IL R. CACCIATORPEDINIERE

"LUCA TARIGO"

Classe "Navigatori" - (già classificato Esploratore Leggero)

Questa pagina è dedicata al nostro Concittadino

Espedito FANTASIA

Tenente del Genio Navale e vicedirettore di macchina

caduto sul R. CT. "Luca TARIGO" il 16 aprile 1941

decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare "alla Memoria"

 

Il R.CT. "TARIGO", prima di affondare, silura ed affonda il CT. britannico "MOHAWK" nella ricostruzione in un dipinto di R. Claudus

 

 IL R. CACCIATORPEDINIERE "LUCA TARIGO"

Motto: "A VOGA ARRANCATA, A SPADA TRATTA"

Sigla distintiva sulla prora: TA

GENERALITA'

Esploratore leggero della classe "Navigatori" o "Tarigo" (composta da 12 Unità: Tarigo - Malocello - Pancaldo - Da Noli - Vivaldi - Usodimare - Pessagno - Da Recco - Zeno - Da Verrazzano - Da Mosto - Pigafetta).

L'unità venne intitolata all'audace navigatore genovese Luca Tarigo che nel 1347 risalì il Don su una fusta, speciale tipo di naviglio sottile a remi e basso di fondo. Dopo aver raggiunto il Mar Caspio, il Tarigo ridiscese nel Mar Nero lungo il Volga.

Dal 1938 fu classificato, con i gemelli di classe, cacciatorpediniere.

Costruito nei Cantieri Ansaldo di Genova Sestri, venne impostato il 14/7/1927, varato il 9/12/1928 e consegnato il 16/11/1929.

Affondato il 16/4/1941 venne ufficialmente radiato dai ruoli del Naviglio Militare il 18/10/1946.

Le Unità della classe "Navigatori", al loro apparire suscitarono entusiasmi, critiche e polemiche accese in quanto racchiudevano in se pregi e difetti. Comunque i difetti, una volta ovviati, non furono tali da impedire a queste dodici Unità di compiere un'attività brillantissima sia in pace che in guerra. Furono infatti fra le unità che ebbero al loro attivo il maggior numero di miglia percorse.

La classe "Navigatori" aveva le seguenti caratteristiche iniziali

Dislocamento: 2605 tonn. (a pieno carico)

Lunghezza: 107,28 mt. - Larghezza: 10,2 mt. - Immersione: 4,2 mt (a pieno carico)

Apparato generatore: 4 caldaie Tipo Odero a tubi d'acqua con surriscaldatore e con una scorta di combustibile di 580 tonn. di nafta

Apparato motore: 2 Turbine Parsons da 55.000 HP di potenza e n° 2 eliche a tre pale

Velocità massima: 38 nodi

Autonomia: 3800 miglia a 18 nodi e 800 miglia a 36 nodi

Armamento:

L'equipaggio era formato da 173 uomini (dei quali n° 9 ufficiali)

I dati sopra riportati si riferiscono alle unità al momento in cui entrarono in servizio. In seguito furono sottoposte a diversi cicli di trasformazione che ne variarono linea e caratteristiche.

Gli esploratori "TARIGO, "PANCALDO" e "DA NOLI" ripresi durante una cerimonia il 23/3/1930. Notare le pesanti sovrastrutture a tre piani contenenti le plance comando (poi modificate)

 

ATTIVITA'

Dopo la consegna alla Marina Militare eseguì un breve periodo di addestramento al termine del quale dovette ritornare in cantiere per lavori finalizzati al miglioramento della stabilità e delle qualità nautiche. Al termine, passò a far parte del 1° gruppo della Divisione Leggera.

Partecipò (1/12/1930) alla lunga crociera atlantica in appoggio alla prima trasvolata Italia-Brasile, rientrando a Gaeta il 18/3/1931. L'8 dicembre dello stesso anno, insieme ad altre sette unità gemelle, ricevette a Genova la Bandiera di Combattimento offerta dal quel Comune.

Negli anni successivi effettuò intensa attività di squadra partecipando alle principali esercitazioni ed effettuando diverse crociere in porti esteri del Mediterraneo.

