LA PREGHIERA

-La preghiera è un infallibile mezzo per avvicinarsi a Dio.
-L’importanza della preghiera.
-Impariamo dagli Imam ad essere diligenti nell’adempiere al dovere della preghiera.
-Effetti della preghiera sull’individuo.
 -Effetti della preghiera sulla società.
-La preghiera e l’igiene.
-La preghiera crea esseri umani liberi e forti.
-La Sura della Lode. 
-Gli altri atti della preghiera.
-LE NORME DELLA PREGHIERA.
-Le impurità. 
-Gli agenti purificanti.
 -Il wudú.
-Il tayammum.
-Il  gusl.
-Le preghiere obbligatorie.
-Le preghiere quotidiane.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           

La preghiera è un infallibile mezzo per avvicinarsi a Dio

L’uomo, nei momenti di crisi, nelle difficoltà, nelle disgrazie, ha bisogno di un sicuro sostegno sul quale appoggiarsi e placare il suo tormentato animo. Noi siamo convinti che questo sostegno non può essere altro che il ricordo di Dio: «Sappiate che i cuori si placano solo al ricordo di Dio»

Dio non ha bisogno della nostra preghiera, siamo noi piuttosto che abbiamo bisogno di Dio, siamo noi che non possiamo fare a meno di un mezzo che ci permetta di entrare in comunicazione con Lui. La preghiera conforta i cuori stanchi, illumina e rasserena le anime e collega l’uomo a Dio, aiutandolo cosí ad affrontare i problemi della vita.

La preghiera ci permette di rivolgere il cuore al Creatore. L’uomo traviato e confuso può trovare pace e sicurezza solo ricorrendo a Dio e la preghiera è il miglior modo per rivolgersi a Lui. In effetti, tutti i fondamenti, tutti gli atti particolari della preghiera - da elementi quali l’intenzione, il takbir, la recitazione dell’Aprente e della sura, fino ad atti quali il rukú, il sujud, il tashahhud e il taslim - e l’insieme dei suoi preliminari, avvicinano il cuore a Dio. È cosí che il credente, cinque volte al giorno, si rivolge con tutta la sua esistenza verso Dio. Come la bussola che, tra le onde del mare, guida la nave alla meta, la preghiera guida il credente al fine ultimo e lo protegge dal traviamento.

In una tradizione dell’ottavo Imam, il nobile Alí Ibni Musa, leggiamo: «L’uomo, giorno e notte, deve sforzarsi di ricordare Dio, sia glorificato e magnificato, per non dimenticare il suo Signore, il proprio Creatore, per non disubbidire ai Suoi comandamenti. Ricordare Dio, presentarsi al Suo cospetto, lo protegge dal peccato e da ogni sorta di corruzione»

Il nobile profeta dell’Islam disse: «Quando il credente prega, gode, fino alla fine della preghiera, della benevolenza e della benedizione divina e gli angeli lo circondano fino all’orizzonte; Dio incarica un angelo di disporsi sopra la sua testa e dire: "O tu che preghi, se sapessi chi ti sta guardando e con chi ti stai confidando, non te n’andresti piú e non baderesti piú a nulla [all’infuori di Lui]"». Un’altra tradizione dice: «Se l’orante sapesse in che misura è circondato [durante la preghiera] dalla maestà divina, non vorrebbe mai terminare il sujud»

Il profeta dell’Islam disse a chi gli aveva chiesto spiegazioni sulla preghiera: «La preghiera è una delle vie della Religione, è la via dei Profeti e attira il consenso divino. La preghiera attira l’amicizia degli angeli verso l’orante, lo guida [al bene], ne accresce la fede, accende in lui la luce della sapienza, dona abbondanza al suo pane quotidiano, rende sano il suo corpo e suscita lo scontento di Satana. Essa è un’arma contro i miscredenti, fa esaudire le preghiere e accettare le altre [buone] azioni dell’essere umano. La preghiera è per il credente una riserva per l’Aldilà, intercede al momento della sua morte, gli tiene compagnia nella tomba, è un [comodo] giaciglio per il suo corpo e una risposta alle domande degli angeli che [lo] interrogano nella tomba. La preghiera, nel Giorno del Giudizio, sarà una corona sulla testa del devoto che l’avrà compiuta, luce nel suo viso, un [decoroso] abito per il suo corpo, una barriera tra lui e l’Inferno, una prova di fronte al suo Signore; essa salverà il suo corpo dal fuoco dell’Inferno e gli permetterà di attraversare il Siràt. La preghiera è la chiave del Paradiso, la dote delle huri e il prezzo dell’eterno Paradiso. Con la preghiera, la creatura di Dio può raggiungere altri gradi spirituali: essa è consacrazione, testimonianza d’unicità, glorificazione, magnificazione, santificazione di Dio, ricordo e supplica»

La preghiera è, fondamentalmente, segno di gratitudine verso il Signore Eccelso, che ha creato tutti gli esseri e ha concesso loro infiniti doni. Il quarto Imam, Alí Zainu-l´abidin, disse: «Mio nonno, il Messaggero di Dio, era cosí assiduo nell’adorare Allah e nel pregare, che i piedi gli si gonfiavano per il lungo stare ritto. Gli fu detto: "Ti dai cosí tanta pena, quando Dio ha perdonato il tuo passato e il tuo futuro?!". Rispose: "Non dovrei forse essere un servo riconoscente?"»

