lunedì 03 giugno 2013 13:45

 

Riforme, pressing di Napolitano
Grillo: "Non può mettere scadenze"


Vertice al Colle sulle riforme. Mentre continua il dibattito sul semipresidenzialismo, argomento che divide il Pd e così la maggioranza, questa mattina il Capo dello Stato ha ricevuto al Quirinale il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, e quello per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. Un incontro che è servito a fare il punto sul percorso da seguire per l’avvio del cosiddetto comitato dei 40. Poco dopo Napolitano ha ricevuto anche il vicepremier Angelino Alfano. Ma sulle parole pronunciate ieri dal presidente della Repubblica, sui 18 mesi che sarebbero un tempo congruo per fare le riforme, oggi arriva l’attacco di Beppe Grillo che sul blog scrive: “Napolitano ha detto che ‘il governo Letta è un’esperienza a termine’, durerà 18 mesi, quando lui sarà alla soglia dei 90 anni. Mi domando, con quale autorità il presidente della Repubblica definisce la durata di un Governo? E perché 18 mesi?”.

Il dibattito intanto si infiamma sul semipresidenzialismo. Dopo l’apertura di Letta, infatti, molti del Pd hanno frenato a fronte invece dell’entusiasmo registrato tra gli esponenti del Pdl. Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, mette in evidenza che ci sono altri problemi da risolvere come ad esempio il “bicameralismo che spesso rallenta l’iter delle leggi” o la legge elettorale che “non è più in grado di assicurare maggioranze stabili”. Quindi, osserva, nessun “tabù” sul semipresidenzialismo ma, mette i puntini sulle i: “prima bisogna discutere del fatto che un sistema di questo genere deve essere accompagnato da norme rigorosissime su incompatibilita’ e conflitto d’interessi”. Mentre secondo Maurizio Gasparri (Pdl), le “aperture vanno colte in maniera positiva” e spinge per l’elezione diretta a suffragio universale del Capo dello Stato dotato di poteri reali: “ la vera svolta democratica del Paese - sostiene - in Italia gia’ e’ in atto un presidenzialismo di fatto.

E’ tempo che ci sia un presidenzialismo di diritto”. Antonio Di Pietro invece invita a “metter giù le mani dalla Costituzione” e boccia l’idea del presidenzialismo come una “proposta oscena”. Per Nichi Vendola la “destra vuole seppellire la Costituzione”. Il capogruppo 5 stelle al Senato, Vito Crimi, ironizza: “Ogni mattina un italiano disoccupato, un esodato, un invalido al quale hanno tagliato i fondi, una mamma che porta i bambini in una scuola senza il riscaldamento, un precario, uno studente universitario e tanti altri italiani si svegliano con una cosa in comune, con un chiodo fisso in testa, con quel problema che gli rende difficile dormire la notte, quel pensiero che lo accompagnera’ per tutta la giornata e fino alla fine del mese: bicameralismo perfetto o una sola Camera? E poi presidenzialismo o semipresidenzialismo”.

GRILLO CONTRO IL PRESIDENZIALISMO - Beppe Grillo torna all’attacco. Nel mirino il leader dei 5 stelle - oltre al presidente Napolitano -  anche i partiti “senza vergogna”, il governo con il premier che “fa solo il palo e prende ordini”, Berlusconi che con il presidenzialismo “vuol farsi eleggere presidente-duce d’Italia”, fino al capo dello Stato, “con quale autorità il presidente della Repubblica definisce la durata di un Governo?”, chiede sul suo blog. “Il comune senso del pudore - è la premessa di Grillo - è merce rara, rarissima, quasi scomparsa. Spudorato significa senza vergogna. I partiti che hanno preso in ostaggio una Nazione per non dover rendere noti fatti inconfessabili non conoscono vergogna. Il governo nasce dall’emergenza dei processi di Berlusconi, dell’inchiesta del Monte dei Paschi di Siena, della trattativa Stato-Mafia e sotto la pressione della finanza internazionale. Letta, capitan Findus, fa solo il palo e prende ordini”. “Il presidenzialismo - sostiene il fondatore del M5S - è un’idea di Berlusconi, vuol farsi eleggere presidente-duce d’Italia con l’aiuto delle televisioni che il pdmenoelle gli ha graziosamente lasciato da vent’anni ignorando ogni conflitto di interessi. Mediaset trasmette grazie a generose concessioni governative sulle frequenze nazionali”.

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