Affetti (malati)
~
Il Gruppo Libero
Teatro
Compagnia Angela Malfitano presentano
Affetti (malati)
di Angela Malfitano
liberamente ispirato al romanzo
Soffocare di Chuck
Palahniuk
Regia Angela Malfitano
Con Angela Malfitano, Marta Dalla Via,
Marco Rebecchi,
Stefano Detassis
Luci Matteo Nanni Consulenza luci Maurizio Viani
Movimenti Enzo Pezzella
Musiche Francesco Brini
Assistenti alla regia Caterina Grandi, Nicolas Hermansen
Montaggio video Marco Rebecchi
~
Note di regia
Lo spettacolo e dedicato a
tutti coloro che sprecano la loro vita impegnati soltanto a
scappare, in mancanza d’aria…
Gli affetti, le sensazioni, gli
stati d’animo che provano gli individui nei confronti di altri
individui. E la società, che con il suo ruolo invasivo
nell'organizzazione mediatica dei desideri, delle trasgressioni,
delle emozioni; nella mercificazione delle nevrosi, nella
catalogazione ossessiva delle dipendenze che pervadono
gli esseri umani. Sesso, alcool, droghe, perversioni,
sindromi maniaco-depressive, strutturano buona parte della
vita "normale", di molti.
Altro elemento di indagine, strettamente legato al precedente e
fulcro nella scena sono le relazioni umane: tra madre e
figlio soprattutto, il significato della maternità , della
paternità e della filialità insieme ad altre relazioni meno
consuete che si creano nel gioco dei destini.
Una ricerca di senso individuale, ma appartenente a tanti altri;
un tentativo comico, a tratti esilarante, paradossale e
grottesco, eppure estremamente tragico, lucido nel penetrare
la crisi di una generazione, di una società e di un mondo. Ma
anche la possibilità e la speranza, che proprio tra i nuovi
“sbandati” e gli “scoppiati” sia possibile trovare ancora la
voce che chiede aiuto. Si cade a terra per imparare a rimettersi
in piedi e creare qualcosa di nuovo. Un cercare la Bellezza
anche nell’orrore della dipendenza.
Affrontare l’opera di Palahniuk per portarlo in scena ci ha
messo di fronte ad una grande sfida.
Trasformare con le armi del teatro
e dell’attore un testo letterario che è molto più adatto al
cinema e, comunque, molto ricco di situazioni e filoni
differenti.
Siamo partiti da alcuni fili del romanzo di Palahniuk, senza
percorrerli tutti ma anzi cogliendo l’occasione per aprire delle
finestre di vissuti e testimonianze sulle dipendenze,
trasformati dalle visioni “teatrifiche”, che
si
manifestano anche con il contributo del linguaggio delle
immagini in video.
Tutto ritorna però all’essere umano, al disagio dell’esistenza
e, in particolare, della sopravvivenza di forze vitali e “sane”
nell’epoca sociale che stiamo attraversando. Abbiamo ritenuto
non necessario attenerci alla realtà sociale statunitense. Si
può essere in un non-luogo che è sia europeo che villaggio
globale. Abbiamo approcciato il lavoro partendo dalle situazioni
e dalle relazioni tra i personaggi. Questo ci ha portato a
svelare inevitabilmente le tematiche, senza imporle…
La rielaborazione che ne abbiamo fatto rappresenta un modo di
guardare come sono fatte le persone nei nostri mondi, o come
saranno fatte tra poco, e come i loro bisogni facciano fuori
ipocrisie e regole che riteniamo consolidate. E’ stato un
cercare la Bellezza anche nell’orrore della dipendenza..
La cifra del lavoro è in continuo bilico tra la tragicità e la
comicità, verso un grottesco che diventa onirico.
E’ stato anche importante lavorare sull’interrogarsi del
protagonista a proposito di una possibilità di “guarigione”, su
una qualche forma di salvezza, di ritrovamento delle forze per
andare oltre.
Forse la soluzione è che non c’è soluzione.
Dovendo scegliere scelgo l’amore.
Abbiamo lavorato con il regista coreografo italo belga Enzo
Pezzella per i movimenti. Ci sono le musiche composte per il
progetto da Francesco Brini con cui continua la
collaborazione dopo il successo di “Androidi”. C’è un lavoro di
video e elaborazione digitale sulle testimonianze abbiamo
raccolto sulle dipendenze che ognuno di noi ha.
C’è la consulenza per le luci del maestro emozionante e geniale
Maurizio Viani.