Solo Dio è degno d’essere lodato e adorato. L’imam Alí, in una delle sue suppliche, dice: «O Dio, io non ti adoro per paura dell’Inferno o per desiderio del Paradiso: io ti [adoro perché ti] considero degno d’essere lodato e adorato!»

L’importanza della preghiera

La preghiera è uno dei piú importanti doveri islamici e dev’essere eseguita da chiunque abbia raggiunto l’età dell’obbligo e sia capace d’intendere e di volere. Non si è dispensati dal compierla nemmeno nelle tremende battaglie e nelle violente tempeste di mare: in tali circostanze bisogna compiere una breve preghiera secondo particolari norme.

La vitale importanza e gli spirituali effetti della preghiera sono tali che le nobili guide della Religione hanno detto: «La preghiera è il pilastro della religione. Chiunque ometta intenzionalmente di compierla, ha distrutto la propria religione»

Fu chiesto all’imam Sadig: «Qual è il miglior mezzo per avvicinarsi a Dio l’Altissimo». Rispose: «Dopo la conoscenza di Dio, non considero nulla pari alla preghiera»

Gli Imam hanno altresí detto: «Al momento della resa dei conti [nel Giorno del Giudizio], prima d’ogni altra cosa, sarà valutata la preghiera dell’individuo: se sarà accettata, saranno accolte anche le altre sue [rette] azioni; se invece verrà respinta, saranno respinte anche le altre sue [buone] azioni»

Alla presenza dell’imam Baghir alcune persone parlarono di un uomo e dissero: «Commette atti proibiti e trascura i suoi doveri religiosi. Ha persino smesso di pregare!». L’Imam si sollevò e disse: «Subhànallah! Ha smesso di eseguire le preghiere obbligatorie?! In verità, abbandonare la preghiera è [peccato] grave per Dio»

L’imam Sadig, in punto di morte, convocò tutti i suoi parenti e disse: «In verità, noi non intercederemo a favore di chi avrà trascurato la preghiera»

La preghiera è uno dei primi doveri che l’Islam ha portato. Essa è stata prescritta, come [fondamentale] precetto islamico, nei primi giorni della missione; il profeta dell’Islam, Alí e la nobile Khadíjah, che erano allora gli unici Musulmani della terra, pregavano in tre accanto alla sacra Ka´bah.

Quando gli abitanti della città di Ta´if, per convertirsi all’Islam, chiesero al Profeta - oltre al rispetto di un certo numero di condizioni - di dispensarli dal compiere la preghiera, quest’ultimo disse: «Non v’è alcun bene in una religione priva di preghiera»

Il nobile Corano insiste molto sulla preghiera. Dio, in questo sacro libro, ha ordinato di compierla con i verbi "aghimu" [maschile] e "aghimna" [femminile] (che significa "eseguite con assiduità"), per un totale di quattordici volte. In molti altri versetti, il Signore ha poi ricordato l’orante (con termini quali "agàma", "agàmu", "yughimu", "yughimuna" e "mughimina") e lo ha encomiato. In altri versetti il Corano fa sperare i pii nella ricompensa divina e cita l’assiduità nell’eseguire la preghiera come una delle loro qualità. In un altro punto di questo celeste libro leggiamo che coloro che recitano il Libro d’Allah, eseguono assiduamente la preghiera e danno, segretamente e in pubblico, di ciò che Dio ha destinato loro, possono sperare in un commercio che li faccia guadagnare in eterno. Il Corano presenta i credenti, come quelle persone che assolvono assiduamente il dovere della preghiera, pagano la zakah e sono certi dell’Aldilà.

