dal 3 al 6 maggio 2018 giovedì e venerdì, ore 20:30
sabato, ore 20:00
domenica, ore 16:30 Teatro delle Moline via delle Moline, 1/b – Bologna
LIFE
Una storia su Keith Richards Studio
di e con Angela Malfitano e con Francesco Tozzi chitarra elettrica Antonio Michelangelo del Gaudio assistente alla regia Enrico Galuppi visuals Luca Calabrò tecnico Tommaso Michienzi grafica Alberto Sarti assistenza Rosanna Moschetta produzione Tra un atto e l'altro con il contributo di ATER - Associazione Teatrale Emilia Romagna, Regione Emila-Romagna con la collaborazione di ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione
Figura n.3 dell’album dei campioni. Dopo Marianne Faithfull e Patti Smith continua il mio viaggio sulle autobiografie dei miti del rock. Ora ecco il pirata, il principe barbaro, lo zingaro, l’uomo dalla costituzione fisica più resistente del rock. Questo è un omaggio commosso ed entusiasta a chi mi fa sentire forever young (con tutto ciò che questo significa), alla umanità di un vero artista che ha trasformato i suoi fantasmi e ci insegna a essere umili e autentici anche davanti a 80.000 fan. In alto i calici all’incredibile vita del mio eroe e al suo gruppo. Un ragazzo nato nella periferia proletaria di Londra durante il famoso bombardamento del ’43 da parte dei nazisti sulla città. Un ragazzo timido e ribelle, innamorato del blues dei neri d’America, che ha vissuto la rivoluzione già prima del ’68 e il capovolgersi della sua vita nel giro di pochi mesi. I suoi occhi hanno visto un mondo in bianco e nero diventare improvvisamente a colori. E i colori di questo nuovo mondo li ha dipinti lui stesso. Ironica, schietta, umanissima, l’autobiografia di Keith Richards, chitarrista e co-fondatore dei Rolling Stones, autore delle musiche più esaltanti della storia del rock, è la guida a questo mio nuovo lavoro. In copertina si legge: “Con la disarmante onestà che è il suo marchio di fabbrica, Keith Richards ci consegna la storia di una vita che tutti avremmo voluto conoscere meglio, sfrenata, impavida e autentica.” Siamo sicuri che avremmo solo voluto ‘conoscere meglio’? O non piuttosto vivere anche noi? E poi, come può il teatro competere con il rock ‘n roll? Queste sono solo alcune delle molte domande che stanno sotto allo spettacolo. Insieme alle domande di un giovane attore ad una fan dei Rolling Stones (che guarda caso fa teatro), e che è filo rosso che si incrocia con la storia della vita di Keith, con le sue immagini e interviste e il suono di una chitarra elettrica dal vivo. Aggiungo così una nuova pagina, dopo Marianne Faithfull e Patti Smith, all’album di figure che sto componenedo attraverso le forme del teatro. Una nuova sfida. Spettacoli biorock che il teatro rilegge e guarda poeticamente. Le autobiografie di donne e uomini della musica che hanno vissuto gli anni ruggenti del cambiamento.La seconda metà del ’900. Le loro storie partono dalla seconda guerra mondiale e arrivano ad oggi. Eroine ed eroi di un mondo dalle molte trasformazioni. Ma anche autori eccellenti, testimoni poetici, opere d’arte in sé. E soprattutto: still alive. Sopravvissuti di epoche feroci e testimoni storici. Oggi la loro sopravvivenza ha molti significati e comunica emblematicamente con la contemporaneità. Questo lavoro è anche sulla scia della mia vicinanza con i giovani. É uno spettacolo che faccio con i giovani. Infatti tre della mia equipe hanno 19 anni. Largo a loro, inesauribili fonti di energia e motivazione profonda del nostro raccontare. Porto con me l’esperienza tuttora viva del "Max Gericke" di M. Karge con la regia di Fabrizio Arcuri, che ha debuttato alle Moline l’anno scorso, seguo solo fili che vengano dalla più profonda e distillata passione di raccontare e condividere in teatro, porto l’insegnamento del mio maestro Leo, percorro i passi dunque del mio eroe Keith Richards in sintonia con ciò che la nostra Associazione Tra un atto e l’altro programma per il 2018 nei teatri dell’Unione Reno-Galliera e nella stagione Agorà: la ricorrrenza dei 50 anni del 1968 "Nel fuoco della rivolta". Riverberiamo così insieme di suggestioni, stupori, suoni, turbamenti e immagini che parlano di rivolte e rivoluzioni, di giovani e di musica, non solo di guerra ma di amore. (It’s only rock n roll)
Angela Malfitano
