L'inesauribile
fonte di energia gravitazionale che permea tutto il pianeta è già
sfruttata
da
innumerevoli tecnologie come quelle impiegate dalle centrali idroelettriche,
dai
meccanismi che utilizzano le maree, dai mulini ad acqua, dalle turbine
sommerse ed altre ancora.
La
tecnologia adottata dalla presente invenzione utilizza un innovativo sistema
meccanico a gravità e magneti permanenti
In
questa invenzione viene utilizzata l'energia gravitazionale
per indurre il funzionamento della macchina tramite delle potenti repulsioni
magnetiche
Nella
sequenza di trasformazioni dell'energia gravitazionale in energia elastica
di repulsione dei magneti , vi è un'interruzione della sequenza
che
permette di eludere il 1° principio della termodinamica. In particolare
vi e' un apporto di energia elastica da repulsione dei magneti
non
dipendente dall'energia gravitazionale utilizzata
La
presente invenzione, interpretando il fenomeno magnetico da tutti conosciuto
come SFORZO DI TAGLIO,
illustra
come i magneti permanenti generano energia e lavoro
Presentazione
e breve storia del
Motore
Magnetico Gravitazionale
per
la produzione di energia meccanica
il
BREVETTO di invenzione
è
stato registrato alla Camera di Commercio di Roma
domanda n. RM A000081 del 22/02/2011 pubblicata
il 24/05/2011
La
domanda è stata purtroppo respinta in data 30/01/2012 per carenza
del requisito di applicazione industriale
art.
49 DLGS 30/2005
-
con i chiarimenti forniti all'ufficio brevetti prima del rifiuto del brevetto
il sottoscritto ha inteso dare una spiegazione
di
un fenomeno magnetico (sfruttato dal congegno oggetto dell'invenzione
) che permette di
eludere
il 1° principio della termodinamica
Detto
fenomeno magnetico, noto come sforzo
trasversale, o tangenziale, o di taglio,
evidenzia
che il distacco di
2
magneti attaccati per poli diversi, e con i loro assi polari giacenti sulla
stessa retta,
avviene
più facilmente per allontanamento
per
via
trasversale che non per allontanamento per
via
assiale.
(vedi
esempio tav. 1 bis qui di seguito)
CHIARIMENTI
ALL'UFFICIO BREVETTI GRUPPO PAGINE 1 GRUPPO
PAGINE 1.pdf
CHIARIMENTI
ALL'UFFICIO BREVETTI GRUPPO PAGINE 2 GRUPPO
PAGINE 2.pdf
CHIARIMENTI
ALL'UFFICIO BREVETTI GRUPPO PAGINE 3 GRUPPO
PAGINE 3.pdf
Illustrazione dello sforzo di taglio:
come si spiega che un peso di 10 kg non riesce a staccare i magneti
tirandoli per via frontale mentre
un peso di 5 kg lo fa agevolmente per via laterale
Illustration of the shear stress:
how do you explain that a weight of 10 kg can not detach the magnets
by pulling the front and a 5 kg
weight makes it easy for the side street?
Tutti sanno che per staccare due magneti e' piu ' facile slittarli tangenzialmente
(come due monete una sull'altra che vengono scostate lateralmente) che
non
per allontanamento assiale dove le due facce magnetiche che si
attraggono vengono allontanate frontalmente con notevole sforzo
Everyone knows that to pull two magnets and 'more' to make them easy
to slip tangentially (like two coins that are offset from each other laterally)
that
axially away to where the two faces are the magnetic attract away the front
with considerable effort
d.chianese@tin.it
statutpc@libero.it
Per
comprendere il funzionamento della presente invenzione
occorre
analizzare il comportamento dei magneti.
Studio
dei dati numerici delle forze REPULSIVE secondo la teoria della magnetostatica
(studio
eseguito da un esperto docente universitario con software scientifico
dedicato)
Lo studio accurato
delle azioni meccaniche derivanti dalla repulsione frontale tra coppie
di magneti simili mostra che
la forza
repulsiva ha una componente assiale (detta anche frontale)
e una trasversale (detta anche laterale) , dove quest'ultima dipende
dal disallineamento
laterale tra i centri dei magneti contrapposti .
Nell'accostamento
per traslazione trasversale , la forza repulsiva
trasversale
raggiunge un
valore massimo che è meno della metà della forza repulsiva
assiale riscontrabile ad accostamento avvenuto,
e si manifesta
quando il disallineamento tra i due magneti
è pari
al raggio della geometria dei due magneti .
(Essendo
che è la sola forza repulsiva trasversale ad opporsi
all'accostamento trasversale ,
nella
presente invenzione il peso della masse da apporre sui bracci per
accostare i magneti è pertanto dimensionato per sviluppare almeno
tale forza)
La forza peso
che deve essere applicata per vincere la resistenza all'accostamento trasversale
tra due magneti ,
per portarli
ad una perfetta contrapposizione frontale (detta anche assiale) ad
esempio a 10 mm, e inferiore alla forza di repulsione assiale esistente
poi tra i due magneti
una volta accostati
e perfettamente centrati e contrapposti a tale distanza di 10 mm.
A distanze
ravvicinate (non superiori al loro diametro), la forza di repulsione assiale
esistente tra due magneti uguali perfettamente accostati
contrapposti
e con i centri allineati è sempre superiore a
quella trasversale che si riscontrerebbe , in qualsiasi momento della traslazione,
in un eventuale
accostamento
per via trasversale che li portasse nella medesima posizione.
Esempio
pratico di magneti uguali le cui facce devono essere contrapposte
alla
distanza FRONTALE di 10 mm CON ACCOSTAMENTO LATERALE
(dati
numerici emersi dallo studio delle forze repulsive condotto con software
scientifico dedicato)
Nel caso dell'accostamento
trasversale tra le facce delle stesso polo di due magneti a forma di disco
del diametro di 45 mm spessore 30 mm
peso 360 grammi
magnetizzazione N45 1,3 Tesla, la massima intensità della
forza di repulsione laterale che si riscontra durante la traslazione laterale
è di
151 newton (16 kg ) mentre, una volta accostati , la forza di repulsione
assiale riscontrabile è di 325 newton (33 kg).
lo studio dei dati numerici termina qui
^^^
Interpretazione dello sforzo di taglio dal parte del sottoscritto inventore
Lo
sforzo di taglio è noto a tutti come il fenomeno magnetico
che evidenzia :
-
il distacco di due magneti attaccati per poli diversi avviene con minor
sforzo se lo si effettua per via trasversale che non per via assiale
-
lo stesso avviene che se si tenta di accostare dei magneti per facce presentanti
lo stesso polo, è più facile per via laterale che per
via assiale (frontale)
SCHEMA DELLE LINEE DI
FORZA DEL CAMPO MAGNETICO NELL'ACCOSTAMENTO LATERALE
analisi delle forze repulsive
laterali e frontali
(rappresentazione schematica delle linee di forza che escono
dal polo Nord e curvandosi rientrano dal polo Sud)
ULTERIORE
GRAFICA DELLA FORZA REPULSIVA NELL'ACCOSTAMENTO LATERALE
forze
repulsive laterali e frontali
Conversione
dell'energia gravitazionale del magnete mobile M che scende di quota
gravato da un peso e si accosta ad M1 (fase 1 e 2)
in energia elastica di
repulsione tra M ed M1 una volta accostati (fase 3)
Ad avviso del sottoscritto inventore,
non vi è rapporto assoluto , o interdipendenza netta,
tra la forza peso che deve vincere le linee di forza laterali e la
forza repulsiva che verrà espressa poi dalle linee di forza frontali
a contrapposizione avvenuta. L'interpretazione del fenomeno
dello sforzo di taglio alla luce
della teoria magnetostica spiega bene quanto avviene e il vantaggio energetico
che procura al congegno
In particolare il sistema brevettato
gode di un surplus di energia che non dipende in modo assoluto della energia
gravitazionale
persa dalle masse che spostandosi
forzano l'accostamento dei magneti. Tale energia gravitazionale persa dalle
masse serve solo per vincere
la resistenza laterale, o flusso
magnetico laterale dei magneti , e pertanto si scarica solo su tale flusso
laterale. Essa
non viene trasmessa al flusso assiale
che è perpendicolare
alla direzione di accostamento
e pertanto le masse che si spostano non devono vincere la resistenza del
flusso assiale.
Il surplus di energia derivante
al sistema dipende fortemente dalla consistenza del flusso assiale dei
magneti
(La repulsione frontale è tanto più forte e persistente anche a notevole distanza, quanto più è allungato il campo magnetico presentato da ognuno dei magneti)
I magneti cilindrici o a forma di parallelepipedo magnetizzati
secondo il lato più lungo (non troppo lungo) presentano
un campo magnetico esterno molto concentrato e allungato in direzione dell'asse
polare e sono pertanto da preferire ai magneti a forma di disco o parallelepipedo
largo e piatto magnetizzati con asse polare che attraversa
il lato più corto
(Apparente violazione,
ma di fatto elusione, del principio di conservazione dell'energia
(1° principio della termodinamica)
L'energia
spesa per l'accosto trasversale M a M1 è inferiore all'energia
ricavabile poi dalla repulsione e allontanamento per via frontale
tra M ed M1
(l'energia gravitazionale
spesa per l'accostamento non è praticamente in rapporto diretto
con l'energia elastica di repulsione dei magneti quando essi
POI si allontanano
per repulsione (come nella presente invenzione) in quanto quest'ultima
dipende solo dalla estensione frontale del campo magnetico e
dalla concentrazione
delle linee di forza frontali )
Elusione
(e non violazione ) del 1° principio della termodinamica detto anche
principio
di
conservazione dell'energia
L'utilizzo
dell'accostamento
trasversale tra magneti, che nella presente invenzione avviene tramite
l'azione della forza peso delle MASSE che
si
spostano secondo la direzione della forza di gravità,
procura un vantaggio energetico in quanto l'energia poi disponibile
proveniente
da una successiva repulsione frontale tra i magneti appena accostati
e
perfettamente contrapposti e centrati , è maggiore
di quella spesa dalle MASSE per averli accostati lateralmente
Infatti
la modalita' di accostamento laterale appena descritta evidenzia
non vi e' relazione diretta
tra
l'energia gravitazionale spesa dalle masse per vincere la repulsione prodotta
dalla linee di forza
laterali
dei magneti e l'energia disponibile poi da una repulsione tra i magneti
appena accostati, in quanto
detta
repulsione FINALE è frutto poi anche dell'azione delle
linee di forza centrali non intervenute nella repulsione laterale.
(vedi
anche i fine di inizio pagina CHIARIMENTI ALL'UFFICIO BREVETTI dove
sono allegate
delle
foto di reali linee di forza di magneti simulanti un accostamento
laterale)
Nel
disegno che segue vi è un esempio delle
linee di forza dei magneti durante un'accostamento
trasversale o di taglio:
notare
come la loro disposizione intorno ai magneti individui
la
direzione del campo di forza in ogni punto dell'area che circonda
ognuno dei magneti (secondo
la magnetostatica le linee sono tangenti
alla
direzione della forza ). E' facile notare
che durante l'accostamento laterale non partecipano tutte le linee ma solo
quelle rivolte le une verso
le
altre: il magnete fisso rivolge solo una parte delle sue linee verso
il magnete in avvicinamento,
che
anch'esso presenta rivolte verso il magnete fisso solo alcune linee).
Le
linee di forza centrali di entrambi i magneti (ovvero le linee parallele
agli
assi
polari) non partecipano mai alla repulsione laterale ma solo a quella assiale.
Il loro apporto alla repulsione
frontale
(una volta che i magneti sono stati accostati) e' gratuito.
(Il
fenomeno e' simile a quello dello spostamento di un corpo sulla superfice
terrestre: se si tenta di spostare un oggetto appoggiato a terra,
è
solo
l'attrito ad opporsi allo spostamento e non il peso dell'oggetto
in quanto la gravita' non si oppone agli spostamenti perpendicolari alla
sua direzione
Un
magnete che si sposta per gravita' in direzione di un altro magnete , come
nella tavola che segue, vede opporsi solo le
linee
di forza dell'altro magnete rivolte verso di esso e non quelle
centrali dell'altro magnete che sono rivolte perpendicolarmente
alla
direzione di arrivo del magnete che si sposta e che pertanto non lo respingono
verso l'alto)
Direzione
dei flussi magnetici assiali e dei flussi magnetici laterali - Direzione
del flusso gravitazionale G
La
resistenza che il magnete fisso M oppone alla discesa del magnete mobile
M1
gravato dal peso è data solo dal suo flusso laterale F1 che
si oppone al flusso laterale F2 di M1 respingendo
verso
l'alto il magnete mobile M1
I
flussi centrali C di entrambi i magneti si dirigono solo in direzione perpendicolare
alla gravita' G e pertanto non respingendo verso l'alto
il
magnete in discesa non sottraggono energia gravitazionale al peso
che spinge giu' M1
Il
loro apporto energetico alla repulsione M /M1 quando essi sono contrapposti
è gratuito in quanto la gravità non ha
dovuto
compiere lavoro per contrapporre questi flussi centrali C
in questa foto si vede il FLUSSO LATERALE F2 (linee di forza laterali)
del magnete mobile M1 che gravato da un peso si sposta in basso lungo il
vincolo SO in direzione del
magnete fisso M che gli oppone le sole linee di forza del FLUSSO
LATERALE F1 . Sono solo queste linee che determinano la repulsione
durante
l'accostamento laterale. Si vedono poi le linee del flusso assiale
C di entrambi i magneti che non si oppongono all'avvicinamento dei magneti
Dette linee C del flusso assiale partecipano esclusivamente alla
repulsione frontale quando i magneti saranno perfettamente allineati.
