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    La nuova assoluzione di Andreotti al processo di Palermo e le liti all'interno della maggioranza infiammano l'attuale momento politico. 
      
    ANDREOTTI ASSOLTO 
    Andreotti è stato assolto dall'accusa di appoggio esterno alla mafia con una formula che - dicono gli esperti - rimanda all'insufficienza di prove. Le motivazioni della sentenza chiariranno dunque la portata giuridica della decisione. Come al solito bisogna ricordare che il giudizio giuridico non è il giudizio politico, né il giudizio storico. Intorno a questa assoluzione però si apre un dibattito su due temi. Il primo concerne la fondatezza dell'azione giuridica della Procura di Palermo. Il secondo il ruolo dei pentiti. I temi sono seri, anche se trattati con molta demagogia. 

    UNA PROCURA POLITICIZZATA? 
    Una serie di accuse si è rivolta contro Caselli. Dagli elementi dei quali disponiamo mi pare che la Procura di Palermo aveva il dovere di indagare. C'erano dichiarazioni di pentiti. C'erano i legami fra Andreotti e il discusso Lima. C'è la certezza che la mafia dispone di importanti appoggi politici. Il problema non era quello di non indagare su Andreotti, ma piuttosto di poter disporre di strumenti efficaci nelle indagini sui personaggi eccellenti. Altrimenti la mafia continuerà a prosperare. 

    E I PENTITI? 
    La legislazione sui pentiti mostra delle lacune. Senz'altro sono necessari strumenti efficaci di riscontro delle dichiarazioni e bisogna evitare troppi patteggiamenti. Però fenomeni criminali complessi - come è stato per il terrorismo e come è per la mafia - hanno bisogno di questo strumento. E credo che il bene comune lo esiga. 
      
    LE REAZIONI 
    Le destre hanno usato di questa sentenza per i soliti attacchi alla Magistratura - forcaioli contro la microcriminalità e supergarantisti contro la grande criminalità - e per cercare di giungere ad un'assoluzione generale da tangentopoli. Andreotti, dopo un primo momento di grande compostezza e di rispetto per le istituzioni dello Stato, sembra voler iniziare una vendetta personale: se ha le prove di un complotto lo dimostri. Altrimenti… La maggioranza è divisa non sull'accettazione della sentenza, ma sulla sua valutazione. Ex DC, ex PSI tendono a vedere in questa assoluzione una rivalutazione di tutto il loro operato passato. Credo che sia errato dare significati che non ha ad una sentenza: anzi si può dire che come si plaude a questa assoluzione bisogna accettare le condanne. 
      
    UN NUOVO GOVERNO? 
    Intanto la maggioranza è in lite continua. Il problema è ripartire per formare un nuovo Ulivo, cioè un alleanza organica fra culture diverse, o continuare in una coalizione dove ognuno pone veti sullo stile dell'ultima DC? Prima che di nuovi governi, di rimpasti è necessario rispondere a questa domanda. E' meglio andare alle elezioni e anche perderle nella chiarezza che sopravvivere nei compromessi della bassa politica. 
        
    beppe scapino  

     
  
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