Alpiniisola

2001

 

 


Lunedì 19 Febbraio 2001

Migliaia di persone all’appuntamento annuale. Da Penne arrivano in 101, poi da tutte le parti d’Italia
Prisco star alla festa degli alpini
Il vice presidente dell’Inter balla e canta al raduno di Isola del Gran Sasso

di NICOLA CATENARO

«Felice di essere qui in Abruzzo, tra gli alpini, insieme ai quali "alcuni" anni fa ho combattuto la seconda guerra mondiale in prima linea». Classe ’21, sguardo profondo, sigaro in bocca, davvero simpatico.
E’ lui, Giuseppe Prisco, vice presidente dell’Inter, la vera star del nono raduno delle penne nere ad Isola del Gran Sasso. «Siamo rimasti in pochi ma siamo molto uniti - dice riferendosi agli amici che sono con lui (Giuseppe Carrozzi de L’Aquila, Angelo Chiarini di Avezzano, Ercole Nori di Isola) -, condividiamo tutti l’amore per la penna alpina. Avevo vent’anni quando li ho conosciuti. Ero sottotenente. Ci mandarono oltre i confini della Jugoslavia». E poi, ironico: «Eravamo sul serio affiatati. Facevamo, come si dice, spogliatoio». Risate. «Questo sentimento è aumentato con il tempo. E così anch’io adesso mi considero abruzzese». Battute, aneddoti e il racconto della sera prima, durante la quale Prisco avrebbe dato il meglio di sè tra danze, canti e brindisi.
Gli alpini sono simpatici per natura. Lo spirito di gruppo fa sì che si ritrovino sempre. Qui, in Abruzzo, ogni anno. Alla tradizionale giornata abruzzese di commemorazione dei caduti della battaglia di Nikolajewka, in Russia, si contano migliaia di partecipanti. Tutti accomunati dallo stesso simbolo: la penna nera, che significa amor patrio e solidarietà. Ad Isola si sono dati appuntamento da ogni angolo dell’Abruzzo, ma anche da fuori regione. «Sono quarant’anni che porto questo cappello - spiega Francesco Colaiuda, capo del gruppo di Sassa, nell’Aquilano - e sono orgoglioso di far parte degli alpini. Hanno una storia unica e tuttora svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito della protezione civile. E’ per questo che a L’Aquila abbiamo lottato per far rimanere la caserma. E ci siamo riusciti». Non possono dire lo stesso le penne nere teramane, che la caserma l’hanno invece persa.
Ad Isola sono esattamente 101 gli alpini provenienti da Penne. «E’ una manifestazione stupenda, unica - dice il capogruppo, Antonio De Febis - ed è bello ritrovarsi qui ogni anno. Sotto il cappello alpino c’è tutto. Cosa significa essere una penna nera? Una sola parola: solidarietà. Siamo sempre pronti quando serve. Basta un piccolo grido e noi arriviamo». La protezione civile è una delle attività principali svolte dagli alpini in tempi non di guerra. Il gruppo di Gamberale, paese montano del Chietino situato a quota 1.400 metri, è in divisa arancione ma indossa comunque il cappello con la penna. «Abbiamo partecipato alle azioni sui Balcani, siamo stati ad Assisi dopo il terremoto, in Versilia quando c’è stato l’allagamento, abbiamo tenuto un campo profughi a Torino di Sangro - spiega il capo Nicola Sciulli -. Essere alpini significa essere volontari». Tra le penne nere un viso noto, quello di Bruno Apruzzese, commerciante teramano, alpino da sempre. Racconta di essersi divertito come non accadeva da tempo, la sera prima, insieme al "mattatore" Prisco.

 

Questo articolo è stato tratto dal sito internet de  il messaggero

Che ne detiene tutti i diritti

 

 

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Ottomila alpini a Isola

Onorano i caduti in Russia

   

 

queste foto e l’articolo sono state tratte dal sito internet de “il centro”

che ne detiene tutti i diritti

ISOLA DEL GRAN SASSO

 

Erano in ottomila secondo stime ufficiose ma attendibili.Ottomila alpini in congedo di tutta Italia riuniti a Isola del Gran sasso,ieri mattina per celebrare la conclusione di una commovente due giorni dedicata al ricordo dei caduti in Russia durante la seconda guerra mondiale.

Tra gli ottomila c’erano anche gli anziani di quella disastrosa ma comunque eroica campagna militare. Il più noto senz’altro Pappini Prisco,l’ironico e pungente  vicepresidente dell’inter. Che in Russia era tenente delle “Penne nere” nel battaglione L’Aquila,composta in buona parte da abruzzesi,e che quando rievoca quelle vicende mette da parte il suo spirito dissacratore.<<Siamo tornati a casa in pochi>>, dice,<<159 su 1.600 della truppa,3 su 53 ufficiali.E’ la prova che il battaglione ha fattoli suo dovere fino in fondo,ma anche che,hanno dovuto subire uno sterminio in linea.Per questo sono qui>>.

Nella splendida mattinata di sole la coreografia offerta dagli alpini è stata impressionante:la sfilata da Isola al santuario di San Gabriele,accompagnata dalla fanfara della brigata Julia,ha avuto le dimensioni di una fiumana colorata da striscioni,bandiere e distintivi.

Una giornata indimenticabile.