Testa di Platone, Musei VaticaniAristocle figlio di Aristone, il cui nome diverrà Platone, nacque nel 427 a. C. nell’isola di Egina, in quegli anni posta sotto il dominio di Atene. Apparteneva a una delle più aristocratiche famiglie ateniesi, legate ad ambienti conservatori; un suo cugino fu il sofista e uomo politico Crizia, mentre da parte materna la famiglia vantava di discendere dal mitico re di Atene Codro. Dopo la morte di Socrate (399 a. C.) si allontanò da Atene e strinse legami con Euclide a Megara, con Cratilo, seguace di Eraclito, e con il pitagorico Archita a Taranto, da cui assorbirà quei notevoli influssi pitagorici che porteranno molto dopo allo sviluppo di nuove linee d’indagine nelle opere della sua età più matura, tra cui appunto il Timeo e il Crizia.Altri viaggi lo condussero in Egitto. La sua emancipazione dalla figura del maestro, quindi, avvenne progressivamente, sotto l’influsso delle principali scuole di pensiero dell’epoca. Oltre alla fondazione e all’organizzazione della famosaAccademia, Platone creò una grandiosa visione del mondo secondo una concezione dualistica: al mondo del corporeo, dell’apparente, egli ne contrappose un altro, il mondo del vero essere, delle pure essenze autonome, le ‘idee’. Riprendendo, sotto l’influsso delle dottrine orfico-pitagoriche, il concetto dell’immortalità dell’anima, egli indirizzò il pensiero dell’uomo greco sulla via dell’eterno e dell’immutabile - la più grande rivoluzione del pensiero occidentale prima dell’avvento di Cristo. Ma, come egli stesso affermò nella vecchiaia (Epistole, VII, 325), il suo destino personale fu la forzata esclusione da una attività politica pratica nella sua patria. La città-stato era talmente in declino da non riservare neppure un posto di rilievo proprio al migliore dei suoi cittadini. Così egli continuò a muoversi nella sfera dell’ideale e dell’utopia, e in questo campo gli scritti teorico-politici di Platone, come la Repubblica e le Leggi, hanno acquisito un’importanza imperitura . Tutto il pensiero di Platone ci è noto attraverso un corpus di quarantatré opere (quarantadue dialoghi e una raccolta di lettere).
Negli ultimi anni, il filosofo ormai in età avanzata compose assieme al Parmenide e alle Leggi, i due dialoghi nei quali si narra la storia del continente perduto: il Timeo e il Crizia.
Da quel momento Atlantide farà per sempre parte dell'immaginario collettivo dell'umanità, e il suo fascino porterà a scrivere di sé migliaia di libri, articoli e opere letterarie.
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