tutte le funzionalità (risparmio toner, risoluzione...).

Cosa ho fatto??
Ho scaricato il driver per VISTA 32bit (probabilmente tutto quanto funzionerà specularmente con il driver 64bit se avete un SO a 64bit, anche se io ho scelto di rimanere a 32 proprio per godere della massima "RETROCOMPATIBILITA' dei driver"), ma Windows non se lo digeriva in alcun modo: né cercando di lanciare l'installazione del file.inf, né facendo puntare al driver decompresso i vari tentativi di "aggiorna driver" dalle relative voci del "Gestione Dispositivi".
Dunque sono tornato al pannello "Dispositivi e stampanti", dove ho cliccato su AGGIUNGI STAMPANTE, quindi ho scelto AGGIUNGI STAMPANTE LOCALE.
Nella scheda successiva ho selezionato USA UNA PORTA ESISTENTE e ho scelto DOT4_001 (supporto che si è installato da solo Windows nel suo tentativo). Quindi ho scelto di utilizzare il mio DISCO DRIVER appena scaricato e decompresso per VISTA 32bit (NB: prova ad usare la versione 64bit se il tuoSO è a 64bit).
A questo tentativo, il driver è stato riconosciuto ed è apparsa una finestra per scegliere il dispositivo tra la LJ1010, LJ1012 e la LJ1015.

NOTA BENE:

In Windows10 la stampante funziona normalmente SOLO SE SI LASCIA LA RISOLUZIONE A 600dpi. Non è possibile stampare a 1200dpi.

BLUETOOTH PERIPHERAL DEVICE driver, dove si trova 16-02-2016 Il "bluetooth peripheral device driver" per Windows Vista/Seven, è una entità dal nome ermetico, ma il problema che comporta è semplice da sistemare.

Quando tramite bluetooth si cerca di accoppiare il proprio smartphone col computer, Windows ha bisogno di sapere con cosa lo si sta connettendo e non è in grado di arrivarne a capo da solo.

Si risolve, praticamente per tutti i telefoni e tablet Android, col seguente metodo, che consiste nell'annullare la ricerca automatica del driver per questo "bluetooth periperal device", ed in seguito andare su Computer-Proprietà-Gestione_Periferiche, si troverà la nostra "bluetooth peripheral device", adesso sconosciuta, quindi si cliccherà col tasto dx su di lui per scegliere Proprietà, poi Aggiorna_Driver-Cerca il driver nel computer-Scegli_manualmente_da_un_elenco, poi Porte_COM_LPT.
Nella lista che compare si sceglierà Produttore=Microsoft, quindi Modello=Collegamento standard seriale su Bluetooth.

FINE!

TOMTOM XL, come si apre 01-10-2015 La mia più gran paura quando mi metto a riparare qualcosa di attuale è quella di non far danni agli involucri.
L'insieme di incastri, biadesivi e parti fragili è tremendo e lasciare i segni del proprio passaggio sui bordi è molto facile!

Spesso si trova qualche filmato -prezioso- su youtube, di qualcuno che ha provato prima di noi ad aprire l'apparecchio che ci interessa, così da salvare tempo e frustrazioni...
Ho dovuto sostituire lo schermo di un Tomtom XL e il filmato che ho trovato è quello di un tizio che nell'aprirlo ha praticamente rotto la cornice.

Ecco come si deve fare:
  1. In verde il primo passo: sollevare il bordo superiore e inferiore
  2. In rosso il secondo passo: senza alzare i due bordi laterali, va semplicemente fatta slittare l'intera cornice di circa 4mm verso il basso

TEKTRONIX 2235, non accende 25-04-2015 Mi sembra che oggi l'oscilloscopio abbia perso il titolo di Re del banco, che aveva per l'appassionato di elettronica e il riparatore. Tuttavia lo ritengo ingiustamente bistrattato. Specialmente sulle alimentazioni switchmode, l'indicazione numerica del tester può essere fuorviante e semplicemente insufficiente. Oppure per la ricerca guasti sulle auto!
Comunque sia, quando mi sono imbattuto in questo recente oscilloscopio Tektronix non ho potuto resistere dall'acquistarlo. E' veramente molto recente, leggerissimo, tant'è che sembrava quasi un bussolo vuoto. L'apparecchio riporta il Made in USA, ma il pcb interno mostra la scritta Made in Taiwan. Non "odora" di qualità come il 2336YA che ho, o come i Tek più vecchi, ma rispetto al 2336 ha l'Holdoff variabile del trigger, che ritengo potenzialmente prezioso.

