L'esperienza di Andrea
Lettera inviata al sito del CESAP e pubblicata qui con il permesso dell'autore


19/02/01, Andrea Ricciardulli, ex Testimone di Geova, Brescia

Sono nato nel 1974, in una famiglia di Testimoni di Geova. Fu il mio innato amore per Dio che mi fece amare anche quell'organizzazione, così a tredici anni decisi di battezzarmi. Ma la maturazione, la scuola, gli amici mi fecero comprendere che qualcosa non quadrava; a diciotto anni mi dissociai.

Da allora iniziò l'inferno, l'ostracismo, l'emarginazione: non vengo invitato ai matrimoni dei miei stretti e strettissimi familiari, vedo la mia famiglia uscire la sera per andare a cene e incontri dove puntualmente non vengo più invitato. Ma quello che mi fa più male è vedere mio padre, mia madre e mio fratello accettare tutto questo, apparecchiare la tavola in sala per gli ospiti e in cucina per me. Fa molto male questa assurdità. Non riesco a digerire che mio padre, mia madre e mio fratello accettino che venga in casa gente che non vuole pranzare con me, non mi saluta e non mi guarda nemmeno in faccia.

Sono precipitato in un inferno. Sono otto anni che sto subendo questo, ora non vedo l'ora che sia pronto il mio appartamento per andarmene.

Vi scrivo quest'e-mail non per piangermi addosso ma per far comprendere quanto possa far male la stupidità delle persone strumentalizzata da capi carismatici.

La mia colpa? Quella di essere stato TdG e di aver cambiato idea.

Sapete qual è un opinione comune diffusa su i TdG? "I Testimoni di Geova? Non fanno male a nessuno". 
A me hanno fatto parecchio male:

- da quando sono nato non ho potuto avere una normale, regolare e serena vita sociale. Ho portato su di me il peso di possedere l'unica verità, mentre i miei coetanei, poverini, vivevano nell'ignoranza e sarebbero stati tutti distrutti nell'incombente Armaghedon.

- non ho potuto partecipare a feste di compleanno, di Carnevale, di Natale, non ho potuto giocare a pallone con i miei coetanei negli oratori o a livello agonistico. Dio solo sa quanto desideravo tutte queste cose.

- mi hanno esasperato perché dai 12 anni fino ai 17 circa nutrivo un sentimento d'"amore" verso una mia coetanea, TdG anche lei. Mentre le loro pubblicazioni proibiscono finanche le cotte tra adolescenti, andate a controllare sul loro libro "I Giovani Chiedono..." a pag. 241: "Se sei ancora adolescente, perché non aspetti ancora un po' prima di cominciare a frequentare qualcuno dell'altro sesso? Non ti farà male aspettare. Anzi, ti concederà il tempo necessario per essere veramente preparato quando e se compirai il passo serio - e definitivo - del matrimonio." Ma a tredici anni chi ci pensava al matrimonio!?

- mi hanno esasperato chiedendomi se mi masturbavo e mi facevano sentire in colpa. Nel libro "I Giovani Chiedono..." da pag. 198 a pag. 211 si spendono 13 pagine sul tema dell'onanismo e si citano giovani che dicono "Quando mi abbandonavo alla masturbazione, mi sentivo come se stessi rinnegando Geova Dio" e dicono "Da quando ho superato il problema posso avere una coscienza pura dinanzi a Geova, e questo è qualcosa che non cambierei con nulla al mondo".

- e ora l'emarginazione, come vi ho scritto prima.

Quello che mi fa rabbia è che lo Stato Italiano li abbia anche legalmente riconosciuti! Può lo Stato Italiano riconoscere un'organizzazione a tratti mafiosa, sì mafiosa in quanto non consente a un suo adepto di cambiare idea e andarsene, ma gli mette contro parenti e amici, minacciati anche loro dal medesimo trattamento!

L'adepto che se ne va viene trattato come se non esistesse più, anzi si cerca di evitarlo il più possibile arrivando a boicottare un pranzo di matrimonio nel caso in cui sia presente anche il dissociato. Figuriamoci poi se il "rinnegato" ha un impresa, un negozio, una qualsiasi attività: viene tutto boicottato.

Lo Stato Italiano non può riconoscere un'organizzazione con una simile attività. Uno Stato liberale non può riconoscere una organizzazione altamente non liberale!

