Oscar e Marcella (Mayer) Sinigaglia

 
cav. Oscar Sinigaglia
Roma (1877-1953)

Nasce a Roma nel 1877. Laureato in Ingegneria. Fu volontario nella prima guerra mondiale dove si distinse per il suo valore ottennendo tre medaglie al valor militare ed altri riconoscimenti, tanto che Armando Diaz lo chiamò nel suo staff del Comando supremo.
 

Fu inoltre fervente fautore dell'italianità di Fiume ed attivo sostenitore dell'impresa dannunziana (insieme a Giovanni Giuriati, presidente dell'associazione Trento-Trieste, Eugenio Coselschi, Host Venturi) per la quale fece un'azione d'intensa propaganda per la costituenda Legione Fiumana ed a cui fornì un importante sostegno economico oltre ad offrire anche la sua persona:
 

Dichiaro di voler partecipare alla spedizione
militare da volontario in concorso dell'esercito
fiumano per l'annessione di Fiume all'Italia
e giuro di far fronte all'impegno che assumo
di partire al primo appello che mi verrà 
rivolto
                                 Oscar Sinigaglia

Dopo la crisi economica del 1930, si occupò dei gruppi siderurgici passati sotto il controllo della Sofindit gettando le basi della riorganizzazione della siderurgia italiana. Fu tra quel gruppo di alti dirigenti industriali e Antifascisti, o almeno afascisti in una prima fase, che collaboreranno col regime di Mussolini in posizione di grandi responsabilità, soprattutto in seguito alla creazione dell’Iri, nel 1933. Insieme ad Oscar Sinigaglia basterà ricordare, tra gli altri, Alberto Beneduce, Donato Menichella, Paride Formentini, Alberto Reiss Romoli, Raffaele Mattioli, Enrico Cuccia, Agostino Rocca. Il regime fascista però, passata la prima fase intensamente liberista, bloccò gran parte dei progetti innovatori proposti da questa elite illuminata, primo fra tutti quello della siderurgia e delle fonti energetiche (Sinigaglia e Mattei) che sarà parte essenziale della fase espansiva e "miracolosa" della ricostruzione.

A lui si deve la modernizzazione e l'ampliamento di tre centri siderurgici: quello di Cornigliano, vicino a Genova, e cui venne dato il suo nome; quello di Piombino, vicino Livorno e quello di Bagnoli, nei pressi di Napoli oltre alla edificazione del nuovo centro siderurgico di Taranto che sarà il fulcro dell'industralizzazione delle Puglie e che sarà a lungo uno dei centri siderurgici più all'avanguardia.

Fu inoltre Presidente dell'ILVA nel biennio 1933-34 e, dal 1945 sino alla morte, fu Presidente della Finsider, carica a cui venne chiamato da Alcide De Gaspari, in tale veste elaborò il famoso piano di risanamento e di sviluppo della siderurgia italiana che fu uno dei pilastri cardine del "miracolo economico italiano" degli anni '50.

Luigi Einaudi, Presidente della Repubblica italiana, gli conferirà personalmente, nel 1953, le insegne di Cavaliere al merito del Lavoro:
 

Gli ultimi anni della sua vita li dedicò, grazie anche all'impulso della moglie sua fedele compagna di vita,  signora Marcella Sinigaglia Mayer, principalmente  al Comitato nazionale per i rifugiati italiani che fondò nel '47 per dare un aiuto al massiccio esodo dei profughi istriani. In seguito il Comitato divenne l'Opera per l'Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati, di cui lui fu a lungo presidente, che raccolse l'adesione di personalità del calibro di Vittorio Emanuele Orlando, Luigi Einaudi, Alcide De Gaspari e Giuseppe Saragat.

Marcella era la figlia del senatore Teodoro Mayer, fondatore de "Il Piccolo", e fu la fondatrice di quel Madrinato italico che raccolse un centinaio di signore della buona società, tra le altre la moglie del Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, e la moglie di Giovanni Gronchi, donna Carla Gronchi, che tanto si operarono per le piccole orfane giuliane.
 

Alla sua iniziativa sono legate molte realizzazione collegate direttamente al Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma, che fece ristrutturare per accogliere circa 2.000 esuli giuliano-dalmati con 40 milioni d'allora che aveva raccolto grazie ad elargizioni di privati. Una delle sue realizzazioni più importanti fu l'edificazione di quella Casa della Bambina Giuliana e Dalmata, a cui la famiglia Sinigaglia contribuì con un assegno che copriva la metà dell'ingente cifra che occorse alla sua edificazione, l'altra metà fu stanziata dal governo, e che darà ricetto a tante fanciulle giuliane:
 

Alla generosità della famiglia Sinigaglia si deve l'edificazione di un altro convitto per ospitare le bimbe giuliane più grandicelle, sempre nel quartiere Giuliano Dalmata di Roma ove attualmente ha sede il Liceo "Aristotele". Quando la famiglie Mayer, di origine ebrea, vinse la causa contro chi  aveva acquistato "Il Piccolo" grazie alle inique leggi razziali ottenendo un congruo risarcimento Marcella Mayer, concorde il marito Oscar Sinigaglia, mise a disposizione l'ingente cifra, 300 milioni di lire dell'epoca, per la costruzione del convitto Fabio Filzi di Gorizia, erede del glorioso ed omonimo istituto di Pisino d'Istria.

Oscar Sinigaglia morirà a Roma il 30 giugno 1953 senza poter veder ultimate le molte opere da lui promosse in favore degli esuli giuliano-dalmati ed in particolare alla Casa della Bambina la cui inaugurazione avverrà soltato pochi mesi dopo, il 25 ottobre 1953. Oscar verrà sepoltonel cimitero monumentale del Verano di Roma, in cui verrà sepolta alche la compagna della vita Marcella Mayer Sinigaglia (oggi 2 novembre 2002 dopo aver visitato la tomba di mio padre, ho tenuto da parte tre rose da deporre sulla spoglia tomba di Oscar e Marcella Sinigaglia in ricordo di tutto il bene da loro operato per gli esuli dell'Istria, Fiume e Dalmazia: sarebbe il caso che l'ANVGD si occupasse di onorare la loro tomba almeno con una cerimonia annua). A suo nome è intestato lo stabilimento siderurgico ILVA di Cornigliano oltre naturalmente al viale principale del Quartiere Giuliano-Dalmata che prende nome da quegli esuli fiumani, istriani e dalmati che a lui devono perenne gratitudine.

Gianclaudio de Angelini
gdea

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