Grillo Parlante 66/2002

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Grillo Parlante 66/2002
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SUPERBI E MODESTI
«Anche il gallo che ora canta viene da un uovo» 
(Proverbio: Bandibu - Nazione: Burundi)
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ALLA MARCIA DELLA PACE CON RETE LILLIPUT VERONA

Rete Lilliput e A.C.L.I. di Verona hanno organizzato il trasporto con pullman per prendere parte alla Marcia PERUGIA – ASSISI del 12 maggio. Due le possibilità:

PARTENZA SABATO 11 MAGGIO, nel pomeriggio, pernottamento presso un villaggio turistico nei pressi del Lago Trasimeno, spostamento la mattina della domenica a Perugia, ritorno la domenica sera da Assisi. Quota individuale: € 60,00
PARTENZA NELLA NOTTE FRA SABATO 11 E DOMENICA 12, ritorno da Assisi la domenica sera. Quota individuale: € 30,00
ISCRIZIONE PRESSO Segreteria Provinciale A.C.L.I. , interrato dell’Acqua Morta n. 22, VR, Tel. 045/8065531 – LUCIANO FARRIS – ENTRO L’8 MAGGIO. Il versamento delle quote avverrà all’atto dell’iscrizione.

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Appuntamenti da non perdere
Inviaci gli appuntamenti organizzati dalle associazioni del tuo paese!
grilloparlante@mbservice.it

bullet27/04/02 - Verona - Anniversario della Liberazione / 6
L’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea organizza, in occasione della ricorrenza del 25 aprile, per ribadire il valore storico, civile e politico dell’anniversario della Liberazione, momento fondante della Repubblica italiana, alcune iniziative pubbliche che avranno luogo a Verona e nella Provincia. In data odierna: SABATO 27 aprile - ore 21,00 - per iniziativa dei Giovani Comunisti di Verona Giardini di Ponte Catena Verona Dibattito «Contro i revisionismi e per la memoria delle vittime del nazismo e del fascism». Intervengono: Circolo Pink, Circolo Baldo Garda, Casa ed. Giustizia e Libertà. A questa iniziativa, che vuole ricordare alcuni degli appuntamenti previsti per la ricorrenza del 25 aprile 2002, partecipano: Comitato Laico Antirazzista - Cesar K; CGIL Verona; Circolo Pink Centro di Cultura ed Iniziativa Gay/Lesbica/Bisessuale e Transgender Verona; CISL Verona; UIL Verona; Giovani Comunisti Verona; Donne in Nero Verona; La Prosivendola libreria; Società Letteraria; Rifondazione Comunista Verona; Rete Lilliput Verona; Gruppo RC Consiglio Provinciale di Verona; Comitato Passalacqua e Santa Marta per Verona; Associazione Filorosso; casa editrice Ombre Corte; Antigone Onlus per i diritti e le garanzie nel sistema penale.
bullet27/04/02 - Verona - Prosegue la Festa dei Giovani Comunisti
27/04/02 – Verona, Festa dei Giovani Comunisti, giardini di Ponte catena. I Giovani Comunisti di Verona organizzano sette giorni di musica, incontri e dibattiti in collaborazione con i vari gruppi, associazioni e movimenti che operano sul territorio in difesa di diritti, bisogni, memorie situazioni…. Sabato 27 aprile: giornata della Resistenza e memoria - Ore16,30 Conferenza e presentazione di libri; intervengono Circolo Pink, Casa ed. Gielle - Giustizia e Libertà, Circolo R.C.- “Baldo-Garda”. Ore 21.00 Concerto: ARBIBAND (Rock-Blues).
bullet28/04/02 - Verona - Lo stragismo
28/04/02 – Verona, Festa dei Giovani Comunisti, giardini di Ponte catena. I Giovani Comunisti di Verona organizzano sette giorni di musica, incontri e dibattiti in collaborazione con i vari gruppi, associazioni e movimenti che operano sul territorio in difesa di diritti, bisogni, memorie situazioni…. Domenica 28 aprile: giornata sullo stragismo Ore 20,45 testo teatrale di R. Magazzini e S. Paiusco: “2otto80, Stazione di Bologna:OMISSIS”. Ore 23.15 Cinema: “ACRATAS” (la storia di un anarchico italiano in Uruguay) regia di V. Martinez – 73 min. Ore 00.15 Dibattito con J. L. Tagliaferro e laboratorio ASILO POLITICO
bullet29/04/02 - Verona - No al razzismo
29/04/02 – Verona, Festa dei Giovani Comunisti, giardini di Ponte catena. I Giovani Comunisti di Verona organizzano sette giorni di musica, incontri e dibattiti in collaborazione con i vari gruppi, associazioni e movimenti che operano sul territorio in difesa di diritti, bisogni, memorie situazioni…. Lunedì 29 aprile: giornata sul razzismo. Mostra e dibattito: “Dal razzismo storico al razzismo democratico. La legge Bossi – Fini e il contesto veronese” in collaborazione con il Collettivo Porcospino e il coordinamento Cesar K - Ore 21.00 in concerto: TABASCO (Funk) 
bullet30/04/02 - Vò di Brendola (VI) - Bossa Nossa: uno spettacolo unico!
LO SPETTACOLO DEL GRUPPO BOSSA NOSSA si terrà a Vo' di Brendola (Vicenza) nel Teatro "Sala della Comunità" il 30 Aprile 2002 alle ore 21.00 - Ingresso: 10 euro. L'incasso della serata verrà devoluto alla ASSOCIAZIONE LATINOAMERICA INSIEME Il gruppo dei Bossa Nossa viene direttamente da San Paolo in Brasile e fa un Tour in Italia toccando città come Bologna Roma Milano Ravenna; presenta canzoni brasiliane della Bossa Nova rivisitate con cori musica e danze (vedi home page di www.latinoamerica.it ) Per avere informazioni riguardo allo spettacolo si può telefonare, dalle 16.00 alle 19.00, allo 0444/564641.
bullet30/04/02 - Verona - Scuola e privatizzazione
30/04/02 – Verona, Festa dei Giovani Comunisti, giardini di Ponte catena. I Giovani Comunisti di Verona organizzano sette giorni di musica, incontri e dibattiti in collaborazione con i vari gruppi, associazioni e movimenti che operano sul territorio in difesa di diritti, bisogni, memorie situazioni…. Martedì 30 aprile: giornata sulla scuola e privatizzazione; Ore 16.00 si esibiscono alcuni gruppi musicali studenteschi; Ore 18.00 assemblea: “La riforma Moratti, i buoni scuola, i saperi.Il movimento e la realtà veronese.” In collaborazione con il Coordinamento degli Studenti Veronesi; Ore 21.00 in concerto: REGGADELICA (Post Reggae).
bullet30/04/02 - Verona - Contro lo sgombero dell'Interzona
Festa contro lo sgombero d’Interzona di Verona, con la «FEEL GOOD PRODUCTION», presso il Teatro Tenda alle ore 21,30. Per informazioni: Leonardo leodn@mac.com 
bullet01/05/02 - Verona - Giornata del lavoro
01/05/02 –Verona, Festa dei Giovani Comunisti, giardini di Ponte catena. I Giovani Comunisti di Verona organizzano sette giorni di musica, incontri e dibattiti in collaborazione con i vari gruppi, associazioni e movimenti che operano sul territorio in difesa di diritti, bisogni, memorie situazioni…. Mercoledì 1 aprile: giornata del lavoro; Ore 12.30: pranzo: è l’ultimo giorno, facciamo un po’ il punto della situazione: articolo 18, movimento, Verona; Ore 21.00 in concerto: SGORGO (SKA)
bullet01/05/02 - Velo Veronese - La Rogazione
Da alcuni anni a Velo , come ad Asiago, abbiamo riscoperto la forma antica e poetica della Rogazione, un tempo molto diffusa in tutta la Lessinia. La Rogazione è una preghiera lungo le strade, i prati, i sentieri, i boschi, del territorio di Velo, per ringraziare Dio della vita sulle montagne. Lungo il cammino, che abbraccia tutto il territorio di Velo, ci soffermeremo davanti ai capitelli, alle croci, alle colonnette di pietra e agli affreschi sulle case. Passeremo sui prati e nei campi dove verranno posti i rami d'ulivo della Domenica delle Palme come segno della benedizione di Dio. Attraverseremo cantando le corti delle nostre contrade e sosteremo per pregare nelle chiesette e negli oratori. Tra le contrade troveremo la gente ad offrirci un po' di ristoro. Il percorso ha inizio dalla piazza del paese alle ore 7.00 di mercoledì 1° maggio. Il rientro è previsto nel tardo pomeriggio.
bullet02/05/02 - Verona - Risultati della conferenza ONU di Monterrey
Il nodo di Verona della Rete Lilliput vi invita alla conferenza: "Tra il dire ed il fare…." - Un’analisi dei deludenti risultati della recente conferenza ONU "Finanza per lo sviluppo", tenuta a Monterrey dal 18 marzo al 22 marzo - Sala Lucchi (palazzina dietro lo stadio) in via Ma sprone - 2 MAGGIO alle ore 21,00 - Interverrà: MARINA PONTI dell’Organizzazione non governativa MANI TESE di Milano, che ha partecipato ai lavori della conferenza.
bullet03/05/02 - Verona - Il mito sumero della Dea Inanna
ISTHAR, Associazione donne italiane e straniere, invita socie, amiche e amici venerdì 3 maggio 2002 alle ore 19, presso la Chiesa Valdese via Duomo. Patricia Zanco legge «Il mito sumero della Dea Inanna» . Dopo la lettura la serata prosegue presso il Circolo della Rosa, via Santa Felicita 13.
bullet03/05/02 - Sommacampagna (VR) - Riflessi di Pace/3
Il Comitato per l'Educazione alla Mondialità, l'Università del tempo libero, la Biblioteca comunale, il Gruppo teatrale "L'Incontro" e l'Associazione Culturale "Lanternamagica" sono i promotori del palinsesto "Riflessi di Pace". L'appuntamento odierno, presso il Cinema Teatro "Virtus", alle ore 21, sarà uno spettacolo musicale con poesie interpretate da Grazia De Marchi. Ingresso a pagamento.
bullet04/05/2002 - Nogara (VR) - LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI?/3 - INCONTRO CON MARCO TRAVAGLIO, ELIO VELTRI E PETER GOMEZ 
All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI ?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini" sabato 4 maggio alle ore 16 presso il Teatro Comunale di Nogara (via Roma, 1) si terrà la presentazione del libro di ELIO VELTRI "Le toghe rosse" (Baldini & Castaldi) e dell'ultimo libro di MARCO TRAVAGLIO, GIANNI BARBACETTO E PETER GOMEZ «C'era una volta Mani Pulite» (Feltrinelli). Interverranno: MARCO TRAVAGLIO Giornalista de "la Repubblica"; PETER GOMEZ (giornalista de L'Espresso); ELIO VELTRI, Presidente dell'Associazione "Democrazia e Legalità"; PAOLO ANDREOLI, Sindaco di Nogara. Tutti sono invitati. Per informazioni http://digilander.iol.it/biblionogara ; biblionogara@libero.it .
bullet04/05/2002 - Fumane (VR) - Presentazione del romanzo «Allearsi con vento»
L’Islam è entrato nelle nostre case, nei nostri pensieri, nella nostra narrativa. Ecco i prossimi incontri con Gaetano Bellorio, autore del romanzo Allearsi col vento (Paoline 2001) che affronta temi e nodi dell’islam e dell’ebraismo. Sabato 4 maggio presso il Comune di Fumane, in sala UVE, alle ore 20,30.
bullet04/05/2002 - Verona - Ventennale del Gruppo Futura/2
In occasione del proprio ventennale, il "Gruppo Futura" gruppo volontariato solidarietà handicap, con sede in via Saliceto, 3 Verona, organizza, sabato 4 maggio 2002 - ore 9.00, TAVOLA ROTONDA “VOLONTARIATO ED HANDICAP:REALTA’ E PROSPETTIVE”. L’appuntamento si svolgerà presso il TEATRO CANOSSA Via Albertini 4 Verona (Borgo Trieste).
bullet05/05/2002 - Verona - Ventennale del Gruppo Futura/3
In occasione del proprio ventennale, il "Gruppo Futura" gruppo volontariato solidarietà handicap, con sede in via Saliceto 3, Verona organizza, domenica 5 maggio 2002 - ore 17.00, «LA CICALA E LA FORMICA» spettacolo di burattini curato dal Teatro Mondo Piccino - Autori: Marco Campedelli, Elisabetta Zampini. L’appuntamento si svolgerà presso il TEATRO CANOSSA Via Albertini 4 Verona (Borgo Trieste). Ingresso libero con offerta (il ricavato verrà devoluto alle attività del Gruppo Futura).
bullet06/05/2002 - Verona - Sostegno a distanza e alle persone detenute
SOSTEGNO A DISTANZA BAMBINI del mondo impoverito E PERSONE DETENUTE nelle nostre carceri. Presentazione e dibattito con la partecipazione di Don Agostino Nguyen Van Du, sacerdote vietnamita. Lunedì 6 maggio 2002 ore 20,45 presso Sala conferenze del Convento San Bernardino (P.zza San Francesco – Verona). L’Associazione La Fraternità di Verona e l’Associazione Promozione Infanzia Bisognosa del Mondo Impoverito (A.P.I.Bi.M.I.) di Volano (TN) hanno avviato un progetto congiunto. L’iniziativa prevede il sostegno a distanza di un bambino bisognoso unitamente al sostegno morale di una persona detenuta. Il bambino in difficoltà può essere anche nella nostra società.
bullet07/05/2002 - Bussolengo (VR) - Popolinfesta: «David Maria Turoldo POETA DELLA PACE»
MARTEDI’ 7 MAGGIO - Chiesa di S. Valentino (Bussolengo) - ore 20,45, «David Maria Turoldo POETA DELLA PACE». ”Io voglio sapere se la Pace è possibile / se la giustizia è possibile se l’Idea è più forte della forza” . Testimonianza di don Luigi Adami - Poesie – Musiche del quartetto d’archi “Boggian”
bullet07- 09/05/2002 - Verona - Convegno promosso dalla Fesmi
La non violenza possibile: una sfida per la missione’. È il tema del convegno promosso dalla Fesmi (Federazione della stampa missionaria italiana) che si svolgerà a Verona, presso il Centro unitario missionario (Cum), dal 7al 9 maggio prossimi. L’iniziativa è un’occasione privilegiata per riflettere sul tema della ‘non violenza’, con l’aiuto di esperti i cui apporti saranno elaborati ed arricchiti in un’attività di dibattito e di laboratorio. “L’escalation bellica afgana, che ha fatto seguito alla tragedia delle ‘Twin Towers’ e del Pentagono, come anche i numerosi focolai di tensione in numerosi Paesi del Sud del mondo, esige da parte dei missionari un’attenzione privilegiata per un rinnovato annuncio del Vangelo della Pace”, ha commentato padre Ottavio Raimondo, segretario nazionale della Fesmi. Tra i partecipanti al convegno figurano i teologi Tissa Balasuriya dello Sri Lanka e don Gianni Colzani. Per ulteriori informazioni: raggio@rivistaraggio.org  - sermis@emi.it 
bullet09/05/2002 - Sona (VR) - Presentazione del romanzo «Allearsi con vento»
L’Islam è entrato nelle nostre case, nei nostri pensieri, nella nostra narrativa. Ecco i prossimi incontri con Gaetano Bellorio, autore del romanzo Allearsi col vento (Paoline 2001) che affronta temi e nodi dell’islam e dell’ebraismo. Giovedì 9 maggio, Comune di Sona, Sala Consiliare, ore 20,30, nell’ambito del progetto “Leggere 2002.
bullet10/05/2002 - Verona - Gaetano Bellorio: «Allearsi con vento»
L’Islam è entrato nelle nostre case, nei nostri pensieri, nella nostra narrativa. Ecco i prossimi incontri con Gaetano Bellorio, autore del romanzo Allearsi col vento (Paoline 2001) che affronta temi e nodi dell’islam e dell’ebraismo. Venerdì 10 maggio, ore 18.00, Cisl Scuola, sala Pastore, in Lungadige Galtarossa presso la sede provinciale della Cisl di Verona. (Questo incontro è rivolto, in modo particolare, ai docenti). Coadiuveranno l’autore i lettori del progetto “Leggere in famiglia” ed Elisa Zoppei.
bullet12/05/2002 - Monteforte d'Alpone (VR) - Montefortland... per i bambini
Domenica 12 maggio: MONTEFORTLAND - UN POMERIGGIO DI GIOCHI. Dalle ore 14 alle 19 siete tutti invitati al cortile delle scuole Elementari di Monteforte. Un'iniziativa della “Città dei Bambini” con il Consiglio dei Bambini. (Info: ciandre@libero.it )
bullet12/05/2002 - Padova - Carcere: salviamo gli affetti
GIORNATA DI STUDI sul tema “Carcere: Salviamo gli affetti”. L’affettività e le relazioni famigliari nella vita delle persone detenute. L’incontro si terrà presso la Casa di Reclusione di Padova – Venerdì 10 maggio 2002. Inizio ore 9,30. Per prenotarsi: ornif@iol.it . Informazioni: www.ristretti.it
bullet12/05/2002 - Bussolengo (VR) - Popolinfesta: «RASSEGNA DI CORI AFRICANI»
DOMENICA 12 MAGGIO Anniversario del Gruppo cattolico ghanese “S. Valentino”. S. Messa nella parrocchiale di S.Maria Maggiore (Bussolengo) ore 12,15. “RASSEGNA DI CORI AFRICANI” Piazza 26 Aprile ore 16,00 [In caso di maltempo presso il teatro di S.Maria Maggiore].
bullet16/05/02 - Torino - LA GUERRA E LA POLITICA INTERNAZIONALE
Vi comunichiamo cha la CGIL scuola di Verona ha organizzato un incontro con Isidoro Mortellaro, docente di Storia delle Istituzioni Politiche dell'Università di Bari, sul tema LA GUERRA E LA POLITICA INTERNAZIONALE, Scuola Media Statale PACINOTTI di Verona, il 16 maggio dalle ore 16.30 alle 19.30. L'incontro è aperto a tutti.
bullet16 - 20/05/02 - Torino - Salone del libro
Salone del Libro di Torino, dal 16 al 20 maggio 2002.
bullet17/05/02 - Sommacampagna (VR) - Riflessi di Pace/4
Il Comitato per l'Educazione alla Mondialità, l'Università del tempo libero, la Biblioteca comunale, il Gruppo teatrale "L'Incontro" e l'Associazione Culturale "Lanternamagica" sono i promotori dell'ultimo appuntamento inserito all'interno del palinsesto "Riflessi di Pace". Presso il Cinema Teatro "Virtus", alle ore 21, il Gruppo Teatrale "L'Incontro" metterà in scena "Dirittidiversinversi". Ingresso a pagamento.
bullet24/05/02 - Verona - Incontro con il prof. Eusebi: «Quale riforma penale, quale idea di politica criminale e quale ruolo del volontariato»
L'Associazione "La Fraternità" di Verona organizza un importante incontro-dibattito animato dal prof. Luciano Eusebi (Docente di Diritto Penale - Università Cattolica di Milano). Il tema dell'incontro sarà: «Quale riforma penale, quale idea di politica criminale e quale ruolo del volontariato». L'appuntamento si terrà venerdì 24 maggio presso la Sala Conferenze del Convento di San Bernardino (Piazza S.Francesco - Verona), alle ore 21.
bullet31 maggio - 1 giugno 2002 - Vago di Lavagno (VR) - 1° Meeting "Regnum Dei"
31 maggio – 1 giugno 2002 - 1° MEETING “REGNUM DEI” arte e preghiera all’Oasi San Giacomo (Vago di Lavagno – Verona) 1° Meeting all’Oasi San Giacomo di Vago di Lavagno (Verona), casa di incontri dell’Opera Don Calabria. Il 31 maggio e 1 giugno vedremo coinvolti, nel particolare momento di arte e preghiera, artisti, sportivi, laici, religiosi e quant’altro possa servire a testimoniare pace, amore e fratellanza come Gesù insegna. La manifestazione avrà inizio il 31 maggio alle ore 9.30 con un incontro-dibattito sostenuto da Don Antonio Mazzi che tratterà il “Disagio Giovanile”, compagno di viaggio di Don Mazzi, in questo contesto, sarà il popolare cantautore cristiano Roberto Bignoli (autorevolmente riconosciuto anche all’estero dove ha ricevuto numerosi premi). Interverrà il gruppo “Jazz & Fuoco” in uno spettacolo unico al mondo fatto di musica, favole e momenti pirotecnici. La sera del 31 maggio, alle ore 21.00, si esibirà il gruppo gospel “ Venice Gospel Ensemble & Vg’s Out” diretto dal M° Luca Pitteri (Saranno Famosi – Italia 1). Giorno 1 giugno il Prof. Emilio Gandini (Presidente Nazionale delle scuole professionali cattoliche), relazionerà sulle problematiche giovanili. Artisti e sportivi daranno la loro testimonianza. Giusto una pausa pranzo e si riprenderà con un bel momento di incontro tra giovani provenienti da varie parrocchie. Si esibiranno Giovani artisti e Gruppi canori. Parteciperà il “Circolo della Danza” con un gruppo di giovani ballerine dirette da Milena Spera. La Santa Messa delle ore 18.00 avrà la singolarità di essere animata da tutti i cantautori di Dio che aderiscono al Meeting. Alle ore 21.00, dopo una performance del gruppo “Jazz & Fuoco”, Concerto dei “Cantautori di Dio”. Avremo di scena Giuseppe Cionfoli, Michele Paulicelli (ForzaVeniteGente), Paolo Migani, Claudio Venturi, P. Sergio Tommasi, Jordan Sax, Rino Davoli, Gigi Giordano, Mario Migliarese, Don Giuseppe Moscati, Don Paolo Auricchio e altri. I due incontri mattutini saranno preceduti da un breve percorso Storico-Culturale sull’Oasi San Giacomo e sul Colle del Grigliano. Aspettiamo numerose adesioni da gruppi parrocchiali,oratori,scuole e da chiunque abbia voglia di esibirsi e incontrarsi con giovani e non di altre parrocchie, altre realtà, ma dello stesso ideale: Gesù. Contatti: Oasi San Giacomo Vago di Lavagno – Verona - Tel. 045.99.18.66 - Fax 045.99.15.48 Spaziofioritomariano@libero.it Organizzazione e Direzione Artistica : Rino Davoli: 338/5882169 rinodavoli@libero.it
bullet16/06/2002 - Rosate - Terzo incontro di «Noi siamo Chiesa»
Siamo giunti al terzo incontro di NOI SIAMO CHIESA del Piemonte, della Lombardia e di altre regioni del Nord. L’appuntamento è per DOMENICA 16 GIUGNO 2002 ALLA "CASCINA CONTINA" NEL COMUNE DI ROSATE, TRA MILANO E PAVIA (per arrivare alla cascina uscita al casello di Binasco dell'autostrada Milano- Genova, prendere la direzione di Abbiategrasso, dopo 9 chilometri c'è il paese di Rosate, chiedere della scuola media davanti alla quale c'è un incrocio con semaforo dove è segnalata con indicatore stradale la direzione per la cascina che dista circa un chilometro) comoda per i milanesi ma anche abbastanza per i piemontesi. Un incontro annuale voluto per ascoltarci tra fratelli e sorelle in Cristo che si confrontano in un momento difficile e doloroso per la nostra società, per il mondo e per la Chiesa. Una comunità "imperfetta", laica, quel popolo di Dio chiamato a realizzare quell’ "altro mondo possibile" fatto di giustizia, di pace e di solidarietà. Per l'ordine dei lavori, oltre alla liturgia, lo svolgimento della giornata non dovrebbe scostarsi molto da quelle già realizzate negli anni precedenti. Si darà uno spazio particolare alla nostra presenza nella nuova situazione che ci coinvolge (Genova, Porto Alegre ecc....prossimo Forum Sociale Europeo) ed alle iniziative concrete (esempio: la nuova Costituzione europea con la linea del Vaticano che vuole spazi e ruoli per la Chiesa e per le cosiddette matrici cristiane dell'Europa). Cambia solo il luogo di ritrovo che, come avete visto, non è più Albugnano in Piemonte dove siamo stati ospiti per ben due anni. L’orario di ritrovo sarà presso la "Cascina Contina" alle ore 9.30 ed inizio dei lavori verso le ore 10.00 del mattino. Il pranzo comunitario sarà attorno alle ore 12.30 e sarà fornito dalla comunità che ci ospita. Nel pomeriggio i lavori riprenderanno attorno alle ore 14.00 e si concluderanno alle ore 17.00 circa con l’Eucarestia.PER INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI (entro e non oltre il 13 Giugno 2002) : VITTORIO BELLAVITE – tel. 02/2664753 – e-mail: vi.bel@iol.it