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da mercoledì 14 a sabato 17 marzo 2018, ore 20:45 domenica 18 marzo 2018, ore 17:30 PACTA dei Teatri Salone via Dini via Ulisse Dini 7, 20142 Milano
MARIANNE FAITHFULL
Piene di destino di Angela Malfitano
voce recitante e canto Angela Malfitano suono Francesco Brini set video Roberto Passuti grafica Alberto Sarti produzione Tra un atto e l'altro
Ho preso la coppa della vita, l'ho afferrata con le due mani e l'ho bevuta tutta d'un sorso
Marianne Faithfull
Marianne è una sopravvissuta. Doveva morire per droga come i suoi coetanei all’inizio degli anni ’70. Quando decisi di cercare di più su Marianne mi imbattei nella sua autobiografia, mai tradotta in Italia. Scopro la sua scrittura: originale, raffinata e sincera. I temi e i personaggi che incontravo erano esaltanti: Keith Richards, Brian Jones, Mick Jagger, Bob Dylan, Allen Ginsberg, Mario Schifano and more. Il suo essere poi arrivata al canto per caso e da troppo giovane, avere subito lo star system e la cultura della droga come giovane vittima sacrificale. La scelta di essere una clochard dall’oggi al domani. La difficile risalita. La sua voce sottile completamente stravolta nel giro di pochi mesi e arrochita dalla droga e dal dolore. Il suo essere infine attrice e cantante. Dunque, come un’attrice che canta, affronto la sua infinita e teatrale figura che ancora oggi incontra platee piene e standing ovation, stimola documentari e narrazioni sull’epoche di cui lei stessa ha scritto la Storia. Come un’interprete. Anche Marianne ha fatto lo stesso dopo essersi liberata delle etichette e delle imposizioni delle case discografiche. Come autrice ho voluto inoltre creare un’atmosfera teatrale e intensa come è Marianne, venata di ironia, di una sottile malinconia e di quel senso di dramma per gli amori perduti, per gli amici caduti, per le proprie profonde cadute. Infine, l’incontro in un camerino di Chambery un anno fa: “Madame, lei per me è meravigliosa…” “Dici? io non mi sento per niente meravigliosa…”
L'icona della Swinging London, lanciata a soli 16 anni dalla canzone As tears go by, primo brano scritto da Mick Jagger e Keith Richards dei Rolling Stones, ha avuto una vita rocambolesca: dalle stelle alle stalle. Da protagonista di un'epoca di mutamenti ed eccessi, che dall'inghilterra si è diffusa nel mondo, alla tossicodipendenza con la scelta di vivere da barbona in uno squat di Londra negli anni ’70. Fino alla riabilitazione, per la sua volontà e la sua arte. Cantautrice e attrice, divoratrice di letteratura, ha lavorato con Godard, Tony Richardson, Gus Van Sant, Sofia Coppola, fino alla consacrazione con il film Irina Palm. Al centro spasmodico dell'attenzione dei media anche per la sua relazione con Mick Jagger, ha scritto con lui Sympathy for the devil e Sister Morphine. Poi la tossicodipendenza rallenta la sua carriera. Faithfull però ritorna con diversi album e continua la sua lotta fino alle lodi della critica e del pubblico. Nel 2016 Marianne ha festeggiato 70 anni e 52 anni di carriera e fa ancora ricerca attraverso la sua voce, i suoi concerti e la sua vita. Ho scritto questo spettacolo traducendo dall’inglese la sua autobiografia: Faithfull che ispira anche etimologicamente il titolo del mio progetto Piene di Destino - Marianne e Patti. Un omaggio emozionato a due straordinarie donne artiste nate a poche ore di distanza tra loro, settantuno anni fa. Cabala?
Angela Malfitano
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12 aprile 2017 h 20:30
13 aprile 2017 h 20:30 14 aprile 2017 h 20:30 Teatro delle Moline Teatro delle Moline, Via Moline 1/B, Bologna
MAX GERICKE
DI MANFRED KARGETRADUZIONE WALTER LE MOLI
TITOLO ORIGINALE JACKE WIE HOSE
SET VIDEO LORENZO LETIZIA
ASSISTENZA ALLA REGIA FRANCESCA ZERRILLI
CON ANGELA MALFITANO
REGIA FABRIZIO ARCURI
ufficio stampa Silvia Mergiotti
assistenza Rossella Giammarinaro
produzione Tra un Atto e l’altro e Accademia Degli Artefatti
in collaborazione Con Ert – Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il sostegno della Regione Emilia Romagna
Si ringrazia il Teatro di Roma e Studio Spectrum
DURATA: 55 MINUTI
Germania. Secolo scorso. Ella Gericke. Una storia vera. 26 frammenti di una vita. Quanti frammenti contiene una vita?
Giacca come pantaloni (il titolo originale) è diventato ormai il suo abbigliamento, perché la miseria della depressione economica prima e i nazisti poi l’hanno costretta a dimenticare di essere donna.
