Dott. Giacomo Angelini fu Dott. Giuseppe 1789-1858

 
Nasce a Rovigno il 31 ottobre del 1789 un'altra figura di spicco della famiglia Angelini dal Dr. Giuseppe q. Giacomo, Preside del Tribunale di I istanza di Rovigno ed autore delle Sestine in difesa di Rovigno, e da Giovanna Rocco qm. Pietro. 

Laureatosi in legge all'Università di Padova nel 1810 a soli 21 anni, iniziò ben presto la carriera politica, in qualità di segretario della Autorità Politica, al tempo del 1^ Impero Francese. 

Incarico che svolse evidentemente nella maniera più imparziale se, dopo il passaggio dal dominio napoleonico a quello austriaco, lo ritroviamo svolgere l'incarico di Attuario Distrettuale (una sorta di cancelliere, notaio degli atti giudiziali) prima nella sua città e poi a Parenzo. 

Le sue notevoli doti politiche-amministrative gli fecero inoltre ricoprire ininterrottamente per ben sedici anni, dal 1834 al 1850, in un periodo particolarmente delicato l'importante incarico di I.R. Commissario Distrettuale di Rovigno. Nell'ambito della ristrutturazione politico amministrativa del 21 maggio 1850, ricoprì la meno importante carica di Primo Commissario di Rovigno. 

Nel lungo periodo in cui capo politico del distretto di Rovigno, segnato dai torbidi del 1848, il nostro guidò con mano ferma ma amorevole la sua città cercando in tutti i modi di non far pesare troppo il governo straniero. 

Il '48 era iniziato con moti scoppiati in varie parti d'Europa e d'Italia, scuotendo le vecchie monarchie e soprattutto l'Impero Austriaco che fu costretto a concedere la Costituzione (Vienna 18 marzo 1848) e l'istituzione del corpo della Guardia Nazionale, anche se ricordava l'analoga istituzione dell'aborrita Francia rivoluzionaria. A Rovigno fu istituita subito dopo la concessione della Costituzione, il 22 marzo 1848, mentre si andavano diffondendo le notizie della rivolta di Venezia capeggiata dal Manin che cercava di togliere le catene al vecchio leone di S. Marco, ancora nel cuore di tanti istriani e dalmati. Erano pertanto tempi di grande fermento politico e di grandi speranze che potevano facilmente sfociare in aperta rivolta. 

In un suo rapporto alle autorità austriache il nostro dice che il 31 marzo del '48 in città vi era: "grande fermento fra la popolazione essendosi diffuse le dicerie che nella notte si doveva arrestare con la forza militare 200 militari di Rovigno, ma lo avvenuto pauroso fermento per una falsa voce dimostra quanto sia necessario e prudente sospendere quest'anno la Leva militare, per il che la Comune ed io riverente sottoscritto ripetiamo le più calde ed umili suppliche" (1). Sempre da un suo rapporto del 1^ aprile '48 apprendiamo che la notte precedente, poco prima dello scoccare della mezzanotte, l'I.R. Cannoniera "Fulminante" che era preposta alla guardia del porto di Rovigno, aveva disertato con tutto l'equipaggio, al solito in maggioranza composto da giuliano-dalmati, al seguito del suo comandante, l'Alfiere di Vascello Carlo Alessandri di Venezia, per accorrere in difesa dell'ex Dominante, lasciando sguarnita la difesa della città in cui ora gli austriaci potevano contare solamente su di una piccola guarnigione di 314 uomini ed otto ufficiali. Così il 3 aprile Giacomo insiste affinchè la leva militare venisse abolita e ciò "per tenere in buon ordine, e fermi e tranquilli gli animi di questa popolazione, e ad impedire qualunque impressione morale potessero fare le cose della vicina Venezia, e le parole di S. Marco, di cui vi sono sempre qui molti echi vivi, che ricordano con gran sentimento".

