12 Settembre.

Incursione mattutina nel giardino, a cogliere bananine. Scarseggiando le nozioni sull'altra frutta tropicale, tocca lasciarla li' a marcire sui rami. E non c'e' nessuno a cui chiedere lumi: anche oggi, domenica, la reception resta chiusa, con un numero d'emergenza e due quarti di dollaro per chiamare; non si vede piu' in giro neanche la gatta.

La giornata prevede poche, semplici attivita'.

Colazione ai tavolini di un caffe' su quella che sembra essere la main street, dove si assiste a un discreto transito di mezzi matti e fricchettoni d'una certa eta'. Questa citta' un po' decaduta, tranquilla e amichevole, offre rifugio a forme di vita alternativa in via di estinzione, dall'easy rider al rasta.

Ma noi siamo turisti e ci dirigiamo senza indugio alle nostre mete.
Si comincia con le Akaka Falls, quindici miglia a nord della citta', cascate con cornice tropicale rigogliosa quanto mai.






Per il pranzo sosta a Honomu, antico borgo (inizio secolo) in via di rilancio.
Intavoliamo una lunga conversazione con la proprietaria di un negozio in ristrutturazione, che ci tiene a raccontarci le sue origini, il presente e le prospettive future, sopravvalutando la nostra capacita' di decifrare il suo parlare svelto e sottovoce. Due turisti tedeschi (che scopriamo essere gli altri occupanti del nostro albergo), suoi ostaggi fino a quel momento, approfittano della situazione per defilarsi..

Caricatura a parte, e' piacevole riuscire a stabilire un minimo di contatto con la gente del posto, e alla fine ci congediamo con grandi abbracci e baci, uno per guancia secondo le nostre usanze forestiere.

Segue ricognizione per il paesello.

Storico General Store


Grande Banyan Tree


Under the Banyan Tree



Sulla via del rientro, deviamo dalla Highway per una scenic drive poco scenic ma molto cratteristica nel tratto dentro la foresta, e raggiungiamo l'Hawaii Tropical Botanical Garden, che contende al National T.B.G. di Kauai la palma (appunto) nella categoria giardini tropicali.

Insieme ai biglietti acquisto una salvietta antizanzara, che risultera', come certe condizioni dei teoremi, necessaria ma non sufficiente..

Il percorso del giardino e' vario e affascinante, ci si imbatte in autentici fenomeni come l'albero delle palle di cannone, da cui pendono innumerevoli sfere grosse come bocce, oppure felci dal tronco legnoso, alte come alberi. Nutritissimo il settore delle orchidee.

Metto una piccola e arbitraria scelta di immagini, da autentico incolto della materia.













Rientrati in citta', sopralluogo a Banyan Drive, zona di alberghi e ristoranti, per ipotesi di cena. Come dice il nome, e' un viale costellato da giganteschi Banyan (varieta' di ficus), piantati da personaggi illustri (tra cui Roosvelt, Babe Ruth) in tempi di maggior splendore.
Il luogo e' piacevole, ma i ristoranti non ci entusiasmano.

Ci spostiamo sul litorale est, a Leiwi Beach Park, frequentato dalle famiglie locali, coi loro pickup, le frotte di marmocchi, i barbecue e le pilate di surf (per la cronaca il surf nasce proprio nelle Hawaii di 'prima del contatto'). Stona la fragorosa e dozzinale colonna sonora pseudo-giamaicana che viene sparata dagli impianti stereo, invece di piu' bonarie e consone musichette hawaiane.

Tentativo di prenotare al Seaside Restaurant, popolarissimo ristorante di pesce della zona. C'e' solo un tavolo, ma subito (18:15), percio' rinunciamo a malincuore nonostante le raccomandazioni dell'anziano guardiano del parcheggio.

In definitiva ceniamo ancora dalle nostre parti, in un bel ristorante vagamente giapponese. Squadra che vince non si cambia: ordino ancora un piatto a base di Ahi appena scottato e verdure.

In albergo, ci fanno gli onori di casa queste simpatiche bestiole





6 - Continua..

Raffaello Conti © 10/2004