Fuori Tama 1092 Giustizia, sala d'attesa. O che non arriva mai
Nel Tama 1092 abbiamo ricordato due processi, uno vero ed uno finto. Qui parliamo di fatti veri accaduti a Rimini in tempo di guerra.
In un recente articolo apparso sul Ponte, citavo vicende locali del 1944. Ci sono tre uccisioni compiute dai soldati di Salò in quell'anno, e rimaste dimenticate per ammissione degli stessi repubblichini. C'è poi la successiva scomparsa dalla nostra Biblioteca Civica Gambalunga dei primi due numeri del "Garibaldino", organo dei partigiani, dove forse si trovavano cronache imbarazzanti per personaggi noti passati sull'altra sponda, da neri a rossi, come si diceva allora.
Oggi chi occupa posti di responsabilità in sede politico-storica, se la prende con chi, come il sottoscritto, ha presentato fatti veri. Ne ho già parlato, in una pagina presente sul web dal 21 dicembre 2011. Certo, alcuni libri come i miei " Giorni dell'ira" possono dar fastidio, ed allora non si conservano di essi tutte le copie consegnate, in certe biblioteche. Speriamo che quella sopravvissuta non venga bruciata...
I nostri politici ed intellettuali (spesso le due realtà si sovrappongono per troppa stima di se stessi) possono far sparire i libri che di alcuni argomenti parlano "apertis verbis". Ma non possono cancellare le memorie collettive che si tramandano nelle singole persone. A questo patrimonio "parlato" appartiene anche la notizia secondo cui, il 20 marzo 1944, nella stazione ferroviaria di Rimini ci fu un attentato politico contro un avversario del fascismo, e che ci scappò il morto che però non fu l'obiettivo della sparatoria. Ne ho riferito in quella pagina del 21 dicembre 2011.
Oggi qui ho aggiunto soltanto due particolari inediti, la precisazione che l'attentato avvenne alla stazione ferroviaria il giorno 20 di quel mese di marzo 1944 di cui avevo genericamente parlato in quella pagina.
E sempre in tema di Giustizia, resta per quel tempo una certezza: che i responsabili dell'uccisione dei Tre Martiri alla fine andarono assolti... Con tanta soddisfazione del "Carlino" degli anni post-bellici che dimenticò quanto si sapeva bene.
Nell'agosto 1944, Tacchi era fuggito al Nord, ci disse un partigiano: «Non si è mai ricordata l'attività criminale che Tacchi svolse a Modena con la brigata nera 'mobile' Pappalardo» che aveva sede a Concordia ed era comandata dal medico bolognese Franz Pagliani, uno degli autori della strage di Ferrara, squadrista fanatico inviso agli stessi tedeschi. L'ambiente della brigata nera modenese Pappalardo, nel quale la testimonianza inedita da noi presentata inserisce la figura di Paolo Tacchi, è uno dei più terribili dell'Italia di Salò. Mai (come ci ha dichiarato quel partigiano), si è parlato di questa fase emiliana delle avventure politiche di Tacchi, dopo la sua fuga da Rimini.
Rimini ieri. Cronache dalla città [1936-1946]. Indice Giorni dell'ira, articoli sul "Ponte". Giorni dell'ira, libro.
Fuori Tama Antonio Montanari (c) RIPRODUZIONE RISERVATA
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