13 Settembre.

Addio Hilo, paese d'o' sole (per noi lo e' stato)

Si punta a Nord, attraverso la Hamakua Coast, ricca di valli e attraversata da decine di fiumi.
Prima meta la Waipio Valley, dove la Highway 19 devia verso l'interno.
Vi si accede per una ripida discesa, percorribile solo con veicoli 4WD oppure a piedi.
Nella valle si insediarono immigranti provenienti dalla Scozia, ritrovandoci alcuni tratti caratteristici delle Highlands (certo non il clima..)

Scelta obbligata per noi la visita a piedi, con la prospettiva di raggiungere una bella spiaggia inserita nella cornice spettacolare della vallata.
Al termine della impegnativa discesa (che raggiunge la pendenza del 25%), appena presa la direzione della spiaggia, veniamo affrontati da tre cani poco disposti a farci proseguire.
Dopo qualche tentativo di contrattazione (ehi, buono li', cuccia!), visto che cominciano a scoprire le zanne, decidiamo che e' opportuno anticipare la fase 3: con un elegante dietro-front, l'impegnativa discesa si riconverte seduta stante in faticosissima risalita..

Comunque qualche immagine la si porta a casa.

Waipio Valley Lookout


Waipio Valley Closeup (per quanto ci e' stato possibile..)


Riprendiamo la Highway verso l'interno e saliamo, fino a raggiungere Waimea, 800 metri slm, capoluogo della regione dei ranch. Presa nel mezzo tra verdi pascoli alpestri e l'altro grande vulcano, il Mauna Kea (dormiente), con gli osservatori astronomici scintillanti in vetta. Neanche Mauna Kea dimostra i suoi 4200 metri, pur non essendo cosi' esteso come Mauna Loa. Viene il dubbio che qui qualcuno abbia barato con le quote..

Waimea e' meta di un certo flusso turistico locale, che apprezza la frescura del posto. Qui un semplice motel costa piu' di un albergo a Hilo: nel primo dove ci rivolgiamo ci chiedono 180$ per una stanza, pero' poi ci aiutano a trovare una sistemazione un po' piu' economica nei paraggi (99$). Meno male che l'euro e' forte in questo periodo..

Avendo ancora qualche ora di luce, andiamo subito a esplorare la parte a nord, passando per i monti Kohala, che danno il nome a tutta la regione. Attraversiamo scenari incantati, tra il verde dei pascoli e le forme irreali dei vulcani (anche Kohala e' vulcanica, manco a dirlo..). Ancora una volta si va spediti, vorrei chiudere il giro prima di buio, e non ci sono molti punti di sosta lungo la strada stretta e tortuosa. Dovro' poi pentirmi di non avere cercato a ogni costo qualche inquadratura, perche' quelle condizioni di luce non le avremo piu' nei due giorni successivi.

Si riscende verso l'oceano a nord, e si intercetta la strada costiera 270. Anche qui allevamenti di mucche, di una specie nera come la lava e timide, che scappano appena ci avviciniamo al recinto:


Seguiamo la strada verso est, fino alla sua interruzione in corrispondenza di Pololu Valley, che delimita l'estremo nord del tratto di costa inaccessibile (almeno via strada asfaltata), delimitato da Waipio a Sud.
Anche qui la vista e' spettacolare e la discesa all'oceano ci viene sconsigliata in questo caso non dai cani, ma da certi nuvoloni che provvedono a scaricarci addosso qualche centimetro d'acqua in pochi minuti. Per la serie "un po' per uno", assistiamo da dentro l'auto alla precipitosa risalita di altri visitatori, che arrivano su fradici e boccheggianti come naufraghi.

Viste dall'alto della costa intorno a Pololu Valley







Invertiamo la rotta lungo la 270, e la seguiamo per chiudere il cerchio a sud, risalendo poi verso Waimea per la 19.
Il sole calando inonda di luce calda il paesaggio a mezza costa tra l'oceano e i monti Kohala:


C'e' tempo per un ultimo saluto al sole che sprofonda nell'Oceano.


Dall'odore nell'aria e dalle notizie della radio, veniamo a sapere che la zona (South Kohala) e' stata interessata per tutto il giorno da un grosso incendio ancora in corso, che pero' non ha causato ne' interruzioni alle vie di comunicazione ne' pericolo per i centri abitati. In effetti dato che l'area e' piuttosto brulla (sterpaglie e cespugli in mezzo alla lava), non si vede come qui un incendio possa costituire un serio pericolo.

Rientro al Motel e cena all'annesso ristorante Paniolo, a spiccata connotazione ranchera, con le selle, gli speroni, i ferri per la marchiatura appesi alle pareti di legno. Ottima e abbondante cena messicana.

Paniolos e' il nome dei cowboys hawaiani, che lo mutuarono dai loro primi istruttori di lingua spagnola, giunti nella prima meta' dell'800 dalla California (parte del Messico all'epoca), nel periodo in cui cominciavano a infittirsi i contatti con il continente americano. Sia mucche che cavalli erano stati trasportati sulle isole dai forestieri gia' all'inizio del secolo.



7 - Continua..

Raffaello Conti © 10/2004