Il mio esemplare non si accendeva. Una volta aperto, si vedeva che era stata tentata la riparazione, mettendo su zoccolo il TL494, rimpiazzando il Q9070 e la R907 con una da 0,47 Ohm.

Per prima cosa ho controllato a tappeto i semiconduttori del preregolatore e del regolatore a commutazione. Ho trovato Q930 e Q908 in corto (entrambi 2N2907A), due diodi del ponte CR901-904 in corto, Q9070 in corto, l'SCR Q935 e lo zener VR935 entrambi in corto, ancora, C943 e C942 in cattive condizioni. In fine, F9001, R909 e VR925 aperti. Non c'è che dire! Un bel po' di cosette!
Dopo aver ripristinato tutto (ps: per VR925 ho utilizzato uno zener da 1W non compensato in temperatura, mentre per VR935 ho messo in serie due zener da 1W, uno da 24V e uno da 27V. I diodi del ponte sono stati rimpiazzati tutti e 4 con, degli 1N4007. R907 l'ho rimessa da 0,2 Ohm 2W, Q9070 l'ho rimpiazzato con un IRF830, Q935 con un TIC116) ho provato a ridare tensione alimentando a circa 90-100Vca. In quel modo il preregolatore funzionava a tratti e dopo poco si è bruciato il fusibile.

Alimentando TP940 e TP950 con una alimentazione esterna, l'oscilloscopio funzionava.
Allora ha iniziato a venirmi la paura che si trattasse del trasformatore T906 (128-7095-00, 120-1439-01) col primario in corto... e così era: tra i pin 1-2 si misuravano 0,8 Ohm e una decina di uH. :-c

Sono riuscito ad aprire il T906 senza rompere la ferrite, ho contato le spire e riavvolto tutto. Qui appunto com'è fatto (montate il rocchetto sulla bobinatrice, il verso non conta, l'importante è che rimanga lo stesso per tutti e 4 gli avvolgimenti!):
  1. Il primo avvolgimento sul rocchetto parte dal pin1 e finisce sul pin2. Sono 150 spire di filo diametro 0,20mm (misurato col calibro rimuovendo l'isolante). L'ho rifatto con lo 0,22.
  2. Il secondo avvolgimento parte dal pin5 e finisce sul pin4. Sono 149 spire di filo diametro 0,26mm (misurato col calibro rimuovendo l'isolante). L'ho rifatto con lo 0,32.
  3. Il terzo avvolgimento parte dal pin7 e finisce sul pin6. Sono 50 spire di filo diametro 0,15mm (misurato col calibro rimuovendo l'isolante). L'ho rifatto con lo 0,2.
  4. Il quarto avvolgimento parte dal pin10 e finisce sul pin9. Sono 5 spire di filo diametro 0,15mm (misurato col calibro rimuovendo l'isolante). L'ho rifatto con lo 0,2.
L'isolamento tra gli avvolgimenti l'ho fatto con nastro Kapton e in fine ho bloccato con un tubetto termorestringente.

NB: in questo esemplare la R912 è stata sostituita con un ponticello (di fabbrica), inoltre c'è un diodo 1N4152 in serie ad una resistenza da 10 Ohm, che va dal punto di unione degli emettitori di Q947-946 e il gate dello SCR Q935 (catodo dell'1N4152 al gate, anodo verso gli emettitori, come protezione ulteriore che sfrutta lo SCR).

Aggiornamento del 30/06/2015
Dopo alcune ore di utilizzo, l'alimentatore è saltato di nuovo. Bruciato il fusibile e R909, ho Q908 e il mosfet finale entrambi in corto.
Dopo alcuni minuti dallo spegnimento, dopo che avevo anche spento l'interruttore ma continuavo a dedicarmi al circuito che stavo provando... si è addirittura scatenato il fuoco!!
No, niente fiamme. Solo un gran fumo grigio, denso e puzzolente, che ha pervaso la stanza.
Non mi era mai capitato prima: è malamente bruciato il filtro di rete che è tutt'uno con la presa a vaschetta IEC del cavo di alimentazione.

Purtroppo questa volta credo che ad andare in corto sia stato il primario dell'altro trasformatore switching (120-1594-00), che adesso mostra due avvolgimenti con induttanza di 1150uH e 0,0Ohm... Non credo che riuscirò a smontarlo e riavvolgerlo :-(
Inoltre non mi fido di ricambi usati, che hanno le stessi possibilità di guastarsi che aveva il pezzo guasto...

