IL REGIO INCROCIATORE
"BARTOLOMEO COLLEONI"
Incrociatore leggero Classe "Condottieri" - Tipo "Di Giussano"
N° 4 Unità (Alberto di Giussano - Alberico da Barbiano - Bartolomeo Colleoni - Giovanni delle Bande Nere)
Motto
: "VELOCE E VEEMENTE"
Il Regio Incrociatore Bartolomeo COLLEONI ripreso a Venezia il 22 aprile 1934 |
Questa pagina è dedicata al nostro concittadino Cosmo MACERA, superstite del COLLEONI e Medaglia di Bronzo al Valor Militare a Capo Spada, ed alla Memoria di tutti i suoi Compagni che non sono tornati. |
GENERALITA'
Nel 1926, la Marina Italiana, per fronteggiare il nuovo indirizzo di costruzioni impostato dalla Marina Francese (consistente nella realizzazione di grossi cacciatorpediniere veloci e potentemente armati), studiò un nuovo tipo di unità con armamento e velocità superiore a quello dei normali cacciatorpediniere ma sacrificando in modo pressoché totale la protezione.
Queste unità di nuova concezione, realizzate in una prima serie di quattro navi, vennero classificate Incrociatori leggeri.
Lo scafo di queste unità presentava forme abbastanza slanciate, con prora poco pronunciata e poppa arcuata. Oltre ai due ponti continui di coperta e di primo corridoio, presentavano un ponte parziale di secondo corridoio. Inferiormente a quest'ultimo, un copertino stagno parziale; un castello a prua, una tuga centrale in proseguimento del castello ed una tuga poppiera.
Il Colleoni ripreso a Venezia presumibilmente nella stessa occasione della precedente fotografia |
Le torri prodiere del R. Incrociatore Colleoni |
Il Colleoni mentre attraversa il Canale navigabile di Taranto, sempre durante gli anni '30 |
Le navi avevano due fumaiuoli a sezione ovale ed erano fornite di un albero tetrapode contornato dal ponte di comando, a proravia del fumaiuolo prodiero, e di un albero a poppavia dell'altro fumaiuolo. A ridosso dell'albero di poppa era sistemata la stazione secondaria di tiro e lancio.
Sotto il ponte di comando era sistemato un hangar capace di ospitare due idrovolanti ad ali ripiegabili, lanciabili da una catapulta prodiera non brandeggiabile, fissata in coperta sull'asse longitudinale dell'unità.
Queste unità erano provviste di un solo timone poppiero parzialmente compensato con agugliotto di guida a metà altezza e fissato allo scafo.
Altra bella immagine del R. Incrociatore Bartolomeo Colleoni |
I quattro "di Giussano" risultarono unità molto leggere e vulnerabili. La loro protezione era stata studiata tenendo conto del tipo di munizionamento in uso presso le varie Marine del tempo su unità similari e non prevedendo l'impiego in combattimento contro incrociatori più protetti e meglio armati. Anche la capacità di reazione balistica dei "di Giussano" poteva essere dannosamente influenzata con mare agitato.
Alla prova dei fatti (
Battaglia di Capo Spada) rivelarono la loro fragilità contro l'incrociatore Sydney e contro gli stessi caccia inglesi armati con 120 mm.
Costruzione: |
Cantieri Ansaldo GENOVA |
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Impostato: |
21 giugno 1928 |
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Varato: |
21 dicembre 1930 |
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Completato: |
10 febbraio 1932 |
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Affondato: |
19 luglio 1940 |
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Radiato: |
18 ottobre 1946 |
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Lunghezza: |
fuori tutto 169,3 m ; fra le perpendicolari 160 m |
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Larghezza: |
15,5 m |
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Immersione: |
5,1 m (carico normale) |
5,3 m (a pieno carico) |
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Dislocamento: |
5252 t. (standard) |
6571 t. (car.norm) |
6954 t. (pieno car.) |
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Appar. Motore: |
6 caldaie a tubi d'acqua tipo Yarrow - Ansaldo con surriscaldatori e 2 gruppi di turbine Belluzzo con riduttori ad ingranaggi; due eliche a tre pale in bronzo, tipo Scaglia, del diametro di m. 4,40 |
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Potenza: |
95.000 hp |
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Velocità: |
36,5 - 37 nodi |
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Combustibile: |
1150 t. nafta (carico normale) e 1250 (a pieno carico) |
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Autonomia: |
970 miglia a 36 nodi; 3800 a 18 nodi |
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Protezione: |
Orizzontale: max 20 mm; verticale max 24 mm. Artiglierie: (torri calibro principale) 23 mm. Scudi medi calibri 8 mm Torrione: max 40 mm. |
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Armamento: |
8 cannoni da 152/53 mm (in 4 torri); 8 mitragliere c.a. da 13,2 mm; attrezzature per la posa di campi minati; |
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Equipaggio: |
19 ufficiali + 488 sottufficiali e marinai |
ATTIVITA'
Preso in consegna dalla Marina il 10 febbraio 1932, l'incrociatore Bartolomeo Colleoni partecipò alla normale attività della Flotta, sino al novembre 1938, data in cui lasciò l'Italia essendo destinato a sostituire l'incrociatore Raimondo Montecuccoli nel servizio di stazionario in Estremo Oriente.