Vedova a vent'anni di un operaio gruista, non sapendo come sbarcare il lunario, si è semplicemente sostituita al marito, morto di cancro, per non perdere quel posto di lavoro.
Ora che per Ella, la maggior parte della vita è passata e «meno male» aggiunge, rivede come in uno specchio rotto la storia della sua esistenza, dove non c’è stato spazio né per l’amore né per il dolore, ma dove ogni scelta è stata fatta in nome della sopravvivenza, fino a dimenticare del tutto la propria identità.
Anche questa è una forma di resistenza.
Il monologo è dunque, a dispetto dell'ironico sottotitolo, una fiaba in cui, in una serie di schegge, si ripercorre, nella prospettiva di questa strana eroina, un trentennio di storia tedesca, e tutte le sue contraddizioni. Un album di famiglia che si apre, alcune foto sono ancora nitide come il ricordo che le accompagna. Altre sono sbiadite. Il presente che è l'unico dato certo, cerca di fare spazio con forza a un futuro che non riesce a somigliare al passato. A chi somiglia allora?
Fabrizio Arcuri
Volevo andare ancora oltre, stanca delle solite figure femminili. E dopo avere interpretato una vecchia attrice parlante al pubblico dalla propria bara ne La Regina degli Elfi di Elfriede Jelinek, era difficile trovare altro ancor più di frontiera. Così l'ho voluta oltrepassare, la frontiera, e andare en travesti, nel maschile. Tanta meravigliosa scelta! E Fabrizio Arcuri ha accolto il mio desiderio con Max Gericke. Non poteva esserci scelta più giusta. Nuoto in queste acque non sentendomi più sottolineata dal genere ma in una diversa libertà, dove l'anima, e tutta la gamma delle emozioni e dei ricordi della protagonista si susseguono in una continuità e contiguità semplicemente umane. Merito anche delle parole di Karge e delle scelte di Arcuri : «Questo personaggio che interpreti è un Amleto al contrario, è un cane a testa in giù. E’ un essere o non essere. Essere questo o non essere questo; e visto che l’autore ha lavorato con Heiner Muller, ha chiara la questione dell’ Hamletmachine di Muller» cioè lo scardinamento dei ruoli, il non stare più al gioco, che è insito nella storia che raccontiamo ma anche nella scelta di frontiera che abbiamo fatto insieme.
Angela Malfitano
Teatro delle Moline, Via Moline 1/B, Bologna La biglietteria al Teatro delle Moline apre mezz’ora prima dell’inizio della rappresentazione.
Prevendita biglietti c/o Arena del Sole, Via Indipendenza 44 Bologna - 051.2910910 - dal martedì al sabato ore 11-14 e 16.30-19.
Biglietteria telefonica: 051.656.83.99 dal martedì al sabato ore 10-13.
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25 marzo 2017
Teatro Lolli, Imola Piene di Destino - Marianne Faithfull
1 e 2 aprile 2017
Monte San Vito (An) Piene di Destino - Marianne Faithfull
3 maggio 2017
Spazio Wopa, Parma Piene di Destino - Patti Smith
PIENE DI DESTINO MARIANNEEPATTI
Due spettacoli biorock
un progetto di
ANGELA MALFITANO
MARIANNE FAITHFULL
storia e canto Angela Malfitano
chitarra e basso Antonio Michelangelo Del Gaudio
percussioni ed electronics Francesco Brini
PATTI SMITH
storia Angela Malfitano
canto Angela Baraldi
chitarra Emanuele Zullo
basso Marcello Petruzzi
batteria ed electronics Francesco Brini
visuals Roberto passuti
grafica Alberto Sarti
comunicazione Alessandra Farneti
luci Paolo Falasca
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17 e 18 novembre 2016 h 20:30
19 novembre 2016 h 20
20 novembre 2016 h 16:30 Teatro delle Moline Teatro delle Moline, Via Moline 1/B, Bologna
MAX GERICKE
DI MANFRED KARGE
TRADUZIONE WALTER LE MOLI
TITOLO ORIGINALE JACKE WIE HOSE
SET VIDEO LORENZO LETIZIA
ASSISTENZA ALLA REGIA FRANCESCA ZERRILLI
CON ANGELA MALFITANO
REGIA FABRIZIO ARCURI
ufficio stampa Silvia Mergiotti
assistenza Rossella Giammarinaro
produzione Tra un Atto e l’altro e Accademia Degli Artefatti
in collaborazione Con Ert – Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il sostegno della Regione Emilia Romagna
Si ringrazia il Teatro di Roma e Studio Spectrum
PRIMA ASSOLUTA
DURATA: 55 MINUTI
Germania. Secolo scorso. Ella Gericke. Una storia vera. 26 frammenti di una vita. Quanti frammenti contiene una vita?