INDESIT LAVATRICE WIL126, non parte 04-06-2014 Avere la propensione e l'attitudine al riparare porta a scomode situazioni, come la fila della parentela all'uscio quando qualcosa non va, oppure, come in questo caso, la moglie che ti tira giù dal letto a mezzanotte perché non le parte il lavaggio dei panni dei bimbi.
In questo caso, avevo la lavatrice in oggetto (onesto apparecchio dal costo contenuto, fa il suo lavoro con uso intenso da oramai 8 anni) che non partiva.
Sintomi: la lavatrice si accende, alla pressione del tasto di avvio si accendono tutti i led del pannello e poi rimane acceso solo quello del "lavaggio-4h", senza che accada altro.
Ho passato del tempo a cercare il significato della spia fase-lavaggio come codice d'errore... e alla fine ho capito che NON è un codice d'errore!
La lavatrice fa così normalmente, ed indica la fase corrente. Spostando la manopola programmi su un lavaggio con prelavaggio avrebbe acceso la fase precedente, oppure le seguenti con risciacquo e scarico.
Dunque, cosa mancava? Prima della partenza della pompa, doveva intervenire il blocco del portello. Il problema era nel blocco elettrico della serratura, che si è accontentato di una pulita e lubrificata (a volte è da cambiare per via dell'usura della sua pasticca ad espansione).

Per la cronaca, un precedente intervento su questa lavatrice è stata la sostituzione di alcuni condensatori elettrolitici sulla sua scheda (le spie lampeggiavano tutte velocemente e si tornava a situazione normale solo sfilando la spina dalla presa). Non ricordo esattamente la sigla sul pcb dei condensatori cambiati, ma si trattava di quello a tensione di rete (22uF-400V), di uno da 680uF-10V (sostituito con uno da 1000uF-16V) e di uno da 100uF-25V (da 100uF ce ne erano 2, ma mentre uno era di marca, tipo Rubycon o Nippon Chemi-Con, l'altro, quello sostituito, era un non meglio identificato "cinesotto").

LeCroy 9109 ARBITRARY FUNCTION GENERATOR, alimentatore guasto 30-04-2014 Questo è il primo strumento "di livello" che io acquisti e la cui produzione sia databile meno di 25 anni fà.
Aveva problemi legati all'alimentatore ed ho poi scoperto che questa è una cosa che lo accomuna agli oscilloscopy LeCroy a lui coevi, oltre che ad altri modelli Tektronix.

Tutti si erano avvalsi di alimentatori switching della "Power Systems Inc", azienda taiwanese non più esistente. L'alimentatore del LeCroy 9109 è il modello PSI 175X-113, da 175W max.
Questi switching, realizzati per altro con comuni operazionali (es.LM339, LM324), soffrono della presenza di un modulo ibrido resinato (siglato A1 sulla serigrafia del PCB e 100004 sul suo corpo, che costituisce il cuore della sezione a tensione di rete.
La presenza di questa scatola nera (per la verità verde), rende problematica la riparazione allorquando il guasto la interessi.

Il problema maggiore che ostacola l'ingegnerizzazione inversa del modulo, è il fatto che le operazioni di abrasione del composto verde possono facilmente portare a danneggiare se non le piste disegnate sull'allumina, certamente le resistenze laser-trimmed, anch'esse depositate sull'allumina.
Per la riparazione si è rivelata preziosa una fotografia reperita sul gruppo dei possessori di oscilloscopi LeCroy, che c'è su Yahoo. Da quella immagine che era inserita nei messaggi è possibile dedurre i collegamenti interni, riducendo così la necessità di rimuovere materiale.

Qui sopra ho riportato quella immagine, modificata con l'aggiunta dei dati che ho potuto dedurre dal mio ibrido (ps: l'integrato SOIC8 mancante è un TL1431, col pin.1 in basso a destra.). Altro aiuto è stato lo schema dell'alimentatore PS1724 del LeCroy 9354T.

