Prima del volo riusciamo a farci entrare una puntata allo Spouting
Horn, per ammirarlo/rifotografarlo sotto il sole. Ma l'oceano e'
tranquillo, e il soffione risulta asfittico..
Partenza alle 13,30 con scalo a Honolulu: un paio d'ore abbondanti di
viaggio.
Atterrando su Kailua-Kona il pahoehoe intorno alle piste riluce sotto
il sole ("pahoehoe" e' la lava a superfice compatta, piu' o meno
ondulata, frutto delle colate, mentre "a'a" e' quella porosa/scabrosa
prodotta nel corso delle esplosioni gassose).
Inizio promettente.
Abbiamo 110 miglia fino al Volcanoes National Park sul lato Sud
dell'isola, e siamo impazienti di arrivare. Invece il traffico va
addensandosi man mano che ci avviciniamo a Kailua, e diventa una lenta
fila che scorre a singhiozzo fino all'ultima cittadina della fascia del
caffe', Captain Cook. Una ventina di miglia che ci impegnano per oltre
un'ora.
Poi, come per incanto, la coda si dissolve e proseguiamo spediti, fino
a ritrovarci praticamente soli sulla salita che porta in vetta al
Kilauea, a 1200 metri.
Cala l'oscurita', man mano che avanziamo sul 'drive-in volcano', per un
pendio dritto e regolare che quasi non ci si rende conto di stare
salendo su un monte. Questa e' una caratteristica dei due vulcani
attivi di Big Island, la grande estensione rispetto all'altezza, dovuta
all'abbondanza delle colate liquide, che li rende poco evidenti. Il
Mauna Loa alla nostra sinistra sembra un collinone: in realta' passa i
4100 metri !
Arrivati in cima, all'ingresso del Parco, e' ormai buio e avvertiamo
una certa suspence. Chissa' cosa ci si parera' davanti...
Raggiungiamo il Volcano House Hotel, dove abbiamo prenotato due notti,
che affaccia direttamente sulla grande caldera (circa 13 Kmq di
superficie).
Nota sulla Volcano House:
Il piu' antico Hotel delle Hawaii in attivita' ininterrotta fino ad
oggi. Costruito nel 1846 per accogliere i tanti visitatori da tutto il
mondo attratti dal grande spettacolo delle eruzioni e del lago di lava
incandescente che ha occupato il cratere continuativamente per 101 anni
a partire dal 1823.
Ristrutturato o ricostruito varie volte, ma mai per colpa del vulcano
che si e' sempre comportato da gentleman, almeno con l'albergo.. La
versione attuale e' del 1941 e ha conservato un caratteristico stile
rustico/coloniale.
Mark Twain vi soggiorno' nel 1866, e pote' ammirare il lago di fuoco
(ma pare che apprezzasse di piu' il comfort dell'Hotel..)
Purtroppo per noi invece dal 1983 non si hanno piu' attivita'
superficiali nel cratere, cosi' ci affacciamo sul vuoto buio
silenzioso, che e' comunque suggestivo, mentre le stelle stanno a
guardare.
Cena in Hotel, una delle migliori del viaggio, ma anche la piu' cara..
E per oggi niente foto.
10 Settembre.
Big Island, l'isola piu' grande, patria del gigante Kamehameha il
Grande che unifico' sotto di se' le Hawaii, sede del piu' grande
vulcano (e in generale singola montagna) al mondo, del piu' grande
ranch degli USA..
Oggi per noi e' Volcano Day. Si comincia con l'alba sul rim, e Mauna
Loa gia' illuminato:
Steam Vents (vedi oltre) visti dalla Volcano House:
La luce del mattino raggiunge il fondo della caldera:
Facciamo colazione al Volcano Village, subito fuori dal parco, dove si
trovano caffe', ristoranti, drugstore, carburante e alloggi alternativi
alla Volcano House: B&B o cottages, meno storici e meno
spettacolari ma in qualche caso un po' piu' economici (non molto).
Rientriamo nel parco col pass settimanale. Scalo tecnico in camera con
vista sul tropical garden (scusate il disordine..)
Si comincia dagli Steam Vents, emissioni di vapore acqueo generate dal
contatto dell'acqua piovana con gli strati caldi sottostanti.
La Volcano House vista dagli Steam Vents:
Offerta a Pele, divinita' del fuoco nonche' Dea Madre (generatrice, non
distruttrice) per gli Hawaiani nativi, con scorcio di Halema'uma'u, il
cratere nel cratere, sede ultima del lago di fuoco (dopo il 1924) e
dimora di Pele.