Impariamo dagli Imam ad essere diligenti nell’adempiere al dovere della preghiera

Ma´mun, iniquo califfo abbasside, invitò i capi delle diverse religioni e i grandi dotti dell’epoca per farli disputare con l’ottavo Imam, il nobile Alí Ibni Musa. In realtà sperava in tal modo di rovinare la sua grande autorità scientifica e spirituale. L’Imam li affrontò da solo e, con un linguaggio efficace, con un’inattaccabile logica, li sconfisse tutti; essi accettarono le verità esposte dall’Imam e riconobbero la sua infinita sapienza. In una cosí importante riunione, a un certo punto l’Imam disse a Ma´mun: «È giunto il momento della preghiera». Imràn, uno dei sapienti che stava discutendo con l’Imam, disse: «O mio signore, non lasciare a metà la spiegazione che mi stai dando: il mio cuore s’è aperto ed è pronto ad accettare la verità». L’Imam disse: «Eseguiamo la preghiera e poi torniamo». Quindi s’alzò e lo stesso fecero gli altri.

L’imam Sadig diede, per quattro giorni, dalla mattina a mezzogiorno, lezioni private sulla questione dell’unicità di Dio a Mufaddal Ibni Umar, uno dei suoi allievi. Ogni giorno, appena si faceva l’ora della preghiera, interrompeva la lezione e andava a compiere la preghiera.

L’imam Alí non trascurò di eseguire la preghiera della notte nemmeno nella [notte denominata] Lailatu-l-harir, nella quale il buio della notte e la tremenda battaglia aveva completamente impegnato i guerrieri. E pensare che l’Imam quella notte combatté in modo piú serio e deciso di chiunque altro. In un altro giorno della guerra di Siffin, Abdullah Ibni Abbas vide, durante la battaglia, in mezzo al campo di guerra, l’imam Alí che osservava il sole. Si avvicinò e gli disse: «Cosa fai?». Rispose: «Guardo il sole per vedere se è giunto il tempo della preghiera e, nel caso, eseguirla». Abdullah, sorpreso, disse: «Si può forse pregare in un simile momento?». Alí rispose: «Per quale motivo combattiamo con loro?… Noi combattiamo con loro per la preghiera!»

Il sole d’Ashurà raggiunge lo zenit. Gli eroi di Karbalà stanno combattendo valorosamente, dalle prime ore del mattino e con forze impari, contro l’empio nemico; alcuni di loro sono caduti martiri. I sopravvissuti si battono con tutte le loro forze per l’imam Husain e respingono gli attacchi che vengono sferrati da ogni parte. Abú Thumamah As-saidawiyy, uno dei compagni dell’Imam, si avvicina a Husain e gli dice: «Possa essere sacrificato per te! Il nemico è vicino, ma [sicuramente] tu non sarai ucciso prima del mio martirio. Amo raggiungere Allah dopo aver eseguito assieme a te la preghiera di mezzogiorno…». L’Imam guarda allora il sole e dice: «Hai parlato della preghiera! Possa Iddio farti diventare un vero orante! Certo, è giunto il momento della preghiera. Chiedete al nemico di lasciarci un po’ di pace per pregare». Il nemico però non accetta e l’Imam, assieme ad alcuni dei suoi compagni sopravvissuti alla guerra, esegue la preghiera nello speciale modo prescritto per coloro che combattono in battaglia. Cosí, alcuni compagni dell’Imam si dispongono davanti ai nemici, opponendo i propri corpi ai loro crudeli attacchi, mentre gli altri pregano con l’Imam. Dopodiché si danno il cambio: il gruppo che prima aveva pregato fa la guardia e permette anche agli altri di eseguire la propria preghiera assieme all’imam Husain.

 

Effetti della preghiera sull’individuo

Tutti noi dobbiamo dare una grande importanza a questo fondamentale precetto divino e comprendere che non è una semplice formalità, che è in grado di donare molti vantaggi all’essere umano, sia a livello individuale sia a livello sociale, e che ha un grande potere correttivo. La preghiera coinvolge il corpo, l’anima e il pensiero dell’uomo, inducendoli ad agire in suo favore.

Ognuno di noi deve sforzarsi di compiere la preghiera con attenzione e devozione. Il nobile profeta dell’Islam disse ad Abú Zar: «Una breve preghiera di due rak´ah compiuta con riflessione è meglio di una notte di preghiere compiute con disattenzione». L’imam Sadig dice: «Quando preghi devi umiliarti [dinanzi a Dio] ed eseguire la preghiera con attenzione. In verità, Dio [nel lodare i credenti] dice: "Quelli che durante la propria preghiera sono umili"». L’imam Alí ha detto: «Che nessuno di voi preghi quando è stanco, assonnato e disattento; [sappia infatti che] è alla presenza di Dio. In verità, il servo di Dio trae vantaggio dalla propria preghiera in misura proporzionale all’attenzione e alla devozione che ha durante essa». In un’altra tradizione questo nobile imam dice: «Durante la preghiera bisogna essere umili: se il cuore di un individuo si sottomette a Dio, anche il suo corpo farà altrettanto; esso, in tal modo, non compierà piú atti inutili»

