La finestra di fronte

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LA FINESTRA DI FRONTE
(Italia, 2003)

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REGIA: Ferzan Ozpetek.

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CAST: Giovanna Mezzogiorno, Raoul Bova, Massimo Girotti, Filippo Nigro.

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DISTRIBUZIONE: Mikado.

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DURATA: 110 min.

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STORIA: Giovanna, una giovane donna sposata e con due figli, si ritrova in casa un uomo molto anziano che ha completamente perso la memoria. Cercando di ricostruire la sua identità e il segreto del suo passato, Giovanna con l'aiuto di Lorenzo, che abita nel palazzo di fronte, scopre piano piano che lei stessa ha smarrito il ricordo dei propri sentimenti e delle proprie passioni. L'indagine su quell'uomo misterioso diventa così per Giovanna una vera e propria indagine su se stessa, in un mondo che sta perdendo la capacità di riconoscere la forza dei sentimenti più profondi.

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RECENSIONI:
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Da "FilmUp": "Dopo il grande successo de "Le fate ignoranti" di due anni fa, Ozpetek ci riprova con un film ambientato in due città parallele: Roma oggi e Roma del '43. La storia è quella di Giovanna (Giovanna Mezzogiorno) e Filippo (Filippo Nigro) che tirano avanti una relazione che sembra un po' stanca. Un giorno incontrano Davide, un anziano che non si ricorda neanche più come si chiama (Massimo Girotti). Nell'intento di portare il vecchietto al commissariato, i due finiscono col prenderselo in casa. La vita nascosta di Davide finirà per influenzare la vita di Giovanna più di quanto lei avesse creduto (o voluto). Il film si snoda tra vari livelli di realtà. Una vita immaginata, come vista da una finestra, ed una vita più dura che vuole fuggire dalle convenzioni rimanendone tuttavia intrappolata. Nella sua ultima interpretazione Massimo Girotti (un attore che ha attraversato gran parte della storia del cinema italiano) offre un personaggio che è pieno di chiaroscuri, mentre gli altri sembrano meccanicamente intrappolati nei propri ruoli. E forse è proprio questo il limite del film: una specie di meccanicità che rende il tutto fin troppo pulito. Il dolore che dovrebbe scaturire da una storia del genere, non si avverte mai. Sembra che tutti i personaggi siano stanchi più per dovere che per "sentire". È tutto trattato con una sorta di estetismo, che alla fine risulta un po' stucchevole. Con ciò non voglio dire che il film sia brutto, anzi è piuttosto gradevole. Ma la cosa che più dispiace, e che penso stia diventando una tendenza di parte del cinema giovane italiano, è questo sbrodolarsi in una forma intimista che poi così sincera non è. Il riavvicinarsi ad una sorta di melodrammaticità per rappresentare i dubbi di una generazione borghese (Giovanna Mezzogiorno, che è brava, interpreta i panni di un'operaia, che in un ambiente come quello rappresentato è poco credibile), è cosa che può andar bene in televisione. Non dico che al cinema bisogna per forza identificarsi con i personaggi, ma almeno tifare per loro. Qui non ci si riesce. Sembra che tutto sia ovattato. La guerra, la deportazione, l'omosessualità nascosta, il rapporto con la persona con cui vivi, gli amori clandestini: tutto questo trattato in modo più terreno avrebbe assunto un altro significato. Alla fine l'unica cosa veramente priva di orpelli è la dedica con cui il film inizia: A Massimo".

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Da "La Repubblica": "Il cinema italiano è vivo e sta bene. Ce lo conferma oltre ogni aspettativa (e sì che avevamo già fiducia in lui...) il nuovo film di Ferzan Ozpetek: un film molto bello, intenso, ben scritto e dove le cose giuste avvengono al momento giusto, con motivazioni psicologiche precise. La finestra di fronte contiene due storie, un "mistery" e una passione d'amore.(...) Commossa senza cedere alle trappole della retorica, la regia di Ozpetek fa convivere presente e passato nella stessa inquadratura(...) C'è un solo problema nella Finestra di fronte: evidentemente, sul set, tra Giovanna Mezzogiorno (bravissima) e Raoul Bova non è scattato il "chimismo" necessario per motivare una passione come quella raccontata dal film. Tutto il resto, però, è ineccepibile, realistico e affettuoso, toccante e sincero".

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Da "Il Corriere della Sera": "Ferzan Ozpetek (...) ci trasmette una sincera inquietudine, un malessere morale che sfocia nel racconto di un amore impossibile (...) La finestra di fronte convince per la fede che ha nella confusione delle memorie, nella costanza del tempo, nella voglia di avere a disposizione un mondo più giusto e nella tecnica con cui mescola i ricordi di ieri e di oggi. (...) Splendida prova degli attori, dalla sensibilissima Mezzogiorno a un Massimo Girotti che non poteva dirci addio con tale intensità, consapevolezza, eleganza.(...)".

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Da "Il Messaggero": "(...) Un film che è una specie di lettera d’amore alla nostra città, La finestra di fronte. E’ una lettera esigente, come ogni vero messaggio d’amore, perché non solo dichiara i propri sentimenti ma chiarisce l’origine, la portata e le condizioni grazie alle quali quei sentimenti potranno crescere e fiorire oppure spegnersi e appassire (...) Ed è una lettera illuminante anche perché a scriverla — complice lo sceneggiatore e produttore Gianni Romoli — è il turco Ferzan Ozpetek. Che come ogni straniero vede e sente cose nascoste dalla consuetudine agli stessi romani: il peso del passato, le sue tracce indelebili per quanto semicancellate, la vergogna e il dolore di certe pagine di storia (il rastrellamento e la deportazione degli ebrei, il 16 ottobre 1943) (...)".

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Da "La Stampa": "(...) La finestra di fronte di Ferzan Ozpetek non è un film, è due film: sulla tragedia del Novecento e sullo scontento del Duemila, su un vegliardo e su una coppia trentenne, sul rimpianto e sulla rinuncia, le due storie s'intrecciano, si condizionano, s'arricchiscono una con l'altra. (...) Ferzan Ozpetek (...) è uno dei pochi registi attivi in Italia che non insegua la rappresentazione della borghesia, piccola, grande o media: questo dà ai suoi film un esotismo, una originalità fuori del comune. La narrazione non è sempre fluida (...), ma il piacere di raccontare è più forte degli schemi: la famiglia giovane e scontenta è analizzata con realismo intelligente, più che voler costituire un simbolo sociologico. Gli interpreti sono tutti ben scelti e bravi, ma tutti surclassati dalla presenza importante e misteriosa di Massimo Girotti, grande portatore di Storia".

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COLONNA SONORA

Musiche di Andrea Guerra - RCA/BMG Ricordi.

1 La finestra di fronte Andrea Guerra 
2 Karsi Pencere Sezen Aksu 
3 Il Pensiero di Te Andrea Guerra 
4 Historia de un amor Guadalupe Pineda con Los Tres Ases 
5 La Scelta Andrea Guerra 
6 Il Confronto Andrea Guerra 
7 Ma che freddo fa Nada 
8 Le Torte e i Ricordi Andrea Guerra 
9 La Panchina Sul Prato Andrea Guerra 
10 L’Amore Perduto (Adagio) Andrea Guerra 
11 Chihuahua Mina 
12 La Finestra di Fronte (epilogo) Andrea Guerra 
13 Una lettera mai letta Andrea Guerra 
14 Sarki Söylemek Lazim Sezen Aksu 
15 Il Confronto Andrea Guerra 
16 L’amore Perduto Andrea Guerra 
17 Gocce di memoria Giorgia

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