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Sono passati più di cinquant'anni dalla
firma del Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 col quale fu sancita la
fine della seconda guerra mondiale.
Iniziò allora quella lunga e difficile costruzione di un nuovo
ordine politico mondiale, peraltro oggetto di continue lotte, che ha per
riferimento la democrazia come arma di confronto tra gli uomini e le Nazioni.
Oltre alle divisioni politiche, i lutti e le distruzioni, l'Italia al suo confine orientale fu costretta a cedere una parte del territorio nazionale assistendo alla divisione ed all'esilio di un popolo intero. Furono i "veneti de la del mar", gli italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia che di tutti gli italiani, più duramente subirono le conseguenze della guerra perduta.
Pagarono duramente gli esuli.
Costretti a fuggire dalle proprie case e dalle terre, di fronte alle uccisioni e al clima di terrore generato dalla follia della guerra. Fuggirono lasciando le proprie radici, gli affetti, i cari sepolti nei cimiteri per stabilirsi dovunque li portò la sorte in quei tristi e drammatici giorni.
Sono più di 300 mila gli italiani originari di quelle terre che vivono nella nostra penisola, ma anche dispersi lontano, in Australia e nelle Americhe. Dovunque alla ricerca di pace e di un luogo dove ricostruire un'esistenza, per dar scopo e dignità alla vita, da continuare malgrado tutto, sradicati dalla propria "patria" .
Pagò duramente chi rimase.
Restò chi era troppo anziano per iniziare una nuova vita, chi viveva la sola certezza delle fatiche del lavoro dei campi, chi non ebbe coraggio in momenti di scoramento e infine chi credette che, con la nascita della nuova nazione jugoslava, si sarebbe affermata la giustizia, l'uguaglianza e un futuro migliore.
Il comunismo negò il libero esercizio delle più elementari libertà civili e politiche, l'informazione, l'associazione, la proprietà. E' questa storia comune a tutti i popoli che hanno vissuto il socialismo ugualitario di stampo marxista. Chi rimase dovette battersi con forza per parlare la lingua italiana ed affermare la specificità della propria etnia.
Quella dei giuliano - dalmati durante l'ultima guerra mondiale, è una storia drammatica, segnata da migliaia di morti, nelle foibe e nel mare, solo perché italiani.
Dimenticata e sconosciuta ai più perché immolata nel silenzio sull'altare degli interessi, delle ipocrisie e degli equilibri politici del dopoguerra, interne ed internazionali.
Storia alla quale non senza fatica, si avvicinano oggi diversi autori, alla faticosa scoperta di una parte della nostra storia, ma che è anche ricerca, come afferma il Presidente della Repubblica Ciampi, "di una memoria comune e condivisa".
La "Giornata della Memoria" sarà solennemente celebrata a Roma il prossimo 10 febbraio, alla presenza di autorità della politica e di Governo, affinché tutti gli italiani riflettano e comincino a conoscere la storia del nostro confine orientale.
La storia di un popolo che parla "veneto" e che, unito, desidera ricordare ed essere ricordato per il valore ed il significato del suo sacrificio.
Una "Giornata della Memoria" per guardare al
futuro, nell'augurio che anche "i veneti de là del mar", che vivono
di qua e di là degli attuali confini, godano appieno dei diritti
umani nell'ambito di un'Europa unita, ma soprattutto formata da Paesi consapevoli
che, con riguardo al passato, per progredire e superare antichi pregiudizi,
oggi è più che mai necessario agire secondo giustizia.
Mailing List HISTRIA www.mlhistria.it
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Iniziativa sacrosanta. Mi fate, per favore conoscere luogo e ora
della
manifestazione alla quale, se mi sarà possibile, vorrei prendere
parte?
Grazie Roberto Menia, deputato AN
Grazie, molte grazie.
Almeno tu sei una persona con la testa sulle spalle
Italo Sandi, deputato "Democratici di Sinistra - L'Ulivo"
Aderisco, almeno "moralmente" alla vostra/nostra
giornata della memoria!
Marco Zacchera, deputato AN
Conosco molto bene il Vostro dramma, l'assessore Roberto Predolin,
con cui ho
stretti contatti, è un referente per l'associazione organizzatrice
qui a
Milano della messa in ricordo dei nostri connazionali infoibati
dall'assassino Tito.
Inoltre il mio assistente a Milano in questi ultimi due anni ha
imposto,
tramite i consigli di zona della città, l'arrivo in molte
scuole medie
superiori di libri che ricordassero il dramma delle foibe.
Il 10 febbraio ricorderemo tutti il dramma di migliaia di ITALIANI.
Garnero Santanchè Daniela, deputato AN
Grazie per la mail; ovviamente concordo con le considerazioni fatte.
Vorrei sapere il luogo e l'ora dell'incontro.
Grazie
Distinti saluti.