In un altro suo rapporto aggiunge "che alcuni desiderosi di essere quando che sia uniti al Regno d'Italia, l'ho già fatto conoscere a V.S.Ill... vi sono per altro alcuni specialmente fra i giovani venuti dalle Università che con qualche affettazione dimostraronsi e manifestaronsi per il governo d'Italia, di Venezia, portando già prima degli avvenimenti di Venezia il verde nel nastro bianco-rosso e la crocetta a modo di punta-petto" (2), e ancora "il 17 aprile due individui ubbriachi (in vino veritas!) certo Domenico Pesce e Antonio Albanese, già soldati di marina, si misero a gridare per le contrade Viva S. Marco, Viva la Repubblica" (3). Vi è da dire che non furono pochi i rovignesi che accorsero alla difesa di Venezia, che ancora dopo più di cinquant'anni dalla fine del suo dominio, era ricordata con amore. Tra l'altro si venne a sapere che il figlio stesso del comandante della Guardia Nazionale, che si trovava a Venezia, la notte del 20-21 aprile si era recato segretamente a Rovigno per portare al padre, il maggiore Giuseppe Costantini, una missiva di quel Carlo Alessandrini, che aveva disertata con la Fulminante, in cui si diceva tra l'altro che a Venezia si stava organizzando una Legione Istriana che avrebbe fatto vela sull'Istria per proclamarvi la repubblica. Dal che gli austriaci, anche per i noti sentimenti filo italiani e filo veneti degli ufficiali della Guardia Nazionale di Rovigno, non solo non potevono contare sul suo apporto militare, 600 uomini più gli ufficiali, ma ne diffidavano enormemente. Il nostro I.R. Commissario aggiunge che la distensione degli animi in Istria cominciava ad essere generale "tranne che in Rovigno, dove in ispecie gli ufficiali della guardia nazionale inclinano fortemente al partito repubblicano. Tanto il 24 che il 25 aprile (festa di S. Marco) ovunque sono passati quietamente ed ordinatamente, e solamente in Rovigno gli ufficiali della guardia nazionale raccoltisi in giardino, avrebbero innalzato degli evviva alla repubblica". 

Va inoltre detto che tra quei giovani che dice "desiderosi di essere quando che sia uniti al Regno d'Italia" figurava anche suo figlio, Pietro Angelini, che sensibile al mutare dei tempi, veniva segnalato in un rapporto del 28 aprile 1848, redatto dal Ten. Maresciallo di Campo Gyulay ed inviato al Governatore di Trieste Salam-Reiferscheid, tra gli elementi pericolisi di Rovigno: 

"... il cav. Angelini Tenente della guardia nazionale, avvocatuccio che se ne stette un mese nelle carceri criminali, individuo pericolosissimo.... Ufficiale Pietro Angelini, figlio del Commissario Distrettuale, già allievo del reggimento Fanti di Sicilia (si tratta del Reggimento di fanteria Principe Leopoldo delle Due Sicilie), aiutante della Guardia Nazionale... ed altri di minor conto. Se la guardia nazionale fosse meglio organata  le trepidazioni per Rovigno dovrebbero cadere, ma quasi tutti gli ufficiali d'essa sarebbero dichiarati partigiani della repubblica di Venezia, e studiosi di guadagnare alle sue vedute la guardia nazionale. Fino a che simili individui conservano la prevalenza, non c'è da sperar quiete e sicurezza".

Nel 1854 dopo più di quarant'anni di ininterrotte cariche politiche andò in pensione, pur continuando a profondere in qualità di avvocato il suo costante impegno in aiuto dei diseredati oltre a dedicarsi a varie incombenze onorifiche che la comunità continuava ad affidargli. 

Nel corso della sua attività di I.R. Commissario Distrettuale vi fu la visita del Cardinale Peteani per celebrare il nuovo restauro sia del campanile del Duomo che della statua in bronzo di Sant'Eufemia, all'interno della quale, in ricordo dell'avvenimento fu posto il 1^ agosto 1834, fu posto in una teca di vetro la seguente iscrizione: 

Sempre durante il periodo in cui in nostro rivestiva la carica di I.R. Commissario Distrettuale si verificò un importante avvenimento per la storia della nostra città: il 31 maggio del 1847 giunsero con la nave Vulcano a Rovigno in visita non ufficiale l'arciduca Alberto con la consorte Ildegarda principessa di Baviera, gli arciduchi Carlo Ferdinando, fratello dell'imperatore Francesco I, Federico, Guglielmo e la arciduchessa Maria Carolina, con il relativo seguito. Il 1^ giugno poi, a bordo del Tancredi giungevano i reali di Napoli, S.M. Ferdinando II, re delle Due Sicile, la consorte Maria Teresa, arciduchessa d'Austria, ed i fratelli del re, Luigi Carlo duca d'Aquila e Francisco di Paola, conte di Trapani, con il relativo seguito. 