IN PRIMO PIANO 
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PADOVA: 2-5 MAGGIO 2002 - CIVITAS, UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE 
Si terrà a Padova dal 2 al 5 maggio ‘Civitas’, la fiera della solidarietà e della società civile. Sin dalla prima edizione, l’iniziativa si è caratterizzata come Salone espositivo - rimane ancora l'unico di tali dimensioni a livello europeo - e come forte momento d'incontro e confronto tra tutti i protagonisti del non profit: associazioni, cooperative, cooperative sociali, fondazioni, enti morali, organizzazioni senza fine di lucro, enti ed istituzioni, reti associative italiane e straniere. L'obiettivo di Civitas è sempre stato di dar voce al mondo del sociale. È a Civitas (1996) che per la prima volta il Terzo settore si è confrontato con esponenti del Governo e del sindacato; è sempre a Civitas (1998) che il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha firmato con il Forum Permanente del Terzo Settore il Patto della Solidarietà che riconosceva ufficialmente al Terzo Settore un ruolo importante nell'economia italiana. Ed è stata Civitas (2000) ad ospitare il primo World Social Forum. Welfare State, Globalizzazione, Volontariato, Tobin Tax, Remissione del Debito, Comunicazione Sociale, Finanza Etica, Umanizzazione dell'Economia, Politiche Sociali sono solo alcuni dei temi affrontati a Civitas in passato con incontri, seminari, convegni, workshops. Se negli ultimi anni si è molto sviluppato il Terzo Settore, parallelamente anche Civitas è costantemente cresciuta. Il primo Censimento Istat delle Istituzioni e imprese non profit i cui risultati furono anticipati proprio a Civitas, ha censito al 31-12-1999 221.412 realtà, con 630.000 lavoratori retribuiti, 3.200.000 volontari, 96.000 religiosi, 28.000 obiettori di coscienza, 73mila miliardi di lire di entrate e 69mila miliardi di uscite, per un fatturato pari al 2,7 per cento del P.I.L. L'edizione 2001 di Civitas ha registrato 300 espositori per oltre 600 realtà rappresentate, 75 appuntamenti culturali, 27.000 visitatori, 23.000 metri quadri espositivi, circa 500.000 contatti al sito Internet. Civitas 2002 sarà caratterizzata da un tema conduttore: quest'anno l'attenzione sarà focalizzata sull'importanza di creare nuovi percorsi di giustizia sociale a livello locale e globale attraverso un utilizzo innovativo e strategico di "strumenti" conosciuti. Verranno così approfondite tre linee tematiche: Internazionale; Economia Etica; Cittadinanza. "Internazionale, ovvero Percorsi di giustizia-Equilibrio Mondiale", significa estendere diritti e conquiste è processo lungo e faticoso, frutto sempre più della volontà collettiva di associazioni e movimenti. Alle tematiche internazionali legate alla giustizia Civitas dedica questo filone, con tredici convegni arricchiti dai tre appuntamenti di World Social Agenda: dalla campagna per il diritto all'acqua, cui Civitas dedica particolare attenzione, a quella ‘Contro i mercanti di morte’ e la modifica alla legge 185/90 sul commercio delle armi, da ‘Sbilanciamoci - Come usare la spesa pubblica per la società, la pace, l'ambiente’, alla campagna ‘Non sopportiamo la Tortura’ di Amnesty International, dal lavoro minorile al ruolo della cooperazione internazionale al tema della Pace. E ancora giustizia sociale, bilancio partecipativo, indicatori per lo sviluppo sostenibile, diritti umani in Europa, commercio internazionale dei diamanti. A parlarne saranno illustri ospiti provenienti da tutto il mondo. Un’altra linea tematica sarà quella ‘Economia etica, ovvero Nuove ipotesi di economia’. Alla base delle disuguaglianze mondiali si pone, quale fattore critico, proprio l'aspetto economico: su di esso è necessario agire per modificare le condizioni strutturali di sfruttamento e disinnescare i meccanismi alla base di ingiustizie sempre più diffuse. Questo secondo filone di Civitas focalizza l'attenzione di operatori e visitatori proprio su questo punto: oltre dieci convegni su povertà ed economia, ruolo dell'impresa sociale e ruolo sociale dell'impresa, fondi di investimento etici, modello cooperativo, terzo settore in Europa, il pubblico nel finanziamento al non profit. Approfondimento di casi concreti, presentazione di nuovi strumenti, testi e documenti. ‘Cittadinanza, ovvero Partire dai diritti della persona’ sarà la terza linea tematica. Il che significa: Civitas uguale cittadinanza. Cittadini uguale godimento di diritti. Ma non tutti gli esseri umani sono ugualmente ‘cittadini’. Da sempre associazioni e volontariato operano per colmare questo divario, per far riconoscere i diritti a chi ne è, per qualsiasi motivo (salute, razza, religione), ingiustamente escluso. Il terzo filone di Civitas affronta, con un articolato programma di incontri e convegni, queste tematiche. Si parlerà di democrazia associativa e Welfare Society, il ruolo dello sport nell'educazione alla salute, l'obiezione di coscienza, il ruolo dei giovani nell'impegno, comunicazione sociale e terzo settore, in un confronto che coinvolgerà soprattutto istituzioni, enti pubblici e associazioni erogatrici dei servizi. Anche quest'anno Civitas ospita gli appuntamenti di World Social Agenda (Wsa) , il programma culturale che, prosegue quanto avviato proprio a Civitas nel 2000 e 2001 con World Social Forum, intende realizzare un'agenda sociale mondiale che tracci un piano di azione e che contenga raccomandazioni in termini di modelli e indicatori da applicare - con un approccio dal basso verso l'alto - e dove i governi locali rappresentino il cuore del processo di implementazione. World Social Agenda sarà a Civitas con tre convegni su: Città e diritti, Diritti di cittadinanza; Una nuova sfida per la società civile mondiale; tre laboratori e alcuni seminari. Il tutto in collaborazione con Unimondo, il nodo italiano di Oneworld.net. Civitas è promosso dall'Ente PadovaFiere e dalla Cooperativa ASA-Ethike. E' realizzato in collaborazione con il Forum Permanente del Terzo Settore e gode del Patrocinio di molte Istituzioni tra cui: Parlamento Europeo, Presidenza della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, numerosi Ministeri, nonché gli Enti Locali. (Per ulteriori Informazioni: Sito Web: http://www.civitasonline.it 

