IL R.CT. "LAMPO" (2°)

Classe "Freccia" (seconda serie)

Il R.Cacciatorpediniere " LAMPO" (2°)

 

Motto: "FULGUR IN HOSTEM"

(Come folgore contro il nemico)

Sigla: LP

GENERALITA'

Cacciatorpediniere della classe "Freccia" che comprendeva le seguenti Unità: FRECCIA (2°) - DARDO (2°) - STRALE (3°) SAETTA (prima serie) e BALENO - FOLGORE - LAMPO (2°) - FULMINE (2°) (seconda serie).

Il progetto dei "Freccia" fu elaborato dalla Ditta Odero. In questi caccia, vennero preminentemente potenziati la velocità, l'autonomia e l'armamento con l'adozione di cannoni più moderni ed efficaci.

Nel complesso questi caccia, pur non fornendo le prestazioni che il progetto aveva lasciato presupporre, rappresentarono comunque un'utilissima esperienza per la costruzione di nuovi cacciatorpediniere che, una volta eliminati gli inconvenienti presentati, misero in evidenza le caratteristiche positive che indubbiamente ebbero. Fra queste, l'ottima manovrabilità, la ben equilibrata distribuzione dell'armamento, la robustezza della costruzione, l'esistenza di un solo fumaiolo, una linea sgombra, sobria ed armonica.


CARATTERISTICHE

Lunghezza:

96,05 mt.

Larghezza:

9,30 mt.

Immersione:

4,51 mt (a pieno carico)

Dislocamento:

1920 tonn. (a pieno carico)

Apparato Generatore:

3 caldaie Express (tipo R. Marina)

Appar. Motore:

Turbine Belluzzo da 44.000 HP di potenza e n° 2 eliche

Velocità:

38 nodi

Combustibile:

530 tonn. di nafta

Autonomia:

3600 miglia a 12 nodi - 1500 a 24 nodi - 640 a 32,5 nodi

Armamento:

n° 4 cannoni da 120/50 binati

n° 6 Lancia siluri da 533 trinati

n° 2 mitragliere da 40/39 singole

n° 4 mitragliere da 13,2 binate poi sostituite con n° 6 mitragliere da 20/65 binate

n° 2 mitragliere da 20/65 singole

n° 2 obici da 120/15 per il tiro illuminante

sistemazioni per la posa di campi minati.

Nel corso della Guerra furono dotati anche di due lanciabombe antisommergibili.

Equipaggio:

156 uomini (dei quali n° 6 ufficiali)

 

ATTIVITA'

Il R. CT. "LAMPO" venne assegnato all' 8^ Squadriglia CT ed operò con essa per tutta la durata del suo servizio.

Nel periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale il caccia effettuò intensa attività addestrativa di Squadra, partecipando alle operazioni militari in Spagna nell'autunno del 1936.

Il 23 novembre 1938 nel corso di una esercitazione addestrativa, entrò in collisione con l'incrociatore Pola riportando gravi avarie nella parte prodiera con la perdita di alcuni uomini dell'equipaggio. Conseguentemente rimase ai lavori fino al 22 maggio 1939.

Successivamente partecipò ad alcune crociere per gli allievi delle Scuole CREM.

Durante il Secondo Conflitto Mondiale, il Lampo effettuò complessivamente 137 missioni (62 di scorta, 10 di azioni di caccia antisom, 3 per intercettazione di forze navali nemiche) percorrendo 36.651 miglia.

Il giorno 16 aprile 1941, alle ore 02.10 circa, a miglia 6,5 dalle secche di Kerkenah (golfo di Gabes, Tunisia) il Lampo con altri due CT (Tarigo e Baleno) scortava da Napoli a Tripoli un convoglio di cinque piroscafi. Il convoglio fu avvistato col radar da quattro CT inglesi che in piena sorpresa attaccarono al buio aprendo il fuoco. Nella mischia che ne seguì, i caccia italiani reagirono al fuoco come poterono. Il Lampo, al comando del Capitano di Corvetta E. Marano, in coda alla formazione potè sparare alcune salve e lanciare qualche siluro ma fu subito colpito nelle caldaie ed incendiato. Portato in bassi fondali sulle secche di Kerkenah ed allagati i depositi munizione affondò adagiandosi sul fondo.

Particolare del R.CT. LAMPO dopo il recupero

 

Tra l' 8 e l' 11 agosto 1941 venne recuperato. Rimorchiato a Palermo e successivamente a Napoli, La Spezia e Genova, rimase in bacino per grandi lavori dal 21 settembre 1941 al 18 maggio 1942. Dopo le riparazioni riprese servizio.