I problemi nel mio alimentatore erano diversi: C501 e C502 "esauriti", il diodo CR4 (1N4148) in corto, e l'ibrido 100004 in panne. In particolare, sul suo pin.16, che rappresenta l'alimentazione interna, si leggevano 0V.
Il condensatore al tantalio da 2,2uF-35V era andato in corto e un transistor 2SC4117 SOT23 si era conseguentemente aperto. Quest'ultimo l'ho sostituito con un 2N5551 TO92 che avevo in casa.
Qui sotto si vede la foto del lavoro finito:

AGGIORNAMENTO #1: Avevo scritto di getto queste righe ma evidentemente c'è ancora qualcosa che non va! :-( Dopo qualche singhiozzo si è fermato tutto nuovamente!
NON mi rimene che provare a cambiare l'integrato dell'ibrido. WORK IN PROGRESS
PS: nell'immagine ho scritto LM2901, ma in realtà e per la precisione è un NJM2901. Gli integrati sono molto simili ma il secondo è una versione migliorata del primo.

AGGIORNAMENTO #2:Finalmente l'integrato NJM2901 di ricambio è arrivato e l'ho potuto rimpiazzare. In aggiunta ho dovuto sostituire anche lo zener da 15V (con un 1N4744A) e nuovamente il condensatore da 2,2uF già sostituito in precedenza. Adesso l'alimentatore è tornato in vita!
Il lavoro veramente finito:

HUAWEI-VODAFONE R201, non si spegne 27-04-2014 Ad un mio parente si esauriva inspiegabilmente il plafond di ore a disposizione per l'uso di internet tramite rete mobile della TRE.
Poiché lui utilizza questo modem-router Wi-Fi, alla mia domanda se lui si ricordasse di spegnerlo quando aveva finito di navigare, lui mi ha risposto un perentorio CERTO!.
Alla fine ci siamo accorti che, seppur lui facesse slittare l'interruttore, la chiavetta non si spengeva.

Dunque, l'ho aperta al volo e non ho fatto foto, comunque posso dire di aver risolto aggiungendo una piccola resistenza da 100k 1/8w in parallelo ad una resistenza da 50k smd che tiene a massa un capo del pulsante azionato dalla slitta.
Cerco di aiutare con un semplice schizzetto:

OK INDUSTRIES SA-1201, II tempo 03-11-2013 La regolazione della temperatura della pistola dissaldante, in questa stazione non ha feedback di temperatura. E' solo un dimmer a triac.
Dunque, tenendo la regolazione ad un livello alto, gli 80W della resistenza della pistola ZD-552 fanno presto a farle raggiungere alte temperature.
Queste temperature elevate, che da un lato sono utili quando si ha a che fare con stampati "multistrato" ed estese masse, possono diventare eccessive per la resistenza stessa. Nel mio caso, non sono mancate le volte nelle quali trovavo la punta leggermente rosso incandescenza.
Visti questi episodi, mi ero ripromesso di far qualcosa per rimediare, ma la resistenza della pistola mi ha lasciato prima di compiere un anno e con poche ore di uso effettivo.

Oggi ho equipaggiato la stazione con un controller di temperatura Omron E5C2, che si è dimostrato funzionare bene con la termocoppia della ZD-552.

TELSEY STNG1L1E3, DT1003, decoder DVBT non si accende 30-10-2013 Il decoder non da segni di vita, anche se la sua accensione comporta la commutazione del TV sulla porta EXT corrispondente alla scart che lo collega.
Controllato l'alimentatore, tutto è ok. L'attenzione si sposta sul convertitore dc/dc U7+L10, dove lo stampato tra U7 e C30 appare "cotto".
In corrispondensa della piazzola di C30 la pista tra U7 ed EC42 è interrotta, cosa impossibile da vedere, ma dimostrata dal tester.
Rifatto collegamento U7-EC42 al quale si è connesso un condensatore poliestere da 100nF verso massa.

Per dare all'apparecchio speranza di vivere qualche mese in più, prima di chiudere è stato applicato a U1 un dissipatore con colla termica.

LEADER LBO508, scarsissima banda passante 11-01-2013 Questo oscilloscopio è stato per molto tempo la riserva in casa mia. Tanti altri ne sono passati, ma questo "muletto" è rimasto a lungo. Mi è simpatico per la solida costruzione tutto-metallo, e per il fatto di traspirare affidabilità e durabilità, data la sua costruzione a componentistica discreta. D'altra parte è il primo esempio (cronologicamente parlando) che io abbia mai visto di dotazione giapponese utilizzata dai militari americani (fine anni '70).
Ciò nonostante, ho aspettato anni prima di mettergli mano per un difetto che manifestava da quando acquistato: una ridotta banda passante. Come monitor del tracciacurve di Nuova Elettronica non dava noia, ma in effetti è un difetto molto invalidante, che si può notare anche dalle immagini qui sotto, relative all'intervento sull'oscilloscopio Hameg (anche la rampa è distorta!).

