1. Le Memorie di Tonini
Luigi Tonini, in Memorie di scrittori
, SC-MS. 1306, Biblioteca Gambalunghina di Rimini [BGR], cita a c. 206: «Lettere originali scritte da Giuseppe Antonio Barbari a Mons. Giovanni Ciampini, da Savignano nellanno 1691: 6 maggio, 17 giugno, 23 settembre».
Queste stesse tre lettere con le stesse date, sono citt. pure a c. 7, dove però si dice che le lettere sono «quattro», in relazione ad una scheda garampiana.
Poi a cc. 213-214 si cita un foglio (dalla Busta 260 di Giuseppe Garampi) in cui sono trascritte parti delle tre lettere.
Sempre a c. 213 si trova la trascrizione di una lettera al Garampi «che si conosce di carattere del dottor Bianchi» (è quella del 14 aprile 1757, già cit. nella pagina 937, da cui ripropongo il brano seguente:
Il 5 aprile 1757 Giuseppe Garampi scriveva da Roma al proprio maestro Giovanni Bianchi (Iano Planco) di aver ritrovato fra le «carte di questo mio archivio varie lettere di un tal Giuseppe Antonio Barbari di Savignano scritte a Monsignor Giovanni Ciampini in materie fisiche con un estratto d'un libro da lui pubblicato in Bologna nel 1678 con titolo L'iride, opera fisicomatematica. Di questo Barbari da Savignano io non ne avevo giammai avuta notizia alcuna».
Bianchi conosceva la famiglia Barbari per aver avuto fra i suoi primi scolari don Innocenzo che nello stesso 1757 è curato della parrocchia di Santa Maria del Mare a Rimini: così il 14 aprile risponde a Garampi, aggiungendo che Giuseppe Antonio era parente «di que' Barbari di Verucchio de' quali qui avemmo un Medico, che dimorò in Rimino da trent'anni, e poi ritornò a Verucchio a fare il Mercante da Seta, e che morì due o tre anni sono».
Circa Giuseppe Antonio, Bianchi precisa: «Quel Barbari di Savignano fu in Bologna scolaro del Montanari, e credo anche del Cassini, e fu condiscepolo ed amico del Guglielmini, con quale tenne carteggio per cose fisico-matematiche, e specialmente per cose astronomiche finché visse il Guglielmini. Essendogli morto un figlio in età di 20 anni, ed una sua figliuola essendosi fatta monaca in Roncofreddo mi pare che egli si ritirasse tra Filippini di Cesena. Avea varj libri matematici, che acquistò un tal Venturucci di Savignano, alcuni de' quali passarono nelle mani di Giovanni Maria Cella Mastro di Casa del Sig. Andrea Battaglini, che si compiaceva di cose matematiche. Quel libro dell'Iride del Barbari si ritrova nella Libreria Gambalunga stampato in Bologna l'anno 1678 avendo nell'anno 1677 il Guglielmini stampata una lunga dissertazione sopra una fiamma volante osservatasi in Faenza, ad imitazione della quale il Barberi dovette stampare questo suo libro dell'Iride». Bianchi non possedeva nella propria fornita biblioteca l'«Iride».
A c. 214 di SC-MS. 1306 si cita, oltre alle lettere di Fulvio Barbari fratello di G. A., unaltra scheda garampiana con estratto dellIride.
2. Le lettere originali
In SC-MS. 230, Lettere e documenti vari
, BGR, si trovano gli originali delle tre lettere dellanno 1691 di Giuseppe Antonio Barbari a mons. Giovanni Ciampini, con le date già ricordate: 6 maggio (con la notizia della sua vedovanza), 17 giugno, 23 settembre.
Il 6 maggio Barbari ringrazia Ciampini per il giudizio favorevole ad una propria lettera «circa la produzione de Parelii».
Il 17 giugno tratta di un «mostro bicorporeo» e della sua possibile origine biologica.
Il 23 settembre Barbari ringrazia Ciampini per linvio della sua opera De incombustibili lino, siue lapide amianto, appena pubblicata a Roma per i tipi della Camera Apostolica, dove ha trovato citato il botanico Paolo Bocconi (recte Boccone, 1633-1704) che ricorda («se non fallo») daver conosciuto nel 1682 in casa del conte Luigi (Ferdinando) Marsili.
3. Gramignani, la prima fonte
Queste lettere di Barbari sono cit. da Onofrio Gramignani, Descrizione
, tavola V, sub. n. 165 («Ex Ciampino in Epist. apud Can. Garampum»). Gramignani è la prima fonte di tali lettere, ripresa dallo stesso L. TONINI, Elenco degli scrittori riminesi e diocesani tratto dal Gramignani, Fondo Luigi Tonini, Manoscritti L. Tonini XIX, BGR, dove si legge «Barbari Giu. Antonio da Savignano, Poeta edito, Filosofo, Matematico». E questa la frase che si trova appunto nellindice della Descrizione storico topografica della Città di Rimino
di Onofrio Gramignani, ed. a stampa Rimini 1980, con rinvio alla tavola quinta, n. 165: qui le notizie presentate sono dichiarate provenire «Ex Ciampino in Epist. apud Can. Garampum». (Vedi Studi Romagnoli 2004.)
Successivamente in SC-MS 1306 cè lo spoglio sistematico del fondo garampiano, risistemato dopo L. Tonini, per cui le segnature in esso contenute non corrispondono a quelle odierne, rendendo complessa la ricerca dei materiali.
Per la segnalazione del luogo dove sono conservate di queste lettere che cercavo partendo dal MS. 1306, debbo ringraziare la dottoressa Paola Delbianco, responsabile dei fondi antichi gambalunghiani.