MASS MEDIA 
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SITI DA VISITARE 
1) Agenzia di Stampa Missionaria www.misna.org
2) www.altravicenza.it  è il sito di Altravicenza, che ha sede presso la Casa per la Pace di Vicenza.
3) Da Monteforte d'Alpone... www.stilelibero.org 
4) Rete Lilliput: www.retelilliput.org
5) Il sito dell'Associazione no profit «Progetti Alternativi per L'energia e l'ambiente» www.paea.it
6) Terre Libere, altre forme di comunicazione www.terrelibere.it
7) Notiziario femminile www.femmis.org
8) Agenzia di stampa: www.consumietici.it
9) Informazioni, relazioni, riflessioni... crmvillage.it 
10) Giovani e missione... www.giovaniemissione.it
11) L'importante network italiano dell'informazione ecologica: WWW.PROMISELAND.IT
12) Pedagogisti on line: www.educare.it
13) Il telegiornale didattico delle notizie ITALIANE recitato in Inglese: www.eudida.it

Le no-news di «CARTA» settimanale, in edicola dal 25 aprile al Primo Maggio

Armi made in Italy 
Sul nuovo numero di Carta un documentato articolo di Francesco Terreri su dove sono esportate le armi prodotte in Italia. A proposito della legge sul controllo delle esportazioni che il parlamento vuole eliminare.

Jenin, indagine su un massacro 
Una notizia drammatica può anche diventare una non-notizia, senza una ragione plausibile. Per esempio, il massacro di Jenin, che molti e autorevoli testimoni hanno definito un "crimine contro l'umanità", è arrivata in prima pagina quando il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha deciso l'istituzione di una commissione di "accertamento dei fatti", ed è precipitata nelle pagine interne quando il governo di Sharon, dopo aver detto sì, ha rifiutato l'ingresso agli inviati dell'Onu. La domanda, ovvia, è: che cosa si vuole nascondere? È quella che si è posta Carta, che ha cercato di condurre una sua indagine, attraverso le testimonianze di chi c'era, di una giornalista che ci ha passato dieci giorni, di un altro giornalista che ne ha fatto il solo reportage televisivo fin qui visto [Mimmo Lombezzi, di Link, Canale 5, sabato scorso]. Più un articolo di Ury Avnery, pacifista e deputato israeliano, su come "a Jenin è nato lo stato palestinese". Insomma, tutte le fonti possibili. Ne è uscita una ricostruzione meticolosa, giorno per giorno, di quel che è accaduto nel campo profughi di Jenin.

Pensate alle vacanze? Due libri per voi...

"TURISTI RESPONSABILI" e "VACANZE CONTROMANO"
Turisti responsabili (novità)
La guida ai viaggi di turismo responsabile in Italia e nel mondo e agli agriturismo attenti e solidali.
Da Zanzibar ai "Sassi" di Matera, quasi 100 proposte per fare di ogni vacanza un'occasione di incontro e di scoperta. Una guida per chi vuol viaggiare attento alle culture locali, curioso delle tradizioni, dei gesti, dei sapori e della vita quotidiana. "Turisti responsabili" racconta in 96 pagine tutte a colori lo stile e le proposte di viaggio di 50, fra associazioni, tour operator e Organizzazioni non governative, che propongono viaggi di turismo responsabile in Italia e nel mondo. Per coniugare il piacere della vacanza, la bellezza dei luoghi e l'incontro con le comunità locali e i progetti di sviluppo. Indirizzi, contatti, descrizione degli itinerari e calendario dei viaggi, ma soprattutto l'indicazione del prezzo trasparente, per capire a chi vanno i soldi pagati per la vacanza, e un grafico con la distribuzione del tempo fra "turismo", incontro con le comunità locali e coi progetti di sviluppo. Chi è refrattario ai viaggi organizzati, può trovare tutti i riferimenti per partire da soli e trovare sul posto accoglienza, consigli e guide locali presso le comunità o i cooperanti internazionali. E in più la segnalazione di agriturismo e associazioni che offrono in tutta Italia occasioni di incontro col territorio, la sua cultura e i suoi sapori. "Turisti responsabili" è in vendita per strada, in libreria e nelle botteghe del commercio equo e solidale. E' una coedizione Terre di mezzo-Editrice Berti - 96 pagine, 8,5 euro. 

Vacanze contromano (sesta edizione)
la guida ai campi di solidarietà, ai campi natura e archeologia e ai campi per ragazzi
E' uscito l'aggiornamento di "Vacanze contromano": in 126 pagine tutti i campi di solidarietà, i campi natura, i campi in missione, i viaggi di conoscenza e i campi ragazzi per l'estate 2002. 100 proposte, di cui 25 completamente nuove, per tutti i gusti: dai campi di animazione di minori, disabili, detenuti, ai viaggi pacifisti, dai laboratori di teatro al restauro di vecchi castelli, e poi la bonifica delle spiagge, l'osservazione delle tartarughe, le proposte di trekking o i tour in bicicletta. Per ogni campo troverete l'indicazione del periodo e la scadenza delle iscrizioni, i prezzi e il modo in cui il vostro tempo sara' distribuito fra solidarieta', formazione e meritato riposo. "Vacanze contromano" e' in vendita per strada, in libreria e nelle botteghe del commercio equo e solidale a 7,5 euro. E' una coedizione Terre di mezzo-Editrice Berti. 

DA LEGGERE
CITTA' SANTA E LACERATA
GERUSALEMME PER EBREI, CRISTIANI, MUSULMANI 
Il nuovo libro del giornalista LUIGI SANDRI

I kamikaze islamici che l’11 settembre 2001 si sono abbattuti contro le Twin Towers di New York e contro il Pentagono hanno anche idealmente colpito Gerusalemme, rischiando di ridurre in cenere il già traballante processo di pace tra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, un nodo cruciale per l’intero Mondo musulmano. Di fronte ai nuovi, drammatici sviluppi della situazione è più che mai necessario tentare, prima di tutto, di capire. Per quali ragioni storiche e teologiche ebrei, cristiani e musulmani si sono contesi da sempre la “Città santa”? Che dicono, di questa, la Bibbia e il Corano? Quale il contesto geopolitico in cui si situa il sanguinoso contrasto tra israeliani e palestinesi per la “spartizione” della stessa terra? Perché il tentativo di riconciliazione tra lo Stato ebraico e l’Olp, iniziato nel 1993, si è poi arenato, rischiando di incendiare il Medio Oriente? Per tentare di sbrogliare nodi così complessi occorre rivisitare quattro millenni di storia, osservando gli eventi da tre punti di vista – quello di ebrei, di cristiani e di musulmani – per poi farli convergere in un cammino comune guidato dalla giustizia. Da Abramo a Sharon, da Gesù a Wojtyla, da Muhammad ad Arafat, Gerusalemme ha conosciuto nei secoli i giorni della benedizione e quelli della devastazione. Anche oggi, pur in un soverchiante clamore delle armi, l’ultima parola potrebbe ancora essere delle donne e degli uomini che vogliono la pace (shalom in ebraico, salam in arabo). Ma occorre un supplemento di saggezza e di coraggio da parte di tutti. Perché il tempo stringe.
Tutto questo nel nuovo libro dell’Editrice Monti che sta riscuotendo grandi successi di pubblico e di critica, e importanti attestati di stima sia da parte israeliana che palestinese che cristiana. Pagine 420 - euro 20,66 - ISBN 88-8477-001-7

Luigi Sandri, trentino, nato a Tuenno (Val di Non) nel 1939, giornalista, ha lavorato all’ufficio Ansa di Mosca e quindi è stato corrispondente della stessa agenzia a Tel Aviv. Attualmente è vaticanista dell’Ecumenical News International di Ginevra, de L'Adige di Trento e de Il Mattino di Bolzano; e della rivista Confronti a Roma. Tra le sue pubblicazioni: Dio in Piazza Rossa (1991) e L'ultimo papa re. Wojtyla, breve storia di un pontificato controverso (1996).

INFORMAZIONI E RIFLESSIONI
(Nazionale) 
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BERLUSCONI E LA TV
di Curzio Maltese
SOLTANTO un analfabeta della democrazia poteva, da capo del governo, annunciare il licenziamento dalla tv pubblica di due giornalisti e un comico colpevoli di non pensarla come lui. E quindi, in una logica da giunta sudamericana, di fare un "uso criminoso" della loro professione. Silvio Berlusconi l'ha fatto. E per giunta, lo ha fatto durante una conferenza internazionale, a Sofia, dove certi discorsi non si sentivano dalla fine del comunismo. Tanto per dimostrare al mondo come parla il nuovo padrone d’Italia. Non come uno statista democratico ma come un vendicativo dittatorello da stato bananiero. Il premier ha citato nomi e cognomi, Biagi, Santoro e Luttazzi, e ha ordinato al "suo" consiglio d'amministrazione Rai di cacciarli tutti e tre ("E' un preciso dovere..."). Infine ha aggiunto un tocco di personale e definitivo squallore, facendo seguire alle minacce il ricatto: "Ove cambiassero, nulla ad personam, ma non cambieranno". (Prima pagina di "Repubblica" di venerdì 19 aprile 2002)

IL DEMONE DEL PREMIER
di Michele Serra
LA STOLTA brutalità della sortita di Berlusconi sulla Rai ha un unico merito (involontario): costringere anche gli ultimi distratti a sbattere la fronte sul conflitto di interessi. Il premier del paese, nonché proprietario di Mediaset, ha parlato da padrone della televisione pubblica, chiudendo il cerchio del più surreale accumulo di potere politico e mediatico mai visto in democrazia. Che lo abbia fatto nella convinzione assoluta di essere nel giusto, e anzi di riparare a un. torto "criminoso" (avere la Rai dato voce, fin qui, anche ai suoi oppositori), è l'ennesima dimostrazione di una visione del mondo faziosa e quasi paranoide. Sia o non sia un regime quello che l'uomo di Arcore presiede, è comunque un potere ingordo e al tempo stesso insicuro: perché solo l'insicurezza e la paura possono spingere un capo di governo, per giunta forte di un solido consenso elettorale e parlamentare, a sbocchi di prepotenza così maldestri e trafelati. Profittare di un microfono bulgaro per purgare i palinsesti non è una delle tante gaffes o volgarità alle quali questo viaggiatore ciarliero ci ha abituati (quando va all'estero perde le inibizioni, come gli impiegati in viaggio-premio). E' uno sfregio che lo stesso Berlusconi infligge a se stesso e al proprio ruolo istituzionale, un'auto umiliazione così stupida e grave da far trasalire anche i suoi osteggiatori più acerrimi che non hanno nemmeno la tentazione di divertirsi per l'inciampo, tanto pesante e allarmante, questa volta, è l'impressione di debolezza e arroganza (l'una conseguenza dell'altra). (Prima pagina di Repubblica di sabato 20 aprile 2002)

UN ALTRO MONDIALE E' POSSIBILE
Carissimi tutti, vi inoltriamo il documento di presentazione della campagna "Un altromondiale è possibile: il cuore (e non la testa!) nel pallone", promossa da AceA onlus, Associazione per i consumi etici ed alternativi www.consumietici.it, A.c.c.e.s.so, Coordinamento Lombardo Nord/Sud del mondo, l'altropallone, Rete di Lilliput nodo di Milano e sostenuta già da molte associazioni e realtà del Terzo Settore. Il 30 Gennaio 2002 il Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre ha approvato la campagna "Un altromondiale è possibile / Otromundial es posible" proposta da Josè Luiz del Rojo. La campagna è stata inoltre approvata dall'Assemblea Nazionale della Rete di Lilliput (a Marina di Massa, gennaio 2002) e dall'Assemblea italiana dei Social Forum (2/3 Marzo 2002). E' attivo il sito www.otromundial.org, nel quale è possibile trovare documenti programmatici, liste delle adesioni aggiornate e dossier informativi. La campagna sarà nel suo massimo a giugno (durante i mondiali) ma proprio adesso è il momento di costituire i comitati locali e di preparare tutti i materiali e le idee di iniziative. Attendiamo vostre notizie. Per adesioni, suggerimenti e critiche : otromundial@consumietici.it