Le linee F1 del magnete mobile M1 e le linee F2 del magnete
fisso M non sono praticamente coinvolte durante questo accostamento laterale
fino a che i
magneti non sono perfettamente contrapposti (infatti durante l'accostamento
la loro direzione e' rivolta altrove)
La dinamica dell'accostamento dimostra che quando i magneti sono
perfettamene contrapposti la forza repulsiva frontale, che e' piu' del
doppio
di quella evidenziatasi durante l'accostamento laterale, e' composta
anche dall'intervento del flusso assiale C e dei Flussi laterali
non intervenuti durante tale accostamento perchè rivolti altrove
Vi e' indubbiamente elusione del 1° principio della termodinamica . INFATTI l'energia fornita alla repulsione da detti flussi C e flussi laterali non interventi è gratuita .
I FLUSSI CENTRALI C
E I FLUSSI F2/M E F1/M1 NON RESPINGONO MAI VERSO L'ALTO
E PERTANTO NON CAUSANO
SPRECO DI ENERGIA GRAVITAZIONALE
DATA DAL PESO CHE DISCENDE. IL LORO APPORTO ENERGETICO ALLA REPULSIONE
ASSIALE,
A MAGNETI CONTRAPPOSTI, E' PERTANTO
GRATUITO
Come già detto si riscontra analogia
di comportamento con la gravità che non si oppone agli spostamenti
laterali perpendicolari alla sua direzione. In effetti il flusso assiale
C del magnete fisso M
si comporta come una forza monodirezionale
perpendicolare alla forza monodirezionale G che trascina il magnete
M1 verso il basso . Quando il flusso assiale C di M incontra
il flusso assiale C di M1
lo respinge esclusivamente in direzione perpendicolare
alla direzione di G . Non avendo contribuito a respingere verso l'alto
il magnete mobile M1, e pertanto non
avendo fatto sprecare energia gravitazionale
al magnete in discesa, l' apporto del flusso C di M e C di M1 alla repulsione
frontale quando i magneti sono perfettamente contrapposti è
gratuito
Nel caso i magneti siano a contratto
per poli diversi, avviene esattamene l'opposto. Se si tenta
di staccare i magneti per allontamento secondo la direzione assiale, una
forza notevole lo impedisce
in quanto sono coinvolti tanto i flussi laterali ,
che quasi si fronteggiano , tanto i flussi assiale PERFETTAMENTE
CONTRAPPOSTI
Se si tenta di staccarli per via trasversale,
E' PIU' FACILE in quanto i flussi assiali
non si oppongono a tale movimento come la gravità non si oppone
agli scostamenti perpendicolari alla sua direzione
Si può riassumere che un magnete in movimento che penetra
nel campo magnetico di un magnete fisso, a seconda della disposizione degli
assi polari, dei poli nonchè dell'angolo di penetrazione,
può essere attratto, respinto, deviato, accelerato, decelerato.
Si puo' quindi certamente affermare
che i MAGNETI CREANO ENERGIA e pertanto LAVORO
si descrive qui di seguito l'invenzione che crea un sistema meccanico,
per la verita' dall'apparenza un po' bizzarra come lo sono del resto tutti
i congegni che pretendono di generare la cosidetta "free energy " a cominciare
da quello studiato da Leonardo Da Vinci,
il quale tramite la gravità forza la repulsione
laterale tra magneti per avere una repulsione assiale energeticamente più
consistente
che permette di alimentare il funzionamento della macchina e di prelevarne
nel contempo energia meccanica
Un motore magnetico gravitazionale nella sua variante più
semplice comprendente 1 solo rotore (R1) e 1 solo dispositivo di
compenso dei pesi (RD+MC).
Da questo punto di osservazione, il motore (il rotore R1 ,
i suoi bracci radiali e bracci piegati , e la ruota dentata
principale RD) ruotano in senso antiorario solidali
all'asse di rotazione AM mentre la corona (CO) della massa compensatrice
MC ruota solo con verso orario, essendo montata intorno al nucleo
(NU), che rimane fermo,
tramite cuscinetto unidirezionale.
La massa compensatrice MC grava appoggiata e ingranata su RD e
neutralizza dinamicamente il momento torcente esercitato dai bracci
aperti rendendo la rotazione del congegno equilibrata.
La spinta delle testine magnetiche fisse (4 e 8) in repulsione
con le testine magnetiche dei bracci in transito vince facilmente
il momento d'inerzia del motore come riequilibrato dalla massa compensatrice
SCHEMA ROTAZIONE ROTORE 18 BRACCI >> ROTORE 18 BRACCI A MASSE NUMERATE.wmv
SCHEMA ESEMPLIFICATIVO ROTAZIONE BRACCI >> schema esemplificativo rotazione bracci.wmv
Scopo
dell'invenzione:
Trasformare l'energia gravitazionale in energia meccanica di rotazione
^^
Un sistema meccanico che forza la repulsione tra magneti permanenti. Il loro rilascio aziona la rotazione del sistema.
E' presente necessariamente un sistema di compensazione o equilibratura
La macchina può essere così schematizzata:
1)telaio
2)
sistema di spinta
3)
sistema di compensazione o equilibratura
Disposizione dei componenti principali
- Un sistema di rotori provvisto di bracci radiali perimetrali spieghevoli dotati di masse e testine magnetiche ruota intorno ad un asse di rotazione
- Un
sistema di compensazione (definito anche di equilibratura o di compenso
dei pesi, con massa
equilibratrice
disposta appoggiata gravante e ingranata su ruota dentata solidale
all'asse
di
rotazione ) esercita continuativamente la sua azione sull' asse di
rotazione compensando il
maggiore
momento torcente generato sull’asse dai bracci rotorici radiali
aperti rispetto ai bracci rotorici piegati chiusi
- Una
serie di testine magnetiche fisse esterne (2 in genere, una in posizione
superiore,
l’altra inferiore rispetto al centro dei rotori) è disposta presso
ogni rotore
Azione dinamica
- un
azionamento manuale iniziale sblocca uno o più bracci
rotorici in precario equilibrio sulle staffe
che
li sostengono e li fa ruotare, per gravità, sui
perni di sostegno
- I
bracci , come leve rotanti, acquisiscono forza sufficiente per accostare
,
con
rototraslazione laterale, le proprie testine magnetiche a quelle
fisse che presentano esternamente lo stesso polo magnetico.
La
velocità di rotazione del braccio e la sua lunghezza
determinano che la massa sulla sua estremità eserciti a fine
rotazione una forza notevole,
anche
di circa 20 volte il suo peso. Una massa di 200 kg. può
determinare che il braccio a fine rotazione abbia una forza di circa
4500 kg e pertanto
più
che sufficiente per accostare in repulsione due testine che
si respingono con 4500 kg. di forza a distanza ravvicinata.Ciò
è anche favorito dal fatto
che
l’accostamento laterale di magneti richiede meno forza rispetto
allo accostamento frontale (ne è prova
anche il fatto che il distacco di 2 magneti
è
più facile se lo si effettua per scorrimento laterale e non
frontale )
(la
modalità di rotazione dei bracci è illustrata
nelle animazioni)
- Una volta accostate a distanza ravvicinata, le testine vengono rilasciate e possono respingersi con tale forza innescando la rotazione del sistema con accelerazioni impulsive.
-la rotazione conseguente del sistema innesca, per impatto, lo sblocco di altri bracci, concatenando una serie continua di rotazione di bracci e spinte alla rotazione
Altri componenti e loro azione
- E’
presente un guidabraccio
ovvero un congegno
che ha il compito di tenere
fermo il braccio e di impedirgli di avanzare (insieme con il rotore)
mentre che esso effettua la rotazione sul perno per accostare
la sua testina magnetica a quella fissa.
Si
tratta pertanto di un sistema di costrizione dell’accostamento delle
testine magnetiche
- Un
sistema di blocco , disposto presso ogni staffa
sostenente un braccio, trattiene bloccato il
braccio
sul suo perno di sostegno impedendogli una rotazione incontrollata sulla
staffa che lo sorregge fino a che non è prevista la sua rotazione
- Un
sistema di sgancio fisso, esterno ai rotori,
determina durante la rotazione dei
rotori
lo sblocco (detto anche sgancio) dei bracci e pertanto la loro
rotazione sui perni delle staffe che li sostengono (tale sblocco viene
procurato dell’ impatto del sistema di sgancio fisso
esterno con il sistema di blocco di cui è provvisto
ognuno dei bracci che si trova a transitare in quel punto
per rotazione dei rotori)
-pertanto
ogni repulsione ed allontanamento di testine procura un avanzamento continuo
dei rotori con successivi sganci di bracci e repulsioni concatenate
altri dettagli del congegno e dell' innovativo sistema di spinta: i bracci rotanti
Si
tenga presente che i disegni e la descrizione presentata rappresentano
solamente lo schema concettuale dell'idea brevettata,
ma all'atto della realizzazione del congegno
esso
potrà assumere un aspetto nettamente differente
in quanto le linee riportate negli schizzi assumeranno la forma,
le
conformazioni e le caratteristiche di pezzi meccanici ben definiti come
voluto dai progettisti che renderanno pratica l'idea
Si tratta in pratica di un sistema di rotori provvisti sul perimetro esterno , tramite delle staffe , di bracci radiali spieghevoli. Ogni braccio dispone di una massa pesante ad una estremità e di una testina magnetica nei pressi dell'altra estremità .Quando i bracci si piegano , ruotando per gravità su un perno per circa 90 gradi ponendosi in disposizione parallela all'asse motore principale orizzontale, o si spiegano di nuovo, riassumendo la posizione radiale rispetto all'asse motore orizzontale di rotazione, acquistano energia sufficiente per accostare forzatamente le proprie testine magnetiche ad altre testine magnetiche fisse esterne a magneti permanenti disposte presso ogni rotore una in posizione superiore, l'altra in posizione inferiore, presso i cosidetti punti di repulsione superiore e inferiore. L'accostamento, che avviene per traslazione laterale e non per avvicinamento frontale, porta le testine, che presentano la faccia di uguali dimensioni e lo stesso polo magnetico, ad una pefetta contrapposizione alla distanza minima preferibilmente di 1 mm. Per realizzare l'accostamento forzato , è impiegato di un sistema di forzatura, denominato guidabraccio, che blocca la rotazione dei rotori fino a che il braccio si è piegato ( o si è spiegato), ed è avvenuto l'accostamento di testine. Dopo di che il guidabraccio libera i rotori, consentendo la repulsione tra le testine magnetiche , con conseguente innesco alla rotazione dei rotori. I bracci che si piegano, e lo fanno presso una testina magnetica fissa superiore, rimangono bloccati sulla posizione piegata da un apposito sistema di blocco disposto sulla staffa che lo aggancia al rotore. In detta posizione parallela all'asse motore i bracci vengono trascinati fino alla testina magnetica fissa inferiore, dove si spiegano nuovamente ritornando in posizione radiale e così, nuovamente bloccati, vengono trascinati ancora nella rotazione dal rotore. I bracci che hanno oltrepassato la testina magnetica fissa superiore del proprio rotore, e che quindi sono piegati in disposizione parallela all'asse motore, sono bracci discendenti, ovvero si dirigono verso la parte bassa del motore, mentre i bracci che assumono disposizione radiale, e che quindi sono perpendicolari all'asse motore, procedono verso la testina magnetica fissa superiore del proprio rotore. Il piegamento dei bracci, o lo spiegamento, definiti entrambi anche come rotazione dei bracci, viene attivato dal movimento del rotore che impatta con sistema di sgancio esterno fisso. Su ogni rotore, presso ognuna delle staffe che sorreggono un braccio, il già definito sistema di blocco, oltre a bloccare il braccio nella posizione assunta , presenta una leva che impattando con detto sistema di sgancio esterno, si attiva liberando il braccio collegato ad essa consentendogli di ruotare sul perno . Il braccio, quando è liberato dal sistema di blocco, è costretto a ruotare per gravità sulla propria staffa non avendo equilibrio data la sua particolare conformazione, tesa allo scopo, e data anche la posizione e la forma della massa su di esso disposta.
Per
poter funzionare il congegno ha bisogno, necessariamente e
continuativamente durante il funzionamento,
di
un ulteriore forza torcente aggiuntiva di verso favorevole alla rotazione
del motore.
Detta forza torcente aggiuntiva è realizzata con un dispositivo definito "di compenso dei pesi" che equilibra, costantemente durante il funzionamento, l'intero sistema rotante. L'azione del dispositivo di compenso dei pesi neutralizza di fatto, con il proprio peso, un consistente momento torcente contrario alla rotazione naturale del motore. Detto momento torcente contrario che si genera costantemente sui rotori, e pertanto sull'asse motore, è dovuto al particolare impiego del sistema di bracci spieghevoli adottato per accostare le testine magnetiche da porre in repulsione, e se non fosse neutralizzato impedirebbe al motore di funzionare.
Un motore riequilibrato
dal dispositivo di compenso dei pesi si comporta come un'unica
struttura rotante di forma circolare la cui massa fosse equamente
distribuita intorno al proprio centro di rotazione. Il
movimento rotatorio di un motore è pertanto simile , ovvero
presenta le stesse caratteristiche di resistenza alla rotazione
di un disco o di un anello di massa omogenea che ruotino
intorno ad un asse orizzontale.
