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Questo sito è stato pubblicato   il 1° aprile 2000



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   Senza Gesù di Nazareth non vi sarebbe il Cristianesimo e la Storia umana sarebbe priva di quella componente etica che l'ha indirizzata ad un fine di bene.  Senza di Lui, I due polmoni del mondo cristiano, quello occidentale e quello orientale, non avrebbero respirato l'aria rigeneratrice di un messaggio che i discepoli di Gesù dicono ispirato direttamente da Dio, e che, non si può negare,  ha toccato profondamente la vita di miliardi di esseri umani fino a cambiare, in positivo, il corso stesso della Storia.

   Gesù ha influenzato, con la sua vicenda storica, l'arte, la cultura, la politica, il sociale, la poesia, il sentire intimo di ogni uomo, specialmente dell'uomo che, di fronte ai grandi interrogativi dell'esistenza, come il dolore e la morte, guarda a Lui come Colui che si fa risposta, che indica una via, che dona la pace, che si fa amore e riposo.

   Si è vero: Gesù è stato oggetto di avversione  dalla sua nascita alla morte, dopo la morte. Tuttora il suo nome è oggetto di sentimenti diversi e contrapposti. Ma nessuno ha saputo parlare come Lui ha parlato; nessuno ha saputo agire, come Lui ha agito; nessuno ha saputo operare come Lui ha operato, nessuno ha saputo donare sé stesso, come Lui ha fatto.

   Il suo messaggio, la sua Parola, ancora oggi, a duemila anni di distanza, conserva il suo fascino originario.

  I suoi rapporti con l'umanità, con i poveri, i ricchi, i deboli, i potenti, con chi soffre e chi è nel gaudio, sono divenuti "l'emblema della perfezione morale".

   "Nessuno ha osato dire ciò che Lui ha detto, di essere <<Figlio di Dio>>; nessuno ha avuto una storia pari alla sua. La sua persona e il suo messaggio hanno influenzato le stesse grandi religioni del mondo.

   Le sue parole in particolare non hanno eguali. Si è potuto affermare che in Gesù la parola ha raggiunto il massimo della sua intensità e capacità espressiva: si pensi al discorso della Montagna o alle parabole del Regno. Forse anche per questo i discepoli l'hanno salutato come il Lògos, la parola divina diventata carne per comunicarsi agli uomini.

   Dall'alto dei suoi duemila anni quella parola continua a interpellare. Il 22 ottobre del 1978, dal luogo stesso in cui è la tomba di Simon Pietro, che fu il <<primo>> dei discepoli di Gesù, Giovanni Paolo II ha lanciato al mondo l'appello: (Aprite le porte a Cristo, non abbiate paura)" (Piero Rossano, Il Protagonista, Storia di Gesù Rizzoli, volume primo, pagg. VII-VIII).


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