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Il progetto 2H Hyper House è nato grazie allo stimolo del prof. Beppe Finessi docente di Arredamento di Interni II della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Il tema da lui poposto durante l'anno accademico 2001-2002 era quello di "realizzare un proprio interno", io ho preso alla lettera queste indicazioni ed ho pensato di costruire la mia casa in un luogo in cui lo spazio fosse gratis e le normative poco rigide, ovvero nella quarta dimensione.

La Hyper House, infatti, è un ipercubo, ovverosia il solido più semplice possibile (e che meglio si adatta all'essere abitato) costruibile nella quarta dimensione. (Per ulteriori informazioni sulla quarta dimensione e l'ipercubo vai al punto successivo!)

E' uno spazio dove tutti gli ambienti meno l'opposto sono confinanti gli uni con gli altri e dove la necessità di stabilire dei percorsi all'interno di un ambiente viene meno in quanto è esso stesso percorso. E' un interno che non ha bisogno di dimensionamenti precisi ne di misure ergonomiche, perchè quando la visitiamo in realtà noi non siamo nient'altro che un punto adimensionale da cui parte il cono prospettico della nostra vista. Gli oggetti che sono al suo interno, infatti, servono solo a suggerire le funzioni che si possono svolgere negli stessi, funzioni però che interagiscono veramente sulla nostra persona fisica. La 2H è poi una casa che è ovunque, che non ha radici fisse nel terreno, in ogni luogo ci sia un computer e una linea telefonica lì è la mia casa.

La 2H Hyper House è un ipercubo e come tale composta da 8 cubi di diversi colori (come vedete anche nel piccolo logo in alto a sinistra della pagina che non è nient'altro se non la Hyper House svolta nelle tre dimesioni), in ognuno di questi c'è un ambiente con precise funzioni che ricalcano quelle di una normale abitazione, secondo il seguente schema:

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