Qui di seguito,
schema concettuale 1, esempio di Motore a 2 rotori
da 10 bracci ciascuno
-ciclo di funzionamento-
ogni spinta sgancia
in rotazione 2 bracci simultaneamente, appartenti uno al rotore
R1, l'altro al rotore R2
si hanno pertanto
due coppie per volta di testine magnetiche in repulsione
con la seguente
sequenza alternata di spinte:
prima spinta
1 braccio
presso la testina fissa superiore (6) del rotore R1 +
1 braccio presso la testina fissa inferiore (8) del rotore
R2
seconda
spinta
1 braccio
presso la testina fissa inferiore (8) del rotore R1
+ 1 braccio presso la testina fissa superiore (6)
del rotore R2
ogni spinta produce
una rotazione di 18 gradi
per completare
una rotazione di 360 gradi, si devono avere 20 spinte
visto da
OS , il rotore ruota in senso antiorario mentra la corona CO ruota con
verso orario mentre il nucleo NU e' fermo
per lo stesso motore di schema 2 si
riporta in schema 2 bis la disposizione esemplificativa, per maggiore
chiarezza,
dei soli bracci giunti in
prossimità delle testine magnetiche fisse : si evince il
movimento rotatorio dei bracci intorno ai perni delle staffe che
li sostengono
- schema concettuale 2 bis -
L'INNOVATIVO SISTEMA DI SPINTA
(i bracci, come
leve rotanti per gravità, accostano forzatamente , per
rototraslazione laterale, e avvalendosi del congegno
denominato guidabraccio,
le grosse testine
magnetiche in repulsione che infine si respingono determinando la spinta
alla rotazione)
Un motore sostanzialmente simile ai motori di schema 2 e 2 bis , a 4 rotori, è stato presentato nella domanda di brevetto come esempio di realizzazione pratica n. 3, a cui si rimanda per la sua descrizione completa.
Esempio
di alcune principali caratteristiche di una variante:
Comprende 4
rotori a 18 bracci ciascuno
. Le testine magnetiche fisse esterne sono
8
(due per ogni rotore, una in posizione superiore, dove i bracci si piegano
paralleli all'asse motore, l'altra in posizione inferiore dove i bracci
riassumono disposizione perpendicolare radiale all'asse motore) . Il ciclo
di funzionamento è previsto in sganci in simultanea di 2 bracci,
ognuno dei quali appartenente ad un rotore opposto alla ruota dentata
principale. Si ha pertanto che ogni sgancio procura un avanzamento
nella rotazione dei rotori di 5 gradi, con 72 sganci
complessivi per una rotazione completa del motore .
La massima elongazione
tra i centri delle testine magnetiche in repulsione (testine di braccio
in repulsione con le testine magnetiche fisse) vale 3,62 cm.
I centri delle testine
magnetiche (sia di braccio che quelle fisse) distano dal centro dell'asse
motore 41,513 cm.
I centri delle
testine magnetiche , sia fisse che di braccio, distano perpendicolarmente,
ognuna, dall'asse longitudinale del braccio ,
quando esso è
in posizione radiale, di 15 cm.
Detto punto di
intersezione dista dal centro del perno di rotazione della staffa ugualmente
di 15 cm.
L'orbita apparente
percorsa dai centri delle testine di braccio intorno al centro dell'asse
motore è lunga pertanto 260,832 cm
(per metà
dal lato discendente dei bracci, per l'altra metà dal lato
ascendente)
pesi e delle dimensioni di questa variante
ogni braccio è
lungo 173 cm (168 cm dalla estremità a contatto con la massa
fino al perno della staffa + 5 cm di coda), largo 80 mm
x 80 mm e
pesa 40 kg, ogni massa posta sull'estremità del
braccio pesa 215 kg e ha dimensioni di 840 mm
x 270 mm x 50 mm, di uranio impoverito.
centri dei
perni di rotazione delle staffe, tutte uguali, che sorreggono i bracci
distano dal centro dell'asse motore 26,513 cm.
I rotori pesano,
escluse le staffe, 60 kg ciascuno; il diametro del solo disco
è 40 cm, larghezza 10 cm..
La ruota dentata
principale ha diametro di 4 metri, larga 0,8 metri e pesa
2000
kg
la massa compensatrice
pesa 7000 kg. e ha diametro di 1,2 metri e larga 0,7 metri
con nucleo di uranio impoverito oppure piombo
l’asse motore (AM)
in acciaio, è lungo 18 metri ha diametro 18 cm e pesa
3500
kg
Le testine magnetiche
impiegate pesano ognuna : 58 kg di magneti
per quelle fisse e 23,2 kg quelle di braccio:
la repulsione esistente tra esse, ad 1 millimetro, vale
4300 kg di forza peso. Pertanto due bracci in repulsione spingono per
8600
kg al momento della massima repulsione. A 3,62 cm di distanza
di repulsione, ovvero alla massima elongazione tra i centri di una
testina magnetica fissa e una di braccio (quando interviene a spingere
un'altra coppia di testine appartenenti ad altri 2 bracci sganciati
dal sistema) la forza repulsiva è ancora fortissima, superiore
a 1200 kg per ogni coppia di testine in repulsione ( lo spessore
delle testine magnetiche fisse, realizzate anche con grossi
magneti al neodimio impilati di grado
N52 da 1,43 TESLA,
è di 20 cm e hanno forma quadrata di 20 cm x 20 cm
mentre le testine magnetiche di braccio hanno forma di 20 cm x 20 cm per
uno spessore di 8 cm). Tale forza di oltre 1200 kg , pur esistente
al momento della massima elongazione delle testine ovvero a 3.63 cm di
distanza di repulsione, può anche non essere più
necessaria. Al momento della massima repulsione a 1 mm di distanza,
e per almeno 1 cm di corsa, le testine in repulsione imprimono
infatti un impulso rotazionale con accelerazione angolare notevolissima
. Tale accelerazione comporta che il motore , a circa 1 cm di distanza
di repulsione tra le testine, è ormai spinto e posto decisamente
in movimento, e procede nella rotazione con minor sforzo da
parte delle testine stesse. (Il fenomeno è simile alla situazione
in cui ad un uomo solo spinge un'auto in panne. Dopo lo sforzo iniziale,
appena l' auto si muove, diventa più facile spingerla. La stessa
cosa avviene se una persona tenta di far girare la ruota di un 'auto
sollevata sul crick. Appena la ruota inizia a girare, e pertanto dopo lo
sforzo iniziale, bisogna esercitare meno forza per tenerla
in rotazione.) La velocità acquisita dai rotori consente ai
rotori stessi di impattare efficacemente con il sistema di
sgancio presente in prossimità, determinando in tal
modo lo sblocco e la conseguente rotazione altri bracci, creando
pertanto un ciclo concatenato di spinte che alimentano la rotazione
continua del congegno. Detta rotazione è comunque intermittente
in quanto ad ogni rotazione di braccio sulla staffa il motore è
momentaneamente bloccato e tenuto fermo da un guidabraccio
L'esatto posizionamento delle testine fisse e altre caratteristiche sono più precisamente descritte nell'esempio di realizzazione pratica n. 3 più avanti
(Il motore appena
descritto prevede una variante nella quale sono sganciati 4 bracci in simultanea,
con forza spingente di 17200 kg per volta al momento dello sgancio. In
questo caso la massima elongazione delle testine, essendo ridotti a 36
gli sganci necessari per completare una rotazione di 360 gradi, raggiunge
i 7,24 cm. e la forza repulsiva a questa distanza è di dimensioni
alquanto ridotte. Ma l' impulso iniziale dato è tale comuque
da spingere il motore in rotazione con un'accelerazione angolare
talmente forte che esso copre agevolmente, sia per inerzia
che per la repulsione comunque presente tra le testine, i 7,24
cm di interdistanza tra due quartetti successivi di testine in sgancio.)
MASSA
COMPENSATRICE DINAMICA GRAVANTE APPOGGIATA E INGRANATA, con CORONA IMPERNIATA
SU CUSCINETTO UNIDIREZIONALE
(vedi schema
principale di inizio pagina)
Vista laterale
di un motore con rotore R1 e dispositivo di compenso dei pesi comprendente
ruota dentata RD principale solidale all'asse motore
AM , e la massa compensatrice gravante appoggiata ingranata su RD a 45°.
La disposizione dei bracci radiali genera un momento torcente contrario
al giusto verso -D- di rotazione del motore . La massa compensatrice
MC, avente corona dentata perimetrale CO montata intorno al nucleo
NU su cuscinetto unidirezionale CS rotante esclusivamente con direzione
-D1- , bilancia dinamicamente il rotore durante la rotazione,
neutralizzando continuativamente la forza torcente contraria generata dai
bracci radiali.
La corona CO
è pertanta trascinata in rotazione dalla ruota dentata principale
RD. Le testine magnetiche fisse esterne 6 (in posizione superiore) e 8
(in posizione inferiore) respingono in repulsione le testine magnetiche
4 dei bracci transitanti, e posti in rotazione,
presso di esse.
IL MOMENTO
TORCENTE ESERCITATO DELLA MASSA COMPENSATRICE E' SEMPRE SUPERIORE
A QUELLO ESERCITATO DAI BRACCI RADIALI APERTI . PERTANTO LE SUE DIMENSIONI,
IL SUO PESO, E LA SUA POSIZIONE E DISTANZA DALL'ASSE MOTORE SONO
SEMPRE STABILITI PER QUESTO SCOPO
ad ulteriore illustrazione del funzionamento della massa compensatrice, i riportano, per una valutazione tecnica, le seguenti possibili situazioni:
caso 1: motore
con ruota dentata , come il disegno che precede, ma senza massa compensatrice:
i bracci aperti
radiali ruoterebbero il rotore R1 con verso orario. Il motore non può
avanzare in quanto le testine magnetiche in repulsione non hanno la forza
repulsiva necessaria per vincere il più potente momento torcente
contrario esercitato sull'asse motore dai bracci aperti radiali
caso2: motore
con ruota dentata , come il disegno che precede, con massa compensatrice
provvista di corona dentata perimetrale montata su cuscinetto BIDIREZIONALE:
i bracci aperti
radiali ruoterebbero il rotore R1 con verso orario e la corona CO
della massa compensatrice ruoterebbe con verso antiorario mentre il nucleo
NU e' fermo. Il motore non può avanzare in quanto i
bracci aperti radiali , pur esercitando una forza torcente minore di quello
esercitato dalla massa compensatrice, farebbero ruotare la sua corona
CO e si opporrebbero efficacemente alla repulsione delle testine magnetiche
caso 3: motore
con ruota dentata , come il disegno che precede, con massa compensatrice
provvista di corona perimentrale montata su cuscinetto UNIDIREZIONALE:
il rotore
R1 e' spinto in rotazione con il giusto verso di rotazione D1 antiorario
dalle testine magnetiche in repulsione ; la corona CO della massa
compensatrice è trascinata in rotazione da RD con giusto
verso orario; il nucleo NU è fermo e non
può spostarsi trattenuto dai tiranti tesi composti da funi di acciaio.
La massa compensatriche può contrapporsi efficacemente, e
continuativamente, alla forza esercitata dai bracci radiali.
Questa situazione
è quella sfruttata dall'invenzione.
^^^^^^^^^^^^^
La
presente invenzione produce energia meccanica prelevabile dai bracci quando
ruotano sulle staffe presso le testine fisse. Durante tale rotazione
i bracci acquistano energia in quantità sufficiente
sia per accostare la loro testina magnetica a quella fissa,
sia per azionare altri meccanismi, impattandovi fortemente a fine corsa.Tali
meccanismi, già in uso nella pratica industriale , sono posizionabili
presso ognuna delle testine fisse,e possono convertire l’energia
meccanica ricevuta dai bracci in altre forme di energia,
ad esempio energia elettrica.
