Si punta a Nord, attraverso la Hamakua Coast, ricca di valli e
attraversata da decine di fiumi.
Prima meta la Waipio Valley, dove la Highway 19 devia verso l'interno.
Vi si accede per una ripida discesa, percorribile solo con veicoli 4WD
oppure a piedi.
Nella valle si insediarono immigranti provenienti dalla Scozia,
ritrovandoci alcuni tratti caratteristici delle Highlands (certo non il
clima..)
Scelta obbligata per noi la visita a piedi, con la prospettiva di
raggiungere una bella spiaggia inserita nella cornice spettacolare
della vallata.
Al termine della impegnativa discesa (che raggiunge la pendenza del
25%), appena presa la direzione della spiaggia, veniamo affrontati da
tre cani poco disposti a farci proseguire.
Dopo qualche tentativo di contrattazione (ehi, buono li', cuccia!),
visto che cominciano a scoprire le zanne, decidiamo che e' opportuno
anticipare la fase 3: con un elegante dietro-front, l'impegnativa
discesa si riconverte seduta stante in faticosissima risalita..
Comunque qualche immagine la si porta a casa.
Waipio Valley Lookout
Waipio Valley Closeup (per quanto ci e' stato possibile..)
Riprendiamo la Highway verso l'interno e saliamo, fino a raggiungere
Waimea, 800 metri slm, capoluogo della regione dei ranch. Presa nel
mezzo tra verdi pascoli alpestri e l'altro grande vulcano, il Mauna Kea
(dormiente), con gli osservatori astronomici scintillanti in vetta.
Neanche Mauna Kea dimostra i suoi 4200 metri, pur non essendo cosi'
esteso come Mauna Loa. Viene il dubbio che qui qualcuno abbia barato
con le quote..
Waimea e' meta di un certo flusso turistico locale, che apprezza la
frescura del posto. Qui un semplice motel costa piu' di un albergo a
Hilo: nel primo dove ci rivolgiamo ci chiedono 180$ per una stanza,
pero' poi ci aiutano a trovare una sistemazione un po' piu' economica
nei paraggi (99$). Meno male che l'euro e' forte in questo periodo..
Avendo ancora qualche ora di luce, andiamo subito a esplorare la parte
a nord, passando per i monti Kohala, che danno il nome a tutta la
regione. Attraversiamo scenari incantati, tra il verde dei pascoli e le
forme irreali dei vulcani (anche Kohala e' vulcanica, manco a dirlo..).
Ancora una volta si va spediti, vorrei chiudere il giro prima di buio, e
non ci sono molti punti di sosta lungo la strada stretta e tortuosa.
Dovro' poi pentirmi di non avere cercato a ogni costo qualche
inquadratura, perche' quelle condizioni di luce non le avremo piu' nei
due giorni successivi.
Si riscende verso l'oceano a nord, e si intercetta la strada costiera
270. Anche qui allevamenti di mucche, di una specie nera come la lava e
timide, che scappano appena ci avviciniamo al recinto:
Seguiamo la strada verso est, fino alla sua interruzione in
corrispondenza di Pololu Valley, che delimita l'estremo nord del tratto
di costa inaccessibile (almeno via strada asfaltata), delimitato da
Waipio a Sud.
Anche qui la vista e' spettacolare e la discesa all'oceano ci viene
sconsigliata in questo caso non dai cani, ma da certi nuvoloni che
provvedono a scaricarci addosso qualche centimetro d'acqua in pochi
minuti. Per la serie "un po' per uno", assistiamo da dentro l'auto alla
precipitosa risalita di altri visitatori, che arrivano su fradici e
boccheggianti come naufraghi.
Viste dall'alto della costa intorno a Pololu Valley
Invertiamo la rotta lungo la 270, e la seguiamo per chiudere il cerchio
a sud, risalendo poi verso Waimea per la 19.
Il sole calando inonda di luce calda il paesaggio a mezza costa tra
l'oceano e i monti Kohala:
C'e' tempo per un ultimo saluto al sole che sprofonda nell'Oceano.
Dall'odore nell'aria e dalle notizie della radio, veniamo a sapere che
la zona (South Kohala) e' stata interessata per tutto il giorno da un
grosso incendio ancora in corso, che pero' non ha causato ne'
interruzioni alle vie di comunicazione ne' pericolo per i centri
abitati. In effetti dato che l'area e' piuttosto brulla (sterpaglie e
cespugli in mezzo alla lava), non si vede come qui un incendio possa
costituire un serio pericolo.
Rientro al Motel e cena all'annesso ristorante Paniolo, a spiccata
connotazione ranchera, con le selle, gli speroni, i ferri per la
marchiatura appesi alle pareti di legno. Ottima e abbondante cena
messicana.
Paniolos e' il nome dei cowboys hawaiani, che lo mutuarono dai loro
primi istruttori di lingua spagnola, giunti nella prima meta' dell'800
dalla California (parte del Messico all'epoca), nel periodo in cui
cominciavano a infittirsi i contatti con il continente americano. Sia
mucche che cavalli erano stati trasportati sulle isole dai forestieri
gia' all'inizio del secolo.