ILARIAGIOVINAZZO     scrittricewriter  
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04/09/06

  Lavoro. Nota dolente, dolentissima. Per tutti, scrittori del passato e scrittori del presente. Leggete.

"I miei genitori non mi hanno mai imposto nulla. Sono stato particolarmente fortunato, da questo punto di vista. Quando fui invitato a insegnare al Sarah Lawrence, avevo stabilito che non volevo un lavoro perché non ne avevo bisogno. Avrebbe interrotto le mie letture. Quando alla fine ottenni quel lavoro, avevo trent'anni, e mio padre disse: 'Joe, credevo che volessi diventare un barbone letterato'. Ma finché non ebbi quel lavoro, non disse una parola. Fu un buon padre." J. Campbell Studioso di mitologia

"Quando sono arrivato nel 1981 in Italia, ero già sposato con una ragazza italiana conosciuta in America. A Londra non riuscivo a pubblicare. Volevo un posto dove poter fallire in pace, nell'ombra, senza familiari e amici che mi ripetessero: 'Tim, perché non ti cerchi un lavoro?'. Tim Parks scrittore inglese

 

 

 

 

 

 
 

"Mi misi a cercare lavori occasionali. Lavoravo a giornata e a mezza giornata, facendo qualsiasi cosa mi capitasse. Falciavo prati, potavo siepi, arrotolavo tappeti, li battevo e li rimettevo a posto. Già da un po' di tempo avevo abbandonato l'idea della scrittura come possibile carriera. Scrivendo quell'articolo il mio scopo era, in tutta onestà, guadagnare dieci dollari. E il mio scopo si fermava lì. I soldi mi avrebbero aiutato a tirare avanti finché non avessi trovato un lavoro fisso. [...] Resistetti, tenni a bada il macellaio e il droghiere, impegnai l'orologio e la bicicletta e continuai a scrivere. Alla fine [...] pubblicavo racconti su riviste come l'Atlantic Monthly; correggevo le bozze del mio primo libro, vendevo articoli di argomento sociologico a Cosmopolitan e Mc Clure's, avevo rifiutato l'offerta giunta per telegrafo da New York di collaborare alla direzione di una rivista, e mi stavo preparando a sposarmi." Jack London, scrittore americano

 
 

LIBRI

 

 Ognuno di noi nella vita capisce, a un certo punto, qual è la sua strada. Dopo aver deciso che non avrei fatto la ballerina e neanche l'architetto mi sono ritrovata con i miei diari in mano, un mucchio di fogli scritti e dentro l'anima tante, tante parole ancora da buttare giù. Quel giorno ho capito ciò che avrei fatto per il resto dei miei giorni. Scrivere.   read more

 

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Data ultimo aggiornamento 24/08/06