inventore e titolare della domanda
di brevetto:
estratto dalla banca dati del sito web dell'Ufficio Italiano
Brevetti e Marchi di Roma
email del titolare della domanda di
brevetto:
statutpc@libero.it
d.chianese@tin.it
Descrizione dell' invenzione come depositata (sono
omesse le rivendicazioni)
( i disegni allegati al brevetto
sono alla fine della presente descrizione)
Una serie di supporti metallici, o anche uno solo, di forma discoidale, o anulare o stellare o di qualsiasi forma, definiti rotori, è fissata su un asse metallico , definito asse motore , che li attraversa al centro e con il quale ruotano solidali. L’asse motore, disposto orizzontalmente, è libero di ruotare su sostegni dotati di cuscinetti a basso attrito. Sul perimetro esterno dei rotori sono presenti delle barre metalliche mobili, definite bracci, disposte a schema radiale rispetto all’asse motore. Sui bracci sono fissate delle pesanti masse e delle testine metalliche, definite testine di braccio, presentanti delle facce esterne a magneti permanenti. I bracci sono disposti ad intervalli regolari sui rotori, ognuno tramite un sistema di fissaggio a meccanismo rotante quale un cardine o anche una staffa dotata di perno rotante . Tale sistema di fissaggio è definito staffa. Ogni braccio, quando previsto dal ciclo di funzionamento, ruota parzialmente sul perno della staffa che lo sostiene. L’entità di detta rotazione è preferibilmente di 90 gradi. Quando non ruotano sulla staffa i bracci sono bloccati da un apposito sistema, definito di blocco, annesso alla staffa stessa, comprendente spinotti e leve dotate di molla. Durante il funzionamento del motore l’intervento di un sistema di controllo , definito di sgancio, azionato dal movimento rotatorio del motore stesso, provoca lo sblocco, detto anche lo sgancio, dei bracci e la loro rotazione sul perno della staffa che li sostiene; a seguito dello sgancio i bracci, appositamente conformati per non avere equilibrio sulla staffa che li sorregge, ruotano parzialmente , per gravità , intorno al perno della staffa , si può dire anche che si piegano oppure si chiudono, secondo una sequenza di sganci dei vari bracci preordinata dal ciclo di funzionamento del motore, ponendosi in disposizione parallela all’asse motore: detta posizione può anche essere definita piegata o chiusa; In una fase successiva, quando previsto dal ciclo di funzionamento, l’azione successiva di un altro sgancio provoca una nuova rotazione parziale dei bracci sul perno della staffa che li sostiene; si può anche dire che i bracci si aprono, o si dispiegano, in sequenza preordinata dal ciclo di funzionamento del motore, ritornando nella disposizione iniziale radiale perpendicolare all’asse motore: detta posizione può anche essere definita aperta. In prossimità di ogni rotore sono disposte due testine magnetiche fisse, una per ogni lato e posizionate nei cosidetti punti di repulsione: una, definita testina fissa superiore, è disposta in posizione superiore all’asse motore, presso il punto definito punto di repulsione superiore che è il punto di arrivo delle testine dei bracci che ruotano dalla disposizione radiale a quella parallela all’asse motore; l’altra, definita testina fissa inferiore, è disposta in posizione inferiore all’asse motore, presso il punto definito punto di repulsione inferiore che è il punto di arrivo delle testine dei bracci che ruotano dalla disposizione parallela all’asse motore a quella radiale. Entrambe presentano una faccia esterna a magneti permanenti dello stesso polo magnetico presentato dalla facce esterne delle testine disposte sui bracci del rotore presso cui sono posizionate. Durante la rotazione sulle staffe i bracci acquisiscono forza sufficiente per accostare forzatamente, tramite un sistema definito guida del braccio o anche guidabraccio, le testine magnetiche su di essi disposte a quelle fisse poste in prossimità dei rotori . Detto guidabraccio è posizionato, in prossimità di ogni testina fissa, in modo tale da intercettare e bloccare, come una barriera, i singoli bracci in transito trascinati dalla rotazione del rotore; il guidabraccio può essere superato dai bracci solo quando essi hanno compiuto la rotazione prevista sul perno della staffa che li sostiene; una volta intercettato, un braccio non può avanzare ; di conseguenza si ferma anche il rotore che lo sostiene e si ferma anche il motore. Mentre il motore è fermo il braccio ruota sulla staffa e il guidabraccio , impedendo al braccio di avanzare , costringe l’accostamento forzato tra la testina magnetica del braccio e quella fissa esterna fino a che le stesse testine sono perfettamente contrapposte e parallele alla distanza minima, preferibilmente di un millimetro; una volta completata la rotazione , il braccio perde il contatto con il guidabraccio, appositamente conformato e dimensionato perché ciò avvenga proprio quando le facce magnetiche delle testine sono perfettamente contrapposte alla distanza voluta ; la repulsione tra le testine, in quel momento di notevole intensità data la distanza minima tra le stesse, determina un violento allontanamento del braccio appena rilasciato dal guidabraccio e pertanto si determina un notevole impulso alla rotazione del rotore e di tutto il motore. L’impulso dato da una repulsione come appena descritto è sufficientemente forte da far avanzare il motore in posizione tale che viene innescato almeno un altro sgancio di un altro braccio con conseguente repulsione tra altre testine magnetiche di braccio con testine fisse; si genera quindi un nuovo impulso alla rotazione e nuovi sganci di altri bracci. La rotazione del motore è frutto di una sequenza continua concatenata di sganci di bracci e repulsioni come appena descritto . E’ compreso un dispositivo definito di compenso dei pesi che con la sua azione genera costantemente sul motore una ulteriore forza torcente aggiuntiva concorde al suo verso di rotazione . Detto dispositivo di compenso dei pesi comprende almeno una ruota dentata definita principale, a dentatura esterna, fissata con il centro sull’asse motore e con esso solidale nella rotazione, sulla quale ruota dentata principale grava appoggiata con il suo peso e ingranata ad essa in posizione superiore esterna, una ruota dentata secondaria a dentatura esterna definita massa compensatrice. Il punto di ingranamento tra dette ruote dentate si trova preferibilmente scostato di 45 gradi , nella direzione di rotazione del motore, dal punto di intersezione della parte superiore della ruota dentata principale con un asse verticale immaginario parallelo alla direzione della gravità e passante anche per il centro della stessa ruota dentata principale . La massa compensatrice è ingranata alla ruota dentata principale tramite corona dentata perimetrale a dentatura esterna fissata su cuscinetto unidirezionale e detta corona ruota con verso opposto alla ruota dentata principale dalla quale è trascinata nella rotazione. La massa compensatrice, il cui nucleo è composto da materiale pesante, è trattenuta in posizione da tiranti fissi esterni, composti preferibilmente da funi di acciaio, posizionati secondo angoli di tipo appropriati per non farla spostare dal punto di ingranamento, ovvero di ingranaggio. Una variante del trovato prevede che la massa compensatrice può anche essere appoggiata gravante sulla ruota dentata principale in posizione interna inferiore, ingranata ad essa, in un punto preferibilmente scostato di 135 gradi , nella direzione di rotazione del motore, dal punto di intersezione della parte superiore della ruota dentata principale medesima con un asse verticale immaginario parallelo alla direzione della gravità e passante anche per il centro della stessa ruota dentata principale; in questo caso la ruota dentata principale presenta dentatura interna e la corona dentata perimetrale della massa compensatrice ruota solo con lo stesso verso della ruota dentata principale dalla quale è trascinata nella rotazione; la massa compensatrice interna è trattenuta in posizione da uno o più tiranti fissi esterni . In fig.1 ) una vista prospettica di una variante del trovato, che da questo momento in avanti, convenzionalmente, viene anche definito con il solo termine di motore. Sono visibili quattro rotori ed un dispositivo di compenso dei pesi. I rotori (R1), (R2), (R3) ed (R4), di uguali dimensioni e con lo stesso numero di bracci, 10 per ogni rotore, sono fissati e ruotano solidali all’asse motore (AM) che li attraversa centralmente. L’asse motore è sostenuto da cuscinetti a sfera (CU) sorretti dalla struttura (ST). Su ognuno dei quattro rotori , disposte ad intervalli uguali sulla circonferenza esterna, sono installate 10 staffe uguali dotate di perno rotante. Su ogni staffa è installato , tramite il perno che ne aggancia una delle estremità definita coda, un braccio. Ogni braccio, uguale agli altri, è provvisto, presso l’estremità lontana dalla staffa o in qualsiasi altro punto, di una massa di materiale pesante e, nelle adiacenze dell’estremità agganciata alla staffa, o in qualsiasi altro punto, di una testina presentante una faccia esterna a magneti permanenti. Le masse disposte sui bracci sono tutte uguali come sono uguali tra loro tutte le testine magnetiche disposte sui bracci. Quale esempio non limitativo, vengono evidenziati nella figura 1) alcuni di detti elementi : braccio (1); staffa (2); perno (3); testina magnetica (4) posta su un braccio; massa (5) posta su un braccio, tacca (TA) sui rotori per l’allineamento dei rotori stessi. Per ognuno dei 4 rotori sono disposte nei rispettivi punti di repulsione, una testina magnetica fissa (6) fissata sulla struttura (ST) tramite fissaggi (7) ed una testina magnetica fissa (8) fissata sulla struttura (ST) tramite fissaggi (9) . Entrambi i tipi di testine fisse, uguali tra loro, sono a magneti permanenti e presentano una faccia magnetica esterna dello stesso polo magnetico delle testine disposte sui dei bracci dei rotori presso cui sono fissate. Il dispositivo di compenso dei pesi comprende una ruota dentata principale (RD) con dentatura esterna, fissata all’asse motore (AM) passante per il suo centro (CRD) e solidale con esso nella rotazione, ed una massa compensatrice (MC) gravante appoggiata per l’intero peso, in posizione superiore, sulla ruota dentata principale (RD) e ad essa ingranata tramite la corona (CO) dentata perimetrale esterna . La massa compensatrice è trattenuta in posizione dai tiranti (TIR) e non cade. La corona dentata (CO), metallica, è fissata intorno al nucleo (NU) della massa compensatrice tramite grosso cuscinetto metallico dotato di movimento rotatorio unidirezionale, non visibile in questa figura, detto anche monodirezionale, meccanicamente congegnato proprio per permettere alla corona dentata (CO) di ruotare intorno al nucleo (NU) centrale in un solo verso. Il cuscinetto è a basso attrito, a sfere o a rulli o a sistema equivalente e circonda completamente il nucleo al quale è fissato, e la sua parte esterna, che può ruotare in un solo verso, sostiene la corona dentata (CO); La corona dentata (CO) è controruotante alla ruota dentata principale (RD) cui è ingranata, per cui quando la ruota dentata principale (RD) ruota trascinata dall’asse motore, la corona dentata (CO) ad essa ingranata ruota in senso opposto trascinata dalla stessa ruota dentata (RD), mentre il nucleo centrale (NU) interno alla corona dentata (CO) rimane fermo trattenuto dai tiranti e non ruota. I tiranti (TIR), composti preferibilmente da funi di acciaio, sono fissati sul nucleo (NU) della massa compensatrice tramite due attacchi (AT) ognuno posto ad una lato del nucleo (NU), in posizione decentrata o anche nel centro (CM) del nucleo (NU) . Sono agganciati a supporti esterni fissi (SU) tramite gli attacchi (T1) e (T2) e sono tesi e posizionati secondo angoli di tiro adatti a trattenere ferma la massa compensatrice nel suo punto di ingranamento alla ruota dentata principale. Posizionato presso una estremità dell’asse motore, vi è un’asse verticale (AV) fisso esterno, delineante la direzione della gravità e di riferimento per l’allineamento delle parti del motore ai fini del corretto funzionamento. Tale asse attraversa idealmente, e perpendicolarmente, il centro dell’asse motore. Posizionato presso l’altra estremità dell’asse motore, perpendicolarmente al centro dello stesso, è posto un punto fisso di osservazione (OS) diretto verso tale asse verticale (AV) . Dal punto (OS) si effettuano le misurazioni, in gradi di rotazione rispetto all’asse (AV) , dei punti di posizionamento dei vari rotori sull’asse motore al momento della loro installazione . Secondo la direzione di osservazione (OS) verso (AV) l’asse motore (AM), e pertanto l’intero motore, gira con verso antiorario e la corona (CO) della massa compensatrice (MC) gira con verso orario . Secondo la direzione di osservazione (OS) verso (AV) la massa compensatrice, tramite la corona dentata (CO), si trova appoggiata e ingranata alla ruota dentata principale (RD) in posizione superiore in un punto scostato di 45 gradi , nella direzione di rotazione del motore, dal punto di intersezione della parte superiore della ruota dentata principale medesima con un asse verticale immaginario parallelo alla direzione della gravità e passante anche per il centro (CRD) della stessa ruota dentata principale; si può anche dire che la massa compensatrice (MC) è ingranata a (RD) in un punto posto a 45 gradi antiorari dal punto di riferimento (PR) sull’asse (AV) visto da (OS). In fig. 2) vi è uno schema posizionale il quale, senza che ciò comporti alcuna limitazione , evidenzia la disposizione sull’asse motore di alcuni dei componenti principali, : il punto di osservazione (OS) su una estremità dell’asse motore (AM); l’asse verticale (AV) fisso esterno passante perpendicolarmente, e nel centro , dell’altra estremità dell’asse motore; i rotori (R1), (R2), (R3) ed (R4); la ruota dentata principale (RD) con dentatura esterna con centro (CRD), larghezza (L2); la massa compensatrice (MC) con dentatura esterna, a larghezza (L1) gravante ingranata in posizione superiore su (RD) e trattenuta dai tiranti (TIR); i supporti (SU) dei tiranti , con i punti di aggancio (T1) e (T2); le testine fisse superiori (6) sui supporti (7) e le testine fisse inferiori (8) sui supporti (9), entrambe le testine sono disposte presso i rispettivi punti di repulsione ; i guidabracci (GU) e i sistemi di sgancio (SG) , posizionati ai lati dei rotori ognuno in prossimità di ogni testina fissa; la direzione della gravità (G); la struttura (ST) di sostegno dei cuscinetti (CU) e dell’asse motore (AM) e i sostegni (SO) dell’intero motore .Al solo scopo di proporre una migliore comprensione del trovato, nello schema posizionale di fig. 2) vengono riportati, omettendo tutti gli altri bracci e senza che ciò costituisca una limitazione, i soli bracci in transito presso le testine fisse: braccio(1), perno (3) della staffa di rotazione del braccio, testina magnetica (4) posta sul braccio , massa(5) posta sul braccio. In particolare il riferimento (F1) mostra un braccio aperto, pertanto in posizione radiale rispetto all’asse motore , transitante presso una testina fissa superiore (6): per chiudersi, e portarsi pertanto in posizione parallela all’asse motore, il braccio ruoterà sul perno in direzione del punto di osservazione (OS) e pertanto seguirà la direzione (F2) ; Il riferimento (F5) indica un braccio già ruotato, e pertanto chiuso, presso una testina fissa superiore (6) ; In (F3) è indicato un braccio chiuso transitante presso una testina fissa inferiore (8): per aprirsi, e portarsi quindi in posizione radiale, il braccio seguirà la direzione (F4) ; Il riferimento (F6) indica un braccio già ruotato, e pertanto aperto, presso una testina fissa inferiore (8) ; il riferimento (F7) indica un braccio aperto presso una testina fissa superiore (6) : per chiudersi, in questo caso ruotando sul perno in direzione dell’asse (AV), il braccio seguirà la direzione (F8) . Il riferimento (F11) indica un braccio già ruotato, e pertanto chiuso, presso una testina fissa superiore (6); Da (F9) è indicato un braccio chiuso presso una testina fissa inferiore (8): per aprirsi seguirà la direzione (F10); mentre (F12) mostra un braccio già ruotato, e pertanto aperto, presso una testina fissa inferiore (8) ; Dallo schema posizionale di fig. 2) si evidenzia che i rotori (R1) ed (R2) dispiegano i bracci in direzione di (OS) mentre i rotori (R3) ed (R4) dispiegano i bracci in direzione di (AV). Dispiegando i bracci verso estremità opposte dell’asse motore, i rotori (R2) ed (R3) possono essere accostati alla ruota dentata (RD) principale a distanza minima riducendo pertanto la dimensione del motore. Il rotore (R1) dista dal rotore (R2) in modo che i bracci di (R2) non collidono con (R1) quando si chiudono in disposizione parallela all’asse motore. Il rotore (R4) dista da (R3) in modo che i bracci di (R3) ruotano sulle staffe senza collidere con (R4).