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma forse la mia mail è gia pesante a sufficienza per lunghezza e contenuti.
Auspico che si déstino sempre più persone come voi per combattere civilmente la stupidità e la strumentalizzazione del prossimo.

e_mail: andrea_ricc@yahoo.it


Lettera inviatami da Andrea il 2/11/2001

Una volta eravamo TdG, credevamo di aver abbracciato la religione giusta, di aver trovato la verità. Quando ci siamo resi conto che il suo insegnamento era pieno di contraddizioni nei confronti della Bibbia e del buon senso forse abbiamo tentato il tutto e per tutto per salvarla, forse abbiamo cercato di aggrapparci ai vetri per salvare le nostre coscienze e rimanere TdG.
Ma non c'è stato niente da fare. Il loro pensiero fa acqua da ogni dove e noi non ci sentivamo a posto a rimanerci dentro.

Ora forse non ci sembra neanche vero che l'Organizzazione sia così piena di lacune e di colpe, non crediamo ai nostri occhi. E quando vediamo i nostri ex fratelli comportarsi come cagnolini ammaestrati nei nostri riguardi anche lì non ci sembra vero.

Ci stanno facendo soffrire, pretendono di poterci giudicare disobbedendo così agli insegnamenti del Vangelo e di Paolo nella lettera ai Romani dove viene imposto in più parti il "non giudicare". Ovviamente chi giudica si sente a posto con la coscienza, a posto con Dio. Perciò si rivelano come gli scribi e i farisei, ipocriti e sepolcri imbiancati. Come gli scribi e i farisei si sentivano giusti, loro anche si sentono giusti. Credono di poter attuare una teocrazia oggi!

Ma io dico se era difficile attuare una teocrazia quando Dio aveva i suoi profeti e i sacerdoti e parlava con loro. Cosa credono di poter 'teocrare' ora?! Dio con loro non parla, non sono ispirati, non scende lo Spirito Santo. La loro pretesa di essere il popolo di Dio non ha nessun reale fondamento. 

Dio punisce e punirà gli unti che raccontano menzogne. Punirà anche tutti quelli che si nascondono dietro l'Organizzazione aspettando che faccia i cambiamenti necessari ma che intanto fanno soffrire gente come me e te.

Il Signore è giusto, detesta le ingiustizie e al tempo giusto le punisce.

Quello che i TdG non comprendono è che il loro è 'comportamentismo' come quello degli scribi e farisei. Dio vuole una conversione nei cuori innanzitutto. Dio legge i cuori. Se io desidero fornicare, anche se non lo faccio, pecco tanto quanto uno che fornica. Questo è Gesù che lo dice. E proprio perché per giudicare bisogna saper leggere i cuori, proprio perché solo Dio sa quanto lo amo e quanto mi sforzo per essere giusto solo Lui può giudicarmi, nessun'altro. 

Anche se io uccidessi qualcuno, l'uomo può darmi l'ergastolo, può farmi un iniezione letale, ma se io meriti o meno la resurrezione questo spetta solo a Dio, perché solo Lui sa cosa mi è passato in quel momento per la testa. 

E' giusto che le persone sentano anche la nostra voce. Per i TdG noi non esistiamo più, invece ci siamo, eccome se ci siamo!


29/09/02

Caro Achille,

 Desidero comunicare a te e ai visitatori di questo sito gli importanti cambiamenti che riguardano la mia storia.

Un anno fa me ne andai a vivere da solo, in seguito alla lontananza i rapporti con i miei genitori si erano rasserenati. Ci sentivamo quotidianamente per telefono e almeno una volta alla settimana si mangiava insieme. Io avevo scoperto di non poterli odiare, nonostante tutto, avevo capito che amarli era nel mio DNA di figlio. Ero abbastanza soddisfatto di come andavano le cose.

 In agosto è uscito un inserto sul 'Ministero del Regno', una pubblicazione che viene stampata mensilmente, questo inserto intitola: 'Manifestiamo lealtà cristiana quando un parente viene disassociato'. [L'articolo è visualizzabile cliccando qui; n.d.r.]

All'interno si può leggere: "Pertanto evitiamo anche di avere contatti sociali con chi è stato espulso. Questo significa che non staremo con lui né in occasioni come picnic, feste e partite di pallone né per andare in un centro commerciale, a teatro o a mangiare a casa o al ristorante".  L'inserto non fa differenza se l''espulso' è il figlio di una donna TdG!!!