Il documento:
Un altromondiale è possibile" - Il cuore (e non la testa) nel pallone! - Campagna internazionale di sensibilizzazione sullo sfruttamento legato alla produzione di articoli sportivi. Il calcio è un grande sport popolare. Campioni, allenatori, squadre appassionano e infiammano. Le aziende lottano a suon di miliardi per accaparrarsi l'immagine di calciatori e squadre. La firma del calciatore, il suo volto, il nome della squadra fanno vendere di più. 
Ma che cosa fanno vendere?
Milioni di capi di abbigliamento e di accessori, di scarpe sportive, di palloni, e di prodotti di ogni tipo che, troppe volte, sono fabbricati in condizioni disumane, con orari interminabili, con paghe da fame e con lo sfruttamento dei minori.
Un solo esempio: il costo del lavoro di un paio di scarpe sportive incide solo per lo 0,4%, mentre le spese per pubblicità e sponsorizzazioni sono venti volte tanto, l'8,5%. 
Le somme spese dai grandi marchi in promozioni sono da capogiro, basti pensare che ogni giorno, per indossare un cappellino, il campione di golf Tiger Woods riceve da Nike 48 mila dollari mentre la persona che l'ha confezionato ne riceve 2.Onorare un grande sport popolare significa non chiudere gli occhi di fronte a tutto questo, ma impegnarsi affinché la dignità nel lavoro, i diritti dei bambini e delle persone ad una vita dignitosa siano garantiti e rispettati.
Al contempo diventa sempre più pressante un impegno nella promozione dell'etica nel mondo dello sport ed una maggiore responsabilità verso i consumi.In tutto il mondo da diversi anni si stanno sviluppando iniziative di sensibilizzazione e di denuncia per dire basta alla produzione di articoli sportivi nella violazione dei diritti fondamentali.Su questo fronte si sono impegnate organizzazioni come la Global March Against Child Labour contro lo sfruttamento del lavoro minorile e la Clean Clothes Campaign (Campagna abiti puliti); sono nate iniziative come quella di Fair Trade e.v. e di Transfair Italia per la produzione di un pallone equo, o come quella de "l'altropallone", un premio assegnato a personalità che si sono distinte per la loro azione in favore della solidarietà e dell'etica nel mondo dello sport. 
Queste e altre iniziative ancora hanno un unico, grande obiettivo dichiarato: la dignità e l'integrità della persona prima degli interessi e dei profitti.Un obiettivo che si ricollega alle lotte presenti in Italia per la difesa e la stabilità del lavoro, contro la liberalizzazione del mercato, per l'avanzamento dei diritti nel lavoro e nella società compreso il diritto di cittadinanza per tutti. La diffusa mobilitazione ha portato nel 1996 la FIFA a definire un accordo con la Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi (ICFTU) e con la Federazione Internazionale dei Lavoratori del tessile-abbigliamento-cuoio (ITGLWF) per l'adozione di un codice di condotta da estendere alle imprese che fabbricano palloni e altri articoli sportivi su sua licenza. Gli aspetti rilevanti del "Codice FIFA":Espresso richiamo alle convenzioni fondamentali dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) (età minima di avviamento al lavoro, divieto di lavoro forzato e in schiavitù, non discriminazione nell'occupazione, libertà di associazione e diritto di negoziazione collettiva); Obbligo a corrispondere salari equi; Orari di lavoro di 48 ore settimanali; Applicazione del codice all'intera catena della subfornitura del licenziatario; Obbligo da parte dei fornitori a dare accesso ai siti produttivi ad ispettori qualificati. 
Questo codice non è mai stato sottoscritto dalla FIFA per le forti resistenze delle grandi case produttrici e della Federazione mondiale dei produttori di articoli sportivi. Malgrado alcuni miglioramenti apportati nel corso degli anni alle prescrizioni di natura sociale nei contratti di licenza, due sono i punti rilevanti del codice del 1996 che restano ancora inapplicati: l'obbligo per le imprese a corrispondere salari equi e l'obbligo a sottoporsi a meccanismi ispettivi. Per questo i Mondiali di calcio 2002 debbono essere la vera occasione per ripulire gli articoli sportivi delle marche sponsor e licenziatarie, dallo sfruttamento, dal lavoro nero, e dalla schiavitù femminile e minorile.

Obiettivi della campagna
La campagna "un altro mondiale è possibile" condivide con altre campagne, come la Global March Against Child Labour, un obiettivo fondamentale: far si che la FIFA applichi, nella concessione delle proprie licenze e nell'accettazione dei propri sponsor, i principi contenuti nel Codice di condotta del 1996, ma pone un'attenzione particolare alle istanze del mondo del lavoro, sollecitando l'impegno concreto delle imprese produttrici, sponsor e licenziatarie dell'evento sportivo, ad operare nel rispetto dei fondamentali diritti umani e sindacali, e sollecitare e sollecitando il mondo dello sport a prendere coscienza delle condizioni e dei diritti dei lavoratori.

Preparazione della campagna: 
i mesi di Marzo, Aprile e Maggio sono quelli necessari per la preparazione della campagna che deve concentrare le iniziative più importanti nel mese di giugno in contemporanea con i Mondiali.
In questi mesi indichiamo i seguenti obiettivi:
- raccolta di dati sugli sponsor, sulle sponsorizzazioni, sul giro di affari delle aziende coinvolte; 
- raccolta di informazioni sulla produzione, sugli appalti e subappalti delle stesse;
- azioni di pressione, stato per stato, sulle aziende per l'adozione dei contenuti del Codice di condotta;
- azioni di sensibilizzazione nei confronti delle tifoserie e dei campioni sportivi.

La campagna è partita: 
1) è attiva una lista di dibattito INTERNAZIONALE otromundial@yahoogroups.com  potete iscrivervi sul sito www.yahoo.it, nella sezioni gruppi di discussione.
2) è attiva una lista di dibattito NAZIONALE altromondiale@yahoogroups.com  potete iscrivervi sul sito www.yahoo.com , nella sezioni groups, in cui potrete aderire alla campagna; comunicare le iniziative rispetto alla campagna o solamente discutere, chiedere informazioni, dare informazioni… la lista NON ha moderatore ed è totalmente libera
Il 30 gennaio 2002 il Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre (Brasile) ha approvato la campagna "Un altromondiale è possibile" proposta da Josè Luiz Del Roio. Le organizzazioni proponenti: AceA onlus, Associazione per i consumi etici ed alternativi www.consumietici.it, A.c.c.e.s.so, Coordinamento Lombardo Nord/Sud del mondo, l'altropallone, Rete di Lilliput nodo di Milano.

Veronesi: la sanità si allontana dall’Europa
Aveva promesso che non avrebbe commentato il lavoro di Girolamo Sirchia, suo amico e successore al ministero della Sanità. Ma quando gli chiediamo un parere sull'annunciata riforma del Sistema sanitario, Umberto Veronesi, l'oncologo di fama internazionale che da ministro aveva scosso il mondo politico per i suoi modi diretti (di parlare e commentare, ma anche di fare e progettare) non ha esitazioni: «Sono sempre stato per il tempo pieno: lo ero già nel '75 come direttore dell'Istituto dei Tumori di ilano». 
Si tratta dunque di un passo indietro. 
Di certo non è un passo avanti, proprio ora che l'Europa sta andando in direzione opposta. Premetto che non conosco la riforma nei dettagli, però il perno sui cui poggia - lasciare ai medici la possibilità di un doppio incarico, pubblico e privato, in ospedale e in clinica - mi lascia perplesso. Per due motivi. Il primo professionale, il secondo etico. Il primo è legato al fatto che un buon medico ospedaliero oggi lavora molto più di prima: deve saper curare, naturalmente. Ma deve anche studiare, perché la scienza cammina con passo sempre più veloce e le conoscenze si rinnovano nel giro di cinque anni. E poi deve fare ricerca, analizzare quello che ha visto in modo che la sua esperienza diventi patrimonio di tutti. Infine deve passare molto più tempo con il paziente: oggi i malati vogliono sapere quel che accadrà, vogliono essere informati, vogliono poter decidere. Dare il proprio consenso a una terapia, come si dice in termini tecnici, non vuol dire mettere una firma sotto un foglio che ti porta l'infermiera: significa prendere una decisione dopo che il tuo medico ti ha chiarito la situazione e le alternative terapeutiche. È un cambiamento importante.
E tutto questo richiede tempo.
La giornata di un medico ospedaliero, oggi, inizia alle otto del mattino e finisce quando finisce. Proprio per questo è indispensabile una struttura che lo aiuti a svolgere il proprio lavoro e, magari, che lo stimoli a fare di più. Il mestiere del medico è bello se gratificante: se lo riduciamo a un problema di «quanto guadagno in quanto tempo», lo snaturiamo.
Parlava anche di un secondo aspetto, di tipo etico-economico. 
Sì, ma è strettamente legato alla situazione di oggi. Il fatto che esistano due diversi tipi di sanità, pubblica e privata, è comprensibile, accettabile e probabilmente efficace. Ma devono essere poste sullo piano, devono essere concorrenziali tra loro. L'ospedale privato e l'ospedale pubblico devono avere il loro personale, a tempo pieno in entrambi i casi. Esistono anche differenze tra le due realtà: in uno ci possono essere lunghe liste di attesa, nell'altro brevissime; in uno ti potresti trovare in corsia con quattro o anche otto letti e un bagno in comune, nell'altro puoi avere la stanza singola con la tua tv e il tuo telefono. Se la situazione è questa, è chiaro che il medico che ha un doppio incarico, nel privato e nel pubblico, finisce per selezionare i propri pazienti e separarli. Lo fa in buona fede, non ho dubbi, ma lo fa. I pazienti più ricchi vanno a pagamento, quelli che non possono permettersi la clinica o che richiedono cure lunghe e complesse - che inevitabilmente peseranno sulla struttura che li assisterà - restano in ospedale. In questo modo le case di cura guadagnano, gli ospedali pubblici pagano; le prime producono utili, i secondi solo costi. Così facendo, però, va a finire che lo stesso medico, quando è in ospedale, anziché fermarsi con i pazienti o i colleghi, guarda l'orologio e corre in clinica.
Il medico, insomma, deve fare una scelta: o di qua o di là.
Il sistema sanitario sta profondamente cambiando: l'ospedale del futuro, quello di cui si discute in tutti i Paesi d'Europa, sarà profondamente scientifico, tecnologico, impegnato nella ricerca, nello studio, nell'educazione, oltre che nella prevenzione e nella terapia. Il progetto, a livello europeo, è proprio quello di chiudere due terzi degli ospedali e di creare una grande rete di centri diagnostici sul territorio, perché la diagnosi deve essere capillarizzata: quando hai un dubbio devi poter trovare un centro vicino a casa tua, non a cinquanta chilometri. E gli ospedali, ridotti come numero, devono avere invece una grande qualità di lavoro.
Qualche anno fa lei disse che battere il cancro era solo una questione di tempo, di qualche decennio.
Lo ribadisco, non saprei dire se si tratterà di trenta o cinquant'anni, ma l'ordine di grandezza è quello. Il fatto è che rispetto a prima abbiamo tra le mani conoscenze che prima non erano disponibili. Prendiamo il Progetto Genoma, cioè la decifrazione del nostro codice genetico: rappresenta una svolta epocale, ma è stata completata solo nel 2001. Negli ultimi anni, poi, la ricerca ha preso un passo tale che, facendo un esercizio matematico, cioè valutando le scoperte degli ultimi dieci anni e il progressivo calo di mortalità possiamo fare delle previsioni. E dire che, continuando così, fra qualche decennio saremo in grado di dare la spallata finale a questa malattia che un tempo si pensava imbattibile.
Lei parla di nuove strade, quale la più promettente?
Aver iniziato a capire i tanti passaggi, i diversi gradini che portano alla formazione di una cellula tumorale. Si tratta di un modo nuovo di guardare il cancro e, di conseguenza, di impostarne le strategie di cura e prevenzione. La formazione di un tumore può essere divisa in due grandi fasi: una invisibile e una evidente. Noi oggi interveniamo solo sulla seconda, quando il tumore si è ormai formato. Eppure esiste un lungo periodo, che chiamo la «lunga notte del tumore», in cui hanno luogo quei processi che portano alla trasformazione di una cellula sana in una cellula tumorale. Il fatto sorprendente è che si tratta di processi lunghi, lunghissimi: se io oggi venissi a contatto con una sostanza cancerogena, anche potente, l'eventuale formazione di un tumore non potrebbe che avvenire fra quindici, vent'anni. Ebbene, la nuova strategia di ricerca è capire cosa succede durante la notte del tumore per intervenire nei processi di trasformazione e bloccarli. Un'altra strada, fondamentale, è quella di individuare i tumori il prima possibile, quando sono appena usciti dalla lunga notte, all'alba diciamo. E questo sia perché, essendo piccoli, sono più facili da distruggere o da rimuovere, sia perché in quello stadio è meno probabile che abbiano invaso altri organi. Questo a sua volta vuol dire una diagnosi precoce, anzi precocissima: cosa possibile con lo sviluppo di nuove tecnologie, ma anche con un sistema sanitario efficiente, perché richiede una buona preparazione del medico e una maggiore attenzione del cittadino che deve sottoporsi con regolarità a esami di controllo.
Poi c'è la prevenzione dove però non si capisce se è più quel che è stato fatto o quel che resta da fare. Ad ascoltare voi medici sembra non sia mai abbastanza, forse anche perché non sempre quel che dite viene poi realmente ascoltato. Lei ne sa qualcosa per quel che riguarda il fumo, quando da ministro tentò inutilmente di convincere i suoi colleghi a varare una legge contro il tabagismo. Sembra che tra mondo della scienza e mondo della politica non ci sia una grande sintonia, non crede?
Il problema è che manca la volontà di fare. In Finlandia, parlamento e governo hanno deciso di dichiarare guerra alle sigarette: nel giro di pochi anni la gente ha quasi completamente smesso di fumare e la mortalità per tumore al polmone in quel paese è crollata a valori minimi. Per farlo hanno realizzato una intensa campagna di informazione ed educazione. Con i mezzi di comunicazione di oggi, non c'è nulla che non possa essere trasmesso con efficacia alla popolazione. La pubblicità riesce a fare tutto. Occorrono degli investimenti, certo, ma soprattutto la volontà. Se lo Stato volesse davvero far smettere la gente di fumare dovrebbe impegnare le reti televisive, comprare spazi pubblicitari, martellare tutto l'anno su questo argomento portando immagini, testimonianze, documenti.
Un problema di comunicazione, dunque, più che di proibizione.
La proibizione non deve esistere. Non possiamo impedire alla gente di fumare: la mia legge riguardava la difesa dei non fumatori, faccenda completamente diversa. Un fumatore inquina l'aria, su questo non ci sono dubbi. E se è giusto perseguire un'industria che inquina, lo stesso devo essere fatto con una persona che fuma in un luogo pubblico. La mia era una legge semplice e lineare, fatta di poche righe: sei a casa tua, nessuno ti proibisce di accenderti una sigaretta, ma se sei al cinema, a scuola, in un ristorante non puoi fumare. La protezione del non fumatore è un dovere civile.
La lotta al fumo di sigaretta, cioè la dissuasione a scopo preventivo è invece un'altra questione. E non può che essere realizzata per via persuasiva. Sono antiproibizionista per quel che riguarda la droga, figuriamoci se non lo sono per le sigarette.
Eppure il suo disegno di legge si arenò in Parlamento.
Lo confesso, fu una delusione. Ma devo ammettere che quando entrai al governo e vidi che tutti o quasi erano fumatori incalliti, capii che sarebbe stata una missione difficile. Perché so, per esperienza, che i fumatori sono un po' fatalisti. E in genere poco decisi a prendere decisioni drastiche riguardo alle loro abitudini. Come in effetti accadde. Eppure è un atteggiamento che come medico, e come ministro della sanità, non potevo e non posso accettare. 
Un altro atteggiamento, inaccettabile, è quello di cambiare la realtà dei fatti. Un luogo comune, molto diffuso, è quello di affermare che l'inquinamento atmosferico, specie in città, è tale che una sigaretta in più o in meno non fa alcuna differenza. È un'affermazione sbagliata e priva di senso: l'inquinamento cittadino provoca bronchiti, allergie, ma la possibilità che provochi tumore al polmone è minima rispetto a quella del fumo di sigaretta. Pochi lo sanno, ma nell'arco alpino, ad esempio in Friuli, dove si fuma molto, l'incidenza del cancro al polmone è superiore a quella che si registra in città come Milano o Genova. Impegnarsi per un ambiente più pulito è giusto, ma questo non deve distoglierci dalla lotta contro i tumori. 
La quale richiede grossi impegni di ricerca, ma anche investimenti: argomento che in Italia non è certo tra i più seguiti.
Il governo ha di recente annunciato che si pone l'obbiettivo di dedicare alla ricerca, a tutta la ricerca, l'1% del Pil. Lo ritengo insufficiente: ci vorrebbe almeno il doppio, tenendo presente che altri paesi spendono il 3 o addirittura il 4% del Pil. Lo stesso vale per le ricerche di oncologia, dove in Italia si spendono ogni anno circa 300 miliardi, di cui il quaranta per cento da privati: anche qui, l'ideale sarebbe arrivare al doppio. 
Che in Italia si spenda poco per la ricerca è noto da tempo. 
Certo, però adesso siamo entrati in una fase in cui ogni aspetto della nostra vita è profondamente legato alla scienza. Il futuro, lo dicono tutti, è fatto di ricerca. La novità, oggi, è che il futuro, questo futuro, è già cominciato. (fonte: 13.04.2002 L'Unità)

