GESU' DI NAZARETH Io sono la Via, la Verità e la Vita (Gv. 14,6) |
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ALTRI SITI DI Pietrelcina la cittadella natale di Padre Pio Centro Volontari della Sofferenza Questo sito è stato pubblicato il 1° aprile 2000 Registrati e partecipa anche Tu
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Senza Gesù di Nazareth non vi
sarebbe il Cristianesimo e la Storia umana sarebbe priva di quella componente
etica che l'ha indirizzata ad un fine di bene. Senza di Lui, I due
polmoni del mondo cristiano, quello occidentale e quello orientale, non
avrebbero respirato l'aria rigeneratrice di un messaggio che i discepoli di
Gesù dicono ispirato direttamente da Dio, e che, non si può negare, ha
toccato profondamente la vita di miliardi di esseri umani fino a cambiare, in
positivo, il corso stesso della Storia. Gesù ha influenzato,
con la sua vicenda storica, l'arte, la cultura, la politica, il sociale, la
poesia, il sentire intimo di ogni uomo, specialmente dell'uomo che, di fronte
ai grandi interrogativi dell'esistenza, come il dolore e la morte, guarda a
Lui come Colui che si fa risposta, che indica una via, che dona la pace, che
si fa amore e riposo. Si è vero: Gesù è
stato oggetto di avversione dalla sua nascita alla morte, dopo la
morte. Tuttora il suo nome è oggetto di sentimenti diversi e contrapposti. Ma
nessuno ha saputo parlare come Lui ha parlato; nessuno ha saputo agire, come
Lui ha agito; nessuno ha saputo operare come Lui ha operato, nessuno ha
saputo donare sé stesso, come Lui ha fatto. Il suo messaggio, la
sua Parola, ancora oggi, a duemila anni di distanza, conserva il suo fascino
originario. I suoi rapporti con
l'umanità, con i poveri, i ricchi, i deboli, i potenti, con chi soffre e chi
è nel gaudio, sono divenuti "l'emblema della perfezione
morale". "Nessuno ha
osato dire ciò che Lui ha detto, di essere <<Figlio di Dio>>;
nessuno ha avuto una storia pari alla sua. La sua persona e il suo messaggio
hanno influenzato le stesse grandi religioni del mondo. Le sue parole in
particolare non hanno eguali. Si è potuto affermare che in Gesù la parola ha
raggiunto il massimo della sua intensità e capacità espressiva: si pensi al
discorso della Montagna o alle parabole del Regno. Forse anche per questo i
discepoli l'hanno salutato come il Lògos, la parola divina diventata carne
per comunicarsi agli uomini. Dall'alto dei suoi duemila anni quella parola continua a interpellare. Il 22 ottobre del 1978, dal luogo stesso in cui è la tomba di Simon Pietro, che fu il <<primo>> dei discepoli di Gesù, Giovanni Paolo II ha lanciato al mondo l'appello: (Aprite le porte a Cristo, non abbiate paura)" (Piero Rossano, Il Protagonista, Storia di Gesù Rizzoli, volume primo, pagg. VII-VIII).
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