Giacca come pantaloni (il titolo originale) è diventato ormai il suo abbigliamento, perché la miseria della depressione economica prima e i nazisti poi l’hanno costretta a dimenticare di essere donna.
Vedova a vent'anni di un operaio gruista, non sapendo come sbarcare il lunario, si è semplicemente sostituita al marito, morto di cancro, per non perdere quel posto di lavoro.
Ora che per Ella, la maggior parte della vita è passata e «meno male» aggiunge, rivede come in uno specchio rotto la storia della sua esistenza, dove non c’è stato spazio né per l’amore né per il dolore, ma dove ogni scelta è stata fatta in nome della sopravvivenza, fino a dimenticare del tutto la propria identità.
Anche questa è una forma di resistenza.
Il monologo è dunque, a dispetto dell'ironico sottotitolo, una fiaba in cui, in una serie di schegge, si ripercorre, nella prospettiva di questa strana eroina, un trentennio di storia tedesca, e tutte le sue contraddizioni. Un album di famiglia che si apre, alcune foto sono ancora nitide come il ricordo che le accompagna. Altre sono sbiadite. Il presente che è l'unico dato certo, cerca di fare spazio con forza a un futuro che non riesce a somigliare al passato. A chi somiglia allora?
Fabrizio Arcuri
Volevo andare ancora oltre, stanca delle solite figure femminili. E dopo avere interpretato una vecchia attrice parlante al pubblico dalla propria bara ne La Regina degli Elfi di Elfriede Jelinek, era difficile trovare altro ancor più di frontiera. Così l'ho voluta oltrepassare, la frontiera, e andare en travesti, nel maschile. Tanta meravigliosa scelta! E Fabrizio Arcuri ha accolto il mio desiderio con Max Gericke. Non poteva esserci scelta più giusta. Nuoto in queste acque non sentendomi più sottolineata dal genere ma in una diversa libertà, dove l'anima, e tutta la gamma delle emozioni e dei ricordi della protagonista si susseguono in una continuità e contiguità semplicemente umane. Merito anche delle parole di Karge e delle scelte di Arcuri : «Questo personaggio che interpreti è un Amleto al contrario, è un cane a testa in giù. E’ un essere o non essere. Essere questo o non essere questo; e visto che l’autore ha lavorato con Heiner Muller, ha chiara la questione dell’ Hamletmachine di Muller» cioè lo scardinamento dei ruoli, il non stare più al gioco, che è insito nella storia che raccontiamo ma anche nella scelta di frontiera che abbiamo fatto insieme.
Angela Malfitano
Teatro delle Moline, Via Moline 1/B, Bologna La biglietteria al Teatro delle Moline apre mezz’ora prima dell’inizio della rappresentazione.
Prevendita biglietti c/o Arena del Sole, Via Indipendenza 44 Bologna - 051.2910910 - dal martedì al sabato ore 11-14 e 16.30-19.
Biglietteria telefonica: 051.656.83.99 dal martedì al sabato ore 10-13.
15 mar 2015 h 18 Teatro Rosaspina Piazza del Municipio, 1 - Montescudo (RN), ingresso € 12
Associazione Culturale Tra un atto e l’altro
La Regina degli Elfi long playing da un monologo di Elfriede Jelinek di e con Angela Malfitano
con l’aiuto di Rossella Cabiddu, Andrea Cazzato, Anna Cei, Caterina Grandi, Cecilia Lorenzetti, Agnese Troccoli, Stefano Zanasi; traduzione Roberta Cortese; assistenza Alessandra Lanfranchi; video Lorenzo Letizia; suono Francesco Brini; foto Alessandra Fuccillo CameraOff; tecnico Paolo Falasca; un ringraziamento a Elena Di Gioia e Silvia Mei; in collaborazione con Associazione T.I.L.T., Teatro Biagi-D’Antona, Comune di Castel Maggiore, Sì*Metrica, Spazioindue, Fondazione Teatro Gaetano Fraschini
Questo spettacolo parla del Potere.
Il personaggio che Elfriede Jelinek ritrae nella piéce è realmente esistito: è Paula Wessely, attrice del Burgtheater di Vienna, famosa e apprezzata già prima e durante il Terzo Reich.
Allieva di Max Reinhardt, era divenuta una delle interpreti più popolari del teatro viennese, ma era giunta all’apice lavorando con il cinema nazista. Ciò le costerà dopo la guerra una temporanea interdizione. Tornerà poi a lavorare nei film in technicolor che riportano un’Austria felice e da idillio alpino. Paula Wessely muore nel 2000 a 93 anni.
Un’antica tradizione viennese prevede una cerimonia funebre d’onore per gli attori del Teatro Nazionale: i Burgschauspieler, le cui salme vengono portate in processione per tre giri intorno all’edificio. Qui Jelinek immagina la scena.