Rotazione dei bracci , repulsione magnetica tra testine, spinta alla rotazione
Durante la rotazione del motore, quando i bracci sono distanti dalle testine fisse risultano temporaneamente bloccati sulla staffa e non possono ruotare sul perno come già illustrato. La fig. 8) mostra che il bloccaggio può avvenire, singolarmente per ogni braccio, dal sistema di blocco interno al rotore e disposto presso ogni staffa, comprendente anche uno spinotto (13) collegato ad una molla (M ) tramite un leva (L) che, penetrando in uno dei due fori (15) presenti su di una camma (14) ricavata sull’estremità del braccio (1) a contatto con la staffa (2), ne impedisce la rotazione spontanea incontrollata sul perno (3) durante l’avanzamento del rotore (R1) . Un braccio è trascinato dal rotore nella disposizione in cui si trova bloccato, radiale oppure orizzontale. Il cambio di disposizione dei bracci avviene solo quando transitano presso le testine magnetiche fisse, e precisamente appena le oltrepassano . Un braccio passa dalla disposizione radiale a quella orizzontale quando transita presso una testina fissa superiore. Un braccio passa dalla disposizione orizzontale a quella radiale quando transita presso una testina fissa inferiore. Il cambio di disposizione viene attivato dal sistema di sgancio (SG) fisso, disposto in prossimità di ognuna delle testine fisse , che collidendo al passaggio del rotore con l’apposita leva (L) predisposta sul rotore stesso presso ogni staffa, aziona , di fatto ritraendolo, lo spinotto (13) di blocco del braccio (1) che in quel momento si trova alla sua portata . I bracci sono conformati in modo tale da non avere equilibrio sulla propria staffa quando transitano presso le testine magnetiche fisse, e sono liberi di ruotare, per gravità , al momento dello sgancio. Il sistema di forzatura, già definito guida del braccio o anche guidabraccio, presente presso ognuna delle testine fisse di ogni rotore , interviene contemporaneamente allo sgancio del braccio ed esercita la sua azione durante la rotazione del braccio sulla staffa, con il compito di impedire che il braccio stesso venga allontanato anticipatamente, spingendo il rotore in avanti , nel mentre che la sua testina magnetica si avvicina a quella fissa . Con questo sistema guidabraccio le due testine magnetiche possono avvicinarsi contrapponendosi frontalmente alla distanza minima voluta che è preferibilmente di un millimetro. Dopo di che il guidabraccio, data la sua forma, perde il contatto con la coda del braccio giunto a fine rotazione; il braccio, libero, è spinto via dalla forte repulsione magnetica tra le testine . La reazione di allontanamento del braccio si riflette sul rotore e sull’asse motore che avanzano nella rotazione predisponendo lo sgancio di altri bracci. La sequenza delle figure 8) , figura 9) e figura 10) riporta un esempio di rotazione di braccio: lo schema in vista laterale dell’asse motore (AM) con il rotore (R1) di taglio , il sistema di sgancio (SG) e il guidabraccio (GU). In fig. 8) la testina fissa superiore (6) è sorretta da un fissaggio (7) . Il braccio (1) è in disposizione radiale e pertanto perpendicolare all’asse motore (AM) . Un osservatore che guardi il rotore secondo la direzione della freccia (OS/AV) vede il rotore (R1) ruotare in senso orario per la spinta ricevuta da una precedente repulsione tra testine . Il sistema di sgancio (SG) collide con la leva (L) posta sul rotore in rotazione. Lo scatto della leva (L) ritrae lo spinotto (13). Il braccio (1) viene sbloccato e può ruotare sul perno (3) ma contemporaneamente viene intercettato dal guidabraccio (GU) , che può anche essere realizzato con una piastra metallica opportunamente sagomata e dimensionata . Come una barriera il guidabraccio (GU) si oppone, venendone a contatto, alla parte terminale del braccio in arrivo denominata coda (COD) anch’essa opportunamente sagomata anche a forma di coda di uccello. Il braccio (1) non può avanzare , fermando di conseguenza il rotore (R1) che lo sostiene, ma può ruotare sul suo perno (3), secondo la direzione (F8), in quanto appena liberato dallo sgancio. La figura 9) mostra il braccio (1) in rotazione secondo la direzione (F8) che lo porta ad avvicinare, con accostamento laterale, la testina (4) posta su di esso sul lato del braccio esterno alla direzione di rotazione, alla testina fissa(6) superiore. Il braccio si trova a circa metà rotazione, circa 45 gradi dei 90 gradi previsti in questo caso, ed acquista velocità ed energia, ed è ancora a contatto del guidabraccio (GU). In figura 10) il braccio (1) a rotazione completata, in posizione parallela (F9) all’asse motore (AM) e con la sua coda (COD) fuori dalla portata del guidabraccio (GU). Il braccio a questo punto può oltrepassare il guidabraccio e perciò viene spinto via, trascinando conseguentemente il rotore (R1), dalla forte repulsione magnetica tra le testine che è all’intensità massima in quanto la testina (4) magnetica del braccio e quella fissa (6) sono alla distanza minima voluta e perfettamente contrapposte. Allo scopo di una perfetta contrapposizione , sia le testine disposte sui bracci che le testine fisse superiori e inferiori hanno preferibilmente la stessa forma regolare , anche quadrata o circolare. Nell’esempio di figura 11), figura 12) e figura 13) è riportato uno schema in vista laterale di un asse motore (AM) , con il rotore (R1) di taglio, che riassume la sequenza di rotazione di un braccio in disposizione orizzontale presso una testina fissa inferiore: in fig. 11) un osservatore che guardi il rotore (R1) nella direzione indicata dalla freccia (OS/AV) vede il rotore (R1) ruotare in senso orario e il sistema di sgancio (SG) che collide con la leva (L) mentre il guidabraccio (GU) si para avanti alla coda (COD) del braccio (1) bloccandolo. Il riferimento (F4) indica la direzione di rotazione che seguirà il braccio (1); In fig. 12) il braccio (1) a circa metà rotazione secondo la direzione (F4), e la coda (COD) ancora sotto il controllo del guidabraccio (GU); in fig. 13) il braccio (1) a rotazione terminata , in posizione radiale perpendicolare all’asse motore (AM) e la coda (COD) del braccio fuori dalla portata del guidabraccio (GU) . La conformazione dei bracci e dei rotori è tale che la rotazione del braccio (1) avviene in modo che la testina (4) di braccio trasli da un lato all’altro del rotore (R1), ma la distanza perpendicolare del suo centro dall’asse motore, prima e dopo la rotazione , non cambia e rimane uguale. A questo scopo sia i bracci che le staffe nonché le testine dei bracci e quelle fisse esterne sono appositamente conformati e dimensionati. La rotazione dei bracci nel loro tratto finale è interrotta con apposito sistema di fine corsa o da sistema di prelievo dell’energia meccanica residua presente sul braccio.
Momenti meccanici generati sul motore dai bracci aperti e dai bracci chiusi durante la rotazione
Un braccio appena ruotato sul perno rimane bloccato nella nuova disposizione assunta e così disposto viene trascinato dal rotore. Durante la rotazione di un rotore, qualunque sia la variante, i bracci che hanno oltrepassato una testina fissa superiore per dirigersi verso una testina fissa inferiore (che si possono definire bracci discendenti in quanto si dirigono verso la parte inferiore del motore) sono chiusi e bloccati in disposizione parallela all’asse motore, mentre tutti i bracci che hanno oltrepassato una testina fissa inferiore per dirigersi verso una testina fissa superiore (che si possono definire bracci ascendenti in quanto si dirigono verso la parte superiore del motore) sono bloccati in disposizione aperta o radiale e pertanto perpendicolari all’asse motore. Questa disposizione è ben evidenziata nella vista prospettica della variante di motore di figura (3). Il motore comprende un unico rotore (R1) con 18 bracci completi di masse e testine magnetiche, ed un unico dispositivo di compenso dei pesi comprendente una ruota dentata (RD) a dentatura esterna e la massa compensatrice (MC) gravante appoggiata, e ingranata, in posizione superiore. Ancora in fig. 3), un osservatore posto in (OS) che osservi in direzione di (AV) vede girare il motore in senso antiorario: l’asse motore (AM) ruota con verso antiorario e così il rotore (R1) e la ruota dentata (RD) . I bracci chiusi indicati dal riferimento (CHIUSI) sono situati sul lato del rotore che avanza verso il basso e sono disposti in posizione parallela all’asse motore (AM) ; detto lato può essere definito lato discendente del motore o anche lato anteriore del motore rispetto all’asse motore; i bracci aperti (APERTI) sono situati sul lato del rotore che avanza verso l’alto e sono disposti in posizione radiale e pertanto perpendicolari all’asse motore (AM); detto lato può essere definito lato ascendente del motore o anche lato posteriore del motore rispetto all’asse motore; Lo stesso motore di fig. 3) a 18 bracci viene riportato negli schemi di figura (6) e figura (7). In fig. 6) La vista è in sezione laterale, in direzione di (AV): l’asse verticale (AV) perpendicolare all’asse motore (AM) , il rotore (R1), i bracci(1), le masse (5) e le testine magnetiche (4) poste sui bracci, la ruota dentata (RD) principale , i guidabracci (GU) e i sistemi di sgancio (SG), i sostegni (ST) dell’asse motore (AM), con il suo centro (CE) ad altezza (H) sul piano (PO) orizzontale di appoggio del motore, i raggi di sostegno (SR) della ruota dentata (RD). La massa compensatrice (MC), gravante appoggiata in posizione superiore e ingranata alla ruota dentata (RD) con dentatura esterna, comprende il nucleo interno (NU), ai due lati del quale sono posti, corrispondenti tra loro, i fori di attacco (AT) per i tiranti (TIR) . Tali attacchi sono in posizione decentrata rispetto al centro (CM) del nucleo. I tiranti (TIR) sono tesi sugli attacchi fissi (T1) e (T2) posti sui supporti esterni (SU). La corona (CO) perimetrale della massa compensatrice (MC) ha dentatura esterna e il cuscinetto (CS) unidirezionale che sorregge la corona (CO) è frapposto tra la corona (CO) ed il nucleo (NU). In pratica il cuscinetto circonda il nucleo al quale è fissato, e la corona dentata perimetrale della massa compensatrice è fissata sulla parte esterna rotante del cuscinetto. La freccia (D) indica il verso di rotazione del motore, e pertanto dell’asse motore (AM), del rotore (R1) e della ruota dentata (RD), ed è antiorario, mentre la freccia (D1) indica il verso di rotazione della corona (CO) della massa compensatrice (MC) ed è orario. Lo schema di figura 7) ripropone lo stesso motore di figura 6) ad unico rotore e 18 bracci, con analoga vista in sezione laterale da una estremità dell’asse motore in direzione dell’altra estremità dove è posto l’asse verticale (AV) , e sono evidenziati questa volta, oltre all’asse (AV), al rotore (R1) e al verso (D) di rotazione del motore, i bracci chiusi (CHIUSI), paralleli all’asse motore (AM) e proiettati verso l’osservatore, e i bracci aperti (APERTI) disposti in posizione radiale e pertanto perpendicolari all’asse motore (AM). La particolare disposizione assunta dai bracci (APERTI) e (CHIUSI) durante la rotazione del motore, come prima descritto, e che è assunta dai bracci di qualsiasi variante di motore magnetico gravitazionale durante il funzionamento , determina sempre il generarsi costantemente sui rotori, e di conseguenza sull’asse motore, di una forza torcente di verso contrario a quello previsto per la rotazione del motore . Ciò è dovuto al fatto , come si nota nello schema di figura 7), che i bracci aperti (APERTI), rispetto ai bracci chiusi (CHIUSI), presentano le masse, e lo sono anche loro stessi, più lontani dal centro di rotazione (CE) che è il centro dall’asse motore . La forza torcente contraria generata dai bracci aperti (APERTI) perpendicolari all’asse motore, di molto superiore alla forza favorevole alla rotazione generata dei bracci chiusi (CHIUSI) paralleli all’asse motore, si oppone alla rotazione del motore indotta dalle spinte date dalla repulsione tra le testine magnetiche come prima illustrato. Ma tale forza torcente contraria viene però neutralizzata dal dispositivo di compenso dei pesi la cui azione risulta indispensabile e senza la quale il motore si bloccherebbe . La massa compensatrice , opportunamente strutturata nei suoi componenti quali nucleo composto da materiale pesante, corona dentata perimetrale , cuscinetto unidirezionale e attacchi come prima illustrato, e sufficientemente dimensionata nel peso in dipendenza sia della disposizione delle masse ruotanti da compensare sia della specifica posizione e distanza dall’asse motore che essa stessa deve assumere , è disposta appoggiata gravante, e ingranata, sulla ruota dentata principale, trattenuta dal cadere dai tiranti che in pratica la tengono in equilibrio, e trasmette in tal modo sull’asse motore, continuativamente durante la rotazione dello stesso, un forza concorde al verso di rotazione previsto per il motore. L’intensità di tale forza è tale da annullare la forza torcente contraria esercitata dai bracci aperti, e consente alle testine magnetiche di spingere agevolmente il motore in rotazione. Nella stessa figura 7) viene mostrato, per il motore in essa rappresentato che ruota con verso (D), il posizionamento preferito della massa compensatrice, che ingrana la ruota dentata principale (RD) sul lato anteriore discendente del motore, nel punto di contatto (PC) posto sull’asse obliquo (AOB) passante per il centro (CM) del nucleo della massa compensatrice e il centro (CE) dell’asse motore. Detto punto (PC) si trova a 45 gradi, contando i gradi in senso antiorario, dall’asse verticale di riferimento esterno (AV) passante idealmente per il centro (CE). Pertanto, in fig.7), il punto di contatto (PC), il centro dell’asse motore (CE) ed un punto di riferimento (PR) posto sull’asse verticale (AV) formano un angolo di 45 gradi .