Uno degli evidenti effetti della preghiera è che essa preserva chi la compie dalle turpitudini. Il nobile Corano dichiara espressamente questa verità: «In verità, la preghiera preserva dalla dissolutezza e dal peccato»

La preghiera è un precetto formativo e correttivo: forma lo spirito, innalza il pensiero e allontana dal male e dalle turpitudini. Essa è continuo ricordo di Dio, è un potente mezzo a disposizione del credente per essere in costante relazione con il suo Signore. Se il credente esegue la preghiera con attenzione e umiltà, acquisterà una disposizione interiore al bene e odierà tutto ciò che è male. Al contrario, la persona che non prega non avrà una tale disposizione e non riuscirà facilmente a tenersi lontano dal peccato e a compiere il bene. Oltre a ciò, bisogna sapere che omettere di eseguire la preghiera costituisce un peccato maggiore, distrugge la fede e merita il castigo di Dio nell’Aldilà. Il Corano afferma che nell’Aldilà sarà chiesto ad alcuni peccatori la ragione per la quale si trovano all’Inferno ed essi diranno: «Noi non eravamo di coloro che rispettavano l’obbligo della preghiera». La preghiera rinforza il timor di Dio del credente e lo fa avanzare sulla via del bene e della beatitudine. Al contrario, il peccatore che non la esegue diventa sempre piú empio e avanza sul sentiero del male e della perdizione.

L’effetto inibente della preghiera possiede diversi gradi: piú intensa è la fede, l’attenzione e la devozione dell’orante, piú forte è questo vitale effetto. Costatiamo infatti che il profeta dell’Islam e i puri Imam - che erano assai legati alla preghiera, che davano ad essa una grande importanza e durante la sua esecuzione erano infinitamente umili e devoti - si giovavano integralmente del sopraccitato effetto, divenendo cosí immuni da qualsiasi peccato. Essi oltre alle preghiere obbligatorie, eseguivano diligentemente anche quelle facoltative meritorie. Dio, nel Corano, raccomanda al nobile Profeta di compiere le adorazioni notturne e la preghiera della notte: «Veglia [pregando e recitando il Corano] parte della notte: ciò è per te un dovere aggiuntivo. V’è speranza che tu [in tal modo] raggiunga un lodevole grado [spirituale]». Il profeta dell’Islam disse ad Abu Zar: «Dio ha fatto della preghiera la gioia del mio cuore, l’ha resa per me desiderabile come ha reso desiderabile il cibo per chi ha fame e l’acqua per chi ha sete. In verità, quando l’affamato mangia, diviene sazio e, lo stesso, quando la persona assetata beve, non sente piú sete. Io però non mi sazio mai della preghiera»

Ciascuna delle regole e delle norme della preghiera giocano un fondamentale ruolo nella formazione e nel perfezionamento dell’essere umano e hanno preziosi effetti sull’individuo e sulla società. Ad esempio, chi prega sa che la preghiera eseguita in una casa usurpata o con un vestito ottenuto illecitamente è invalida; persino l’acqua che serve all’abluzione o alla lavanda, il recipiente che contiene tale acqua, o la terra che serve per il tayammum, devono essere puri e ottenuti lecitamente, non usurpati. Perciò, chi prega è costretto a non usurpare i beni altrui e a rispettare i diritti del prossimo. Inoltre, fare attenzione alle ore in cui bisogna eseguire la preghiera e rispettare l’ordine d’esecuzione delle diverse parti della preghiera (la posizione eretta che bisogna assumere prima del rukú, il rukú che precede il sujud, il takbír iniziale, il saluto finale e…) aiuta l’orante ad abituarsi ad essere ordinato e diligente nelle altre faccende della propria vita.

La preghiera, che, sostanzialmente, è manifestazione di sottomissione e gratitudine a Dio, insegna all’orante ad essere riconoscente e umile, e lo tiene lontano da vizi quali superbia, invidia ed egocentrismo. L’imam Alí ha detto: «Dio ha prescritto la fede per eliminare lo shirk [credere nell’esistenza di piú divinità] e la preghiera per allontanare la superbia»

Ricordiamo infine che la preghiera influenza tutte le azioni che l’essere umano compie. A tal proposito, l’imam Alí dice: «Tutte le tue azioni dipendono dalla tua preghiera»

 

Effetti della preghiera sulla società

La preghiera eseguita in congregazione è uno dei grandi riti dell’Islam e ha un notevole effetto sulla società. Le molte raccomandazioni fatte dalla religione islamica riguardo a questa preghiera, sono una chiara prova del fatto che essa è la religione dell’unione e dell’amicizia. Essa vuole dai Musulmani che siano sempre uniti e che si aiutino reciprocamente.

