Parallelismo
tra Debussy e Montale
La natura che Debussy ritrae in
molti dei suoi brani è pensata alla luce del ricordo, poiché la soggettività
impressionista è chiusa su se stessa e sembra galleggiare nel tempo infinito.
Debussy come realizza
tutto ciò? Innanzitutto il primo dei grandi artifici consiste nel privilegiare le
relazioni coloristiche all'interno della linea melodica, cioè più che la relazione fra
gli intervalli sembrano essere rilevanti le relazioni fra i colori, fra le tinte dei
suoni, questo in stretta analogia con ciò che fanno i pittori della scuola
impressionista. Quindi l'adozione della scala per toni interi, nell'ambito della struttura
armonica, conferisce alla musica di Debussy una sorta di ermetismo tonale in quanto la
tonalità viene nascosta con un velo opaco e onirico, come se fosse immersa in una
profondità marina.
Debussy pone in
discussione la tonalità in modo non traumatico, attraverso questo velo di sospensione
estatica e onirica. Volendo trovare un equivalente letterario di questa costellazione
musicale, è naturale pensare ad Eugenio Montale che con la raccolta "OSSI DI
SEPPIA" si avvicina allo statuto sintattico di Debussy.
Come Debussy, Montale è
considerato un ermetico nella forgia del suo linguaggio, per il frequente uso di
neologismi e per l'assunzione di idiomi gergali provenienti dal linguaggio marinaresco.
Anche Debussy presenta una
sorta di ermetismo " tonale " per l'adozione della scala per toni interi che
sospende la tonalità in modo indefinito. Come Debussy anche Montale attribuisce un valore
simbolico ed evocativo agli oggetti, alle piante o ai luoghi. Come Debussy anche Montale
coglie un linguaggio assolutamente nuovo, bruciando in un unico falò tanta cattiva e
retorica poesia. La natura per Montale è quella della costa ligure, dove egli trascorse
le estati della sua infanzia, che è caratterizzata da coste alte e scoscese, terrazzate
di vigne, macchie di ulivi, mare di scogli limpidissimo e profondo.
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Primo esempio:
confronto tra (Marezzo) e (Et
la lune descend sur le temple qui fut) .
By F. C.
Un esempio eloquente di questa affinità sintattica
e contemplativa fra Debussy e Montale è rappresentata dalla poesia Marezzo tratta da
"Ossi di Seppia" a cui seguirà un brano pianistico di Claude Debussy intitolato
"Et la lune descend sur le temple qui fut" e la luna discende sul tempio che fu.
Entrambe le composizioni presentano un ritmo a tratti cullante che inducono a un clima
espressivo di estatica intensità.
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Proseguendo il parallelismo Debussy -
Montale fra l'evocazione poetica e la contemplazione della natura con la lettura di
un'altra poesia: Portami il girasole. Da questa lirica montaliana promana il senso della
luce e vi è all'interno di questa poesia quasi un piccolo manifesto lirico
dell'impressionismo, infatti Montale scrive: (
) tendono alla chiarità le cose
oscure, si esauriscono i corpi in un fluire di tinte: queste in musica. Ora tali parole
possono essere prese come una piccola epifania lirica della contemplazione della coscienza
impressionistica. Ascoltiamo "Portami il
girasole" a cui farà seguito il brano pianistico, tratto da Image, "Riflessi nell'acqua".
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Restiamo
ancora all'interno dell'intensa atmosfera mediterranea con un'altra coppia di ascolti,
sempre nel parallelismo stringente fra Montale e Debussy. Ci veniamo a trovare ora in un
contesto impalpabile. La poesia di Montale "Non rifugiarti nell'ombra
"
pone l'accento ancora sulla luce, la luce quasi ubriacante del meriggio estivo, che viene
vissuta come elemento catartico, allo stesso tempo come di oblio e di salvezza. Dal canto
suo il brano etereo e astratto di Debussy intitolato: Les sons et
les parfums tournent dans l'air du soir, s'incentra sui suoni e i profumi che
pervadono l'aria in una lunga sera d'estate. Immergiamoci dunque in questa impalpabile
evocazione di luce, di suoni, di profumi della natura.
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Ossi di
seppia s'incentra su un paesaggio insieme aspro e severo, in cui i giardini ombrosi
cintati da siepi di pitosfori si alternano ai muri a secco che racchiudono i poderi dei
contadini. A tali luoghi Montale dedica un inno e un canto d'amore con la poesia Riviere a cui farà seguito Cloches a travers
les feuilles (campane attraverso le foglie).
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Come Montale percepisce le sue riviere
evocandole attraverso la vegetazione tipica di quei luoghi, così le campane evocate da
Debussy risuonano da lontano attraverso le foglie di un bosco o di un giardino. |