Mia mamma mi ha chiesto di non farmi vedere più in casa se non per 'motivi gravi ed eccezionali'. Così ha  smesso pure di telefonarmi e informarsi sulla mia salute. A niente sono serviti i miei pianti. Quando ho detto ai miei genitori che potevo essere morto e stare marcendo in casa non mi hanno risposto.

Questi ultimi risvolti mi hanno pietrificato. Non avrei mai pensato si potesse arrivare a tanto. Sono stato molto male.

Desidero che questa mia testimonianza sia resa pubblica anche perché ho ricevuto parecchie e-mail di gente che non sapeva che i TdG sono in grado di arrivare a questi livelli di bassezza.

Quando ho cercato di far riflettere mia madre, mi ha risposto: "ma sull'inserto c'è scritto così..."
 
Vorrei che la gente riflettesse su questo.


Commento di un lettore
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4 Ottobre 2002

Quello che dice Andrea, agli occhi della gente comune che non conosce le regole interne dei testimoni, potrebbe apparire una provocazione, un'esagerazione: "ma come? se sono sempre gentili, sorridenti, ben vestiti e sereni!...".

E no, quello che racconta Andrea è assolutamente vero, è la drammatica situazione di chi decide di andarsene da questo gruppo che si può paragonare alle sirene dell'Odissea, con i loro sorrisini, le gentilezze le buone maniere (tutte studiate a tavolino, perché tra i Testimoni non esiste lo slancio amorevole emozionale), catturano l'ignaro il quale, se decide poi di uscirne, viene sottoposto a ricatti morali e familiari. Se un Testimone decide di allontanarsi ma ha dei familiari che rimangono è impossibile per lui farlo "dignitosamente" (propongo la lettura di questa pagina, scritta da un Testimone dissidente, nella quale si parla appunto di queste laceranti situazioni).

Le pressioni ricattatorie, fatte sui familiari di Andrea non sono una vessazione personale ma un metodo scientemente ideato dal gruppo dirigente per impaurire i genitori, inculcando in loro la convinzione che è Dio a volere che agiscano così, altrimenti anche loro diverrebbero partecipi del tradimento del figlio. Non solo perderebbero i "privilegi  teocratici" ma verrebbero additati pubblicamente come "cattive compagnie" e schivati da tutti, specialmente da chi si dichiarava "amico". Tra i Testimoni non vi sono amicizie, questo sentimento è sconosciuto e, se all'inizio esisteva, è stato gradualmente soffocato dallo stressante appello "delle ore di servizio", dalla partecipazione alle "adunanze" e a "quante riviste" si distribuiscono, ma, prevalentemente, dall'obbligo "scritturale" di andare a riferire agli anziani ogni sentore di lettura non ortodossa delle pubblicazioni della Società.

La situazione di Andrea la conosco perché è la stessa capitata a mia moglie quando ci siamo conosciuti. Venne disassociata in quanto si era innamorata di "uno del mondo" in attesa di divorzio. Non ero libero e lei non poteva frequentarmi. Lo ha fatto ed è stata allontanata dal gruppo religioso, il quale, approfittando di una situazione psicologico-emotiva molto delicata dei suoi genitori, li indussero a cacciare di casa la figlia. Ma anche questo episodio trova difficoltà ad essere creduto, anche tra gli stessi Testimoni di Geova.

Gli anziani, questi piccoli gerarca periferici, convinti dal gruppo dirigente che sono direttamente eletti dallo Spirito di Geova, diventano una congrega di persecutori, i quali non si fermano davanti a nulla, nemmeno quando la persona colpita dà evidenti segni di scompenso psichico. Sono felice se Andrea, seppur con grandi sofferenze, stia uscendo da questo incubo e lo voglio ringraziare perché ha denunciato questo fatto pubblicamente. In questo modo può avere aiutato qualcun altro a riflettere sulla pericolosità di questo gruppo religioso, pericolosità che, purtroppo, la stampa e le istituzioni non prendono sufficientemente in considerazione.

Di quanto qui  affermato ne rispondo personalmente, di fronte a eventuali richieste chiarificatrici.

Maurizio Pederzini