Questo straordinario rito elimina le discriminazioni razziali e sociali: nelle file di questa preghiera tutti i Musulmani (a qualsiasi razza appartengano, qualsiasi sia il loro colore e la loro nazionalità) sono uguali; insieme e in perfetta armonia, pregano e adorano il loro Signore. La preghiera in congregazione è il miglior mezzo che i membri di una società hanno a disposizione per comprendersi a vicenda e venire a conoscenza dei problemi dei propri fratelli di fede.

Un particolare tipo di preghiera in congregazione è l’orazione del venerdí. Essa ha [anche] carattere politico e aumenta l’unione e la forza dei Musulmani contro i loro nemici. I due sermoni prescritti prima dell’esecuzione delle due rak´ah della preghiera del venerdí, istruiscono i credenti sul sapere islamico, ricordano loro il timor di Dio, la fede, l’origine dell’esistenza e l’Aldilà; informano costantemente la gente sulle questioni sociali e politiche e costituiscono un potente ed efficace mezzo nell’interminabile lotta contro la tirannia.

La preghiera e l’igiene

Un giorno il Profeta chiese: «Se in casa vostra ci fosse un corso d’acqua [pura] e, ogni giorno, vi lavaste cinque volte dentro di esso, rimarrebbe forse qualche impurità sul vostro corpo?». Gli fu risposto: «Certo che no!». Disse dunque il Profeta: «La preghiera è come un fiume [d’acqua pura]: quando una persona prega si purifica dal peccato»

Come si può facilmente intuire, quando si dice che la preghiera dona purezza, s’intende principalmente quella spirituale. Tuttavia, considerando i suoi preliminari (l’abluzione, la lavanda, la purezza del corpo e degli abiti), chi intende pregare acquista anche purezza esteriore, salvaguardando la propria salute.

La preghiera crea esseri umani liberi e forti

Chi cinque volte al giorno si rivolge a Dio, voltando le spalle a tutto ciò che è diverso da lui, drizzando il proprio viso alla sacra ka´bah - che è l’origine dell’Islam e la dimora del monoteismo - purificando, con una pura intenzione, l’anima da tutto ciò che è profano, pronunciando, almeno cinque volte al giorno, la sacra formula "Allahu akbar" (Dio è superiore a qualsiasi qualifica), come inizio della propria preghiera, e lodando dieci volte Dio con la Sura della Lode, non è piú possibile che, nel pensiero e nell’anima, dia il minimo peso alle fasulle forze non divine. Una simile persona procederà, senza nulla temere e con assoluta decisione, sulla via che porta al raggiungimento dei sacri obiettivi umani. Farà tutto in nome di Dio e si terrà lontano da ogni forma di shirk e di servilismo.

Certo, la preghiera eseguita con attenzione e umiltà ha un profondo effetto nel formare l’alto spirito umano, nel farlo diventare potente, libero, paziente e tenace.

La Sura della Lode

 

La Sura della Lode, che deve essere recitata in ogni preghiera, riassume in sé i princípi fondamenti della religione islamica e gli insegnamenti principali del Corano:

1)        Dio è l’assoluto padrone, il signore dell’universo, e dirige perfettamente e saggiamente il creato;

2)        tutto ciò che fa è giusto;

3)        la risurrezione e il giudizio universale sono indubitabili verità;

4)        Egli è benevolo nei confronti di tutte le Sue creature, in particolare con l’uomo;

5)        Dio è assolutamente unico;

6)        bisogna seguire costantemente il retto sentiero;

7)        bisogna sempre astenersi dal compiere peccato.

Tutti questi principi e insegnamenti sono brevemente ricordati nella prima pagina del Corano, nella Sura della Lode, che il credente deve recitare in ogni preghiera.

Daremo ora una breve spiegazione dei versetti di questa sura.

v      “Bismillahi-r-rahmani-r-rahim” Bisogna iniziare tutto ciò che si ha intenzione di fare “in nome di Dio, il Misericordioso, il Benevolo”. Secondo quanto afferma il versetto “Consacra il nome del tuo Signore, il Sommo”, non bisogna associare alcun nome al nome di Dio: fare ciò per chiedere aiuto ad altri, è shirk.

v      “Al-hamdu lillahi Rabbi-l´alamin” Tutte le lodi appartengono a Dio, che ha creato le creature e le ha messe sul sentiero che porta alla perfezione. Tutti i mondi si sviluppano per opera Sua. Egli non fa che bene e ogni bene trae origine da Lui e a Lui ritorna.

v      “Ar-rahman Ar-rahim” Tutti godono della Sua misericordia e benevolenza e la Sua speciale benevolenza spetta agli esseri umani, in particolare ai probi.