Continua il lavoro col gruppo di collaboratori che hanno
creato con me gli ultimi spettacoli, da Jodorowsky e da Philip
Dick. Giovani di talento e “fuoriclasse” inestimabili. Per me
fare teatro è lavorare senza compromessi in una terra di libertà
assoluta, di magia e di “tutto è possibile”, tutto è
trasformabile. Non giudico, non penso, sogno. Più o meno…
Significa lavorare con persone che stimo e che mi stimolano,
significa alto livello di umanità e umanesimo. Possibilmente…
Angela Malfitano
~
Appunti di
viaggio
(estate 2005)
Gli affetti, le sensazioni che
proviamo, gli stati che proviamo come individui nei confronti
di altri individui.
E la società. Che assume sempre più un tono invasivo attraverso
l'organizzazione mediatica dei desideri, delle trasgressioni,
delle emozioni, la mercificazione delle nevrosi, la
catalogazione ossessiva delle dipendenze che pervadono
gli esseri umani.
Sesso, alcool, droghe, perversioni, sindromi
maniaco-depressive, strutturano buona parte della vita
quotidiana, "normale", di ogni uomo e donna.
Questo è il nucleo che esploriamo in questo lavoro e che abbiamo
rintracciato nell’opera di uno maggiori e più crudi esponenti
della letteratura americana contemporanea: Chuck Palahniuk.
Alcuni fili del romanzo “Soffocare” di Chuck Palahniuk sono
il punto di partenza per lo spettacolo “Affetti (malati)”,
“pretesti” per una messa in scena, di cui Angela Malfitano è
autrice e regista, e dove sperimenta l’utilizzo della videoarte.
Altro elemento di indagine e strettamente legato al precedente e
fulcro nella scena sono le relazioni umane: tra madre e
figlio soprattutto, il significato della maternità , della
paternità e della filialità insieme ad altre relazioni meno
consuete che si creano nel gioco dei destini.
Una ricerca di senso individuale, ma appartenente a tanti altri;
un tentativo comico, a tratti esilarante, paradossale e
grottesco, eppure estremamente tragico, lucido nel penetrare
la crisi. La crisi di una generazione, di una società e di un
mondo. La possibilità e la speranza, che tra i nuovi "sbandati"
e gli "scoppiati" della nostra epoca, l'affinità e l'affettività
reciproca, costruite su fondamenta precarie e instabili, creino
un qualcosa di nuovo. Nessuno può sapere cosa. Di sicuro una
nuova frontiera da esplorare... e vivere.
A tutti coloro che sprecano la loro vita impegnati soltanto a
scappare, in mancanza d’aria…
Una madre ricoverata in una clinica, in fin di vita, non
riconosce neanche più il suo unico figlio V., lo scambia ogni
volta per uno degli avvocati che l’hanno difesa quando da
giovane era una ecoterrorista.
E’ il vertice di un rapporto pieno di contrasti e squilibri che
risalgono all’infanzia di V., quando veniva periodicamente
allontanato dalla madre per essere affidato a diverse famiglie
dalle quali veniva poi regolarmente rapito dalla madre che lo
coinvolgeva nelle sue avventurose e iniziatiche fughe. Un
rapporto conflittuale dovuto anche all’ostinazione con cui la
madre nega al figlio di conoscere l’identità del padre.
V. da parte sua è in preda a una sindrome maniaco depressiva, è
“sesso dipendente” e finge il soffocamento nei ristoranti per
farsi salvare da estranei che diventano suoi benefattori.
Quella tra V. e la madre non è la sola relazione ad essere
indagata nello spettacolo, c’è anche l’amico D., compagno di
lavoro e, come lui, in terapia per disintossicarsi dalla
dipendenza da sesso, c’è l’enigmatica dottoressa della clinica
in cui è ricoverata la madre che vuole salvarla a tutti costi e
che seduce V..
Dal punto di vista del linguaggio non si tratta di teatro di
narrazione ma di spettacolo a tutto tondo, teatro visionario ed
emozionale fatto di diversi linguaggi espressivi nella
composizione della messa in scena: corpo, azione, attoralità,
videoarte, intrecci tra voce e suono.
In particolare viene sperimentato l’uso del Video
come strumento e come linguaggio, altro personaggio in scena
insieme agli attori.
Ad esempio il video come televisione che la madre guarda
inebetita, qualunque cosa trasmetta, soprattutto quando il
figlio la va a trovare e ancora il video come monitor-spia che
trasmette le immagini di una telecamera a circuito chiuso, per
riprendere il comportamento dei pazienti.
~
Stampa
»
Recensione dello spettacolo Affetti (malati) di Antonia
Lamparelli (FlashGiovani)
qui
»
Intervista di Antonia Lamparelli (FlashGiovani) ad Angela
Malfitano, a roposito dello spettacolo Affetti (malati)
qui
» 17/11/06,
recensione "Angela Malfitano è rock", dello spettacolo
Affetti (malati) di Nicola Zuccherini (Lo Spettatore)
qui
»
Curiosità: i commenti sul forum di Chuck Palahniuk sullo
spettacolo Affetti (malati)
qui
~
Scheda tecnica (documento Word)