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I politici decaduti sono stati i Sindaci  di Cercemaggiore, Gildone e  Jelsi.
«è proprio vero che martin ha perso la ca(p)pa »       

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Martedì  14 giugno 2011


JELSI
(Cb). Si sono stabilite tra maggio e giugno del c.a. le manifestazioni elettorali, quelle provinciali e i referendum, quest’ultimi con il 57.1 di percentuale hanno raggiunto i quorum previsti.
I  responsabili politici delle provinciali, continuano a fare analisi e dare risultati in quantità inferiore in merito alle posizioni assunte delle liste in percentuali.
La sorpresa eclatante, degna di nota, è  il collegio numero otto cioè quello di Cercemaggiore, dove erano accorpate i comuni di Mirabello Sannitico, Ferrazzano, Gildone e Jelsi. 
Tra i sindaci in carica quello che ha raggiunto l’obbiettivo  è stato il fiorente comune di Mirabello Sannitico nella persona del sindaco Di Biase, primo cittadino eletto a consigliere provinciale, associamo che possa occupare un ruolo di prestigio come assessore nella giunta del neo presidente De Matteis, mentre i politici decaduti sono stati i Sindaci di Cercemaggiore, Gildone e Jelsi.
Quest’ultimo, pur di riuscire a raggiungere l’orgoglio, ha smosso e messo in campo una macchina “fuori squadra” composto da soggetti “addottorati locali” e “regionali” affinché la sua immagine riusciva ad  ottenere la nomina di consigliere provinciale. 
Questo apparato, “costoso? a gratis!” di risorse umane, non ha dato esito sperato; tanto che è stato  mandato via con un botto fino ad far godere persino il popolo del forum. Qualche maldicente, per contenere la forte delusione,  asseriva che la non elezione a consigliere provinciale del sindaco di Jelsi era dovuta  alla mancanza di solo  nove voti. Gli elettori di questa comunità pare che non abbiano bevuto questa analisi; tra l’altro dicevano con enfasi: “è proprio vero che martin ha perso la ca(p)pa”.
La realtà è diversa, la posta  in  gioco era  ed è alta. Qualora il centro sinistra avesse raggiunto l’obbiettivo cioè: “la vittoria!” il sindaco di Jelsi,
avrebbe avuto un posto di assessore in giunta, visto la buona amicizia con l’amministratore della città di Riccia per di più candidata a presidente della provincia,  si che poteva esportare “un suo modello feudale” e pavoneggiare a palazzo Magno. 
La sorte ha preteso che l’elettorato jelsese,  sia stato al riparo dalla catastrofe. La CoPatrona del paese ancora una volta ha salvato questa popolazione da un terremoto politico.

Giovanni Testa
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