Naturalmente non potevo andare a colpo sicuro, sarebbe stato troppo semplice. Tant'è che il medesimo difetto era presente su entrambi i canali e ciò mi ha fatto in definitiva perder tempo per indagare innanzitutto sui percorsi comuni tra i due, partendo dalle placchette di deflessione verticale del CRT, in giu.

Alla fine sono arrivato agli ingressi, dove entrambi i condensatori da 10nF@630V, C1203 (CH1) e C2203 (CH2), erano aperti.

OK INDUSTRIES SA-1201, recupero 19-11-2012 Ho acquistato questa stazione di saldatura e dissaldatura anche se non si presentava esteticamente molto bene ed era priva di stilo saldante e stilo/pistola dissaldante.
Certo che sono acquistabili a prezzi molto convenienti delle stazioni simili, nuove fiammanti e con lettura digitale della temperatura... ma probabilmente lasciano a desiderare nella capacità di aspirazione.
La SA-1201 invece, risalente a metà anni '90, è uno spartano blocco metallico con una discreta pompa a membrana.
Non avendo trovato niente a suo riguardo, scrivo qui qualche informazione che ho tratto dal mio esemplare:
  1. SEZIONE SALDATORE
    Connessioni allo stilo: resistenza=arancio+nero, termocoppia"+"=marrone, termocoppia"-"=viola
    Trimmer VR1= regolazione valore MAX TEMP.
    Trimmer VR2= regolazione valore MIN TEMP.
    MODIFICHE: non c'era NESSUN condensatore a valle del 7812 sulla scheda di regolazione. Ho colto l'occasione per metterci un 10uF, sul lato saldature.
  2. SEZIONE DISSALDATORE
    Connessioni alla pistola: Resistenza=viola+grigio, pulsante pompa=grigio+giallo (il grigio è in comune tra pulsante e resistenza).
    Trimmer VR1= regolazione tempo eccitazione relé pompa (utilità??)
    MODIFICHE:
    1. Sostituito potenziometro frontale regolazione temperatura da 100k con uno da 200k, disconnessa R1 da 100k sullo stampato. Così ottengo di avere sostanzialmente disattivato il riscaldamento della pistola dissaldante con la regolazione al minimo;
    2. Sostituito C5 da 470uF@50V con uno da 22uF.
    La mia l'ho già trovata privata del regolatore di flusso pneumatico (in molte stazioni usate che ho visto, quella regolazione, quando presente, era la prima ad essere esclusa per ridurre le perdite di carico. In effetti non capisco l'utilità di quella dotazione, vista la modesta depressione in gioco [-600/-700mBar].).

Lo stilo che ho usato è quello di ricambio per la stazione ZD-929 (alias Accord SI-250). Termocoppia"+"=rosso, Termocoppia"-"=nero, resistenza=verde+bianco. Da notare che la punta si mette a terra mettendo a terra il conduttore Termocoppia"-" (nero).

Mentre la pistola dissaldante è il ricambio per la stazione ZD-915 (alias Lafayette SSD-15). Resistenza=rosso+rosso, pulsante NA=bianco+bianco, la termocoppia non viene usata.

HAMEG HM705, traccia fantasma con base dei tempi bassa, 10-11-2012 Presso un mercatino del radioamatore avevo fatto un cambio, portandomi a casa questo discreto oscilloscopio da 70MHz doppia traccia, con base dei tempi ritardata, holdoff variabile, una robusta post-accelerazione da 13kV... non gli manca grossomodo niente rispetto a marche/modelli più blasonati.
Visto che un po' tutti gli avventori si davano il cambio a provare di tutto nella zona preposta ai test (tavolo con ciabatta prese per la 220), non ho scaramanticamente voluto esser da meno. Giusto per accendere l'apparecchio e vedere che compariva qualcosa sul crt, e questo qualcosa rispondeva alla base dei tempi e ai comandi di posizionamento verticale.
Del resto, a parte le rassicurazioni del venditore, immaginavo potesse esserci qualche condensatore elettrolitico invecchiato o al massimo un transistor aperto su uno dei due canali... un qualcosina da fare che fa nascere quel certo feeling con la propria attrezzatura.
Invece no: a casa, nelle settimane seguenti, preso il tempo per provare il nuovo arrivo, trovo un comportamento bizzarro che, su due piedi, mi ha mandato in confusione.
Ponendo al minimo la luminosità della traccia, con la base dei tempi da 1s/cm a 5us/cm avevo lo schermo buio come era giusto attendersi, mentre scendendo sotto i 5us/cm iniziava progressivamente a comparire una traccia a partire dalla sx dello schermo verso dx. Dagli 0,5 agli 0,05us/cm avevo una traccia completa, disegnata a prescindere dal potenziometro di luminosità.
Vuoi che il metter mano alla strumentazione incute sempre un certo timore, vuoi che è da tempo che non applico le pratiche del troubleshooting, il primo sentimento è stata l'ansia di dovermi perdere tra il circuito di trigger e quello d trigger ritardato, senza per altro aiuti dal Service Manual Hameg (che non è più di un User Manual corredato di schemi).
Comunque, ritrovato il giusto spirito, puntato l'oscilloscopio di servizio sulla Z-Board dell'Hameg, il difetto si è manifestato come uno sfasamento tra la rampa di scansione orizzontale e la quadra del segnale di unblanking (vd foto in alto a sx nell'immagine seguente). Le quadre sono "bruttine" causa banda passante dell'oscilloscopio di test ridotta da...un guasto (il colmo! :-P).