INFORMAZIONI E RIFLESSIONI
(Internazionale) 
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INFILTRAZIONI DI PESTICIDI NEL SOTTOSUOLO HANNO RESO IL CONTINENTE UNA "BOMBA TOSSICA AD OROLOGERIA" 
L’Africa è una "bomba tossica ad orologeria". Lo ha dichiarato ieri ad Addis Abeba (Etiopia) Alemayehu Wondagegneh, il consulente per l’inquinamento da pesticidi della Fao, l’Agenzia dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura. Queste sostanze chimiche utilizzate nel corso degli anni per fertilizzare i terreni ‘poveri’ dei Paesi in via di sviluppo – migliaia di tonnellate secondo l’organismo delle Nazioni Unite che ha sede a Roma – si sono ormai infiltrate nelle falde acquifere del continente. Ingerite dagli animali acquatici, sono entrate di fatto anche nella catena alimentare che arriva fino all’uomo. Nei prossimi 5 anni – è la terribile ‘profezia’ di Wondagegneh – si vedranno i dannosi effetti sulla salute umana. Uno dei Paesi più a rischio è proprio l’Etiopia, dove sono stati individuati un migliaio di siti con circa 3.500 tonnellate di pesticidi. Un programma di bonifica dei terreni contaminati nell’ex colonia italiana esiste già e vede in prima linea le imprese finlandesi. Il costo dell’operazione si aggira sui 3mila dollari Usa per tonnellata (3.360 euro circa). (fonte: www.misna.org )

Quei due ormai incompatibili per la pace 
di Erri De Luca
Il male estremo della guerra si è impiantato nel luogo di massimo contagio. La terrasanta, tre volte santa per tre religioni, tracima d'infezione e ammala il mondo alzandogli la temperatura. Israele ha invaso la Cisgiordania. Non vuole annettersela ma smantellare le formazioni militari palestinesi e raccattare il massimo di nuove informazioni su di loro. L'intifada, molto più compattata, ha tagliato i contatti, i rifornimenti di notizie accecando il servizio di sicurezza di Israele. Gli arresti in massa, gli interrogatori, le perquisizioni stanno inseguendo questa nuova mappatura del nemico. Per farlo hanno invaso la Cisgiordania, hanno procurato stragi di combattenti e di civili. 
L’invasione è un atto di guerra smisurato rispetto a un risultato di polizia. Non si dichiara una guerra per fare degli arresti. L’atto è sregolato per eccesso, ma pure per difetto: è a tempo, deve ritirarsi, non ha fermato gli attentati.
Dall’altra parte esiste un’altra sproporzione: un suicida palestinese con addosso un esplosivo molto più devastante lo userebbe? Sì. Allora oggi non è più questione di discutere di due stati che possono coincidere su quella terra, ma questione di sopravvivenza per entrambi i popoli. Un attacco a Israele, mininucleare, chimico, batteriologico avrebbe una risposta su scala nucleare. La sopravvivenza della vita umana su quel suolo: questo è all’ordine del giorno.
Sergio Romano ha di recente spiegato che il guaio sta nel manico, nella scelta delle Nazioni Unite di concedere entità di stati a ebrei e palestinesi nel dopoguerra. La sostanza è: Israele è l’anticorpo, isola d’occidente in mezzo agli arabi, che produce a ondata crisi di rigetto. Ecco il punto ben individuato: non si è rimesso in circolo un petulante e becero antisemitismo ricorrente, la calunnia del complotto sionista, l’insofferenza verso il popolo infinitamente eletto e rieletto a bersaglio. No, riparte in teste lucide e in sentimenti oscuri l’impulso dello sfratto. È l’«Aussiedlung», termine con cui i nazisti indicavano lo spostamento forzato degli ebrei dall’Europa, con destinazione i campi di annientamento. Stavolta l’Aussiedlung riguarda un solo punto del mondo, la terrasanta. L’antisemitismo di ora mira a un punto della carta geografica, che è il centro del mondo. Tale è la terrasanta. Rispetto alla sua centralità, le macerie delle torri gemelle, del Pentagono e del fallito impatto sulla Casa Bianca sono incidenti di periferia. La terrasanta è il centro nervoso capace di scatenare epilessia al pianeta intero. Mentre imprese militari contro l’Afganistan e prossimamente l’Irak sono diversivi, tiri molto lontani dallo specchio della porta.
Oggi l’antisemitismo ha smesso ogni gradualità e indica l’«Endlösung», la soluzione finale, l’eliminazione di Israele da lì. La terrasanta si candida a diventare la nuova camera a gas con forno annesso per tutti gli abitanti di quel suolo. Ringrazio chi ha avuto lo stomaco di leggere fin qui, e ha pieno diritto di non leggere il seguito, che è peggio.
Non esiste alcuna possibilità di pace tra Sharon e Arafat. Sono entrambi incompatibili con una soluzione, con un dopo-guerra. Si deve fare senza di loro. La differenza tra i due è però grave: Sharon è intercambiabile, un altro israeliano prenderà facilmente il suo posto, mentre Arafat no. Lui è ostacolo più grande di Sharon perché insormontabile. Senza di lui anarchia? Lo è già, ma è anarchia con delega a lui di rappresentarla. Senza di lui le lotte armate palestinesi dovranno darsi un governo unificato, uscire dallo stato di tutela e di seminfermità politica. Dovranno decidere se puntare alla soluzione finale o raggiungere l’entità nazionale attraverso il negoziato. Il tempo congiura contro, i giorni di guerra ingrandiscono i calibri e la volontà sorda di farla finita col nemico anche a costo di catastrofe. Non credo che i nostri governatori del mondo abbiano inteso il furore tellurico che sta accumulandosi nell’epicentro di Gerusalemme. E in tempi tragici è tragico avere capi di piccoli cranio. (Avvenire, 14/4/02) 

Torture, scudi umani, uccisioni indiscriminate, arresti in massa: prime denunce dei pacifisti israeliani
B'TSELEM *
La situazione dei diritti umani nei territori occupati è peggiorata enormemente con le ultime incursioni militari israeliane. Informazioni dettagliate sono molto difficili poiché Israele ha impedito l'accesso alle aree in cui l'esercito sta operando. (...). 

Detenzioni e torture di massa
Sin dall'inizio dell'operazione «Muraglia di difesa» l'esercito israeliano detiene migliaia di palestinesi nei territori occupati. Spesso gli arresti di massa sono stati condotti secondo i criteri di età e di genere, così molti palestinesi sono stati detenuti semplicemente perché erano presenti laddove venivano effettuati gli arresti e non perché fossero sospettati. Il 5 aprile 2002, B'Tselem ha ricevuto informazioni da una fonte israeliana sulle dure condizioni di detenzione e sull'uso della tortura durante gli interrogatori nell'accampamento militare di Ofer, situato vicino Ramallah.
L'esercito ha emesso un ordine tassativo che nega ai detenuti il diritto di incontrare dei legali. B'Tselem, insieme a tre altre organizzazioni per i diritti umani israeliane, ha presentato una petizione urgente all'Alta corte di giustizia di Israele chiedendo che ai detenuti venga permesso di incontrarsi con i legali e che la corte vieti il ricorso alla forza fisica contro di loro durante gli interrogatori. Il 7 aprile 2002, dopo una breve udienza, la corte ha rigettato la petizione. (...) 

Scudi umani e niente cure
L'8 marzo, intorno all'una del pomeriggio, sei soldati israeliani sono entrati nella moschea di al-Baq nella città vecchia di Nablus, dove era stata istituita una clinica di emergenza. Secondo le informazioni fornite a B'Tselem dal dottor Zahara el-Wawi, medico di quella clinica, i soldati sono entrati nella moschea con i fucili puntati alle spalle dei civili palestinesi che sono stati costretti a marciare davanti ai soldati come "scudi umani". I soldati hanno separato il personale medico dai pazienti, perquisito i cadaveri e controllato l'identità dei pazienti feriti.Da molti giorni a questa parte, B'Tselem sta ricevendo resoconti riguardanti l'uso di civili palestinesi come scudi umani da parte dei soldati israeliani, oltre all'impedimento del trasporto di persone ferite e la mancanza di elettricità, acqua e forniture mediche nelle strutture ospedaliere. Questo è un fenomeno che B'Tselem ha documentato nelle invasioni degli ultimi mesi nelle città palestinesi. 

Alcuni casi di uccisioni
(...) Gli episodi elencati rappresentano solo una piccolissima parte delle violazioni dei diritti umani che vengono commesse nel West Bank. (...) Gran parte delle informazioni riportate qui di seguito sono state raccolte al telefono, poiché gli operatori sul campo sono impossibilitati a raggiungere le vittime e i testimoni oculari per raccogliere testimonianze dirette. Le informazioni sono state verificate nel massimo grado possibile date le circostanze attuali. Il 10 aprile, alle 5:15 due residenti di Dura, distretto di Hebron, Aref Mahmud Sayid Ahmad (33 anni) e Na'if Salem Sayd Ahmad (32 anni) stavano tornando a casa dalle preghiere del mattino presso una moschea della città. Quando si trovavano a dieci metri dalla casa di `Aref Ahmad, da un elicottero è stato sparato un missile che ha ucciso entrambi gli uomini. L'esplosione ha causato un incendio nella casa di 'Aref Ahmad. Sua moglie e la figlia di 8 anni sono state ferite alla testa dallo shrapnel. Faruq, fratello di Na'if Ahmad, è stato gravemente ferito a una gamba. A causa del coprifuoco imposto alla città, è stato impossibile mandare un'ambulanza. Questi si trovano ancora nella casa di Na'if Ahmad.
Taher `Abd a-Dudin (35 anni), residente a Dura e sofferente di un ritardo mentale, ha lasciato ieri la sua casa alle 8 del mattino per comprare le sigarette. Quando ha visto i soldati per la strada si è spaventato e ha cominciato a scappare verso la sua casa. I soldati gli hanno sparato uccidendolo. Il suo corpo è nel municipio di Dura.
Domenica 7 aprile 2002 alle 11 del mattino, sei soldati sono entrati in casa di Nabil Nadim Nur a-Din (43 anni) nella città vecchia di Nablus e l'hanno perquisita. Dopo la perquisizione i soldati hanno chiesto a Nur a-Din di uscire in strada e di rimuovere gli ostacoli sul lato della strada. Egli si è rifiutato, perché in quel momento erano in atto degli scontri a fuoco, e ha detto ai soldati: «Anche se mi sparate, non uscirò in strada». In risposta, uno dei soldati gli ha sparato. Poi i soldati hanno ordinato al figlio di Nur a-Din, Ahmad, di sgomberare la strada. Ahmad è uscito di casa con loro ma è riuscito a scappare. Ieri Nabil Nur a-Din è riuscito a raggiungere l'ospedale Rafidia a Nablus, 9 aprile, dove è ancora in cura. (Fonte: B'Tselem) Muhammad Abu Hatab (30 anni) è stato ucciso vicino il campo profughi di Askar, nel distretto di Nablus il 5 aprile 2002. Il suo corpo è rimasto in un campo aperto, a 5 metri dalla strada, visibile ai soldati lì vicino. Un palestinese che aveva tentato di rimuovere il corpo è stato preso dai soldati che poi lo hanno picchiato, gli hanno tolto i vestiti e lo hanno portato via. Il 9 aprile alle 10.30 gli uomini della Mezzaluna Rossa hanno tentato di rimuovere il corpo. I soldati gli hanno sparato. Solo il 10 aprile, alle 17.30, l'esercito ha permesso la rimozione del corpo. Domenica 7 aprile 2002, poco dopo le 21, sono stati sparati dei colpi in direzione della casa della famiglia S., vicino il vecchio campo profughi di 'Askar. Il capofamiglia, 65 anni, è rimasto ucciso e sua figlia S. H. (32 anni) è stata colpita al petto da una pallottola. Solo lunedì pomeriggio, dopo aver raggiunto un'intesa con l'esercito israeliano, un'ambulanza della Mezzaluna Rossa è stata mandata sul posto per portare la figlia in ospedale. Comunque i soldati hanno sparato all'ambulanza e hanno ordinato al personale di allontanarsi. Ancora il 10 pomeriggio S. H. non è stata portata all'ospedale. (Fonte: HaMoked - Center for the Defense of the Individual) Hafez Mahmud Sabra (63 anni) è stato ucciso il 7 aprile 2002 nel campo profughi di 'Askar nel distretto di Nablus. Alle ore 19 Sabra si è recato nel suo cortile e ha porto una brocca d'acqua ai suoi vicini. Un tank, situato a 300 metri dalla sua casa, gli ha sparato e lo ha ucciso. Uno shrapnel ha colpito sua figlia Suna Hafez Mahmud Sabra (36 anni) che è rimasta ferita alla schiena e alla testa. Lei si trovava in casa quando è avvenuta la sparatoria. Poiché non viene permesso alle ambulanze di circolare, la famiglia ha deciso di seppellire il padre in cortile. Solo ieri sera, 9 aprile, Suna Sabra è riuscita a raggiungere l'ospedale Rafidia dove ha ricevuto assistenza. (Fonte: B'Tselem)Giovedì 4 aprile 2002 c'erano 28 pazienti con insufficienza renale a Jenin impossibilitati a raggiungere l'ospedale per sottoporsi a dialisi. I tentativi fatti dall'associazione per i diritti civili in Israele di concordare il loro arrivo in ospedale sono falliti. Solo domenica, dopo almeno quattro giorni senza dialisi, 4 pazienti su 28 sono stati portati in ospedale. Le fonti nell'ospedale di Jenin, senza elettricità, non sanno cosa sia successo agli altri 24 malati. Un veicolo corazzato dell'esercito israeliano staziona davanti all'entrata dell'ospedale, impedendo di entrare o uscire. (Fonte: Physicians for Human Rights). Sette soldati israeliani pattugliano il villaggio di Sabastiya nel distretto di Nablus una volta al giorno.
Negli ultimi giorni il pattugliamento è stato effettuato dallo stesso gruppo di soldati che ogni giorno hanno scelto una abitazione a caso e hanno lanciato al suo interno granate e bombe lacrimogene. Il 9 mentre sedevano a un caffè vicino alle rovine storiche del villaggio, i soldati hanno fermato i passanti e li hanno picchiati. B'Tselem ha fatto appello al portavoce dell'esercito israeliano chiedendo di investigare questo caso. Non abbiamo avuto risposta.
Il 4 aprile 2002, Ghania `Othman Khalil Kharameh (13 anni) è stata ferita mentre si trovava nella sua casa nel quartiere di Ras Al `Ein a Nablus. I proiettili l'hanno colpita al braccio e al petto. Solo sei giorni dopo è stato possibile portarla in ospedale. 

