Non abbiamo la TV in camera. Il massimo della tecnologia nella stanza
e' costituito da una stufetta elettrica risalente forse all'epoca di
Thomas Alva Edison.. Questo e' un albergo fuori dal tempo in un luogo
fuori dal tempo, dove Pele detta ancora la sua legge. Nine-Eleven
quest'anno scivola via inosservato, proprio stavolta che siamo negli
USA..
Prima di fare le valigie prenotiamo l'hotel per la sera a Hilo, nostra
prossima tappa. Chiamiamo il Wild Ginger Inn, visto sulla Rough Guide.
La gentile signorina ci raccomanda di essere li' entro le cinque, che
poi, essendo sabato, la reception chiude.. Si sapeva che Hilo non e' la
capitale mondiale del turismo.. Dice il proverbio : pioggia, zanzare e
tsunami tengono i turisti lontani..
Pero' l'albergo e' altamente consigliato, e' anche economico, per cui
rivediamo i piani per poterci muovere entro le 3 del pomeriggio. Hilo
non e' distante (30 miglia), ma non si puo' mai sapere il traffico, gli
inconvenienti..
Cominciamo dal Devastation Trail, avanzato da ieri. Un percorso breve e
pianeggiante, tra i resti di una foresta distrutta nel corso della
grande eruzione del 1959 che formo' il Kilauea Iki. Dominato dal Puu
Puai, cono di ceneri formatosi con l'eruzione.
Nell'ultimo tratto, che porta a un belvedere sul Kilauea Iki, troviamo
uno dei rari divieti di uscire dal tracciato, ma solo per non turbare
gli equilibri di un ecosistema sotto stretta sorveglianza.
Kilauea Iki dal lato devastation
Resta ora da affrontare la Chain of Craters Road, una strada di 19
miglia che scende sul fianco del vulcano, giu' fino all'oceano,
attraversando una fascia di crateri secondari.
La strada si interrompe dopo un primo tratto costiero, dove sono giunte
le colate del 2003, originate dal Puu'o'o , la bocca laterale piu'
attiva.
Solo in quella zona e' possibile osservare il magma incandescente, che
cola fin dentro l'oceano con effetti pirotecnici.
Lo dico subito: in questi giorni il vulcano e', ahime',
tranquillissimo, e il massimo che si riesce a vedere sono dei pennacchi
sul Puu'o'o.
Nel corso della discesa si attraversano vari scenari da creazione del
mondo. Il poco tempo a disposizione ci costringe a spingere sul pedale
(per quanto consentito). Unica sosta a Mauna Ulu dove abbiamo un
fortunato incontro con la famosa Ne Ne (Branta Sandwicensis), l'oca
simbolo delle Hawaii, specie particolarmente protetta, tanto che nelle
zone dove vive si trovano appositi limiti di velocita' con l'indicazione
"Ne Ne crossing".
In fondo alla strada, poco prima della lava, ci sono le strutture del
parco con l'ufficio dei Ranger, le restrooms e un camioncino della
Volcano House con le bibite ghiacciate. Oltre al camioncino, anche le
altre strutture sono su ruote per poterle rilocare rapidamente in caso
di esuberanza lavica..
Affaccio sull'Oceano, con arco naturale e spiaggia nera.
Arriviamo alla fine della strada
Poi esploriamo un po' il sentiero che si inoltra per le colate.
Paradossalmente e' l'unico ad essere segnalato, nonostante la situazione
in divenire. Da questa parte il vulcano continua modificare anno per
anno il profilo della costa, estendendo continuamente la superficie
dell'isola.
Ma il tempo e' tiranno, dobbiamo scappare lasciandoci indietro un bel
po' di cose da vedere, anche questo sara' un buon motivo per tornare..
Mix di pahoeohoe e 'a'a lungo la risalita
La discesa verso Hilo e' tranquilla e scorrevole. In barba alla
statistica (270 giorni di pioggia l'anno) sulla citta' e' sereno. Alle
16 siamo gia' alla reception, dove una sorridente fanciulla ci consegna
le chiavi della camera e del portone. Ci spiega che il giardino, coi
suoi alberi da frutta, e' a nostra disposizione. Poi alle 5 chiude
bottega, esponendo un cartello NO VACANCY (falso, siamo in 4 in tutto
l'albergo) e ci lascia in compagnia di una gatta bianca incinta e di
due pavoni che fanno la guardia al parcheggio (beccando le auto come
passatempo).
L'hotel e' caratteristico, con le strutture in legno, il giardino
tropicale nel mezzo e, come recita anche la guida, decisamente ROSA.
Breve passeggiata serale downtown, cena a base di Ahi, tonno
freschissimo grigliato al sangue, e birra locale.
Riprendiamo la via dell'hotel. Passato il Wailuku River, nella
vegetazione fitta e scura gli uccelli si sbizzarriscono nei loro
richiami, un concerto che andra' avanti tutta la notte fino ai primi
raggi dell'alba.