Confrontando il segnale di unblanking fornito dal trigger con quello che alimenta il catodo del crt ho fortunatamente circoscritto il problema alla manciata di componenti tra il fotoaccoppiatore IC502, T505 e T506.
Sfortunatamente le misure statiche che potevo ottenere sui transistor e sui passivi erano tutte in linea con le aspettative.
Visti i sintomi e ricordando il bell'interno del mio vecchio oscilloscopio HP140A (con i suoi condensatori ceramici cerati), ho per prima cosa sostituito i 3 condensatori da 68pF@2kV. Non ottenendo i risultati sperati, ho continuato con la sistituzione di IC502 (con un 4N25), D508 e D509, T505 e T506.

Con i nuovi condensatori, nuova R525 e un nuovo BF440 come T505, tutto bene fino alla portata degli 0,5uS/cm (prima i guai iniziavano a 5uS/cm e avevo sfarfallii poi spariti con i nuovi cond). A seconda dell'esemplare di BF440 utilizzato, la situazione peggiorava o migliorava, mentre per i BF199 di T506 non era così suscettibile. Provati dei BF450 con esito peggiore dei BF440...

Non ne venivo a capo!

Dunque ho iniziato a pensare che il problema fosse intrinseco al circuito (una ''caratteristica'' di tutti gli HM705?). Così, sostituendo T505 con un diodo 1N4148 connesso con anodo al posto dell'emettitore e catodo al posto del collettore (non ho provato, ma un ponticello dovrebbe fare lo stesso), ho (empiricamente, perchè ammetto di non aver del tutto chiara la sua funzione) ottenuto il perfetto funzionamento dell'apparecchio.

FAULTY THIN CLIENT TR2220, POWER LED BLINKS, 10-05-2012 Dopo un bel po' di tempo da quando li ho incontrati per la prima volta, ho avuto di nuovo a che fare con un TR2222 guasto: premendo il tasto d'accensione, il led frontale diviene verde lampeggiante anziché fisso come dovrebbe.
Lo scorso anno trovai come colpevole un diodo, mentre questa volta si è rivelato essere un problema termico.
Ovvero, ho trovato uno spesso strato di pasta termoconduttiva tra il dissipatore e la CPU, anziché il consueto "tappetino" siliconico.
La "patacca" di pasta applicata con poca maestria tecnica (circa 2mm di spessore e 2x3cm di area), ha tenuto bello caldo il chip della CPU che, essendo il case BGA, ha fatto patire le saldature.
La cura è consistita nel riscaldamento della parte inferiore dello stampato (preheating) e successiva rifusione della CPU ad aria calda.

AUDIOLA DVX-2266D/USB, non si accende, 13-10-2011 Questa è stata una riparazione al volo del decoder DVBt del suocero che è anche lettore DIVX per il pupo.
Il led rimaneva sempre rosso, l'apparecchio non usciva dallo stand by né col telecomando, né premendo il pulsante sul frontale.
Trovato condensatore PEC8 aperto a ridosso dell'integrato switching.

FAULTY THIN CLIENT TR2220, POWER LED BLINKS, 02-09-2011 Una cosa è certa: i miei lavori si sa quando hanno inizio, ma non è mai possibile prevederne con certezza la fine.
Questo perché io mi imbatto in Murphy anche la mattina quando mi infilo le scarpe...