Che fine hanno fatto i detenuti?
Ci sono 1.000 detenuti che si trovano nell'accampamento militare di Ofer; tra 1.000 e 1.500 nella prigione militare di Megiddo; 100 nella struttura di detenzione di Salem aperta vicino Jenin e molte dozzine in strutture di detenzione permanente nel West Bank. I detenuti rilasciati da Ofer hanno riferito dure condizioni di trattamento. Tra le altre cose, hanno denunciato cibo insufficiente, sovraffollamento, freddo, umiliazioni e percosse. Alcuni dei detenuti sono costretti a dormire su tavole di legno. Con l'aumento del numero dei detenuti, ciascuno ha uno spazio di 40 centimetri in cui dormire, e alcuni non hanno neanche quello. L'esercito vieta ai detenuti incontri con gli avvocati. E l'Alta corte di giustizia ha rigettato una petizione di quattro organizzazioni per i diritti umani che chiedevano di entrare nel campo militare di Ofer. (Fonte: HaMoked - Center for the Defense of the Individual).
* B'tselem è un'organizzazione pacifista israeliana impegnata sui diritti umani e contro la tortura. In queste ore è impegnata a Jenin a trattare sulle condizioni dei prigionieri palestinesi. Sito web: www.btselem.org - Traduzione di Marina Impallomeni 

Guatemala: ricordo di Mons. Gerardi e «Guatemala, nunca mas»
Sono iniziate il 25 aprile le numerose attività in programma a Città del Guatemala per commemorare il quarto anniversario della morte del compianto vescovo ausiliare, monsignor José Greradi Conedera, ucciso il 26 aprile 1998. Come riferito alla MISNA dall’Ufficio dei diritti umani dell’arcivescovado (Odha) - organismo fondato e coordinato dal presule scomparso - la prima importante iniziativa è stata la divulgazione del rapporto “Omaggio alle donne, memoria viva di una luce, ricostruendo la verità storica” redatto dall’Odha. Sono quindi seguite la presentazione del documento “Guatemala diversa”, curato dalla Pastorale Sociale e l’inaugurazione della mostra “Monsignor Gerardi e i martiri della Chiesa del Guatemala”, allestita nella Parrocchia del Sagrario (Collegio di ‘San José de los Infantes’), che resterà aperta fino al 17 maggio. Segnaliamo ai lettori de «il GRILLO parlante» la lettura del libro-rapporto «GUATEMALA, NUNCA MAS» (La Piccola Editrice, tel. 0761 912591) scritto dall'Ufficio dei Diritti Umani dell'Arcivescovado di Guatemala. Un libro scomodo, la cui pubblicazione è costata la vita a Mons. Gerardi. (am.t.)

Sorvegliati speciali
Per questa volta si sono limitati a un "sopralluogo", ma l'anno prossimo sarà ispezione vera. L'inviato speciale delle Nazioni Unite, il malese Dato Param Cumaraswamy, tornerà a esaminare le magagne del nostro rapporto governo-magistrati alla fine di marzo 2003. Rientrato in questi giorni a Ginevra dalla sua prima missione italiana, l'inviato speciale di Kofi Annan ha steso un rapporto durissimo, nel quale parla di "politici di primo piano sotto processo a Milano che dovrebbero rispettare i processi in corso, anzichè ritardarli". Mister Cumaraswamy ha manifestato tutto il proprio stupore per l'accoglienza "a dir poco infastidita" riservatagli dal ministro Roberto Castelli. Castelli ha preso male che un malese si permettesse di fargli le pulci. Il ministro leghista dovrebbe invece riflettere sulle nazioni che quest'anno tengono compagnia all'Italia sul taccuino degli ispezionati: Eritrea, Guinea-Bissau, Haiti, Malawi, Tunisia e Zimbawe. 

I miserabili a stelle e strisce 
Un'affermata giornalista free-lance incontra uno dei suoi editori. E' un pranzo di lavoro in uno dei ristoranti à la page e la conversazione è piacevole. La giornalista è una reporter d'assalto che ha sulle spalle la militanza nel mouvement, un matrimonio con un sindacalista «arrabbiato» dei camionisti, due figli, molti reportage su argomenti «caldi» - dall'uso della medicina per reprimere le donne, ai riti della guerra - e un prestigio che fa dimenticare al suo editore la sua tendenza a fare, di tanto in tanto, «sermoni marxisti». Un pranzo di lavoro come tanti. A un certo punto però lo scambio conviviale di opinioni affronta il mondo del lavoro statunitense e sulle inquietanti statistiche che attestano sì la piena occupazione, ma che negli Usa la maggioranza della forza-lavoro è costituita da working poor, lavoratori poveri che percepiscono salari di fame per lavori degradanti e nessun diritto. Lei, secca, apostrofa il suo editore: «Ci vorrebbe un giornalista giovane che viva per un anno come un lavoratore povero e tirarci fuori un libro che denunci questo scandalo». La risposta è altrettanto concisa e non le lascia via di fughe: «Giusto: una come te».
E' l'avvio di un reportage sull'universo lavorativo americano di questo inizio di millennio. Un libro costruito con cura, senza nessun ammicamento retorico su un paese che sbandiera la libertà come il suo valore più alto ma che costringe a una vita «infame» oltre il sessanta per cento della sua forza-lavoro. Una vita segnata da corpi abbrutiti da giornate lavorative che si sa quando iniziano, ma mai quando finiscono. Ma anche di biografie marchiate dall'arbitrio, dall'umiliazione, dal dispotismo di un capetto che si sente di esercitare il ruolo di padre-padrone solo in virtù di un reddito decente, di una assicurazione sanitaria, di una casa di proprietà e di una automobile.
Il volume - Una paga da fame, Feltrinelli, pp. 164, euro 13.50 - è scritto da Barbara Ehrenreich ed è uno spaccato sugli Stati uniti di oggi e ruota attorno ai lavori svolti per circa due anni dalla protagonista che cela la propria identità di affermata professionata della carta stampata. Per prima cosa si trasferisce in Florida per fare la cameriera in una grande catena di alberghi. Poi passa nel Maine per pulire le case dei ricchi. Infine giunge nel Minnesota per fare la commessa in una grande catena di supermercati dell'abbigliamento. Tutti i suoi datori di lavoro sono manager di medio livello in una grande corporation che fonda la sua ricchezza nel vendere in franchising il proprio logo. L'orario di lavoro è formalmente di otto ore, ma gli straordinari sono obbligatori e non vengono pagati. Il salario, infine, non supera mai i sette dollari all'ora e che spesso è al di sotto del «salario di ingresso» statunitense definito di stato in stato. Già perché negli Usa la legislazione sul lavoro è abbastanza diversa da quella vigente in Europa e vale il principio che il salario di ingresso (leggi minimo) venga definito per legge non a livello federale, ma sia prerogativa di ogni singolo stato (in Italia potremmo parlare di gabbie salariali, grazioso regalo avvelenato che ci vuol fare l'attuale governo in carica). I regolamenti sulle assicurazioni sanitarie sono sempre gli stessi: se ne ha diritto, ma solo dopo un periodo di prova, dai tre ai sei, nove mesi, a seconda del capriccio della sede locale dell'impresa. Periodo che pochi riescono a superare, dato i ritmi a cui si è costretti, la denutrizione che riduce a larve e che ti costringe a cercare altri part-time per integrare il salario. Secondi e terzi lavori della stessa specie, ma che hanno come effetto «collaterale» milioni di infortunati sul lavoro (mai denunciati per paura di essere cacciati).
Ci sono pagine «poetiche» sui rapporti della giornalista con i suoi compagni di disgrazia, segnati da sentimenti diversi e contrastanti, un misto di mutuo soccorso - nel sendo di fornire cibo a chi non ne ha - e la diffidenza tipica di chi è inserito nel processo lavorativo in una condizione di servilismo. La maggioranza sono donne con una storia pesante sulla spalle (spesso sono le uniche che «portano i soldi a casa») e che devono lottare con le unghie e con i denti contro chi, proprio perché donne, esprime dubbi sulla loro natura «umana». Barbara Ehrenreich scrive di «sorellanza»: con cautela, però, perché la condivione della stessa situazione è in negativo, cioè sulle privazioni e non sulla necessità di rompere il meccanismo che le costringe a vivere come vagabonde. Vagabonde perché gli affitti sonoalti e bisogna dormire: in un motel puzzolente o in una roulotte progettata per gnomi.
Nei depliant delle imprese si leggono frasi altisonanti sullo spirito di iniziativa dei «collaboratori», pardon dei lavoratori, ma poi sei considerato un perdente, perché non hai una casa, una famiglia decente, perché ti vesti male, perché, in fondo, in fondo, sei un po' stupido se sei arrivato a galleggiare nel fondo del barile. Umiliazioni che non riescono a piegare le donne, che fanno andare avanti la baracca con la inventiva di astuti accorgimenti per «risparmiare tempo», riservandone un po' per sé. Un'inventiva che usano con parsimonia, perché «mostrarsi troppo brave» non conviene, visto che «i capi `più vedono che sai fare, più pretendono da te e ti sfruttano'». Un antico e vecchio slogan del Novecento sosteneva che «per salario di merda, ci vuole un lavoro di merda». E' quello che fanno le protagoniste e i protagonisti de Una paga da fame.
Donne in maggioranza, ma anche migranti. Croati, salvadoregni, guademaltechi, russi. Ma il mondo del libro non è quello descritto da John Dos Passos in Manhattan Transfer ottanta anni fa. No, quella di Barbara Ehrenreich è l'America di Bush e di Clinton. Tremende sono anche le statistiche che nelle conclusioni vengono fornite dall'autrice. Tra un primo e un secondo lavoro, il salario annuo della maggioranza della forza-lavoro è attorno ai 12-13 mila dollari, mentre per riprodursi in quanto tale si spendono dai 13-15 mila dollari. E i conti vengono fatti quadrare senza curarsi (tutti i compagni di lavoro della giornalista si riempiono di analgesici) e mangiando solo un pacchettino di patatine fritte per pranzo.
Ma perché queste donne e questi uomini non si ribellano? La risposta sta nel racconto di quando la protagonista lavora come commessa. L'impresa è la Wal-mart, grande catena della commercializzazione, il più grande datore di lavoro privato degli Usa. Odia il manager che la chiama «collaboratrice», imponendo però che timbri il cartellino ogni volta che va a fare pipì; oppure quando passa in rassegna come ha piegato gli abiti e se non è soddisfatto li getta malignamente a terra con un righello, quasi fosse un sergente che punisce il soldato negligente. Ma ciò che tiene chiusa la forza-lavoro nella gabbia d'acciaio della gerarchia sociale sono espressioni suadenti e dolci, come lavoro di squadra, inventiva, incentivo ai suggerimenti: sono le forche caudine da passare per avere venti, trenta centesimi in più all'ora. E che dire dell'odioso rito di iniziazione alla gerarchia rappresentato dalle analisi dell'urine per vedere se hai assunto alcol o qualche droga? Un raffinato strumento per farti presente che sei sempre sotto controllo.
L'autrice però non perde la speranza e quando in tv vede un sit-in dei lavoratori di una catena di alberghi in sciopero, alza il pugno in segno di vittoria. Una compagna di lavoro sorride e dice che dovrebbero farlo anche loro. Infine si abbracciano. Lieto fine? No. La giornalista è ritornata alla sua vita da oltre 150mila dollari all'anno. Le sue compagne di disgrazia no. Spesso gli Usa hanno anticipato ciò che poi sarebbe accaduto nel resto del mondo capitalista. Questo libro giunge quindi a proposito. Le proposte avanzate dal governo Berlusconi per riformare il mercato del lavoro puntano a creare le condizioni per renderlo simile a quello statunitense. Dopo aver letto Paga da fame, se mai qualcuno avesse avuto dei dubbi, la battaglia per fermare il Cavaliere del libero mercato è una battaglia di civiltà. (BENEDETTO VECCHI)

ZOOM ASSOCIAZIONI 
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PERUGIA-ASSISI: IN MARCIA... PER LA PACE
Il Circolo “Fagiani nel Mondo” di VERONA sta pensando di organizzare un pullman per partecipare alla marcia della Pace Perugia-Assisi il 12 maggio 2002. Chi fosse interessato contatti l'indirizzo: fagianinelmondo@libero.it

Per informazioni sulla Marcia leggere qui sotto: Il 12 maggio tutti alla Perugia-Assisi, per la pace - Domenica 12 maggio 2002: Marcia straordinaria Perugia-Assisi per la pace in Medio Oriente. Appello all'Europa: Fermiamo l'escalation del terrore. Fermiamo la carneficina Si svolgerà domenica 12 maggio e sarà un'edizione straordinaria, com'è straordinariamente grave il momento che stiamo vivendo. Di fronte alla drammatica evoluzione del conflitto Israelo-Palestinese e ai pericoli che incombono, la Tavola della Pace ha deciso di convocare per domenica 12 maggio 2002 una edizione straordinaria della Marcia Perugia-Assisi per la pace in Medio Oriente. "Un'impressionante fiume di sangue -si legge nell'appello di convocazione- scorre sotto i nostri occhi alimentando rappresaglie e vendette. Il peggio che tutti dicevano di voler scongiurare è arrivato. Ma al peggio non c'è un limite naturale. Lo deve porre la comunità internazionale, lo dobbiamo porre noi, lo deve porre l'Europa. E' una nostra responsabilità." Con questa iniziativa la Tavola della Pace intende rivolgere un pressante appello all'Europa e alle Nazioni Unite: "Noi chiediamo all'Europa e all'Onu d'intervenire subito in difesa dei più indifesi, della giustizia e della legalità internazionale. Noi chiediamo all'Europa e all'Onu di inviare una forza di interposizione capace di promuovere il cessate il fuoco e di assicurare la protezione delle popolazioni civili. Noi chiediamo all'Europa e all'Onu di assumere tutte le misure di pressione e sanzione diplomatica ed economica necessarie per bloccare l'escalation e riprendere la via del negoziato per la costruzione di una pace giusta e duratura." "Tutti sanno -scrivono i promotori- che senza un deciso intervento dei responsabili della politica internazionale sarà molto difficile spezzare la catena della morte. Per questo noi cittadini europei, consapevoli delle nostre responsabilità storiche, rivolgiamo un nuovo pressante appello all'Europa: fermiamo la carneficina." La Marcia Perugia-Assisi del 12 maggio è promossa dalla Tavola della Pace: l'organismo che coordina il lavoro di centinaia di associazioni, laiche e religiose impegnate in Italia per la pace, i diritti umani e la solidarietà. Tra le prime adesioni nazionali già raccolte ci sono quelle di CGIL, CISL, UIL, Agesci, Acli, Pax Christi, Legambiente, Forum del III settore, Emergency, Mani Tese, Arci, Associazione per la Pace, Focsiv, ICS, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, Peacelink. Per maggiori informazioni: Tavola della Pace - Ufficio Stampa, via della viola 1 (06100) Perugina tel. 335/6507723 - 075/5736890- fax 075/5739337 - email: info@perlapace.it

