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Il Vescovo
 
    
    
    SI INIZIA, NEL PERIODO TRA PASQUA E PENTECOSTE, CON L’INCONTRO CON IL CLERO
    UN PELLEGRINAGGIO PARTICOLARE....
    IL VESCOVO ANNUNCIA LA VISITA A PARROCCHIE E VICARIE

    Carissimi fratelli e sorelle della diocesi di Ivrea,
       nelle Indicazioni pastorali per l'anno giubilare 1999-2000 preannunciavo che un pellegrinaggio particolare sarà quello che il vescovo intende iniziare per incontrare le comunità parrocchiali e le vicarie della Diocesi: una visita pastorale per pregare insieme, per riconoscersi e per guardare in avanti, verso le nuove vie dell'evangelizzazione che il Signore ci chiederà di percorrere.
       Fin dall'inizio del mio ministero episcopale in diocesi ho sentito il bisogno di riscoprire da vicino il cammino di questa chiesa particolare, in tutte le sue articolazioni, incontrando le diverse comunità locali non solo in modo occasionale ma con una certa sistematicità.
       La visita pastorale d'altronde è uno dei doveri principali del vescovo, ed il fondamento di quest'obbligo canonico è da individuare nella concezione teologica del legame tra vescovo e chiesa particolare, rimesso in luce specialmente dal Concilio Vaticano II nella costituzione Lumen Gentium e nel decreto Christus Dominus: legame di comunione, presenza pastorale segno della presenza indefettibile del Pastore grande delle pecore (Ebr. 13,20).
       Per questo motivo il vescovo deve impegnarsi a conoscere a fondo le necessità dei fedeli e le condizioni sociali nelle quali vivono, ricorrendo a tale scopo a tutti i mezzi giudicati opportuni: tra questi il più comune è la visita pastorale (cfr. C.D. 16).
       E' vero che oggi le occasioni di incontro tra vescovo e singole comunità locali sono più facili e più numerose di un tempo, ma la visita costituisce un'occasione privilegiata per prendere visione in modo diretto della vita del popolo di Dio negli ambiti dell'evangelizzazione, della liturgia, del servizio della carità, nonché della fedeltà ai segni dei tempi a cui il Vaticano II ed i singoli diocesani hanno stimolato le comunità cristiane. E' per il vescovo una grande occasione di ascolto, di lode al Signore per quanto opera nei credenti, di annuncio della Parola di Dio e di incoraggiamento a camminare insieme a tutte le altre comunità ecclesiali della diocesi e della chiesa universale, in comunione e filiale obbedienza al Successore dell'apostolo Pietro.

       La visita pastorale inoltre non può prescindere anche da una ricognizione degli strumenti a disposizione della comunità. Spesso istituzioni, cose e luoghi destinati al servizio pastorale esigono un aggiornamento o una revisione; la visita diventa quindi una preziosa opportunità per fare il punto anche su questi aspetti. La tradizione, confermata dal direttorio pastorale dei vescovi, prevede che questo tipo di adempimenti sia affidato a qualche collaboratore del vescovo, riservando a lui anzitutto gli aspetti più propriamente pastorali della visita.
       Intendo pertanto dare inizio alla visita pastorale, procedendo nel modo seguente. Nel periodo da Pasqua a Pentecoste incontrerò il clero delle singole vicarie, per impostare concretamente le modalità e il programma della visita, con i suoi momenti sia vicariali che parrocchiali. Nello stesso periodo incontrerò i responsabili dei vari enti ed uffici diocesani. Dedicherò quindi il periodo estivo alle parrocchie montane, continuando poi in autunno la visita alle altre zone della diocesi. Tra i vari pellegrinaggi giubilari questo sarà per me il più prezioso ed il più importante.
       Chiediamo al Signore che questa esperienza ci aiuti a crescere nella comunione fraterna tra di noi e con le nostre comunità, disponibili alle indicazioni che Lui vorrà suggerirci per una evangelizzazione sempre più rispondente alle necessità del nostro tempo.
       Affidiamo tutte le nostre intenzioni all'intercessione di Maria, dei nostri Santi patroni e di tutti i testimoni della fede antichi e recenti che il Signore ha fatto camminare sulle strade di questa terra.
      
    + arrigo miglio, vescovo


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