Allora, in 48 ore avrò acceso questi due aggeggi a ripetizione svariate decine di volte nel tentativo di farci girare qualche distro linux (da CD col lettore che ho montato sulla IDE libera) da installare poi nella CompactFlash da 32MB in dotazione. Il problema è che, per quanto mi stia simpatico, non avevo mai messo mano a linux prima d'ora, e partire proprio con tante pretese (di estrema compattezza) su di un terreno ignoto è logico possa dar filo da torcere.

Accendi, spengi, accendi, spengi, uno dei due TR2220 smette di funzionare: fornisco l'alimentazione, il led frontale si accende di colore giallo, premo il tasto d'accensione e il led da giallo diviene verde lampeggiante anziché fisso come dovrebbe.
Scollego tutto e tolgo anche la ram, per sentire se, riaccendendo, in fase di POST viene prodotto qualche beep: Niente, evidentemente non ci arriva al POST.
Allora faccio qualche misura un po' alla cieca in zona alimentazione e mi concentro attorno al nucleo in ferrite di quello che sarà il convertitore step-down che produce 1,9V (durante le prove con linux ricordo di aver lanciato un programmetto che identifica l'hardware e tra l'altro mi diceva la tensione di core della cpu) per il processore. Col multimetro digitale vedo qualche massa, qualche +5V e vari punti di cifre ballettanti. L'oscilloscopio è in garage, irraggiungibile. Però ho il compagno funzionante! E su quello posso vedere che i punti di là ballettanti sono 2V e 5V chiari su di lui. Controllo i condensatori al tantalio e sembrano a posto. A questo punto, chi può essere il sospettato maggiore? Il diodo schottky SK32! Nonostante appaia buono al provadiodi del multimetro (prova che non può asslutamente garantire la bontà di questi diodi per il lavoro nel circuito) lo rimuovo e, preso in prestito un UF5402 dalla carcassa di un vecchio monitor Sony, lo sostituisco.

Collegata l'alimentazione e premuto il pulsante d'accensione, ho ascolto con piacere i beep del sistema che brontola per la mancanza della ram nello slot.

INSYDE BIOS POST BEEP CODES, 31-08-2011 Inaspettatamente legato a casa dalla decisamente tardiva comparsa della varicella e avendo riposto le vecchie radio, cerco di passare il tempo come posso.
Ieri baloccando con dei computerini TR2220 ho conosciuto per la prima volta i bios Insyde e ho avuto necessità di cercare il significato dei beep d'errore prodotti dalla mainboard in fase di Power On Self Test.
Scrivo questo appunto anche per me stesso, per futuro riferimento, perché ho fatto fatica a trovare qualcosa: niente neppure sui vari siti specializzati in tematiche bios.
Quel che segue è tratto dal manuale di un portatile.

LEGENDA: "."=short beep; "_"=long beep
...._ _ = BIOS CHECKSUM ERROR ..._.. = CMOS ERROR
.._.._ = NO RAM ERROR .._... = NO VIDEO DEVICE
.... = RAM ERROR        <---(non ufficiale, lo deduco dai miei esemplari)

DUAL BOOT WIN2K-WINXP, 20-08-2011 Un po' per pigrizia, un po' per metodo, mi sono affezionato al caro Windows 2000 Professional, che risiede sul mio computer casalingo da molti anni e dal 2003 è passato senza formattazioni tra 2 processori e 3 mainboard.
A fine Luglio un guasto mi ha portato a fare degli ammodernamenti, ed ho pensato di affiancare al vecchio SO, assolutamente da preservare, un Windows XP Professional.
La cosa avrebbe dovuto essere semplice, automatica e indolore, ma evidentemente non lo è stata.
Dopo aver installato WinXP apparentemente in modo corretto, ottenendo il menu di boot all'avvio, il SO WinXP era avviabile, mentre Win2k no, in quanto ottenevo il messaggio: Impossibile avviare Windows 2000. Il seguente file è mancante o danneggiato: \Winnt\System32\Config\System

Provo a lanciare la console di ripristino di Win2k e di WinXP, provo a ripristinare il ripristinabile, studio per quanto mi è possibile la Knowledge Base Microsoft.
Niente da fare.
Prima di iniziare il lavoro avevo effettuato una clonazione del disco contenente l'installazione di Win2k, sia perché passavo da HDD pata ad uno sata, sia per ovvie questioni di sicurezza. Così, senza indagare oltre e pensando a qualche proverbiale frittata causata dal programma di installazione di WinXP, ho formattato il nuovo HDD e son ripartito da capo, riportandovi il vecchio SO e reinstallando il nuovo.
A fine del lavoro: stesso errore, Windows 2000 non è più avviabile.