Con una lingua sarcastica e allusiva Elfriede Jelinek porta alla percezione di doppi livelli di significato e di evocazione: il potere dell’attore sul palco che si intreccia e si fa maschera del potere nazista. Sollevarsi di polveri e di provocazioni, contrasti che detonano. Ironie, sarcasmo, panorami grotteschi. In “sospensione”, dall’alto di una bara che è anche palcoscenico.
Il lavoro nasce come omaggio al mio Maestro, Leo de Berardinis, per l’evento “Molti pensieri vogliono restare comete”, presentato nell’estate 2009 a Bologna. Cercavo una partenza che fosse folgorante. Doveva essere un innamoramento grande come solo alcune volte è successo nella mia storia di attrice-autrice. L’omaggio che volevo fare a Leo doveva essere un lavoro d’autore e avere le caratteristiche della strada che lui mi aveva indicato e che ho percorsa. Rigore, adesione totale, necessità, etica. Alle prime righe del La Regina degli Elfi ho riconosciuto il momento magico: sarcasmo, gioco di teatro e potere, bellezza tagliente della scrittura. La protagonista è una vecchissima attrice del teatro tradizionale viennese, che si è prestata al gioco della oscena propaganda nazista nel cinema, e in seguito anche contaminata con tarde apparizioni televisive; ora non vuole morire, non vuole lasciare il suo pubblico e il palcoscenico, luogo del suo potere.
La scrittura fulminante dell’autrice porta alla percezione di diversi livelli di significato e di evocazione: il potere dell’attore sul palco che si intreccia e si fa maschera del Potere nazista. La sensazione di chi ascolta lo scivolare delle parole della protagonista è quella di voler catturare continuamente dei significati, senza mai riuscire a inquadrare tutti gli stimoli e le visioni nella cornice rassicurante che la nostra mente vorrebbe. Anche per questo amo la Jelinek, perché non si fa catturare. Oltre al fatto di essere una ragazza cattiva e arrabbiata. Sempre contro ogni tipo di potere. Anche se l’ambiente in cui ci muoviamo è strettamente austriaco, ho avvertito una necessità personale e politica in questa mia nuova avventura, che va aldilà di ogni regionalità. Ci sono tutti i nostri ultimi decenni di storia in questa piece. Una contemporaneità mediatica e impietosa.
Angela Malfitano
Angela Malfitano legge La regina degli elfi di Elfriede Jelinek tradotto da Roberta Cortese aAd alta voce 2014 11 ottobre 2014, Teatro Duse, Bologna
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06 mar 2015 h 21.00 ITC Teatro, San Lazzaro di Savena
elfriede jelinek nelle scuole
Esito finale dei laboratori teatrali tenuti da "Associazione tra un atto e l'altro", Teatro dell'Argine e Officine di Creazione C.E.P.S.
ingresso libero fino a esaurimento posti
Lui non come lui, regia Angela Malfitano e Rossella Cabiddu Totenauberg, regia Nicola Bonazzi
Coreografie di Paola Palmi con gli utenti delle Officine di Creazioni C.E.P.S.
Con studenti delle scuole superiori di Bologna e provincia: Liceo Artistico Francesco Arcangeli, IIS Belluzzi-Fioravanti, Istituto Enrico Mattei di San Lazzaro di Savena, IIS "Ettore Majorana" di San Lazzaro di Savena
I due testi di elfriede Jelinek approfondiscono la conoscenza di tre importanti ed emblematiche figure del ‘900. In Lui non come lui si parla del poeta e scrittore svizzero Robert Walser, grande camminatore solitario che attualmente è considerato uno dei massimi scrittori di lingua tedesca del novecento. Acutissimo osservatore dei particolari, apparentemente inerti, di ambienti e rapporti umani, che egli ricompone in un enigmatico tutto dove gli aspetti piu’ banali dell’esistenza quotidiana vengono portati ad essere i fondamenti della vita stessa. In Totenauberg si affrontano due filosofi controversi e legati da un amore profondo: Martin Heidegger che rimarrà in Germania all’avvento del nazismo e Hannah Arendt, ebrea, sua allieva brillante e successivamente amante, che emigrerà negli USA ma gli rimarrà legata per sempre.
Figure legate allo svolgersi storico e letterario del secolo ‘900 in Europa ma non solo. Appartenenti alla Mitteleuropa, che molto ha partecipato all’evoluzione della letteratura e della filosofia. Personaggi che vengono a volte solo sfiorati dai libri di testo in Italia. Ma che ci aiutano ad approfondire i temi del sopruso Nazista, dell’amore, della follia e della importanza della poesia.