La città si mobilitò compatta per festeggiare adeguatamente l'illustre consesso, organizzando tutta una serie di festeggiamenti, balli, luminarie ecc. ecc. Oltre ad aprire le case dei suoi magnati per ospitare al meglio i nobili ospiti. Per esempio l'arciduca Alberto con la consorte, Ildegarda di Baviera, vennero ospitati nel palazzo dei conti Califfi, così come attesta una lapide commemorativa ivi apposta. 

La visita si protrasse sino all'otto di giugno, con somma soddisfazione dei titolati turisti, che alla partenza si sdebitarono con munifici regali ed alcune onorificenze: Il Nostro, ottenne dal re Ferdinando di Napoli il cavalierato del Regio Ordine Siciliano di Francesco I

Oltre che politico, Giacomo, fu buon letterato, vedi alla pagina 22 delle 'Notizie degli Istriani viventi nel 1829 distinti per lettere, arti ed impieghi del canonico Pietro Stancovich di Barbana, pubblicate per cura del dr. Felice Glezer di Rovigno, Coana, Parenzo 1884': 

"Una vera illustrazione della sua patria. Tutti i viventi lo ricordano per quanto fece di bene in generale al suo paese. Scrisse delle buone poesie, la maggior parte inedite."

Un non meglio identificato D.C. (Domenico Candussi)? ci ha lasciato un prezioso cenno biografico di Giuseppe Angelini, apparso in 'Omaggio e Pietà', che testimonia del notevole affetto dei rovignesi per questo loro singolare concittadino tanto da volergli erigere un semplice monumento che lo ricordasse ai posteri. 

Per il monumento poi, come al solito, non se ne fece nulla! Tuttavia, seppur tardivamente, nel 1970 il Comune di Rovigno dedicava una via alla famiglia Angelini, che tanto amore aveva profuso nell'onorare la propra città, compresa tra la pineta dietro il conservificio del pesce e la località "Cadièmia". A conferma del profondo rimpianto che la sua morte lasciò nell'animo dei suoi concittadini, si veda l'Ode pubblicata in "Omaggio e Pietà", e composta dal dott. Antonio Barsan. 
 
 

 N  O  T  E 
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(1) AMSIA, vol. 34^ pag. 41, doc. 344; 
(2) AMSIA, vol. 34^ pag. 45, doc. 351; 
(3) AMSIA, vol. 34^ pp. 87-89, doc. 422;
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Opere di Giacomo Angelini
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Nozze Costantini-Costantini
Versi sciolti per la Pace 1814
Monumento di Carità
Nozze Costantini-Tranquilli
Il Colle di Valteda
Nozze Basilisco-Privitiello
Laurea Baldassarre De-Pra
Terzine per il Vescovo Antonio Peteani
Sonetto di Interesse patrio
Per la nascita del Principe Ereditario
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Scritti su Giacomo Angelini
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"Poeti dell'Istria dell'Età Risorgimentale"  di P. Blasi
In morte di Jacopo dott. Angelini (A.B.)
Giacomo Dott. Angelini, Cenno Biografico (D.C)
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Scritti olografi e comunicazioni di Giacomo Angelini in qualità di I.R. Commisario Distrettuale di Rovigno
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Timbro e firma dell'I.R. Comm.o D.le di Rovigno Giacomo Angelini
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Nota del 10 Aprile 1848
Avviso del 15 Aprile 1848
Avviso del 20 maggio 1848
Avviso del 10 Giugno 1848
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avv. Antonio Angelini qm Angelo 1734-1809
dott Giuseppe Angelini qm Giacomo 1762-1838
avv. Stefano Angelini qm Antonio 1768-1838
dott. Giacomo Angelini qm Giuseppe 1789-1858
Antonio Angelini qm Stefano 1798-1863
Pietro Angelini qm. Giacomo 1819-?
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