CARCIOFO
LE
ORIGINI
Come attestano gli scritti
di alcuni autori antichi (De Rustica di Columella e Naturalis Historia di Plinio), il carciofo (Cynara
scolymus) era già conosciuto all'epoca dei
Romani.
Notizie più certe sulla sua coltivazione in Italia risalgono al XV secolo,
quando dalla zona di Napoli, dove era stata introdotta da Filippo Strozzi, la
coltura del carciofo si diffuse in Toscana (Caterina dei Medici ne fu una
grande consumatrice) e, successivamente, in molte altre regioni.
LA COLTIVAZIONE DEL CARCIOFO
A livello
mondiale, questa coltura si estende su una superficie di oltre 100.000 ettari,
da cui si ottiene una produzione pari a circa 1.200.000 tonnellate.
I paesi dove la coltura del carciofo è più diffusa sono Italia (52.000 ettari),
Spagna (28.000), Francia (15.000), Grecia e Marocco (5.000 ciascuno). In Italia la produzione si attesta sulle 600.000 tonnellate; le
regioni più importanti per questo prodotto sono Puglia, Sicilia, Sardegna,
Lazio e Toscana.
Le cultivar più diffuse in Italia sono Violetto di
Toscana e Violetto di Catania per quanto riguarda il tipo
"violetto"; Campagnano,
Castellammare e Macau per il
"romanesco"; Carciofo di Palermo, Spinoso Sardo e Masedu per il tipo "spinoso".
IL CALENDARIO DEL CARCIOFO
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Epoca di raccolta |
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Presenza sul mercato |
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LE CARATTERISTICHE DEL CARCIOFO
Appartenente
alla famiglia delle Composite, il carciofo è una pianta erbacea poliennale,
provvista di rizoma sotterraneo, dalle cui gemme si sviluppano fusti
ramificati.
Il fusto, alto da 50 a 150 centimetri, a sezione circolare, è eretto ed ha
ramificazioni che portano, all'apice, un'infiorescenza a capolino, detta
calatide.
I fiori sono di colore azzurro-violaceo, mentre il frutto è un achenio di forma
oblunga e colore grigio-bruno.
Il carciofo detesta l'umidità, come pure le temperature inferiori ai 4-5 gradi,
richiede un clima mite e, per quanto riguarda i terreni, predilige quelli
profondi, di medio impasto, ben drenati e neutri.
Per le notevoli cure colturali che richiede, il carciofo è una specie da
rinnovo, miglioratrice, e può, quindi, precedere o seguire cereali ed altri
ortaggi.
CONSUMO E CONSERVAZIONE
Grazie ad
una particolare sostanza (la cinarina) contenuta
nelle foglie, nello stelo e nell'infiorescenza, il carciofo svolge un'azione
benefica sulla secrezione biliare, favorisce la diuresi renale e regolarizza le funzioni intestinali.
Sembra inoltre efficace nella cura dell'orticaria e di alcune
forme eczematose cutanee, oltre che possedere virtù afrodisiache. Per la
presenza di composti vitaminici, infine, riduce la permeabilità e la fragilità
dei vasi capillari.
In cosmesi, il succo svolge un'azione bioattivante,
vivificante e tonificante per la pelle devitalizzata e foruncolosa.
Ricchi di sodio, potassio, calcio, fosforo, ferro, proteine e vitamine, i
carciofi possono essere cucinati in svariati modi: alla romana, alla giudia, alla siciliana, fritti, solo per citare alcune
delle ricette più conosciute. Quando sono giovani e
teneri, invece, è consigliabile mangiarli crudi, tagliati a fettine, conditi
con olio, limone e qualche fogliolina di menta.
Una volta cotti, i carciofi si conservano male e
devono, quindi, essere consumati entro breve tempo.
In frigorifero, con una temperatura di 0-1 °C ed un'umidità relativa del 95%, i
carciofi si possono conservare per 30 giorni.
COMPOSIZIONE E VALORE ENERGETICO DEL CARCIOFO
(100 gr. di prodotto)
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