Con le armi del teatro abbiamo la possibilità di addentarci dentro storie esemplari, anche lontane da noi ma al tempo stesso vicine, cercando di capire, distinguere e approfondire valori positivi e derive pericolose di diverse vicende umane, che diventano anche fabula esemplare. La scrittura innovativa del premio Nobel Jelinek assume nelle bocche dei partecipanti ai laboratori sfumature inaspettate, nuove ed emozionanti, che aprono scenari di profonda riflessione sul futuro dell’umanità.
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MARTEDI 18 NOVEMBRE, ore 20.30 in diretta dalla Sala M
FaustIn and out dentro fuori sopra e sotto il Faust di Goethe
di Elfriede Jelinek; traduzione Elisa Balboni e Marcello Soffritti; con Angela Malfitano, Francesca Mazza, Matteo Angius, Sandra Soncini; regia Fabrizio Arcuri; produzione Associazione Tra un atto e l’altro, Accademia degli Artefatti, Festival Focus Jelinek; in collaborazione con ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione
va in onda l’adattamento radiofonico del primo episodio dello spettacolo
All’interno del programma di Tutto Esaurito! Il festival teatrale di Rai radio 3 trova spazio la voce di Elfriede Jelinek, attraverso la mediapartnership tra il Focus e Rai radio 3 e il recupero di drammatizzazioni radiofoniche già realizzate in passato.
Viene trasmesso in diretta dalla sala M di Via Asiago il 18 novembre il testo di Elfriede Jelinek FaustIn and out, la cui traduzione italiana di Elisa Balboni e Marcello Soffritti è stata realizzata appositamente per il Festival Focus Jelinek: FaustIn and out è una sorta di riscrittura del Faust di Goethe attraverso fatti di cronaca nera austriaca, che trova qui un adattamento in forma di radiodramma. A Tutto esaurito! va in onda un adattamento del primo episodio dello spettacolo, la cui regia è firmata da Fabrizio Arcuri, in attesa del debutto della versione integrale il 20 dicembre prossimo presso il Teatro Due di Parma, con la regia di Fabrizio Arcuri e l’interpretazione di Angela Malfitano, Francesca Mazza. Sandra Soncini, Matteo Angius e la partecipazione di Marta Dalla Via. Lo spettacolo prosegue la sua turné anche a Bologna e Forlì, sempre nell’ambito del FFJelinek.
Attingendo dal repertorio RAI, verranno messi in onda tre episodi tratti dai Drammi di principesse di Elfriede Jelinek, il cui adattamento radiofonico è a cura di Werner Wass, con le voci degli attori Fabrizio Parenti e Carla Chiarelli (4, 6 e 8 novembre).
Lo spettacolo è strutturato in tre episodi.
La durata integrale nelle repliche di Forlì al Teatro Diego Fabbri e di Parma al Teatro Due è di 4h; a Bologna all'Arena del Sole i tre episodi vengono replicati uno per ogni sera di spettacolo.
20 dic 2014 h 18.00 (durata 4h) Teatro Due / Spazio Bignardi, Parma
20, 21, 22 gen 2015 h 20.30 Arena del Sole, Bologna
10 feb 2015 h 19.00 (durata 4h) Teatro Diego Fabbri, Forlì
FaustIn and Out dentro fuori sopra e sotto il Faust di Goethe
di Elfriede Jelinek
con Angela Malfitano Francesca Mazza Sandra Soncini e con Matteo Angius e Fabrizio Arcuri e la partecipazione di Marta Dalla Via
regia Fabrizio Arcuri
traduzione di Elisa Balboni e Marcello Soffritti; produzione Tra un atto e l’altro, Accademia degli Artefatti, Festival Focus Jelinek; in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione; e con il sostegno della Regione Emilia-Romagna
FaustIn and out si presenta come riscrittura del Faust di Goethe.
Riscrittura al femminile, che percorre e intreccia tre livelli di significato: filosofico, politico e della cronaca, secondo una tecnica consueta per l’autrice.
Elfriede Jelinek riprende la vicenda accaduta in Austria, del padre che ha tenuto segregata per anni la figlia nella cantina di casa, costringendola a un rapporto incestuoso, e la pone in una dimensione fisica e metaforica che prevede un alto e un basso, un fuori e un dentro. Per questoFaustIn and out è stato definito dalla stessa autrice ‘dramma secondario’: una specie di commentario teatrale all’opera di Goethe.
Quello che proviamo a fare qui è invertire le parti, ripiegare la Storia su se stessa, ridistribuire la parola prima: il Faust originale come commentario del testo della drammaturga austriaca.
Quindi la tragedia di Margarethe del Faust come punto di partenza.
C’è qualcosa dell’avanspettacolo nel testo della Jelinek, che fa di Faust il palcoscenico di un
cabaret. La vittima qui è il protagonista, come di là lo era il carnefice. Ma poi, chi è davvero la vittima?
E chi il carnefice?