Appello/1 - CONTRO DI NOI
Unendoci all'appello pubblicato dagli intellettuali arabi in Francia (le Monde 09-04-2002), affermiamo quanto segue: Noi, in quanto arabi e italiani di origine araba, dichiariamo che gli atti contro gli ebrei che si sono verificati recentemente in alcuni paesi europei sono intollerabili. La collera e la rabbia che i crimini di Sharon potrebbero ispirare non devono e non possono, in nessun caso, giustificare né derive, né sconsiderate reazioni. Richiamiamo perciò tutti i difensori della causa palestinese in Italia ad un'estrema vigilanza e desideriamo ricordare alcuni fatti evidenti:
- La comunità ebraica e il popolo israeliano non sono identificabili con l'immagine di Sharon. I numerosi israeliani che oggi per la paura e l'insicurezza, si schierano dalla sua parte, prenderanno più facilmente coscienza dell'essere stati abbagliati e fuorviati se noi sapremo convincerli dell'assenza di animosità nei loro confronti da parte nostra, in quanto parte della stessa comunità e, soprattutto, in quanto esseri umani.
- I nostri interlocutori e sostenitori più preziosi sono gli ebrei che operano, al fianco dei palestinesi, contro l'occupazione, la repressione, la colonizzazione e si battono per la coesistenza di due stati sovrani, uno palestinese e uno israeliano.
- Molti di questi ebrei hanno una storia familiare tragica, segnata dall'olocausto. Sta a noi render loro omaggio e raggiungerli sulla linea di condotta che consiste nel saper mettere da parte lo spirito di tribù quando si tratta di difendere diritti e libertà universali. Non cadiamo quindi nella trappola di Sharon. Non confondiamo le battaglie. L'insulto contro un ebreo o un arabo è la stessa cosa. In entrambi i casi esso non fa che rendere servizio all'estremismo del quale si vantano Sharon e i suoi. Leila Shahid, rappresentante dell'ANP a Parigi, non avrebbe potuto dire meglio quando ha definito gli attacchi contro le sinagoghe e i negozi ebrei «crimini contro i palestinesi». Ascoltiamo il suo appello.
Firmatari: Mahmoud Salem Elsheikh, Zouhir Louassini, Irfan Rashid, Reda Hammad, Khaldoun Roueiha, Ali Rashid, Suad Sbaii, Ihab Hashem, Salah Methnani, Antoine Layek, Mustafa El-Ayubi. (Questo appello verrà pubblicato sul sito WWW.arabroma.com. Chi volesse aderire può farlo attraverso il seguente e-mail: info@arabroma.com

Appello/2 - FONDI PER BETLEMME
Mi rivolgo a tutti i Parroci, i preti, i gruppi missonari e le tante persone che sognano e vogliono un mondo diverso, sono Davide Perego, uno studente salesiano di Teologia che da due anni studio in Terra Santa, piu' precisamente a Cremisan una piccola borgata a pochi Km da Betlemme. In questi giorni la situazione a Betlemme è molto drammatica, e non solo nella zona della Natività: è da due settimane che permane il coprifuoco, nessuno può uscire di casa, solo per qualche ora è permesso alle donne e anziani di racimolare un po' di farina e generi di prima necessità. I salesiani di Betlemme aiutano la popolazione con il forno dando alla gente pane gratuito e altri generi alimentari. Gli israeliani la fanno da padroni, la città della nascita di Gesù é irriconoscibile: solo distruzione e umiliazone. La pace é molto lontana. Da parte nostra cerchiamo di stare accanto alle persone sia cristiane che musulmane senza distinzione. Si vorrebbe fare di più, ma mancano sia i fondi che anche i generi di prima necessità come olio, farina, acqua e medicine. Quanti vogliono fare qualcosa possono chiamarmi all'indirizzo davide_peg@libero.it grazie a tutti per la vostra attenzione. Davide Perego

Percorsi di formazione alla solidarietà internazionale 
PERCORSI DI FORMAZIONE ALLA SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE PER OPERATORI Scuola Residenziale di Formazione I° Livello - 21-27 luglio 2002, Collevecchio (Rieti) Aperte le iscrizioni - Roma, 23 Aprile 2002 - E' giunta quest'anno alla XVI edizione la Scuola Formativa Residenziale di primo livello del CIPSI (Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale), che si svolgerà a Collevecchio di Rieti, presso il Convento S.Andrea, dal 21 al 27 Luglio 2002. “I Percorsi di Formazione che proponiamo” – ha dichiarato Rosario Lembo, Presidente del CIPSI – “mirano a fornire gli strumenti per acquisire le basi utili a sviluppare una competenza professionale e soprattutto la consapevolezza necessaria per orientarsi nel composito mondo della cooperazione internazionale. Obiettivo principale delle Scuola è, infatti, quello di favorire e promuovere la qualificazione di operatori con conoscenze di base integrate per impegnarsi nel campo della Solidarietà Internazionale”. La Scuola Formativa di I°livello del CIPSI rappresenta un tentativo di introdurre i giovani in particolare, e l’opinione pubblica interessata in generale, alla comprensione della cooperazione per uno sviluppo sostenibile, all’analisi degli strumenti operativi per una solidarietà del cambiamento alla luce dei nuovi scenari conseguenza della globalizzazione e delle mutate direttive nazionali ed europee sulla cooperazione allo sviluppo. Il corso, gratuito, è cofinanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Capacity Building Project presentato dal CIPSI e da Volontari nel Mondo FOCSIV. A carico dei partecipanti è prevista una quota pari a € 362 (€ 258 nel caso di studenti o ONGs associate al CIPSI) a copertura delle spese di vitto e alloggio. E' previsto un numero massimo di 30 partecipanti. Le iscrizioni dovranno pervenire via e-mail, fax o posta entro il 21 GIUGNO 2002 a: CIPSI - Coordinamento di Iniziative popolari di Solidarietà Internazionale. Viale Baldelli 41 – 00146 Roma. tel. 06 5414894 – fax 06 59600533 – e-mail: eas@cipsi.it Il programma completo del corso e la scheda di iscrizione sono disponibili sul sito www.cipsi.it 

Verona: «I colori della Madre»
L'associazione PACHAMAMA di Verona Ti invita a riscoprire insieme «I COLORI DELLA MADRE il nero, il rosso, il bianco».Un percorso per rivivere gli antichi simboli dei colori e ritrovare il loro significato autentico dentro il nostro corpo e dentro l’anima. Un cammino alla sorgente del femminile rappresentato dalla onnipresente Madre Creatrice in cui attingiamo l’armonia perduta. Un sentiero che porta diritto alla vita profonda, dove si realizza il contatto con la potenza generatrice della Madre Terra. Ci guideranno in questa esperienza LETIZIA TOMASSONE - ROBERTA CESCHI. IL NERO: Sabato 20 Aprile - IL ROSSO: Sabato 4 Maggio - IL BIANCO: Sabato 18 Maggio, ore 16.00-19.00. Per informazione ed iscrizioni rivolgersi direttamente in sede (Piazza Plebiscito, 13 AVESA - Verona) o telefonare al N. 045 7725581 (è segreteria telefonica) – 3286668073 (ore serali).

Sei seminari per incontrare le differenze 
Sei seminari per incontrare le differenze. Li organizza la cooperativa sociale Onlus Esoxena di Mestre - Venezia, dopo il corso di formazione per mediatori linguistico-culturali esperti nell'area educativa e quello per mediatori esperti nell'area socio-sanitaria. Al centro questa volta il tema dell'immigrazione: l'obiettivo è infatti quello di approfondire e stimolare il dibattito sui molteplici aspetti dell'inserimento del soggetto migrante nel tessuto sociale italiano. 
Con quest'iniziativa, Esoxena intende rispondere alle esigenze di quanti lavorano nell'ambito dell'immigrazione (operatori sociali, culturali, sanitari, formatori e insegnanti), delle aziende del territorio e di quanti siano interessati ad ampliare le proprie conoscenze su questi temi, anche nella prospettiva di metterle a frutto nel proprio settore. 
I seminari SEIse si terranno per sei sabati, sempre con orario 9 - 13, a partire dall'11 maggio e fino al 29 giugno, e saranno ospitati dal centro culturale Santa Maria delle Grazie, in via Poerio 32 a Mestre. Ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza. Per ulteriori informazioni è possibile contattare Paola Delise, della segreteria organizzativa di Esoxena, tel. 041.981836, fax 041.5054519, e-mail p.delise@esoxena.it . Adesioni entro il 6 maggio 2002. 

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IL COMPUTER A SCUOLA
Il CePOF (Centro Pedagogico per l’Orientamento e la Formazione), già Centro pedagogico “Don Bosco”, nell’ambito del “Progetto Scuola” propone agli insegnanti una serie di iniziative riguardanti l’uso del computer aventi come tema “Il computer a scuola”. Oltre ad un corso base, sono attivati brevi moduli rivolti a tutti i docenti, adatti all'utilizzo immediato nell'attività didattica; sono, inoltre, previsti brevi moduli specifici per insegnanti rispettivamente della scuola dell’obbligo e della scuola media superiore, nonché moduli attivabili direttamente con gli studenti della scuola media superiore. Per ricevere il programma dettagliato delle iniziative telefonare al numero 045.8031301, oppure inviare una e-mail all’indirizzo segreteria@cpdonbosco.it . Si ricorda che tutte le scuole e i singoli insegnanti possono associarsi al CePOF usufruendo di sconti sulla quota di partecipazione ai corsi e dei servizi di consulenza del Centro a prezzi ridotti e senza IVA.

L’USO DEL COMPUTER NELLA VITA QUOTIDIANA
Il CePOF (Centro Pedagogico per l’Orientamento e la Formazione), già Centro pedagogico “Don Bosco”, allo scopo di aiutare a familiarizzare con il computer organizza alcuni corsi rivolti a tutta la cittadinanza, proponendo l’uso di programmi facilmente utilizzabili nella vita quotidiana. I corsi avranno luogo nel periodo maggio-giugno 2000 con i seguenti temi: Produrre testi con Word I livello (15 ore); Produrre testi con Word secondo livello (10 ore); Il computer ci può aiutare a calcolare? Gli elementi base di Excel (15 ore); Come amministrare la casa tramite Excel (15 ore); Come comunicare tramite Internet (10 ore); Nonni-nipoti: incontro generazionale in internet (10 ore). Associandosi al CePOF sarà possibile usufruire di uno sconto sulla quota di partecipazione. Per informazioni tel.: 045.8031301; e.mail: segreteria@cpdonbosco.it

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PAROLE IN LIBERTA'
di Vincenzo Andraous (vincenzo.andraous@cdg.it - Tel. 0382 3814417) 
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Vincenzo Andraous è nato a Catania il 28-10-1954, una figlia Yelenia che definisce la sua rivincita più grande, detenuto nel carcere di Pavia, ristretto da ventinove anni e condannato all’ergastolo “FINE PENA MAI”. Da otto anni usufruisce di permessi premio e lavoro esterno in art.21, da due anni e mezzo è in regime di semilibertà svolgendo attività di tutor-educatore presso la Comunità “Casa del Giovane “di Pavia. Per dieci anni è stato uno degli animatori del Collettivo Verde del carcere di Voghera, impegnato in attività sociali e culturali con le televisioni pubbliche e private, con Enti, Scuole, Parrocchie, Università, Associazioni e Movimenti culturali di tutta la penisola, Circa venti le collaborazioni a tesi di laurea in psicologia e sociologia; E’titolare di alcune rubriche mensili su riviste e giornali, laici e cattolici; altresì su alcuni periodici on line di informazione e letteratura laica, e su periodici cattolici di vescovadi italiani; ha conseguito circa 80 premi letterari; ha pubblicato sette libri di poesia, di saggistica sul carcere e la devianza, nonché la propria autobiografia; “Non mi inganno” edito da Ibiskos di Empoli; “Per una Principessa in jeans” edito da Ibiskos di Empoli; “Samarcanda” edito da Cultura 2000 di Siracusa; “Avrei voluto sedurre la luna“ edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Carcere è società” edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Autobiografia di un assassino-dal buio alla rinascita” edito da Liberal di Firenze; “Oltre il carcere” edito dal Centro Stampa della “Casa del Giovane” di Pavia.