Tappa al Jaggar Museum, sede di esposizioni didattiche sui fenomeni
vulcanici, con attigua sede dell'HVO. Ulteriore vista di Halema'uma'u:
Passaggio dal Southwest Rift, frattura creatasi nel corso di un forte
terremoto nel 1864. La frattura si estende in direzione del Ka'u
Desert, deve nel 1790 una violenta eruzione esplosiva spazzo' via un
gruppo di 80 guerrieri che combattevano contro Kamehameha, palesando
l'orientamento di Pele nella contesa..
Il rim si abbassa, e la strada ne approfitta per scendere verso il
fondo della caldera. Mauna Loa sorveglia.
Piu' a sud il rim e' ridotto a basse collinette, facilmente scalabili a
piedi
Cespugli di ohelo, con le bacche colorate, pianta sacra a Pele:
Sosta obbligata al belvedere su Halema'uma'u. Offerte a Pele:
Affaccio sul baratro, senza protezioni e con un inquietante crepaccio
alle spalle. Visioni sulfuree:
Percorriamo il primo tratto del Halema'uma'u Trail (che attraversa
tutta la caldera) fino alla soglia dei resti dell'ultima eruzione
sommitale (1982).
Altro paesaggio sulfureo:
Tra i prodotti dell'ultima eruzione, rocce 'vulcanizzate', friabili e
brillanti
Varie rugosita':
Nota sui sentieri del parco.
Quelli che attraversano le colate o i crateri, spesso non hanno
segnalazioni ma vanno seguiti con l'ausilio delle carte e/o seguendo le
tracce dei passaggi precedenti. Le cose si complicano in caso di
pioggia battente e/o oscurita'.
Fortunatamente, svolgendosi in spazi aperti e relativamente
pianeggianti, possono essere anche improvvisati una volta che ci si
prefissi (a vista) il punto di arrivo.
A noi pero' ogni tanto veniva il dubbio se la crosta lavica su cui
stavamo passando, che spesso era la copertura di qualche bolla, fosse
robusta a sufficienza per sostenere il nostro peso. Tra l'altro certi
tipi di lava, a alto contenuto vetroso, sono piuttosto fragili e
taglienti.
Sembra che le autorita' del Parco, a parte fornire tutte le
informazioni e i consigli utili presso il centro visitatori e in altri
punti sparsi, si affidino poi abbastanza al discernimento e alla buona
stella degli ospiti. I divieti sono pochissimi, quasi tutti orientati
alla difesa dell'ambiente, piuttosto che all'incolumita' del turista.
Del resto un parco con quelle caratteristiche o non lo si apre al
pubblico, oppure una certa dose di ottimismo bisogna avercela.. un
approccio che avevamo gia' incontrato nei parchi di Kauai: qui sono
annegati tot bagnanti, qui sono precipitati tot fotografi.. regolatevi
un po' voi..
Visita al Thurston lava tube, grande tubo lavico cavo, percorribile a
piedi. Si scende brevemente attraverso la foresta pluviale e si entra
nel tunnel:
Galleria suggestiva ma poco fotogenica. C'e' un tratto finale che puo'
essere percorso solo con l'aiuto di una torcia, perche' privo di
qualsivoglia forma di illuminazione.
Nota su Lorrin A. Thurston.
Figlio di missionari, avvocato ed editore, fu tra i promotori del colpo
di stato del 1887 che porto' successivamente all'annessione delle
Hawaii da parte degli USA.
Niente di piu' facile che si sia annesso anche il tubo lavico in
questione..
La giornata, davvero intensa, si chiude con il Kilauea Iki trail,
percorso anulare di 4 miglia che scende attraverso la foresta pluviale
sul fondo di un cratere secondario, il piccolo (Iki) Kilauea formatosi
nel corso di una gigantesca eruzione del 1959. Il sentiero taglia a
meta' il fondo del cratere (da percorrere con le consuete modalita' 'a
vista') e poi risale su per la foresta fino a richiudersi sfruttando un
pezzo di Crater Rim Trail (sentiero in quota, parallelo alla strada).
Panoramica dall'alto
Marcia di avvicinamento
Hedychium Gardnerianum - Zenzero da fiore
Orchidee selvatiche
Vita sul fondo del cratere
Nel bel mezzo della traversata del cratere si mette a piovere senza
pieta'. Se non altro ho modo di sperimentare la praticita' e la tenuta
della copertura All-Weather del Mini Trekker..
Risalendo per la foresta
Ci sarebbe ancora un sentierino facile facile.. dopo un rapido sguardo
di intesa, lo si rimbalza alla mattina successiva..