Nel testo della scrittrice austriaca possiamo vediamo la ri-attualizzazione di temi classici in forma moderna, in cui la violenza è quella del mefistofelico capitale e in cui l’illusione è quella di un’emancipazione, umana e di genere. Ma non c’è solo questo.
Fabrizio Arcuri, uno dei registi più interessanti e attenti alla drammaturgia contemporanea, ne curerà la messa in scena. Angela Malfitano e Francesca Mazza proseguono l’approfondimento sulla scrittura della Jelinek e sul mito di Faust iniziato con gli spettacoli La regina degli Elfi e Histoire d’F.
Attori e tecnici costruiranno e decostruiranno la scena così come la Jelinek costruisce e decostruisce il testo; affronteranno l'improbabile cabaret da lei proposto cercando di stare sopra e sotto, dentro e fuori l’opera. FaustIn and out, inedito in Italia, è stato appositamente tradotto da Elisa Balboni e Marcello Soffritti, direttore del Dipartimento di interpretazione e traduzione dell'Università di Bologna nell’ambito del Festival Focus Jelinek.
La produzione è nata all’interno del vasto progetto Festival Focus Jelinek con l’ideazione e la direzione artistica di Elena Di Gioia e vede la collaborazione tra Accademia degli Artefatti e Tra un atto e l’altro intorno al nodo che lega Goethe e la Jelinek, oltre le loro volontà culturali e teatrali.
"Ha fatto tutto lui qui sotto, ha minato la porta e ci ha attaccato i tubi del gas, per poterci gas-tigare tutti in caso di fuga, così ha detto, ha ammesso, l'ha ammesso, ma non era vero: non c'era alcun gas, non aveva fatto cattivo viso a buon gioco, non c'era nessuna mina che potesse saltare in aria, l'unico che può saltare di sopra è lui, noi restiamo sotto, noi purtroppo dobbiamo rimanere sotto, era pur sempre il mio amato papà, non c'era alcuna mina cattiva là sotto da noi. L'aveva detto soltanto per incuterci paura della libertà. Come se non l'avessimo già! Eravamo la sua unica clientela, la clientela di papà, avrebbe potuto comportarsi meglio con noi, ma in ogni caso ci dava da mangiare, eravamo la sua famiglia. Eravamo la sua seconda famiglia. Certi non ne hanno neanche una e lui ne aveva due. La mia lingua ha persino trovato una parola, di solito non è capace di trovare abbastanza parole, ma una ora ce l'ha, la lingua è una delle poche cose che qui si possono muovere, c'è così poco spazio..."
da FaustIn and out (2011) di E. Jelinek
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all'interno del programma di Book City Milano
16 Novembre, ore 13:00
Teatro Franco Parenti Sale piccole Via Pier Lombardo 14, Milano
FaustIn and out. Il teatro di Elfriede Jelinek
Con Angela Malfitano, Elena Di Gioia
con i traduttori, Angela Malfitano attrice, Elena Di Gioia, direttrice artistica Festival Focus Jelinek. Letture di Angela Malfitano. FaustIn and out, di Elfriede Jelinek, traduzione di Elisa Balboni e Marcello Soffritti, Titivilluswww.titivillus.it
Che cos’hanno in comune la giovane infanticida tedesca del ’700 descritta nell’“Urfaust” di Goethe, ed Elisabeth Fritzl, segregata dal padre ad Amstetten (Austria) in una cantina dal 1984 (quando aveva diciotto anni) fino al 2008, ripetutamente violentata, che partorì nel corso della sua prigionia sette bambini, di cui uno morto poco dopo la nascita? Elfriede Jelinek costruisce il suo testo teatrale su queste basi, utilizzando la prima versione del “Faust” di Goethe come sfondo mentale e strutturale per illuminare la condizione di una donna sfruttata e prigioniera e la sua tormentata esistenza nelle economie avanzate.
FaustIn & out è stato scritto da Elfriede Jelinek nel 2011/2012 e la traduzione è stata appositamente realizzata da Elisa Balboni e Marcello Soffritti per il Festival Focus Jelinek.
Il testo viene portato sulla scena per la prima volta dalle compagnie Tra un atto e l’altro e Accademia degli Artefatti, con la regia di Fabrizio Arcuri.
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Festival Focus Jelinek
ottobre 2014 / marzo 2015 festival per città
Focus sulla scrittura di Elfriede Jelinek, tra le voci più acute e pungenti della scena contemporanea, premio Nobel per la letteratura 2004.