RIEDUCARE NON SOLO A PAROLE
Sui giornali leggo interventi mirati sul carcere, parole espresse con buona volontà da uomini pratici di promozione umana. Lo dico io che sono stato vissuto dal carcere, trapassato e segnato fino a farmi sentire parte del suo sé. Perché la galera ti respira a fondo rubandoti i giorni a venire. Questo pianeta di cui poco si sa e meno ancora si pensa è un contenitore di carne umana destinata a imputridire, tra l’indifferenza o il gaudio dei più. Ho pensato mille volte a questo carcere che alimenta un’esistenzialismo umbratile, dubbioso, precario. Forse occorre finalmente vivere-vivendo senza più lasciarsi respirare passivamente, e tenacemente prendersi in braccio e stringere i denti, senza più ostinati silenzi in cui rifugiarsi. Ma come fare se il carcere attuale è davvero malato, se manca degli strumenti per incidere e fare maturare le personalità latenti, se non possiede un ideale che possa infine piegare a una proficua utilità la pena? Nè è capace di partorire una speranza vera, destrutturando-ristrutturando ciò che rimane dei brandelli di vita ritrovati. Scrivo queste righe senza presunzione di conoscere la strada maestra, ma consapevole dell’esperienza che sto vivendo in prima persona. Infatti, nonostante il carcere e gli anni trascorsi dietro le sbarre, oggi sono qui nella comunità la “Casa del Giovane” di Don Franco Tassone, successore dell’indimenticabile Don Enzo Boschetti ( che qui aleggia dappertutto ). E qui, pur permanendo la mia condizione di detenuto, mi è stato concesso di svolgere il ruolo di tutor. Mi sento parte di questa nuova cultura dell’intendere e del sentire, e sento vive le parole del fondatore di questa comunità, Don Enzo Boschetti: “ Si educa, e si rieduca, solo con la libertà e nell’amore, perché solo nella libertà e nella fiducia reciproca costruita pazientemente e tenacemente, si può costruire e rinnovare una personalità”. In questo senso sono qui a imparare molto e a dare quanto è nelle mie capacità. Il carcere con i suoi molteplici contorcimenti, forse è addirittura irrappresentabile se non lo si tocca con mano. Mi piace quindi significare un tragitto diverso, un cammino, sì, difficile, ma più vicino alle aspettative reali. Un tragitto che consenta un effettivo reinserimento sociale a fronte di una progettualità costruttiva che renda meno ostico il rientro nella collettività. In questa comunità, dove non sono più solo un ospite, ma parte integrante, mi rendo conto della differenza nel modo di operare e di affrontare una stessa esigenza “pedagogica”: il trattamento personalizzato. Infatti all’interno di una prigione, se è vero che l’Ordinamento Penitenziario prescrive un trattamento personalizzato, è altrettanto vero che, a causa dei problemi endemici all’Organizzazione Penitenziaria, il tutto risulta piuttosto aleatorio. Qui, nella “Casa del Giovane”, dove comunque esistono regole precise e finalità ben concepite, e dove tutto si basa sull’amore e sul rispetto reciproco, ognuno si sente parte del proprio progetto di vita. Ciò perché non esiste assistenzialismo parassitario, ma impegno e lavoro, fatica e sacrificio, per il raggiungimento di una meta che consiste in un agire comune per obiettivi comuni. 

Letter@ scomod@ 
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Lettera di un giovane soldato israeliano
"Buon giorno, mamma. Non te la prendere per il mio comportamento. Mi sento malissimo, ho l´impressione di diventare una bestia. Non credo a quel che faccio. Obbedisco agli ordini per non sembrare una femminuccia davanti ai miei compagni. Non capiresti mai cosa significhi entrare in una casa dove ci sono dieci bambini, donne e vecchi, con il fucile puntato, gridare e sbraitare in arabo "che nessuno si muova". Solo pochi mesi fa, mamma, ero un liceale, un ragazzo buono come una pasta, adesso faccio l´aguzzino. Il comandante mi grida di occupare la cucina. Io sbatto per terra i secchi, le pentole, rovescio i sacchi di zucchero e di farina per controllare se dentro non ci sia una pistola, o una bomba a mano. Il rumore delle suppellettili che cadono mi fa venire il voltastomaco. Un bambino piccolo mi guarda da un angolo con occhi grandi pieni di odio. So che al suo posto anche io odierei per tutta la vita i soldati ebrei. Li ammazzerei io stesso se avessi visto mia madre, ossia te, costretta a stenderti col volto a terra sul tappeto, tremante di paura mentre attorno ti rovesciano la casa". "Se ancora una volta dovessi entrare in una casa con le armi in pugno,mi rifiuterò. Andrò in carcere. Non te la prendere, mamma. Mi manca molto papà, lui mi avrebbe consigliato il da farsi. Io so che in un combattimento a viso aperto, un uomo contro un uomo, darei la vita. Ma non posso vedermi rovesciare armadi, spaccare i muri, costringere a terra dei vecchi, mi viene voglia di vomitare. Odio me stesso. Io non sono più io. Ho parlato con due commilitoni della mia compagnia, che si sentono come me. Uno di loro si è preso in faccia gli sputi di una vecchia. Poi ha pianto, nel suo sacco a pelo. Solo io l´ho sentito singhiozzare come un bambino. Io so difendermi, non ti preoccupare troppo. Ho visto nel posacenere di casa tante cicche, fumi troppo.Probabilmente a causa mia. Tanti saluti a Yael, chiedile scusa se non l´ho salutata prima di partire. Mi chiedo cosa avrebbe provato se soldati armati fossero entrati nella sua stanza rovesciando tutto e sbattendola a terra. Ecco, ho finito. Se poi decido di rifiutarmi di eseguire gli ordini e finisco in carcere, mi capirai, mamma?". (Fonte: marinonewsletter@libero.it )

e-m@il 
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Festa della mamma
Caro Amico, si avvicina la festa della nostra Mamma Celeste... è la festa di tutte le mamme, di tutte le donne che hanno un cuore di madre. E, in questo momento tanto difficile in cui la guerra, in troppi paesi, mette gli uomini uno contro l'altro, uccide innocenti, distrugge case e famiglie, annienta qualsiasi progetto per il futuro, qualsiasi possibilità di cambiamento, il ruolo della mamma è importante, determinante.
Perché le mamme che costruiscono la loro vita sull'affetto, sulla tolleranza, sulla comprensione, sono speranza vera di pace, sono capaci di educare alla pace, di insegnarla ai loro figli. Attraverso il nostro messaggio, che puoi trovare all'indirizzo <http://www.missionidonbosco.org/home_mamma2002.asp>, accogli anche tu questo dono prezioso e diffondi la pace a partire dalla tua quotidianità, dalla tua famiglia, affinché dal piccolo universo della tua casa possa propagarsi in tutto il mondo, possa moltiplicarsi come un benefico contagio. Solo nutrendo e coltivando il seme della pace e della misericordia dentro ognuno di noi, solo facendo di ogni nostro piccolo grande gesto quotidiano un esempio di solidarietà e di amore per il prossimo, potremo davvero costruire intorno a noi un domani di libertà e di comunione. E quando le nostre forze non basteranno, quando ci sentiremo soli di fronte al dolore, di fronte ad un problema che ci sembra troppo "grande", troveremo in Maria Santissima conforto e protezione, ci sentiremo uniti come fratelli, figli della Regina della Pace, uomini e donne pronti a rinascere, a rinnovare la nostra testimonianza cristiana. ...E' la festa della mamma, ed io sono qui per pregare con te, per sperare con te, per iniziare con te un cammino di pace. Un augurio di serenità e di bene. (don Pier Luigi Zuffetti)

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SORRISI E CEFFONI 
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testi segnalati o scritti da Aldo Vincent (il Gelataio di Corfu' ) e Francesca

C'ERAVAMO TANTO AMATI
Il ministro della Difesa Antony Martin, che dopo le apparizioni in tivu’ in occasione dell' Afghanistan dov’era apparso un pulcino bagnato, impietrito dalla paura e dalle possibili conseguenze ( ce ne furono, infatti. Il nostro primo drappello di soldati impiego’ 8 giorni di volo per arrivare a Kabul e schierare cinque (diconsi cinque) sottufficiali pronti alla bisogna ) ieri, ripresosi dal suo salutare periodico torpore e con grande sprezzo del ridicolo, ha dichiarato che in Italia , secondo una normativa che si richiama al secondo emendamento della Costituzione Usa (Quella edita da John Waine) bisognerebbe aumentare i pistola. Ma non ce n’e’ gia’ tanti? Dice che le armi servono per difendersi. Gia’, lo dice anche Sharon (Se per quello lo dice anche Arafat e guarda tu che macello!) (Vincent)

LE PEN NERE
Adesso ho proprio visto tutto. In Francia va al ballottaggio il Bossi d’Oltralpe, il Pacciani della Senna, lo Jack Squartatore di immigrati e i nostri nerissimi ministri in carica dichiarano che tiferanno Chirac. Soddisfazione di Berlusconi che con l’affermazione di Le Pen puo’ piu’ facilmente spacciare per democratici i comizi del leghista Borghezio. Ne parlavo proprio ieri di questo Belpaese dove si suona e dove si vendono 270.000 Cascella autentici tramite la tivu’ e il Papa da Vespa e Pannella termina il digiuno in diretta e il Presidente della Repubblica fondata sull’audience, interviene al Costanzo scio’... Che altro dire? Abbiate Fede! (E sembra un’esortazione di Berlusconi per un TG migliore) (Vincent)

PIANO PIANO
Inaugurato l’Auditorium Piano. Sarebbe piu’ giusto chiamarlo Auditorium Piano Piano, visto che ci hanno messo quindici anni a costruirlo. Comunque meglio di Auditorium Zero visto che Renato Zero sono cent’anni che ci spappola i maroni (con la emme minuscola, ma e’ lo stesso) con la sua Fonopoli ma non succede nulla! (Vincent)

INVESTIMENTI
Mi ero chiesto quanto sono affaccendati alla Regione Lombardia, visto che in pieno orario di lavoro erano stati centrati tre piani e (ringraziando il Cielo) si erano avuti solo due morti. Devo delle scuse, anche perche’ apprendo con immansa gioia che tra le tante pratiche di cui si occupa la Regione, c’e’ stato pure un finanziamento accordato all’infelice pilota che si e’ schiantato la’ sopra. Certo, c’e’ da chiedersi com’e’ possibile ad un noto contrabbandiere di preziosi e dipinti, pregiudicato e indiziato per truffa e usura, possa usufruire di un finanziamento dalla Regione. Volevano forse aiutarlo in un grosso investimento? Ci sono riusciti. (Vincent)

IL PREZZO DEL CERVELLO :-)
Nell'ospedale, i parenti si erano riuniti nella sala di aspetto, dove un loro congiunto giaceva gravemente ammalato. Finalmente entrò un dottore, stanco e adombrato. "Sono spiacente di essere il portatore di brutte notizie" disse guardando le facce preoccupate. "La sola speranza rimasta per il vostro amato consiste in un trapianto di cervello. E' una procedura sperimentale, rischiosa e economicamente è totalmente a carico vostro." I familiari rimasero seduti ad assorbire le gravi notizie. Dopo un lungo intervallo uno chiese: "Ma quanto costa un cervello?". "Dipende." rispose il medico. "5000 euro un cervello maschile, 200 uno femminile". Il momento di silenzio si prolunga, mentre gli uomini della sala tentano di non ridere ed evitano di guardare negli occhi le donne, anche se qualcuno sorride. Alla fine la curiosità ha però la meglio e uno dei presenti chiede: "Ma dottore, perchè questa differenza di prezzo?". Il dottore sorride a questa domanda innocente e risponde: "E' solo una logica politica dei prezzi. Abbiamo dovuto abbassare i prezzi dei cervelli femminili perche' risultano usati". (Francesca)

p@role @ltre 
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Filosofia di vita
Era sempre di buon umore ed aveva sempre qualcosa di positivo da dire. Quando qualcuno gli domandava come stava, rispondeva: "Se stessi meglio, scoppierei!". Era un manager unico, con un gruppo di camerieri che lo seguivano ogni volta che prendeva la gestione di un nuovo ristorante. Il motivo per cui i camerieri lo seguivano era che Jerry aveva un grande atteggiamento positivo. Era un motivatore naturale, se un dipendente aveva la luna storta, Jerry era li' a spiegargli come guardare al lato positivo della situazione. Trovavo il suo stile molto strano e quindi un giorno gli dissi "Adesso basta! Spiegami come fai ad essere sempre cosi' positivo, qualunque cosa succeda!!" Lui mi rispose "Vedi, io sono cosi', quando mi sveglio la mattina mi dico: "oggi hai una scelta da fare: puoi decidere di essere di buon umore o di cattivo umore, e scelgo di essere di buon umore.". Tutti i giorni mi capita qualcosa di spiacevole, posso fare la vittima oppure imparare qualcosa dai problemi, io scelgo di imparare. Ogni giorno qualcuno viene da me a lamentarsi, io posso scegliere di subire passivamente le sue lamentele o di trovare il lato positivo della cosa, ...beh, io scelgo sempre il lato positivo della vita. "Si, va beh, dissi io, "ma non e' sempre cosi facile!" "Si invece," disse Jerry, "la vita e' tutta fatta di scelte. A parte le necessita' piu' o meno fisiologiche in ogni situazione c'e' una scelta da fare. Sei tu a scegliere come reagire in tutte le situazioni, a decidere come la gente puo' influire sul tuo umore. Sei tu che scegli se essere di buon umore o di cattivo umore e quindi, in definitiva, come vivere la tua vita.". Per molto tempo dopo quell'incontro, ripensai a quello che Jerry aveva detto, poi un giorno lasciai il business della ristorazione e mi dedicai ad un'altra attivita' in proprio; mi persi di vista con Jerry ma spesso ripensai a lui quando mi trovavo nella situazione di scegliere nella vita, invece che subirla. Diversi anni dopo, venni a sapere che Jerry aveva commesso un errore imperdonabile per un gestore di ristorante: aveva lasciato la porta posteriore del ristorante aperta una mattina, ed era stato attaccato da tre rapinatori armati; mentre cercava di aprire la cassaforte, le sue mani sudate e tremanti dalla paura non riuscivano a trovare la combinazione ed i rapinatori, presi dal panico, gli avevano sparato ferendolo gravemente. Fortunatamente Jerry era stato soccorso rapidamente e portato immediatamente al pronto soccorso. Dopo 18 ore di intervento chirurgico ed alcune settimane di osservazione, Jerry era stato dimesso dall'ospedale con frammenti di pallottole ancora nel suo corpo. Incontrai Jerry circa sei mesi dopo l'incidente, quando gli chiesi come andava mi disse "Se stessi meglio, scoppierei! - Vuoi dare un'occhiata alle cicatrici?" Declinai l'invito, ma gli chiesi che cosa gli era passato per la testa durante la terribile esperienza. "La prima cosa che pensai fu che avrei dovuto chiudere la porta posteriore del ristorante" mi disse Jerry, "poi, quando ero gia' stato colpito e mi trovavo per terra, mi ricordai che avevo due scelte: potevo scegliere di vivere o di morire." "Ma non avevi paura? Non sei svenuto?". Jerry continuo': " Gli infermieri furono bravissimi. Continuavano a dirmi che andava tutto bene. Ma fu quando mi portarono sulla barella in sala operatoria e vidi le espressioni sulle facce dei dottori e degli assistenti, che mi spaventai veramente, potevo leggere nei loro occhi "quest'uomo e' gia' morto!" " ...dovevo assolutamente fare qualcosa" "E cosa hai fatto?" gli domandai. "C'era questa infermiera che continuava a farmi domande, e mi chiese se ero allergico a qualche cosa." "Si!", io risposi, a quel punto. Tutti dottori e le assistenti si fermarono ad aspettare che finissi la mia risposta... Io presi un respiro profondo e con tutte le mie forze gli gridai: "Sono allergico alle pallottole!" Mentre ancora ridevano aggiunsi "Sto scegliendo di vivere: Operatemi come se fossi un vivo, non come fossi gia' morto". Jerry e' sopravvissuto grazie alle capacita' dei chirurghi, a anche grazie al suo atteggiamento positivo. Ho imparato da lui che tutti i giorni abbiamo la scelta di vivere pienamente. Un atteggiamento positivo, alla fine, vale piu' di tutto il resto. 

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