Dal 1937 al 1938 partecipò attivamente alle operazioni militari durante la guerra civile spagnola, impiegato principalmente in operazioni di scorta e trasporto truppe italiane che andavano in appoggio alle forze nazionaliste. Fu a Cadice, a Tangeri, Ceuta, Malaga e nel 1938 stazionario a Palma di Maiorca.

Nel 1938 venne declassato a cacciatorpediniere ed assegnato alla 14a. Squadriglia CC.TT. Nel 1939 operò nello stretto di Gibilterra, con base a Tangeri in qualità di stazionario.

Rientrato in Italia, fu qualche mese nel Tirreno per poi essere trasferito, nel dicembre 1939 a Rodi, aggregato alla 16a. Squadriglia del Comando Forze Navali dell'Egeo.

Il "TARIGO" in una foto del 1939

Vi rimase fino ad aprile 1940; rientrò quindi alla Spezia e, passato in riserva, si trasferì a Livorno, dove venne sottoposto a grandi lavori di trasformazione e ammodernamento presso i cantieri O.T.O nel periodo 6 maggio/10 agosto 1940.

Il "TARIGO" fotografato nella darsena del cantiere O.T.O. di Livorno nel mese di Luglio 1940, al termine dei lavori di trasformazione

Il complesso binato centrale del "TARIGO" durante il periodo bellico. In primo piano l'impianto trinato lanciasiluri.

 

L'Italia nel frattempo era entrata in guerra e la Marina operava intensamente nel Canale di Sicilia. Il "Tarigo", dopo alcune uscite da La Spezia per prove ed esercitazioni, iniziò il suo breve, intenso periodo bellico rientrando a far parte della 14a. Squadriglia.

L'unità, facendo base a Palermo e Trapani, incominciò ad effettuare principalmente scorte a convogli rapidi per trasporto truppe sulla rotta Napoli - Palermo - Tripoli.

L'ultima missione prese il via da Napoli nella tarda sera del 13 aprile 1941. Il convoglio (denominato "Tarigo" dall'unità capo scorta) diretto a Tripoli era composto da quattro piccoli mercantili tedeschi (Adana, Arta, Aegina, Iserlhon) e da una motonave italiana (Sabaudia); la scorta era composta dai CC.TT. Lampo, Baleno e Tarigo come capo scorta, al comando del C.F. Pietro De Cristofaro.

Dopo due giorni di navigazione, alle 2.10 del 16 aprile, la formazione mentre transitava nei pressi della boa n° 3 delle Secche di Kerkenah (Golfo di Gabes), fu avvistata di poppa col radar dai CC.TT. britannici Jervis, Nubian, Mohawk, Janus e sottoposta ad un improvviso intenso cannoneggiamento. Il combattimento assunse subito un carattere di mischia confusa.

Il Lampo ed il Baleno sono immediatamente immobilizzati alle prime salve. Anche i mercantili vengono colpiti: il Sabaudia, carico di munizioni, pochi minuti dopo il primo colpo, salta in aria; due piroscafi tedeschi (Aegina ed Iserlhon) si incendiano ad affondano e gli altri due (Arta e Adana), gravemente danneggiati, si arenano su bassi fondali.

Il Tarigo, navigando in testa al convoglio, era stato l'ultimo ad entrare in azione. Proprio mentre cercava di invertire la rotta, viene investito dalle salve nemiche subendo gravi avarie. Timone e centrali di tiro sono resi inutilizzabili mentre lo scafo presenta ampi squarci e molte armi sono messe fuori uso. Il comandante De Cristofaro ha la gamba destra asportata dalla prima salva. Le salve successive distruggono il complesso prodiero che sparava con una sola canna, appiccano il fuoco alla plancia, fanno scoppiare le riservette, sconvolgono le macchine distruggendo la caldaia n° 3, schiantano uno dei complessi lanciasiluri.

La nave si fermò. Il Direttore di macchina, cap. G.N. Luca Balsofiore, gravemente ferito ed accecato da un colpo al viso, si fece condurre dal Comandante forse per dirgli che sulle macchine non si poteva più contare, forse per morirgli accanto.