Spettacoli, letture, incontri, proiezioni, laboratori, convegno e pubblicazioni sull’opera della scrittrice austriaca
Teatrino Giullare / Andrea Adriatico – Teatri di Vita / Tra un atto e l’altro con Accademia degli Artefatti / Chiara Guidi / Angela Malfitano / Ateliersi / Fanny & Alexander / Anna Amadori / Elena Bucci / Nicola Bonazzi – Teatro dell’Argine / Claudio Longhi
nei teatri, festival, biblioteche, cinema, spazi culturali di
Bologna Arena del Sole, Festival VIE/ERT Emilia Romagna Teatro, Biblioteca dell’Archiginnasio, Laboratori delle Arti Università di Bologna, Teatri di Vita, Oratorio San Filippo Neri, Cineteca di Bologna, Ad Alta Voce, Goethe Zentrum, Libreria Modo infoshop; Casalecchio di Reno (Bologna) Pubblico. Il Teatro di Casalecchio, Festival VIE/ERT Emilia Romagna Teatro; Castel Maggiore (Bologna) Teatro Biagi D’Antona/Sguardi; San Lazzaro di Savena (Bologna) ITC Teatro di San Lazzaro; Cesena Teatro Bonci, Biblioteca Malatestiana, Cinema San Biagio, Festival Màntica; Faenza Teatro Masini; Forlì Teatro Diego Fabbri, Università di Bologna/sede di Forlì; Modena Festival VIE/Biblioteca Poletti; Montescudo (Rimini) Teatro Rosaspina; Parma Teatro Due, Teatro al Parco, Reggio Parma Festival; Piacenza Teatro Comunale Filodrammatici, Festival L’altra scena; Ravenna Teatro Rasi, Almagià, Cisim a Lido Adriano – Ravenna viso-in-aria; Reggio Emilia Festival Aperto/Biblioteca Panizzi/ Reggio Parma Festival; Rimini Teatro degli Atti
Un festival per città, una ‘città allargata’ che fa convergere artisti e compagnie in una inedita e originale collaborazione di teatri, festival, biblioteche, cinema, spazi culturali che collaborano nell’accoglienza delle tappe del progetto. Il Festival Focus Jelinek propone nell’ambito della progettazione culturale una forma innovativa. A partire dalla condivisione attorno alla scrittura di Elfriede Jelinek con gli artisti, il Festival ha contribuito alla realizzazione di 14 produzioni tra spettacoli, performance e letture, di cui 6 prime nazionali. Gli artisti sono stati coinvolti in un processo di valorizzazione delle repliche nel tessuto teatrale della regione Emilia-Romagna che compone la mappa del Festival, per un totale di 60 appuntamenti, tra repliche degli spettacoli e incontri.
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Direzione artistica Elena Di Gioia Promosso da Liberty e Tra un atto e l’altro Partner istituzionali Assessorato alla Cultura, Sport Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna; con il contributo di Unicredit; con la collaborazione di Forum austriaco di cultura, Istituto di Cultura Germanica Goethe–Institut Bologna; con il patrocinio di CIMES – Centro Musica Spettacolo – Dipartimento delle Arti – Università di Bologna, La Soffitta – Centro di Promozione Teatrale – Dipartimento delle Arti – Università di Bologna, Dipartimento di Interpretazione e Traduzione – Università di Bologna/sede di Forlì, Elfriede Jelinek-Forschungszentrum Vienna e Forschungsplattform Elfriede Jelinek, Provincia di Bologna; Progetto favole del potere – elfriede jelinek nelle biblioteche main sponsor Unipol in collaborazione con Biblioteca Panizzi / Festival Aperto / Reggio Parma Festival; Biblioteche del Comune di Modena – Biblioteca Poletti / Festival Vie / ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione; Istituzione Biblioteca Malatestiana / Comune di Cesena / Festival Màntica; Biblioteca dell’Archiginnasio / Istituzione Biblioteche di Bologna. Progetto elfriede jelinek nelle scuole a cura di Angela Malfitano in collaborazione con Rete Teatri Solidali Provincia di Bologna e ITC Teatro di San Lazzaro. #FFJelinek in collaborazione con Festival L’altra scena, Teatro Gioco Vita, VIE Festival, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Pubblico. Il teatro di Casalecchio di Reno, Teatro Bonci, Cinema San Biagio, Comune di Cesena, Cineteca di Bologna, Best Union, Teatro degli atti, Teatri di Vita, Arena del Sole, Fondazione Teatro Due Parma, Reggio Parma Festival, I Teatri di Reggio Emilia, Ravenna Teatro, Cisim, E-production, Ravenna viso-in-aria, Teatro Diego Fabbri, Accademia Perduta / Romagna Teatri, Teatro Biagi D’Antona, L’attoscuro / OltreMisura, Teatro Rosaspina di Montescudo con la partecipazione di Ad Alta Voce, Teatro delle Briciole / Solares Fondazione delle Arti, Modo Infoshop. Collaborazione editoriale Altre Velocità. Media partnership Rai – Radio3, doppiozero. Grazie allo Studio Claudio Parmiggiani.
Immagine del Festival: Opera di Claudio Parmiggiani, Senza Titolo, 1970, foto Carlo Vannini