On. Enzo Raisi, deputato AN
Cara Signora,
la Sua lettera mi ha profondamente commosso per la tristezza composta
con cui espone i fatti di una pagina nera della nostra storia. Fatti
che
pesano, o almeno dovrebbero pesare, come macigni sulle coscienze
di
noi tutti. Fatti che, come Lei giustamente afferma, sono stati sottaciuti
nei decenni passati e ancor oggi non trovano la giusta "memoria".
Tutti, nessuno escluso, abbiamo il dovere di sapere e il dovere
di onorare
chi, per affermare il suo essere italiano, ha subito ingiustizie
e persecuzioni.
Il nostro è per tradizione un popolo di gente coraggiosa,
orgogliosa delle
proprie radici e capace di affrontare le avversità e le ingiustizie
con
una forza ed una dignità straordinarie. Queste sono elementi
distintivi delle
genti venete "de qua e de là del mar", sono le caratteristiche
che ci hanno
contraddistinto nel mondo. La memoria dei fatti della nostra storia,
soprattutto dei periodi bui,
deve essere testimoniata ai nostri ragazzi affinché sappiano
che la nostra
democrazia è costata un prezzo altissimo, spesso pagato da
chi non
aveva colpe come nel caso dei nostri connazionali che subirono le
disastrose conseguenze del Trattato di Pace del 1947.
Mi ritenga personalmente a disposizione per qualsiasi iniziativa
voglia
intraprendere in questo senso la Vostra associazione.
Con l'occasione porgo i miei più cordiali saluti
On. Cesare Campa, deputato Forza Italia
Caro Percovich, complimenti per la coraggiosa e significativa iniziativa che spero abbia la migliore riuscita.
Farò il possibile per essere presente, diffonderò la notizia e vi ringrazio per l'invito.
Resto in attesa di maggiori dettagli e invio
Cordiali Saluti
On. Teodoro Buontempo, deputato AN
Aderisco ben convinto alla giornata dedicata alla memoria dell’esodo dall’Istria e dalle coste dalmate.
Lo
faccio perché è un dovere nazionale – dell’Italia e non solo
degli istriani – ricordare quella tragedia che colpì gli italiani
del confine orientale, che pagarono per tutti l’insensata politica del
fascismo e la sconfitta.
Lo
faccio perché è un dovere ricordare che è un capitolo
della nostra identità nazionale la storia della antica e radicata
presenza di italiani e di cultura italiana che ha connotato in profondità
il profilo dell’Istria e delle coste dalmate.
Via
via che in Italia, in Slovenia e in Croazia si esce, per fortuna, dalla
logica dei “nazionalismi di frontiera” – per usare l’efficace espressione
della storica Marina Cattaruzza – appare sempre più evidente il
carattere plurale dell’Istria e della Dalmazia. Nonostante le terribili
semplificazioni etniche operate in queste terre di confine nel ‘900 e che
tutti dovrebbero finalmente riconoscere – è giusto che lo faccia
l’Italia, è giusto che lo facciano la Slovenia e la Croazia! – tale
carattere plurale permane ancora. Non va perciò considerata conclusa
la vicenda degli italiani della costa orientale dell’Adriatico. L’Italia
ne deve avere piena consapevolezza e assumersi conseguenti precise responsabilità,
per la politica e per la cultura. Ciò vale per il passato – e per
le ingiustizie subite dagli esuli nel passato – e vale per il futuro: è
un dovere di tutti sostenere la domanda di cultura italiana che in quelle
contrade vi è – e diffusa – e assicurare adeguati strumenti, anche
finanziari, alla vita della nostra minoranza e alla sua autonoma iniziativa.
Cordiali
saluti.
Stelio
Spadaro
(Segreteria regionale D.S.)
Aderisco volentieri e con convinzione alla giornata dedicata alla
memoria
dell'esodo dall'Istria e dalle coste dalmate. Allego breve intervento
svolto ieri alla Camera dei Deputati (visto che non c'era altro
modo) nel corso
della discussione.
Molto cordialmente,
On. Alessandro Maran, deputato "Democratici di Sinistra -
L'Ulivo"
Da qualche giorno ho avuto il mio terzo figlio, pertanto non mi sarà
possibile essere fisicamente con voi ma lo sono con tutto il cuore.
Cordialmente.
Alessandra Mussolini, deputato AN
Gentile Signora,
pur apprezzando molto l'invito ,non potrò
partecipare alla prevista manifestazione , di cui mi
invia programma, per
precedenti impegni assunti . Naturalmente ,plaudo all'iniziativa
che mi
ha visto,in più occasioni,favorevole all'istituzione di una
giornata speciale
per le tante vittime istriane,spesso purtroppo, poco ricordate!
Pertanto non solo aderisco all'iniziativa,che
apprezzo,ma desidero esprimere a tutti gli italiani
della Venezia
Giulia,della Dalmazia e a tutti gli Esuli il mio più
cordiale grazie per
l'impegno costantemente profuso per far si che non si
possano dimenticare
pagine importantissime e grandemente dolorose
della nostra storia italiana.
Cordialmente
Angelo Santori, deputato
Forza Italia
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