v      “Maliki Yawmiddin” Dio è il padrone del Giorno del Giudizio ed è l’assoluto dominatore. L’uomo con la morte non si annienta: egli dovrà rispondere delle proprie azioni dinanzi alla giustizia divina, in un Giorno in cui l’unico a giudicare sarà Dio. Il Musulmano, che crede a questo principio e che ricorda a ogni preghiera, teme le conseguenze della punizione che Dio ha stabilito per i peccatori e gli iniqui e si tiene lontano dal male, evita di trasgredire.

v      “Iyyàka na´budu wa iyyaka nasta´in” Te solo adoriamo e a Te solo, che sei l’Onnipotente, chiediamo aiuto. Noi adoriamo solo Dio e chiediamo aiuto solamente a Lui, poiché sappiamo che nessuna forza è superiore alla Sua, nulla è in grado di vincerla. Ogni forza che si oppone a Dio è condannata a perire; al contrario, ogni forza che sia sul Suo sentiero trae origine da Lui, finisce in Lui, è da Lui sostenuta, è una manifestazione della Sua onnipotenza.

v      “Ihdina-s-sirata-l-mustaghim” Guidaci sul retto sentiero. Il credente che in ogni preghiera chiede a Dio di guidarlo sulla retta via, non devierà da essa. Il maggiore bisogno dell’essere umano è quello di essere guidato sulla retta via; è per questo motivo che gli è stato prescritto di chiedere ogni giorno a Dio di soddisfare questa sua vitale necessità. Per evitare poi che ognuno interpreti questo sentiero a suo modo, nei rimanenti versetti di questa sura, il Signore lo descrive.

v      “Sirata-l-lazina an´amta ´alaihim” Il sentiero di coloro ai quali hai concesso la grazia, che, in base ad alcuni versetti (v. 58 della Sura di Maria e v. 69 della Sura delle Donne), sono i Profeti e i probi. Questo è il sentiero che chiediamo ad Allah.

v      “Gairi-l-magdubi ´alaihim wa la-d-dàllin” Non quello di coloro contro i quali ti sei adirato, e nemmeno quello dei traviati

 

Gli altri atti della preghiera

L’orante, dopo aver recitato la Sura della Lode, deve recitare un’altra sura del Corano: il Libro di Dio non deve essere trascurato dai Musulmani, essi non devono allontanarsi da questo celeste messaggio. Dopodiché deve inchinarsi dinanzi alla maestà del Creatore e dire: «Il mio Signore, l’Immenso, è immune da qualsiasi colpa e difetto, e io lo lodo». Dopo per umiliarsi maggiormente dinanzi a Dio deve prosternarsi e dire: «Il mio Signore, il Sommo, è immune da qualsiasi colpa e difetto, e io lo lodo». L’orante appoggia la fronte a terra per adorare il suo Creatore, dedica questo particolare atto esclusivamente a Lui, e poiché si sente dominato dalla maestà divina, lo consacra e lo loda. Con l’inchino e la prosternazione, proclamiamo l’immunità di Dio da qualsiasi colpa e difetto.

***

Alla luce di quanto abbiamo detto riguardo alla preghiera, ci chiediamo se questo sacro atto d’adorazione può forse intorpidire e mantenere nell’arretratezza l’uomo. In verità, contrariamente a quanto sostengono i nemici della Religione, lodare l’infinito potere divino, umiliarsi dinanzi alla Sua maestà, dona all’uomo devoto una tale forza da non fargli temere piú nulla all’infuori del proprio Signore, da indurlo a seguire, con assoluto vigore e indefessa volontà, la retta via. Questo straordinario atto di culto risveglia l’animo umano, illumina la sua via, preserva il suo timor di Dio, lo tiene lontano dal male e lo aiuta ad acquisire le virtú: «In verità, la preghiera preserva dalla dissolutezza e dal peccato»[1].

Nella speranza che tutti i Musulmani mantengano sempre vivo questo costante rapporto con Dio, e, con un continuo e diligente sforzo, aumentino la propria devozione durante l’esecuzione della preghiera, con le parole del nobile profeta Abramo, chiediamo a Dio di donarci successo nell’esecuzione di questo piacevole atto di adorazione: «O Signore, fammi sempre attento e assiduo alla preghiera, e cosí anche la mia progenie. O Signore, accetta la mia preghiera!»[2]

LE NORME DELLA PREGHIERA

Dio ha dettato una serie di norme che, se rispettate, assicurano la beatitudine in questo mondo e nell’Aldilà.

Le norme della legislazione islamica sono moltissime. Le piú importanti di esse riguardano i cosiddetti rami della religione: la preghiera, il digiuno, la zakàh, la khums, il pellegrinaggio, la jihàd, l’ordinare il bene e il vietare il male.