Cercando di trovare informazioni su questo errore, leggo questa kb306038 dal titolo "Il computer non viene avviato se l'hive SYSTEM è troppo grande".
Ok, il mio SYSTEM del 2000 è circa 7MB, molti più dei 3MB citati dall'articolo, MA il bootloader del 2000 non si era mai lamentato!

Da qui, l'idea di sostituire NTDETECT.COM e NTLDR messi dall'XP con quelli del 2000.
Risultato? Windows 2000 è tornato avviabile!
Contro? Era da aspettarsi che il vecchio bootloader non fosse compatibile con l'XP, che così non parte.

Col 2000 accessibile ho effettuato manutenzione al registro con apposite utility di deframmentazione e pulizia. In aggiunta ho disinstallato anche qualche programma superfluo, ma non sono riuscito a ridurre sensibilmente il file SYSTEM.
Ho provato allora a cercare i file di boot (NTDETECT.COM e NTLDR) delle più disparate versioni di Windows (XP Pro/Home, Win2003) arrivando a RISOLVERE il problema con una loro vecchia (2001) versione per l'XP Pro.

NTDETECT.COM che mi installa l'XP SP2 pesa 46,4KB, mentre quello trovato "funzionante" pesa 44KB; NTLDR di XP SP2 pesa 245KB, mentre quello trovato "funzionante" pesa 217KB.
Con il nuovo-vecchio bootloader entrambi i sistemi operativi possono essere correttamente avviati, senza apparenti limitazioni o difetti di sorta.
Installando il service pack 3 per l'XP, questo ripristina NTDETECT.COM e NTLDR aggiornati che non fanno nuovamente lavorare il 2000, così ho creato la cartella c:\Restore_Bootloader con i due vechi file a disposizione per essere rimessi a posto al bisogno.

Appare evidente che le soluzioni fornite in merito dalla Knowledge Base Microsoft sono un po' superficiali e comunque non spiegano esaustivamente il problema, che è legato a modifiche e aggiornamenti dei loro files di boot.

SCALE PARLANTI IMCARADIO MULTIGAMMA, 20-03-2010 Questo intervento è un po' OT rispetto al titolo della pagina, comunque ecco quanto:
avendo un IMCARADIO IF81 Multigamma III SERIE senza scale parlanti e avendo reperito un IMCARADIO IF871 Multigamma III SERIE con scale parlanti un po' sciupate dal tempo, mi sono adoperato per la riproduzione delle scale.
Qui di seguito metto a disposizione un file.pdf contenente le immagini di tutte 8 le scale a 400dpi di risoluzione e ottima qualità.
Suggerimenti di stampa: stampare senza far apportare adattamenti all'Acrobat Reader (versione 7 o superiore), stampare su foglio orizzontale in modo che il lato lungo della scala venga stampato parallelo al lato lungo della pagina. La scala stampata deve essere lunga circa 20,6cm.

SOSTITUZIONE VENTOLA DELL, 10-04-2009 Su di un Dell PIV 3000, slim desktop OPTIPLEX GX280, ho dovuto sostituire la ventola della CPU, della quale era mancante. Il connettore a 5 poli mi ha creato qualche difficoltà perché poche o inesistenti sono le informazioni che sono riuscito a trovare in rete. Alcune ditte vendono dei cavetti per adattare ventole comuni ma nessuno indica il corretto cablaggio.
La ventola originale ha la particolarità di essere comandata in PWM per la regolazione dei giri. Dunque fanno capo al suo connettore, il positivo di alimentazione, massa, segnale tachimetrico e ingresso comando PWM. Uno dei terminali del connettore è libero.
L'utilizzo di una ventiola più comune è possibile, lasciando inutilizzato il comando di regolazione della velocità. Nel mio caso avevo a disposizione una ventola tangenziale anch'essa ex DELL, ma con controllo termostatico integrato della velocità. Poiché quella ventola lavora ad un basso numero di giri, che aumenta gradualmente all'aumentare della temperatura, avevo il BIOS ad allertarmi dell'avaria (giri fuori range) ad ogni avvio. Ho ovviato aggiungendo una piccola ventola ausiliaria sul chipset, della quale ho sfruttato il segnale tachimetrico.


Da sx a dx: segnale tachimetrico, positivo, massa, nc, nc.
 
 

Visione ottimale di questa pagina con Mozzilla Firefox

Best experienced with Mozzilla's Firefox