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CKC Adda Nord

di Luca Di Paola

Parlare di canoa nel bel mezzo di attività riguardanti la montagna potrebbe portare a chiedersi: "Ma cosa c'entra la canoa con la montagna?".

Eppure basterebbe fare un semplice ragionamento: per effettuare una discesa in canoa servono una pendenza, più o meno accentuata, e l'acqua che quasi tutti gli appassionati di montagna preferiscono allo stato solido, sotto forma di ghiaccio o neve. Normalmente, buco dell'ozono a parte, questo primario elemento è allo stato liquido e a noi canoisti piace così, anzi più è liquido è meglio e, se si emulsiona con un poco di aria e si increspa di bianco, il divertimento è assicurato.

Premesse scherzose a parte, è proprio grazie al CAI di Vimercate che nel lontano 1988 prende il via il Canoa Kayak Club Adda Nord. Infatti una decina di amici decide di fondare un club; tra loro Roberto Gobetti, da anni socio CAI, propone di far riferimento alla sede di Vimercate ove da anni era presente un "gruppo canoa". Ma noi eravamo giovani e forti e volevamo un nome tutto nostro, quindi ... pratiche notarili, statuto, ecc. ecc. Nonostante tutto ciò il CAI ci offrì la possibilità di utilizzare la sede, calda, spaziosa e ... con un piccolo bar sempre rifornito di birra.

Ripensando a tutto ciò, a distanza di otto anni, mi rendo conto che è stato proprio grazie al CAI se il gruppo è sopravvissuto per così tanto tempo integrandosi in modo sempre più solido con i soci e la filosofia del CAI stesso.

Nostro scopo è infatti la promozione dello sport della canoa finalizzato ad avvicinare alla natura nel pieno rispetto dei suoi equilibri, persone di cultura e di estrazione sociale diverse, e con potenzialità fisiche differenti.

Anche per questo motivo alcuni dei soci fondatori del Canoa Club hanno frequentato corsi e seminari per l'insegnamento della canoa ai disabili diventando così Tecnici Nazionali Handikayak, collaborando per diversi anni con l'O.S.Ha. (Orientamento Sportivo Handicappati) di Como.

Obiettivo principale dell'insegnamento della canoa ai disabili è che, oltre ad essere un efficace strumento riabilitativo, per le sue caratteristiche intrinseche è un valido mezzo di locomozione soprattutto per handicap che colpiscono gli arti inferiori; un mezzo che permette spostamenti altrimenti impossibili e consente la visione o, meglio, l'esplorazione di luoghi inaccessibili con mezzi di locomozione propri o senza un supporto fisico costantemente presente.

Ciò, contrariamente a quanto può apparire logico e semplice, non vale solo per disabili, ma è banalmente riconducibile a ciascuno di noi: quanti infatti sono disposti a ore e ore di cammino per costeggiare il greto di un fiume per godere delle bellezze che esso ci può offrire? Quanti hanno un allenamento tale da permettersi cinque, sei ore di saliscendi sulle rocce che spesso compongono gli argini naturali di un fiume?

La canoa, se vissuta senza gli stereotipi alla Jonathan che esasperano gli aspetti estremi di alcune discipline, potrebbe essere considerata come una bicicletta che permette lunghe e divertenti galoppate sull'acqua sfruttando la corrente discendente (visto che non siamo salmoni) per esplorare con spirito turistico ampi tratti di fiume.

Considerata la posizione geografica di Vimercate, non si è costretti a lunghe trasferte per arrivare in luoghi ove la canoa sia facilmente praticabile; con pochi minuti di strada si può infatti raggiungere l'Adda che in questi ultimi anni, grazie all'istituzione del Parco Adda Nord, comincia a dare segnali di ripresa dal punto di vista ambientale, anche se il lavoro da fare è ancora molto. Con qualche chilometro in più sono facilmente accessibili il Brembo e il Serio, fiumi che già si prestano a discese su acqua bianca senza grossi rischi ed adatti quindi a discese per principianti.

Presa maggiore confidenza con il mezzo ci si può spingere in poco meno di un'ora e mezzo al Sesia, fiume stupendo, che offre lunghi tratti percorribili con diverse difficoltà, adatto sia a principianti che a canoisti esperti soprattutto grazie ai suoi affluenti che scorrono in vallette incantevoli dal punto di vista paesaggistico. Tra l'altro il Sesia è uno dei pochi fiumi italiani non regolato da dighe o diavolerie d'altro genere, percorribile per gran parte dell'anno.

Proprio su questi fiumi il CKC ha svolto la maggior parte delle uscite sociali dedicate soprattutto all'avvicinamento dei principianti all'acqua bianca e a paesaggi ancora relativamente selvaggi, offrendo il supporto di vari "anziani" che garantivano la sicurezza della discesa. È chiaramente con una certa dose di orgoglio che possiamo affermare di non aver mai avuto nessun tipo di incidente, e spero, anche se non spetta a me dirlo, di aver soddisfatto le aspettative di chi si è avvicinato alla pratica di questo sport senza la pretesa di finire in qualche documento di sport estremi.

Anche l'Appennino offre alternative decisamente interessanti: Aveto, Trebbia, Orbe Borbera, sono fiumi che hanno acqua solo in occasione di forti piogge ma che meritano una capatina in quanto spesso scorrono in aree scarsamente urbanizzate e sono caratterizzati da acque cristalline in cui spesso vivono ancora gli ormai rari gamberi di fiume, o dove l'acqua ogni tanto si increspa, nelle calme pozze che caratterizzano il corso dei torrenti appenninici, per la bollata di una trota che sale in superficie per ghermire qualche insetto.

Prima di concludere questo piccolo quadro inerente alla canoa, consentitemi qualche piccolo consiglio. Se siete interessati alla pratica di questo sport non fatevi prendere la mano, rivolgetevi a qualche scuola o ai vari canoa club presenti in zona che ogni anno organizzano corsi. Eviterete inutili delusioni sia per quanto concerne l'acquisto dell'attrezzatura che per quanto riguarda le tecniche basilari per l'avvicinamento all'acqua, sia essa lago, fiume o mare. Risparmierete di bagnarvi in acque spesso fredde, ma soprattutto vi verrà ampiamente illustrato quello che non bisogna fare.

La sicurezza infatti è uno dei temi fondamentali di tutte le buone scuole, abbiate quindi l'umiltà di compiere i vostri passi per gradi. Essere buoni canoisti non necessariamente significa scendere rapide di 6°, cosa che fanno anche i tronchi durante le piene. Essere buoni canoisti significa saper leggere l'acqua, rispettarla e utilizzare la sua forza per fare ciò che si vuole; non cercate di sfidarla senza le necessarie precauzioni perché è più forte di noi.

Questa però non vuole essere una critica a coloro che svolgono la pratica della canoa ad alto livello, preparati e consci dei rischi oggettivi che il fiume può presentare, ma a una certa cultura che fa credere innocuo ed alla portata di chiunque l'approccio ad alcuni sport che richiedono invece conoscenze approfondite ma soprattutto molta esperienza. Occorre invece possedere quella sana umiltà che tutti i grandi degli sport a contatto con l'ambiente hanno sempre dimostrato.

 

Regole

 

 

 

 

Difficoltà

Il Cai ha adottato da alcuni anni una scala per distinguere le difficoltà alpinistiche degli itinerari, che esprime una valutazione d'insieme e che tiene conto delle seguenti caratteristiche:

 

 

MS = Medi Sciatori. Comprende itinerari

 

Equipaggiamento

 

 

Cai Vimercate Copyright © 1999

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