Daremo ora una breve spiegazione riguardo ad alcune norme della legge islamica che aiutano ad eseguire correttamente la preghiera.

 

Le impurità

L’Islam considera impure le seguenti cose:

1-2)       le feci e l’urina dell’essere umano e degli animali il cui sangue sgorga, allorché viene loro tagliata una vena, e le cui carni, secondo la legislazione islamica, sono proibite;

3-4-5)   lo sperma, il cadavere e il sangue degli animali il cui sangue sgorga allorché viene loro tagliata una vena;

6-7)       il cane e il maiale;

8)          il miscredente[3];

9)          il vino e tutto ciò[4] che fa ubriacare l’essere umano;

10)        la birra;

11)        il sudore del cammello mangiatore d’impurità.

 

Gli agenti purificanti

Alcune cose possono essere usate per purificare gli oggetti che hanno acquisito impurità. Citiamo di seguito alcuni di tali agenti:

1)       l’acqua;

2)       il terreno (se è puro, secco e se l’impurità si dilegua camminando) purifica la pianta del piede, la suola delle scarpe, la punta del bastone da passeggio e la parte dei copertoni (delle automobili, delle motociclette…) che è a contatto con il suolo durante il movimento;

3)       il sole (a condizione che l’impurità si dilegui e l’umidità che questa ha rilasciato si asciughi puramente mediante i suoi raggi) purifica il suolo, l’esterno degli edifici, i muri, le porte, le finestre, gli alberi e simili;

4)       trasformazione completa di una sostanza impura in una pura[5].



[1] Corano XXIX: 45.

[2] Corano XIV: 40.

[3] A tal proposito è bene però sapere che l’ayatollah Khamenei considera cristiani ed ebrei e, in generale, la “Gente del Libro” puri per natura.

[4] A condizione però che sia, di per sé, allo stato liquido.

[5] Ad esempio, se un cane morto in un terreno salino si trasforma completamente in sale, tale sale sarà puro.

 

Il wudú (abluzione rituale)

Chi intende eseguire la preghiera, deve prima eseguire un’abluzione rituale chiamata “wudú”. Tale abluzione è composta dalle seguenti sette fasi:

1)       formulare l’intenzione di compiere il wudú al solo scopo di obbedire al comandamento divino;

2)       facendo colare l’acqua dalla palma della mano, versarla dalla base del cuoio capelluto[1] e, passando la mano rigorosamente dall’alto verso il basso, lavare il volto dalla base del cuoio capelluto fino alla punta del mento (compresa), per una larghezza pari alla distanza esistente tra la punta del dito medio e quella del pollice, quando la mano è completamente aperta;

3)       lavare l’avambraccio destro dal gomito (compreso) sino alla punta delle dita (comprese), versando l’acqua da un poco piú sopra dell’attaccatura del gomito e passando la mano rigorosamente dall’alto verso il basso;

4)       lavare quindi nello stesso modo l’avambraccio sinistro;

5)       umidificare il capo con l’acqua rimasta sulla mano dopo i lavacri del volto e degli avambracci, passando la palma della mano destra, dall’alto verso il basso, sul capo;

6)       umidificare con la palma della mano destra (e coll’umidità rimasta dai lavacri e dall’umidificazione precedenti) il piede destro, partendo dalla punta delle dita (comprese) sino al malleolo;

7)       umidificare con la palma della mano sinistra (e coll’umidità rimasta dai lavacri e dalle umidificazioni precedenti) il piede sinistro, partendo dalla punta delle dita (comprese) sino al malleolo (compreso).

 

Il gusl

Il gusl è una lavanda rituale che si esegue in seguito a copulazione, emissione di sperma, mestruazione, perdita extraciclica, perdite dovute al parto, contatto con un cadavere umano e decesso di un Musulmano[2].

Il gusl è composto dalle seguenti fasi:

1)       formulare l’intenzione di eseguire il gusl al solo scopo d’obbedire al comandamento divino, precisando inoltre il tipo di gusl che si vuole fare;

2)       lavare l’intera testa e l’intero collo;

3)       lavare l’intera parte destra del corpo;

4)       lavare l’intera parte sinistra del corpo.

In seguito a copulazione o emissione di sperma, fino a quando non si è fatto il gusl, è proibito:

1)       posare qualsiasi parte del corpo sulle scritte del Corano, sul nome “Allah”, “Muhammad” e sul nome degli infallibili Imam;

2)       sostare in una qualunque moschea o in uno qualsiasi dei santuari degli infallibili Imam;

3)       depositare un qualsiasi oggetto in una moschea;

4)       recitare anche una sola lettera, di una qualsiasi delle quattro sure del Corano che contengono quei versetti la cui recitazione rende obbligatoria la prosternazione[3];

5)       entrare nella moschea che contiene la sacra Ka´bah[4] e nella sacra moschea che contiene la tomba del santo profeta Muhammad[5];

Per finire ricordiamo che in seguito a copulazione, emissione di sperma, mestruazione e perdite dovute al parto, per eseguire la preghiera e il digiuno, è necessario eseguire il gusl.

