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IVREA - “COME SE LA CHIESA FOSSE TUTTA IN CANAVESE”
DIECI ANNI FA, IL PAPA...
LA VISITA ALLA DIOCESI, IL 18 E 19 MARZO 1990

Sono trascorsi dieci anni esatti dalla visita di Giovanni Paolo II alla Diocesi di Ivrea, il 18 e 19 marzo del ‘90. Dieci anni lunghi, per i cambiamenti intervenuti nel frattempo e che hanno lasciato il segno, sul Papa e su Ivrea, per motivi diversi. Mi pare bello ricordare quella visita pastorale proprio nel momento in cui Giovanni Paolo II sta compiendo il suo pellegrinaggio in Terrasanta, sui sentieri della Bibbia ma con una grande attenzione, per non dire prevalente, alla storia attuale di quella terra e dei popoli che vi abitano.
   Appare evidente, in questo viaggio in Giordania, Israele e Palestina, come già in quello di poche settimane fa in Egitto e Sinai, che l’interesse del Papa non è rivolto principalmente agli aspetti storico-archeologici, che peraltro già conosce, quanto piuttosto al confronto della situazione attuale di quei popoli e delle diverse chiese e religioni con il messaggio dell’Alleanza offerta da Dio tramite Mosè e completata nella persona e nel Vangelo di Gesù.
   Così è stato anche per la visita pastorale alla nostra Diocesi, viaggio sicuramente non paragonabile a quello che si sta svolgendo in questi giorni, ma che per noi fu di grandissimo significato. Non fu difficile cogliere la sua attenzione alla gente, alle situazioni locali, come se in quei due giorni per lui la Chiesa fosse tutta qui in Canavese. Molti ricordi sono ancora vivi, le sue parole anzitutto, come l’invito alla nostra Chiesa a percuotere con fiducia la roccia, come Mosè nel deserto, o il discorso sul computer e l’uomo, il richiamo alla centralità dell’uomo nell’economia e nel lavoro, l’intervento sulla domenica, la presentazione della figura di Gino Pistoni ai giovani.
   Quel viaggio fu per tutti noi una gioiosa conferma del cammino compiuto, ma fu anche al tempo stesso una duplice provocazione, derivante dall’incontro diretto che la nostra Chiesa si preparava ad avere con il successore di Pietro e dalla sfida che un simile impegno comportava anche sul piano organizzativo. Per questo secondo aspetto la risposta della Diocesi fu davvero corale ed ebbe come momento culminante la celebrazione eucaristica, indimenticabile, della domenica pomeriggio 18 marzo sulla piazza del Sirio.
   Per il primo, non dimenticherò mai l’incontro avvenuto un mese prima nell’appartamento privato del Santo Padre, presenti Mons. Bettazzi, il sottoscritto e due stretti collaboratori del Papa. Una cena frugale ma intensa, con un Papa curiosissimo su tutti gli aspetti della vita e della situazione della nostra Diocesi ed attentissimo a quanto Mons. Bettazzi gli andava presentando. La visita era iniziata in quel momento, nel quale ebbi la chiara impressione che fosse nato un rapporto nuovo, più intenso, tra Giovanni Paolo II e la nostra Chiesa locale, rapporto che si sarebbe manifestato un mese dopo con l’abbraccio paterno che tutti abbiamo vissuto e ricordiamo.
   Sono molto grato a Mons. Bettazzi per avermi voluto con sé quella sera, e tutti gli siamo ancora grati per averci offerto con coraggio quella visita pastorale del Papa.
 
+ arrigo miglio
 

 
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