Entità della spinta , alternanza di spinte tra le testine, rotazione completa
Come prima illustrato lo sgancio di un braccio di un rotore procura una repulsione magnetica che determina un avanzamento del motore . L’avanzamento prodotto è correlato alla struttura della variante di motore considerata, ed in modo particolare alle sue dimensioni , al peso delle masse rotanti , nonché alle caratteristiche dei magneti permanenti impiegati. L’avanzamento è quantificabile in gradi di rotazione e può anche definirsi spinta. Sommando l’azione successiva di più spinte , ognuna della stessa entità delle altre , dovute alla sequenza di sgancio di tutti i bracci del motore , si ha una rotazione completa del motore . Ogni spinta da un impulso alla rotazione sufficientemente potente da far avanzare il motore in posizione tale che almeno un altro braccio viene sganciato e di conseguenza si ha un’altra spinta alla rotazione . Per la variante di motore rappresentato nella vista prospettica di figura 3) e nelle viste in sezione laterale di figura 6) e figura 7), comprendente un unico rotore (R1) a 18 bracci (1) ed un unico dispositivo di compenso dei pesi, il cosiddetto ciclo di funzionamento, ovvero la modalità di funzionamento, prevede che la spinta sia data, alternativamente, dai bracci transitanti presso la testina fissa superiore (6), e dai bracci transitanti presso la testina fissa inferiore (8): si può anche dire che la spinta viene data, alternativamente, da parte della testina fissa superiore e da parte della testina fissa inferiore. Poichè un braccio interagisce forzatamente , perchè previsto dallo schema costruttivo, tanto con la testina fissa superiore che con quella fissa inferiore (tramite il guidabraccio posto presso ognuno di esse e che rappresenta una barriera presso la quale tutti i bracci devono fermarsi e ruotare sulla staffa per oltrepassarlo) , il totale delle spinte affinchè si completi la rotazione del motore in esame è di 36 spinte (18 bracci x 2 testine fisse di cui una superiore, l’altra inferiore ). Siccome una rotazione completa di 360 gradi è effettuata con 36 spinte complessive, ogni spinta dunque, ognuna uguale alle altre, produce una rotazione del motore di 10 gradi . Va evidenziato che il movimento di rotazione del motore di figura 7), come di qualsiasi altra variante, è intermittente. Esso procede, per così dire, a scatti , dove la rotazione dovuta ad ogni spinta è alternata a momenti di pausa (dell’ordine di un secondo per ogni pausa ) dovuti al tempo necessario per la rotazione sui perni dei nuovi bracci sganciati dalla spinta stessa. Vi sono varianti i motori in cui il ciclo di funzionamento prevede lo sgancio simultaneo di più bracci, i quali possono appartenere anche a rotori diversi e posti a due diversi lati della ruota dentata principale che preferibilmente occupa sempre la posizione centrale sull’asse motore se il motore dispone di più rotori.
Allineamento del motore
L’allineamento è la procedura necessaria per predisporre un qualsiasi motore al corretto funzionamento voluto, e presuppone che siano già state disposte tutte le testine magnetiche fisse previste, il dispositivo di compenso dei pesi, e che ne sia stato stabilito il ciclo di funzionamento, ovvero la sequenza preordinata di sganci dei bracci dei vari rotori presenti. Con l’allineamento viene generata la giusta sequenza voluta di spinte da parte dei bracci dei vari rotori presenti. Ad allineamento avvenuto almeno un braccio di un rotore è pronto per lo sgancio e a ruotare sul perno, e di conseguenza si ha una prima spinta sul motore. Il primo sgancio di un braccio, dopo l’allineamento di un motore, può essere dato con sistema meccanico, manuale ,elettrico o equivalente. In fig. 1) su ogni rotore è presente una tacca (TA) di riferimento che va allineata in riferimento all’asse verticale (AV) posto su una estremità dell’asse motore . Sull’asse motore è prevista una tacca (TM), non visibile, da allineare anch’essa rispetto all’asse verticale (AV). La tacca è sempre rivolta e visibile dal punto di osservazione (OS), posto sull’altra estremità dell’asse motore rispetto all’asse verticale (AV). Le tacche (TA) e (TM), e i punti di osservazione (OS) e (AV) possono essere presenti su tutti i tipi di motori . L’allineamento inizia ruotando l’asse motore in modo che la sua tacca (TM), vista da (OS), raggiunga il punto più alto e sia ruotata di zero gradi rispetto all’asse (AV) e pertanto sia proprio sull’asse verticale (AV) . Una volta allineato, l’asse motore viene trattenuto in tale posizione per l’allineamento dei rotori e il loro fissaggio sull’asse motore . I rotori, temporaneamente liberi dal vincolo con l’asse motore , vengono allineati ruotandoli in modo che la propria tacca (TA), vista da (OS), sia posizionata in alto, in corrispondenza della verticale (AV) . In caso di motori a più rotori , la tacca (TA) di alcuni rotori è allineata spostata da (AV) , ruotata di tanti gradi quanti necessari previsti dal ciclo di funzionamento. L’allineamento prevede altresì che i bracci dei rotori siano predisposti in posizione aperta o chiusa in dipendenza che si trovino sul lato ascendente o discendente del motore . I rotori , dopo l’allineamento , sono bloccati sull’asse motore. Su ogni rotore i bracci possono essere numerati in progressione, così come le staffe , le masse e le testine magnetiche. La prima testina il cui braccio verrà sganciato per primo può essere denominata convenzionalmente testina braccio TB1 .La tacca di allineamento di ogni rotore è posta, sul corpo del rotore medesimo, sul raggio congiungente il centro del rotore con la testina braccio TB1. La disposizione delle testine magnetiche fisse nonché il ciclo di funzionamento del motore di fig. (3), riproposto in figura 6) e figura 7), ad unico rotore con 18 bracci ed unico dispositivo di compenso dei pesi, possono essere precisate avvalendosi di uno strumento grafico denominato circuito della rotazione.
Circuito della rotazione e ciclo di funzionamento del motore
E’ stato già illustrato che la rotazione completa di 360 gradi del motore di figura 3), il cui schema è riportato anche nelle viste in sezione laterale di figura 6) e figura 7), comprendenti un rotore a 18 bracci e due testine fisse una superiore, l’altra inferiore, nonché un unico dispositivo di compenso dei pesi, richiede l’azione di 36 spinte, ognuna delle quali procura una rotazione antioraria di entità pari a 10 gradi. In fig. 3), secondo la direzione di osservazione (OS) verso (AV) il motore ruota in senso antiorario; durante la rotazione avviene, come già illustrato, che le testine sui bracci, quando i bracci che le sostengono transitano presso le testine fisse e ruotano sulle staffe, traslano da un lato all’altro del rotore. Così disposte le testine vengono trascinate dalla rotazione dei rotori insieme ai bracci che le sostengono. In pratica le testine descrivono un’orbita di 360 gradi intorno all’asse motore, metà della quale è percorsa dal lato discendente del motore, come prima specificato, e metà dal lato ascendente. Ad ogni spinta sul motore una testina di braccio si posiziona in pratica in punti successivi dell’orbita equidistanti di 10 gradi. Tutti i punti dell’orbita in cui si posizionano le testine di braccio con i loro centri, dopo ogni spinta su motore, hanno uguale distanza perpendicolare dall’asse motore come stabilito in precedenza . In caso di più rotori, si hanno tante orbite quanti sono i rotori, tutte uguali e idealmente posizionate allo stesso modo presso i rotori essendo uguali i rotori . In fig. (17) il grafico di forma circolare rappresenta nel suo insieme un cosidetto circuito della rotazione riferito al motore di fig. 3) a 18 bracci e due testine fisse, con il quale è possibile procedere all’esatto posizionamento dei componenti del motore. Nel grafico anzidetto di figura 17) sono evidenziate la testina fissa (6) superiore, il suo fissaggio (7) sulla struttura (ST), e la testina fissa (8) inferiore, con il suo fissaggio (9) sulla struttura (ST), e le 18 testine (4) dei 18 bracci del rotore disposte sull’orbita apparente percorsa . Sul rotore (R1) i 36 raggi numerati , in gradi , ed in sequenza progressiva con verso antiorario , riassumono in un solo grafico la serie dei punti equidistanti perpendicolarmente dall’asse motore, detti anche punti orbitali o anche punti dell’orbita apparente o anche punti dell’orbita, che sono occupati dalle testine dei bracci dopo ogni spinta sul motore. Il punto (PR ) è un punto di riferimento dove passa idealmente l’asse verticale (AV) di riferimento esterno parallelo alla direzione della gravità e intersecante il centro (CE) dell’asse motore (AM) . L’asse (AV) si conviene posizionato a zero gradi orbitali. Il punto orbitale corrispondente a zero gradi è indicato con il riferimento (0°) e il raggio che rappresenta zero gradi è proprio su (AV) anch’esso a zero gradi. In (G) è indicata la direzione della gravità. Il riferimento (D) indica il verso di rotazione del rotore, che è antiorario rispetto all’osservatore posto dal lato dell’estremità dell’asse motore opposta ad (AV). Le 18 testine (4) dei bracci sono disposte sull’orbita apparente, ovvero nei punti orbitali contrassegnati dai raggi numerati in gradi. La testina fissa superiore (6) è posizionata nel punto di repulsione superiore ovvero è posizionata presso il punto orbitale (0°) posto a zero gradi dall’asse (AV) , ed interagisce in repulsione con le testine del bracci transitanti, e sganciati, su detto punto orbitale a zero gradi (0°). In questo caso è la testina (TB1) a trovarsi nel punto (0°) e pertanto, il braccio che la sostiene verrà sganciato dal sistema di sgancio e ruoterà sul perno con conseguente spinta alla rotazione dovuta alla repulsione tra la testina (TB1) e la testina fissa (6) superiore. La testina fissa inferiore (8) è posizionata nel punto di repulsione inferiore, ovvero è posizionata presso il punto orbitale (190°) posto a 190 gradi antiorari dall’asse (AV), per dare repulsione alla testine dei bracci che transiteranno, e verranno sganciati, proprio per tale punto orbitale a 190 gradi antiorari da (AV) . Nel caso in esame di figura (17) tale punto a 190 gradi, indicato dal riferimento (190°), non è occupato da alcuna testina ed è libero (LIB). La figura 18) mostra lo stesso circuito della rotazione di fig.17), ma nel momento successivo alla spinta ricevuta da (TB1) della stessa fig. 17). Infatti in figura 18) il rotore (R1) è ruotato rispetto all’asse verticale fisso esterno (AV) di 10 gradi antiorari, appunto una singola spinta, e la prima testina (TB1) si trova ora nel punto orbitale successivo a quello occupato in precedenza e quindi proprio a 10 gradi (10°) antiorari da (AV), e la testina fissa superiore (6) , posta presso il punto orbitale a zero (0°) gradi da (AV) non ha davanti ora alcuna testina di braccio con la quale interagire essendo il punto (0°) libero (LIB) da testine. La testina di braccio (TB10) che in figura 17) si trovava in posizione a 180 gradi (180°) ora si trova , in figura 18) , in posizione a 190 gradi (190°) e pertanto può interagire con la testina fissa inferiore (8) disposta, come già detto, per dare repulsione alle testine dei bracci che transitano , e vengono sganciati, per il punto orbitale (190°) posto a 190 gradi antiorari da (AV). In fig. 17) il posizionamento della testina fissa (6) superiore presso il punto orbitale a zero (0°) gradi e della testina fissa (8) inferiore presso il punto orbitale a 190 (190°) gradi, ovvero presso i rispettivi punti di repulsione come prima specificato, e l’allineamento a zero gradi (0°) della tacca (TA) del rotore (R1) con il conseguente posizionamento della testina (TB1) nel punto di sgancio a zero (0°) gradi , consentono di generare l’esatta serie di sganci dei bracci e pertanto di spinte alternate tra la testina fissa (6) superiore e la testina fissa (8) inferiore , e pertanto di realizzare le 36 spinte che , interessando 2 soli rotazioni sulla staffa di ognuno dei 18 bracci del rotore, portano ad una singola rotazione completa di 360 gradi del motore, secondo il ciclo di funzionamento voluto.
Varianti di motore magnetico gravitazionale
Ogni variante del trovato può avere
qualsiasi numero di rotori, bracci, staffe, masse sui bracci, testine
magnetiche dei bracci, testine magnetiche fisse, guidabracci, sistemi di
sgancio, asse motore, dispositivi di compenso dei pesi. Ogni variante può
sganciare uno o più bracci simultaneamente. Il verso di rotazione
di un motore è unidirezionale, detto anche monodirezionale.
Il motore pertanto ha un unico verso di funzionamento. Il verso di rotazione
è assegnato in fase di progettazione del motore.