 

Il tayammum

Il tayammum, in mancanza d’acqua oppure ove questa sia dannosa al corpo, sostituisce il wudú (il gusl).

Il tayammum consta delle seguenti fasi:

1)       formulare l’intenzione di fare il tayammum al solo scopo di obbedire al comandamento divino;

2)       sbattere contemporaneamente e una sola volta la palma di entrambi le mani su della terra[6];

3)       passare la palma di entrambi le mani (unite) su tutta la superficie della fronte e sulle due parti laterali della base del cuoio capelluto, e farle scendere sino alle sopracciglia (comprese);[7]

4)       passare la palma della mano sinistra su tutto il dorso della mano destra, dal polso alla punta delle dita;

5)       passare la palma della mano destra su tutto il dorso della mano sinistra, dal polso alla punta delle dita.



[1] Da dove, di solito, iniziano a spuntare i capelli.

[2] Da effettuare sulla salma del Musulmano deceduto.

[3] Sure XXXII, XLI, LIII, e XCVI.

[4] Che si trova alla Mecca e si chiama Masjidu-l-haram.

[5] Che si trova a Medina e si chiama Masjidunnabiyy.

[6] Il tayammum, oltre che sulla terra, può essere fatto anche sulla sabbia e sulla pietra.

[7] Se si fa il tayammum in sostituzione al gusl, dopo aver passato la palma delle mani sulla fronte (fase 3), bisogna sbatterle un’altra volta sulla terra e dopodiché passare alle sopraccitate fasi 4 e 5.

 

Le preghiere obbligatorie

Nell’Islam esistono diverse preghiere, ma solo le seguenti sono obbligatorie:

1)       la preghiera quotidiana;

2)       la preghiera dei segni;

3)       la preghiera del defunto;

4)       la preghiera di circumambulazione obbligatoria della sacra Ka´bah;

5)       le preghiere obbligatorie non compiute da un Musulmano che era tenuto a recuperarle, le quali, dopo la sua morte, devono essere obbligatoriamente compiute dal suo figlio (maschio) maggiore;

6)       le preghiere che ci si è impegnati a compiere in seguito a un voto, a un giuramento oppure a un patto stretto con Dio;

7)       le preghiere che un Musulmano defunto non ha compiuto e il cui compimento è obbligatorio a chi ha preso un compenso per eseguirle al suo posto.

 

Le preghiere quotidiane

Il Musulmano, giornalmente, ha l’obbligo di pregare cinque volte: al mattino, a mezzogiorno, al pomeriggio, al tramonto e alla sera.

Tali preghiere devono essere eseguite, nell’ordine indicato, entro ben determinate fasce di tempo.

1)       Preghiera del mattino: dallo spuntare della seconda alba[1] fino allo spuntare del sole.

2)       Preghiera di mezzogiorno: dall’istante in cui il sole inizia a calare dallo zenit fino ad alcuni minuti (sufficienti al compimento della successiva preghiera del pomeriggio) prima dell’istante in cui scompare completamente quel rossore che si manifesta a oriente dopo il tramonto del sole (per semplicità, quest’istante verrà d’ora in poi chiamato “magríb”).

3)       Preghiera del pomeriggio: da dopo il compimento della preghiera di mezzogiorno fino al magrib.

4)       Preghiera del tramonto: dal magrib fino ad alcuni minuti (sufficienti al compimento della successiva preghiera della sera) prima della mezzanotte astronomica[2].

5)       Preghiera della sera: da dopo il compimento della preghiera del tramonto fino alla mezzanotte astronomica.



[1] Poco prima dell’inizio della fascia di tempo nella quale è possibile effettuare la preghiera del mattino, compare ad oriente un bagliore di luce che si leva verticalmente verso l’alto; tale bagliore viene chiamato “prima alba”. Dopodiché questo bagliore si spande sull’orizzonte e forma una fascia orizzontale di luce, che viene denominata “seconda alba”.

[2] Che consiste nell’ora che si ottiene dalla media del tempo che va dall’inizio del tramonto sino all’istante in cui spunta la seconda alba. Ad esempio, se in un dato giorno il sole inizia a tramontare alle ore 21:00 e la seconda alba spunta alle 04:20, la mezzanotte astronomica di quel giorno è esattamente alle ore 00:40.

 

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