Il R.CT. LAMPO fotografato a Genova nel maggio 1942, al termine dei lavori di riparazione

 

Il 30 aprile 1943 proveniva da Trapani diretto a Tunisi con un carico di munizioni per le truppe operanti in Tunisia. Durante la navigazione subì due successivi attacchi di aerei nemici che con il lancio di bombe provocarono lo scoppio di una parte delle munizioni, l'incendio della nave ed il suo affondamento alle ore 19,12 circa, nel punto a miglia 6 per 180° da Ras Mustapha (Tunisia).

Il 16 aprile 1941, come si è detto, il "Lampo" si era arenato sulle secche di Kerkenah restandovi oltre due mesi con il suo equipaggio di morti. A dar loro sepoltura nel mare fu inviata il 4 luglio la nave ospedale Epomeo. Si trascrive in parte quanto descrisse un testimone della nave ospedale:

"Il vento del deserto aveva cosparso il Lampo di sabbia, i piovaschi l'avevano battuto lavando la patina rossigna; il mare polverizzato dai frangenti ... aveva imbevuto di salmastro quei corpi di marinai aggrappati ai cannoni ed alle mitragliatrici; il sole li aveva prosciugati; l'acre salsedine della Piccola Sirte ... e l'alito del mare avevano preservato quelle membra giovani come in un sonno letargico .... Quei corpi di marinai sembravano ancora vivi quando, alle prime luci dell'alba, l'Epomeo venne ad ancorarsi più vicino e gli sguardi si fissarono su quella nave affascinante. I cannoni erano puntati ancora verso il largo, com'erano rimasti dopo l'ultima salva; nella torretta di poppa sei cannonieri stavano ancora uniti in un gruppo serrato; sull'alto della plancia un biondo ricciuto, dal viso intatto, stringeva la canna della sua mitragliatrice; un sergente e tre siluristi erano accanto ai tubi di lancio. Sparsi dovunque i resti di corpi straziati e mutilati.

Una squadra d'infermieri e marinai e un ufficiale medico trasbordarono sul Lampo. Ispezionarono il ponte di coperta, le plance ed i locali interni; salutarono commossi quelle salme rimaste ai loro posti, tra le lamiere squarciate e i rottami dispersi, e iniziarono l'opera pietosa, cercando di radunare quel che rimaneva dei corpi dilaniati e confusi dalla violenza del combattimento. Poi le salme vennero rimosse ed allineate in coperta per il riconoscimento; qualcuna fece resistenza come se volesse stare ancora la suo posto; alcuni corpi aderivano sulle lamiere come se vi fossero saldati e confusi in una comunione ostinata; furono quasi staccati per forza dal ferro della nave.

Tutta la giornata passò prima che l'ultimo fosse allineato sotto il cielo a fianco degli altri. Al tramonto i sacchi furono chiusi; ognuno ebbe un peso perché affondasse rapidamente e così vennero portati al largo per la immersione con gli onori militari e con un breve rito religioso.

Allora il Lampo rimase solo e deserto sulla secca di Kerkenah. Oramai non era più che un relitto di nave. Il suo equipaggio errava nel cimitero azzurro dove tanti altri marinai riposavano già, lontani dalle frenetiche competizioni, nella quiete profonda dove la vita si rinnova in creature meravigliose.... La pace è con loro e con tutti gli altri, alleati ed avversari, di ogni stirpe e d'ogni lingua, d'ogni fede e d'ogni bandiera".

I Caduti del "Lampo" raccolti sulla Nave Ospedale Epomeo

I Caduti del "Lampo" sepolti in mare alle Secche di Kerkenah

Tutti siamo qui nelle onde che si frangono ai tuoi piedi e vogliamo essere intesi. Vogliamo che altri vengano a cercarci e che ci ascoltino nelle voci del Mare. Vogliamo che di noi parlino ai figli e questi ai figli loro e ai figli dei loro figli, finche' tutti siano capaci d'intendere il Messaggio divino che fu annunciato e ripetuto tante volte ai mortali e tante volte disperso nelle inutili passioni.

 

Il Lampo era stato costruito dai Cantieri Partenopei di Napoli.

Impostato nel 1930, fu varato nel 1931 e consegnato nel 1932.

Venne ufficialmente radiato dai Ruoli della Marina Militare il 18.10.1946.

Questa pagina è dedicata alla Memoria

del nostro Concittadino

Valerio VALLERI

2° Capo S.D.T.

scomparso il 30 aprile 1943 nell'affondamento del R.C.T Lampo

 

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