Partito dalla Spezia il 16 novembre 1938, il Colleoni raggiunse Shanghai il 23 dicembre successivo dopo aver sostato a Napoli, Port Said, Suez, Massaua, Colombo ed Hong Kong. Durante la sua permanenza in Estremo Oriente visitò Tsingtao, Chefoo, Chingwantao, Dairen, Kobe, Yokohama, Nagasaki, Wei-Hai-Wei, Petaiho.
Apertosi il 1° settembre 1939, con l'attacco della Germania alla Polonia, il secondo conflitto mondiale, il Colleoni ricevette ordine di rimpatriare mentre in data 1° ottobre 1939 il Comando Superiore Navale in Estremo Oriente si trasferiva dal Colleoni sulla nave Lepanto. Lo stesso 1° ottobre l'incrociatore lasciò Shanghai, e dopo aver toccato Singapore, Colombo e Massaua, giunse a Gaeta il 28 ottobre.
Al rientro dall'Estremo Oriente il Colleoni (Capitano di Vascello Catalano Gonzaga di Cirella) fu assegnato alla Seconda Squadra costituendo la Seconda Divisione (Ammiraglio di Divisione Carlo Cattaneo) insieme col Bande Nere.
Nel corso della sua breve attività bellica (10 giugno - 19 luglio 1940) il Colleoni effettuò 6 missioni di guerra: 3 per ricerca di navi nemiche; 2 per protezione di convogli, 1 per posa di mine.
Percorse in navigazione di guerra 3.515 miglia per un totale di 166 ore di moto, consumando 2.600 tonnellate di nafta.
L'Incrociatore Bartolomeo COLLEONI in navigazione di guerra |
La prima uscita in mare dell'incrociatore avvenne il giorno stesso della dichiarazione di guerra dell'Italia per proteggere un'operazione di posa di mine nel Canale di Sicilia. Dal 2 al 4 luglio il Colleoni partecipò alla scorta indiretta di un convoglio (piroscafo Esperia e motonave Victoria) partito da Tripoli per Napoli.
Fra il 6 e l'8 luglio, mentre l'intera Squadra era in mare e si preannunciava imminente uno scontro con la Mediterranean Fleet (Punta Stilo), il Colleoni, insieme col Bande Nere, con la Decima Squadriglia Cacciatorpediniere e con la Quarta Torpediniere, assicurò la scorta ad un convoglio formato dai piroscafi Esperia, Marco Foscarini, Vettor Pisani e Calitea, diretto da Napoli a Bengasi.
Condotta a termine la missione la Seconda Divisione fu dislocata a Tripoli. Dopodichè, Supermarina decise che gli incrociatori si trasferissero alla base di Lero, nel Dodecaneso, dopo aver eseguito il bombardamento di Sollum. La sera del 17 luglio la Seconda Divisione (Ammiraglio di Divisione Ferdinando Casardi) lasciò Tripoli, dopo aver ricevuto l'ordine di dirigere direttamente per l'Egeo senza effettuare la prevista azione di fuoco contro Sollum.
Nella mattinata del 19, mentre il Colleoni (Capitano di Vascello Umberto Novaro) ed il Bande Nere si trovavano a poco più di sei miglia da Capo Spada (isola di Creta), vennero intercettati da una formazione navale britannica costituita dall'incrociatore Sydney e da cinque cacciatorpediniere. Ne scaturì un violento combattimento nel corso del quale il Colleoni venne ripetutamente centrato dal tiro nemico.
L'Incrociatore Colleoni in preda alle fiamme, poco prima dell'affondamento |
Colpito gravemente nell'opera viva e con incendio a bordo, l'incrociatore rimase immobilizzato alla mercé del nemico. Venne finito dai siluri dei cacciatorpediniere Hyperion ed Ilex. Scomparve alle ore 09.00, a circa 6,4 miglia da Capo Spada.
Cap. Vasc. Umberto NOVARO Medaglia d'Oro al V.M. |
Il Comandante C.V. Umberto Novaro fu raccolto in mare gravemente ferito. Morì il 23 luglio ad Alessandria d'Egitto e fu seppellito dagli Inglesi con gli onori militari e solenni onoranze funebri. Le sue spoglie riposano nel Cimitero Militare Italiano di El Alamein. Alla Memoria del Comandante Novaro fu decretata la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
DISTINTIVO PER LUNGA NAVIGAZIONE IN GUERRA SUGLI INCROCIATORI
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