Approfittando di un attimo di tregua, il S.T.V. Ettore Bisagno, raccolti alcuni marinai siluristi feriti e sanguinanti, nonostante la nave fosse in condizioni di imminente affondamento, riuscì a far lanciare tre siluri dal complesso ancora intatto contro l'unità nemica più vicina. La punteria ed il brandeggio furono effettuati a mano dal Sottocapo Silurista Adriano Marchetti, che andrà poi a fondo con la nave.

Tre siluri scattarono dal moribondo Tarigo andando a colpire il CT. Mohawk che, squarciato, fu visto affondare. Il Comandante De Cristofaro, con il moncherino fasciato alla meglio con un camisaccio da marinaio, potè assistere alla fine dell'unità nemica. 

Il CT. britannico "MOHAWK" affondato dal "TARIGO", ripreso nel 1939

 

Una nuova scarica di colpi si abbattè sul "Tarigo" agonizzante. L'unità sbandava ormai pericolosamente ed il Comandante diede ordine di abbandonarla.

Sfidando il fuoco, che aveva invaso la parte centrale della coperta, il più giovane degli ufficiali di bordo riuscì a prendere il cofanetto in cui era custodita la Bandiera di combattimento e lo portò con sé salvando il vessillo. Messi in mare i pochi battelli di salvataggio ancora intatti, furono fatti imbarcare i feriti ed i pochi superstiti.

Alle ore 03.00 il R. CT. "Luca Tarigo" compì il suo destino inabissandosi nel punto metri 500 a sud della boa n° 3 delle secche di Kerkenah.

Gli Ufficiali caduti sul "Tarigo" sono elencati in una lapide posta nella Cappella dell'Accademia Navale Militare di Livorno:

DE CRISTOFARO Pietro

MILIOTTI Mauro

RADAELLI Dante

MINGUZZI Luigi

ARIOLI Arnaldo

GIUSTINI Virgilio

BALSOFIORE Luca

FANTASIA Espedito

 

Il Comandante, C.F. Pietro De Cristofaro, ed il suo Direttore di Macchina, Capitano G.N. Luca Balsofiore, vennero decorati con Medaglia d'Oro al Valor Militare "alla memoria".

C.F. Pietro De Cristofaro

Medaglia d'Oro al Valor Militare

Cap. G.N.(D.M.) Luca Balsofiore

Medaglia d'Oro al Valor Militare

 

Degli ufficiali, rimasti a bordo finchè la nave non affondò, soltanto tre sopravvissero all'affondamento: il S.T.V. Ettore Bisagno, il G.M. Domenico Balla ed il S.T. Spartaco Amodio. Balla fu l'unico che sopravvisse alla guerra.

Ettore Bisagno, il siluratore del cacciatorpediniere inglese "Mohawk", fu poi assegnato ai MAS operanti nel Mar Nero e morì il 21 giugno 1942 a Sebastopoli dopo essere stato ferito gravemente in azione di guerra sul MAS 571 del Comandante Francesco Mimbelli (medaglia d'oro e futuro Capo di Stato Maggiore della Marina).

S.T.V. Ettore Bisagno

Medaglia d'Oro al Valor Militare

 

Bisagno, già decorato di Medaglia d'Argento al V.M. per l'azione sul "Tarigo", venne quindi decorato di Medaglia d'Oro al V.M. (alla memoria).

Il R. CT. "Luca Tarigo" in guerra aveva percorso 18.000 miglia effettuando 30 missioni di guerra consistenti in scorta convogli, posa sbarramenti torpedini, e intercettazioni convogli nemici.

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Alcuni degli Ufficiali del Tarigo ripresi con la loro "mascotte".

La fotografia, scattata durante una sosta a Palermo dell'Unità, è stata gentilmente concessa dalla Famiglia Fantasia - Fronzuto.

In piedi da sinistra: il Cap. Luca BALSOFIORE, Direttore di Macchina, il T.V. CECCHI (sbarcato dal Tarigo poco prima dell'ultimo viaggio) e il Ten. Espedito FANTASIA, Vice Direttore di Macchina.

In ginocchio da sinistra, con il cagnolino-mascotte: il S.T.V. Luigi MINGUZZI, il G.M. Domenico BALLA ed il S.T. Spartaco AMODIO.

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La Bandiera di Combattimento del Regio CT. "Luca Tarigo" conservata al Sacrario delle Bandiere al Vittoriano

 

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