Quando un motore è in funzione, il verso di rotazione
è rilevato indifferentemente sui rotori, o sulla ruota dentata
principale o sull’asse motore in quanto i tre componenti ruotano solidali.
Vi sono anche varianti di motore che ruotano più velocemente
con l’aiuto di un motore e varianti che ruotano
solo con l’aiuto di un motore .
Alcune varianti del dispositivo
di compenso dei pesi comprendono:
in fig. 23) una massa compensatrice
(MC) gravante sulla ruota dentata (RD) principale in posizione
esterna superiore con i tiranti (TIR) agganciati agli attacchi posti
ad altezza (HT2) sull’asse orizzontale (AO) passante per (CE), maggiore
dell’altezza su (AO) del punto (CM); figura 24) una vista in pianta
del dispositivo presentato in figura 23) , con particolare evidenza della
disposizione laterale degli attacchi (T1) e (T2) dei tiranti (TIR)
rispetto all’asse motore (AM) alla ruota dentata (RD) ed alla massa compensatrice
(MC) sulla quale si agganciano negli attacchi (AT). - fig. 25) vista prospettiva
di dispositivo di compenso dei pesi con ruote dentate principali a dentatura
interna con masse compensatrici in posizione interna bassa
: una massa compensatrice (MC1) , come prima definita in nucleo,
corona dentata perimetrale, cuscinetto unidirezionale e attacchi, è
ingranata gravante internamente ad una ruota dentata principale (RD1),
che presenta in questo caso dentatura interna (DE1) . La ruota dentata
(RD1) è solidale all’asse motore (AM). La corona dentata perimetrale
della massa compensatrice in questo caso ruota nello stesso verso
della ruota dentata principale (RD1) cui è ingranata e dalla
quale è trascinata , e pertanto il cuscinetto unidirezionale che
sostiene la corona è predisposto a ruotare esclusivamente
con tale verso di rotazione. In questo caso la massa compensatrice
è posizionata in un punto scostato di 135 gradi , nella direzione
di rotazione del motore, dal punto di intersezione della parte superiore
della ruota dentata principale (RD1) con un asse verticale
parallelo alla direzione della gravità e passante per il centro
di (RD1) stessa . Sempre in figura 25) si evidenzia una seconda ruota
dentata principale (RD2), uguale a (RD1) anch’essa imperniata solidale
all’asse motore (AM) e pertanto concorde nella rotazione alla ruota dentata
(RD1). Su (RD2) grava ingranata sulla sua dentatura interna (DE2)
, e nella stessa posizione angolare di (MC1) rispetto a (RD1),
una massa compensatrice (MC2) uguale ad (MC1). Le due masse compensatrici
(MC1) ed (MC2) sono trattenute in posizione da un unico tirante fisso esterno
(TIRU), composto da fune di acciaio, sul quale è disposto
una asse (MAN) che si innesta negli attacchi (AT1) ed (AT2) posti
in posizione decentrata (o anche al centro) del nucleo delle masse
compensatrici (MC1) ed (MC2). L’asse (MAN) è solidale ai nuclei
e gli impedisce loro ruotare su se stessi. L’angolo di tiro, la tensione
del tirante (TIRU) , nonchè l’altezza e la distanza del
supporto fisso esterno (SUU) del tirante sono tali da bloccare
le masse compensatrici nelle posizioni iniziali. In fig.
26) una vista in pianta del dispositivo di figura 25) comprendente due
masse compensatrici (MC1) e (MC2), le ruote dentate principali (RD1)
ed (RD2) , l’asse motore (AM) , gli attacchi (AT1) ed (AT2) e
i centri (CM1) e (CM 2) delle masse compensatrici, il tirante (TIRU)
e il manubrio (MAN) di aggancio tra il tirante (TIRU) e le masse compensatrici.
3) dispositivo esterno di taglio come nell’esempio,
non limitativo, in figura (21). Due masse compensatrici (MC1) ed
(MC2) stringono, per gravità , ingranate ad essa , la ruota
dentata principale (RD) che ruota con verso (D). I supporti (GM) che guidano
le due masse compensatrici, realizzati anche con tubolari telescopici,
fanno in modo che le masse compensatrici, per il loro peso, sono
direzionate a cadere verso la ruota dentata principale, cui si ingranano
in quanto la stessa presenta dentatura laterale. Le masse compensatrici
sono dotate di corona dentata perimetrale ruotante intorno al nucleo della
massa stessa su cuscinetto a movimento unidirezionale interposto
tra nucleo e corona. Il cuscinetto consente alle corone delle masse compensatrici
di ruotare intorno ai rispettivi nuclei solo quando la ruota dentata principale
ruota con verso (D). Le masse compensatrici sono posizionate in un
punto (P) scostato di 90 gradi , nella direzione di rotazione
del motore, dal punto di intersezione della parte superiore della
ruota dentata principale (RD1) con un asse verticale
parallelo alla direzione della gravità e passante anche per
il centro di (RD) stessa.
- dispositivo di compenso dei pesi , come
nell’esempio non limitativo dello schema in pianta di figura
27) comprendente un’unica ruota dentata principale (RD ) con doppia dentatura
interna : da un lato la dentatura interna (DE1) e dall’altro
lato dentatura interna (DE2). Le due dentature sono separate da un setto
(SET) intermediale, o anche da barre radiali di sostegno che partendo dal
centro della ruota dentata si proiettano verso la parte interna della
circonferenza della ruota stessa, in punti di sostegno
posti tra le due dentature. Il setto intermediale, o le barre di
sostegno, presentano al centro un foro per il passaggio e l’attacco
dell’asse motore (AM) con il quale la ruota dentata è
solidale nella rotazione. Sulla dentatura (DE1), e quindi internamente
alla ruota dentata principale (RD) è ingranata, gravante con
il suo peso, una massa compensatrice (MC1) e sull’altra
dentatura (DE2) interna è ingranata, gravante con il suo peso,
la massa compensatrice (MC2) . Il tirante unico (TIRU), posto sul lato
anteriore del motore , aggancia le masse compensatrici nei punti
di attacco (AT1) e (AT2) con un cosiddetto manubrio (MAN) con doppia
curvatura che, protraendosi dal tirante (TIRU), aggira la parte
frontale della ruota dentata e aggancia con le proprie estremità
curvate e adatte all’aggancio, da un lato il punto di
attacco (AT1) posto sulla massa compensatrice (MC1) e dall’altro
lato il punto di attacco (AT2) posto sulla massa compensatrice (MC2).
I punti di attacco sulle masse compensatrici sono posti, sulle stesse,
in posizione centrale o decentrata. L’angolo di tiro e l’altezza
del tirante TIRU , composto anche da fune di acciaio, sono tali da
garantire che le due masse anzidette siano ingranate gravanti
preferibilmente in un punto scostato di 135 gradi, nella direzione
di rotazione del motore, dal punto di intersezione di
un asse
verticale intersecante (RD) nella parte superiore e diretto al centro
di (RD) stessa. Le corone dentate perimetrali delle masse compensatrici,
a dentatura esterna, sono dotate di cuscinetto unidirezionale interposto
tra corona dentata perimetrale ed nucleo interno
pesante e ruotano esclusivamente con lo stesso verso
della ruota dentata principale durante il normale funzionamento del motore.
- Una variante della massa compensatrice prevede
che il cuscinetto unidirezionale sia montato internamente, quindi
al centro, del nucleo pesante della massa compensatrice
stessa ed il cuscinetto, in questo caso, sostiene sulla
sua parte rotante esterna il nucleo stesso. Sul perimetro
esterno del nucleo è presente, solidale al nucleo, la corona
dentata perimetrale con dentatura esterna . Gli attacchi dei tiranti in
questo caso sono fissati sulle estremità laterali del cuscinetto
o sono fissati sulle estremità di un asta , o anche di un
asse, che attraversa, fissata solidale, la
parte centrale forata del cuscinetto. Il cuscinetto è
in pratica il supporto su cui ruota il nucleo e la corona
dentata di questa variante di massa compensatrice . Una massa compensatrice
con nucleo pesante rotante trascinato in rotazione dalla ruota
dentata principale è svantaggiosa in quanto aumenta
la resistenza alla rotazione del motore.
Le Testine magnetiche dei bracci e quelle fisse esterne
Sono realizzate impiegando magneti permanenti, preferibilmente quelli al neodimio–ferro–boro. La forma delle testine è preferibilmente quadrata o circolare e per la loro realizzazione, sia per quelle fisse che per quelle sui bracci, possono essere impiegati magneti singoli o più magneti, accostati lateralmente e anche impilati uno sopra l’altro tramite contatto tra le facce presentanti poli diversi. La parte interna della testina che accoglie i magneti, detta anche base interna, è preferibilmente di ferro, e ha un adeguato spessore atto a presentare i magneti alla giusta distanza di un millimetro quando esse sono contrapposte alle testine fisse. La base interna può essere fissata a sua volta su una base esterna, delle stesse dimensioni, di acciaio antimagnetico che serve pure per il fissaggio. Le testine fisse poste in prossimità di un rotore presentano sempre, esternamente, lo stesso polo magnetico presentato esternamente dalle testine dei bracci del rotore presso il quale sono disposte. La dimensione della loro faccia esterna è preferibilmente uguale a quella dei bracci, ma la carica magnetica può anche essere notevolmente diversa potendosi impiegare per esse più magneti rispetto alle testine dei bracci che dispongono di minor spazio a causa dell’interdistanza tra i bracci. L’impiego di più magneti consente di avere per esse campi magnetici molto intensi ed estesi , in grado di generare forti repulsioni con le testine dei bracci e di allontanarle ancora violentemente anche a notevole distanza dopo il rilascio dei bracci da parte dei guidabracci. La perfetta contrapposizione, in repulsione, di una testina di braccio con una testina fissa, alla distanza minima voluta preferibilmente di un millimetro, necessita di una certa forza: questa forza può essere denominata forza costrittiva; quando viene meno la forza costrittiva, e le testine si allontanano, al momento del rilascio si genera una forza, dovuta alla repulsione, uguale alla forza costrittiva; questa forza può essere denominata forza repulsiva; pertanto i magneti da impiegare sono scelti con i requisiti adatti per generare la forza repulsiva voluta ; questa forza di repulsione, che è la forza che alimenta la rotazione del motore, si può anche esprimere in kg di peso : nello schema collegato di fig. 19) e 20) è illustrato meglio tale concetto: esso rappresenta quasi lo schema di una bilancia con la quale si intende, per così dire, pesare la forza della repulsione tra magneti ad una determinata distanza, in questo caso di un millimetro: il riferimento (G) rappresenta la direzione della gravità; lo stringente (STR2) tiene stretta e ferma una testina magnetica (MAG2) rappresentante una testina magnetica fissa; lo stringente (STR1) collegato allo stantuffo (STA) che scorre nel tubo fisso (TUB) tiene ferma una testina magnetica (MAG1) rappresentante una testina magnetica di braccio; la testine magnetiche (MAG2) e (MAG1) sono rivolte per lo stesso polo magnetico e pertanto sono indotte a respingersi; nella fig. 19) la massa (MAS1) spinge per gravità lo stantuffo (STA) che spinge la testina (MAG1) contro la testina (MAG2) , fino alla distanza (DREP) che dipende dal peso della massa (MAS1) . Se si aumenta il peso della massa (MAS1) , diminuisce la distanza (DREP) . Nella fig. 20) si ha un esempio di situazione pratica: il peso della massa (MAS2) è di 1772 kg, la distanza (DREP) tra la testina (MAG1) e la testina (MAG2) è di un millimetro e le testine sono tenute ferme, in repulsione forzata, dal peso di (MAS2) ; il peso dello stantuffo (STA) è di 10 kg, il peso della testina (MAG1) è di 18 kg; la forza totale applicata per l’accostamento forzato di queste testine ad un millimetro è pertanto di 1800 kg; entrambe le testine possono essere realizzate anche impiegando per ognuna 9 magneti a forma di parallelepipedo; ogni magnete ha le dimensioni di 50 mm x 50 mm, per un altezza di 80 mm ed un peso di kg 1,5: il grado magnetico è N40 da 1,29 TESLA e la direzione di magnetizzazione è assiale attraverso l’altezza di 80 mm , pertanto i poli magnetici si trovano sulle facce da 50 mm x 50 mm ; ogni testina impiega 3 file affiancate da 3 magneti per fila, per un totale di 9 magneti pesanti complessivamente 13,5 kg, tutti rivolti con la stesso polo verso l’esterno della testina che pertanto ha la faccia magnetica esterna di dimensione 150 mm x 150 mm e uno spessore di 80 mm; da questo momento quando si vuole indicare la forza occorrente per avvicinare forzatamente una coppia di testine ad una data distanza, come nell’esempio appena descritto, verrà anche usata la locuzione forza costrittiva; verrà anche detto che “le testine generano una forza repulsiva” per indicare la forza della repulsione magnetica agente sulle testine dei bracci al momento del distacco del braccio dal guidabraccio;
Altri componenti:
E’ compreso un sistema di blocco / sblocco del motore per consentire l’esatto posizionamento delle parti nonchè un sistema per la messa in funzione, che avviene esclusivamente con lo sgancio di un braccio, o più di uno se previsto. La messa in funzione è attivata dopo il posizionamento della massa compensatrice e l’allineamento dei rotori e dell’asse motore. Il primo sgancio di un braccio, dopo l’allineamento di un motore, come già citato , avviene con sistema meccanico, manuale, elettrico o equivalente. Sono previste pure varianti che prevedono un sistema a molla, o meccanico , anche a leva, che inneschi la rotazione dei bracci , o anche l’accelerazione del braccio in rotazione. In entrambi i casi la molla o il sistema meccanico può essere caricato sfruttando una parte dell’energia cinetica acquisita dal braccio al termine della sua rotazione sulla staffa. I guidabracci possono essere realizzati anche con qualsiasi sistema che come una barriera agganci il braccio in qualsiasi punto della struttura del braccio medesimo e non necessariamente sulla coda. Una variante prevede che il contatto tra i bracci e il guidabraccio non sia strisciante ma sia mediato da un sistema a basso attrito quale rulli o sfere o sistema equivalente volvente installati su uno di essi o entrambi; I tiranti della massa compensatrice possono anche essere rigidi, flessibili o inestensibili , ma in questo caso , fig. 7) gli attacchi (T1) e (T2) ) dei tiranti (TIR) , posti sui sostegni fissi (SU), sono basculanti e a basso attrito, ovvero sono realizzati a perno rotante che permette la rotazione dell’estremità dei tiranti sugli attacchi (T1) e (T2) . I tiranti rigidi non sorreggono il peso della massa compensatrice, che grava sempre sulla ruota dentata principale, ma la trattengono ingranata e non la fanno spostare lateralmente o cadere dalla ruota dentata principale; sulla ruota dentata principale a dentatura esterna, o anche interna, può essere presente un cosiddetto bordo perimetrale, simile ad una orlatura, lungo tutta la circonferenza più esterna di entrambe le sue facce laterali; detto bordo , che ha altezza preferibilmente di 3 cm maggiore dell’altezza dei denti della ruota dentata, consente l’innesto della massa compensatrice e la rotazione della sua corona, ma come una guida , ovvero come una barriera, ne impedisce movimenti laterali che potrebbero farla cadere;
SCHEMA GEOMETRICO DI RIFERIMENTO DI FIG. 14 PER LA REALIZZAZIONE PRATICA DI ALCUNE VARIANTI
Prima di descrivere la realizzazione di un motore completo, vengono ora illustrate alcune caratteristiche geometriche da utilizzare come riferimento per la realizzazione pratica di alcune varianti : lo schema di fig. 14) rappresentativo di alcuni elementi di un rotore e che riporta due soli bracci , non limitativo in quanto solo esemplificativo , concerne delle caratteristiche generali che correlano alcuni componenti tra i quali i bracci , le testine fisse e l’asse motore: un braccio (1) sorretto da una staffa (2) tramite un perno(3) dotato di centro(CP1) detto centro del perno , è in transito presso una testina fissa superiore (6) ; detto braccio (1) si trova in posizione radiale , detta anche aperta, e pertanto è perpendicolare all’asse motore (AM); quest’ultimo, è posto in posizione orizzontale e passa centralmente al rotore (R3) , al quale è fissato solidale; il riferimento (F9) indica un braccio con massa, sorretto da una staffa tramite un perno dotato di centro (CP2) ; detto braccio si trova transitante presso una testina fissa inferiore (8) ed è disposto in posizione orizzontale pertanto è parallelo all’asse motore (AM); i due bracci citati in questo schema, senza che ciò comporti una limitazione, sono in posizione diametralmente opposta sul rotore (R3) - gli assi (AA), (AB), e (DST) sono paralleli tra loro e perpendicolari all’asse motore (AM), e all’asse (K) che lo attraversa longitudinalmente al centro. Gli assi ( X), (Y) , (W) e (Z) sono paralleli tra loro e perpendicolare agli assi (AA), (AB) e (DST); l’asse (AB) è un cosiddetto asse di simmetria del rotore (R3) e interseca sia il centro (CP1) del perno (3) della staffa (2) che sorregge il braccio (1) aperto in posizione radiale sia il centro (CP2) del perno della staffa che sorregge il braccio chiuso indicato da (F9), che si trova in posizione parallela all’asse motore ; l’asse (AB) divide pertanto in due parti, preferibilmente uguali, sia il rotore (R3) che il braccio (1) e interseca l’asse motore (AM) nel punto (CAM) posto sul suo asse (K) centrale longitudinale; il centro (CTB1) della testina (4) di braccio (1) è attraversato dall’asse ((Y) che interseca l’asse di simmetria (AB) in (IN) e il centro (CTS) della testina fissa superiore (6) e si proietta sull’asse delle distanze (DST) in (Y1) ; L’asse (Z) interseca il centro (CTI) della testina fissa inferiore (8) quindi interseca l’asse di simmetria (AB) in (IN1) e successivamente il centro (CTB2) della testina del braccio indicato da (F9), quindi si proietta sull’asse cosidetto delle distanze (DST) in (Z1); l’asse delle distanze (DST) interseca l’asse motore in (K1) posto sull’asse (K); l’asse (AA) interseca il centro (CTB1) della testina (4) di braccio, quindi l’asse motore nel punto (N) posto su (K) e il centro (CTI) della testina fissa inferiore (8) ; l’asse (X) interseca (AB) nel punto denominato parte terminale (PTB) del braccio; tale punto (PTB) rappresenta l’estremità del braccio (1) più lontana dalla staffa (2) e sulla quale è disposta la massa (5); l’asse (X) si proietta infine sull’asse delle distanze (DST) nel punto (X1) ; l’asse (W) interseca il centro (CP1) del perno del braccio (1) e si proietta su (DST) in (W1) ; per fare in modo che la rotazione dei bracci di un rotore qualsiasi comporti la perfetta contrapposizione delle testine magnetiche dei bracci a quelle fisse , deve risultare tutto quanto segue: il centro (CP1) del perno che sorregge un braccio qualsiasi quando transita presso una testina fissa superiore dista dal punto (CAM) di analoga distanza di quanto dista dal punto (CAM) il centro (CP2) del perno che sorregge un braccio qualsiasi quando transita presso una testina fissa inferiore ; tale distanza è data dai segmenti (CP1)-(CAM) e (CP2)-(CAM) , che sono uguali, e sono uguali pure a (W1)-(K1) posto sull’asse delle distanze (DST); il centro (CTB1) della testina (4) di braccio dista perpendicolarmente dall’asse motore di analoga distanza di quanto dista perpendicolarmente dall’asse motore il centro (CTS) della testina fissa superiore (6); nel grafico questa distanza è uguale a quella del segmento (Y1)-(K1) sull’asse delle distanze (DST) ; la distanza perpendicolare che intercorre dal centro (CTI) della testina fissa inferiore (8) dall’asse motore, e la distanza perpendicolare che intercorre tra il centro (CTB2) della testina del braccio indicato da (F9) e l’asse motore , sono uguali ed entrambe sono uguali al segmento (Z1)-(K1) ; I segmenti (Y1)-(K1) e (Z1)-(K1) sono uguali ; il centro (CTB1) della testina (4) di braccio e il centro (CTS) della testina fissa superiore(6) hanno medesima distanza dal punto (IN) posto sull’asse di simmetria (AB); la distanza che separa il punto (IN) dal centro (CP1) del perno è uguale a quella che separa (IN) dal centro (CTB1) della testina di braccio, ed è uguale a quella che separa (IN) dal centro (CTS) della testina fissa superiore (6); il centro (CTI) della testina fissa inferiore (8) e il centro (CTB2) della testina del braccio indicato da (F9) sono equidistanti da (IN1), posto sull’asse di simmetria (AB) , e la medesima distanza intercorre tra il centro (CP2) del perno con il punto (IN1). La distanza (CP1)-(IN) è uguale alla distanza (CP2)-(IN1) ; la distanza (CTB1)-(CTS) è uguale a (CTI)-(CTB2); Una cosiddetta lunghezza utile dei bracci, uguale per tutti i bracci di un motore, è misurata dal centro (CP1) del perno che lo sorregge fino al punto parte (PTB) terminale del braccio , dove viene fissata la massa pesante (4); la lunghezza utile del braccio è data anche dal segmento (W1)-(X1), uguale a (CP1)-(PTB) ; a questa lunghezza si aggiunge la parte terminale del braccio cosiddetta coda del braccio che è a contatto con la staffa, avente dimensioni compatibili o uguali alla staffa stessa e che può presentare una sagomatura, simile a una sporgenza, anche a forma di coda di rondine, che fuoriesce dalla linea longitudinale esterna del braccio, atta ad essere intercettata dal guidabraccio; l’altezza della massa (5) posta sul braccio (1) è data dal segmento (HM), la cui proiezione sull’asse delle distanza è data dal segmento (X1)-(HM1) mentre la larghezza è data dal segmento (LM) ; l’altezza e la larghezza delle masse sui bracci sono tali da fare in modo che lo spessore delle masse sia adeguato a garantire, nel contempo, sia il peso voluto per le masse stesse sia la loro capienza nello spazio disponibile tra le altre masse quando i bracci sono piegati e pertanto più vicini all’asse motore . Vengono ora mostrati 3 esempi di realizzazione pratica di motore :
esempio n. 1: REALIZZAZIONE PRATICA DI UNA VARIANTE DI MOTORE MAGNETICO GRAVITAZIONALE A 4 ROTORI
La variante proposta è la variante di figura 1) con quattro rotori ed un unico dispositivo di compenso dei pesi: un asse motore (AM) metallico di lunghezza 18 metri , diametro 18 cm, peso 3500 kg è sostenuto da cuscinetti (CU) a sfera sorretti da struttura metallica (ST) appoggiata ai sostegni (SO) alti in modo che l’asse motore abbia i centri delle due estremità a 3 metri di altezza dal piano di appoggio dei sostegni (SO). I rotori (R1) , (R2), (R3) ed (R4) hanno un diametro ciascuno di 26 cm. escluse le staffe, e una larghezza di 10 cm. e sono costituiti da un disco di acciaio di 40 kg di peso ognuno escluse le staffe e i bracci, e fissati al centro con l’asse motore (AM) cui sono solidali nella rotazione. Sul perimetro esterno di ogni rotore sono disposte, ad intervalli uguali, dieci staffe uguali dotate di perno rotante su ognuna delle quali è disposto un braccio dotato di una massa e di una testina a magneti permanenti. Per chiarezza sono evidenziati solo alcuni esempi di tali componenti, tutti delle stesse dimensioni: un braccio (1), una massa (5) su braccio, una staffa (2), un perno (3), una testina magnetica (4). Sui rotori , presso ogni staffa, è previsto un sistema di bloccaggio del braccio come già descritto : in fig. 8 ) lo spinotto (13) penetra nei fori (15) presenti sulla camma (14) presente sul braccio (1) ed è azionato dalla collisione tra la leva (L) dotata di molla (M) con sistema di sgancio (SG) comprendente un’astina con molla. In fig. 1) su ogni rotore è posta una tacca (TA) visibile dal punto di osservazione (OS) posto su un lato dell’asse motore. Sull’altro lato è posto il riferimento verticale (AV) passante idealmente per il centro dell’asse motore e serve per l’allineamento del motore. Visto da (OS) in direzione di (AV) l’asse motore (AM), e pertanto tutto il motore, ruota con verso antiorario. I rotori (R1) ed (R2) dispiegano i bracci in direzione (dir1) verso (OS) mentre i rotori (R3) ed (R4) in direzione (dir2) verso (AV). Sull’asse motore è disposta, solidale, a eguale distanza dalle due estremità dello stesso, una ruota dentata (RD) principale di acciaio con dentatura esterna a profilo a basso attrito, del diametro di 2,5 metri , larga 40 cm e del peso di 700 kg, su cui grava, appoggiata e ingranata tramite corona (CO) dentata perimetrale esterna con profilo dei denti a basso attrito, una massa compensatrice (MC) del peso di 2600 kg. , con nucleo anche di piombo, dal diametro di 100 cm e larga 35 cm, trattenuta in posizione da 2 tiranti (TIR) agganciati ognuno ad un lato della massa compensatrice tramite gli attacchi (AT), posti sui due lati del nucleo (NU) in posizione decentrata , ad una distanza dal centro (CM) preferibilmente di 35 cm. I due attacchi (AT) sono corrispondenti tra loro e possono essere composti anche da un unico asse che fuoriesce da entrambe del facce del nucleo (NU) . I tiranti (TIR) sono composti da funi di acciaio e sono fissati e tesi uno sull’attacco (T1) e l’altro sull’attacco (T2) posti sui supporti (SU) posizionati sul lato posteriore ascendente del motore , ovvero dalla parte dell’asse motore dove i bracci dei rotori avanzano verso l’alto. Come nell’esempio di fig. 7) i supporti (SU) sono alti (T-H2)= 3 metri ciascuno sul piano (PO) orizzontale di appoggi del motore , e le loro estremità distano dal centro dall’asse motore, secondo il segmento (T-CE) 1,9 metri. Gli attacchi (T1) e (T2) hanno un’altezza propria di 30 cm, ed essendo posti sui supporti (SU) alti 3 metri , hanno un’altezza dal piano orizzontale (PO) di appoggio del motore di 3,3 metri. Il posizionamento di (T1) e (T2) è anche visibile nello schema di dispositivo di compenso dei pesi visto in pianta in fig. 24). In fig. 1) La corona (CO) dentata perimetrale della massa compensatrice è fissata intorno al nucleo (NU) tramite cuscinetto unidirezionale come già illustrato in precedenza; la ruota dentata (RD) principale, vista da (OS) ruota con verso antiorario, mentre la corona (CO) dentata perimetrale della massa compensatrice (MC), vista da (OS) ruota solo con verso orario essendo dotata del citato cuscinetto unidirezionale appositamente congegnato a tale scopo, e non visibile in fig. 1) . Vista da (OS) la massa compensatrice (MC) è ingranata sulla ruota dentata (RD) dal lato anteriore discendente del motore, ovvero dal lato dell’asse motore dove i bracci dei rotori si dirigono verso il basso, ed è posta, secondo la vista da (OS) verso (AV) , a 45 gradi antiorari da (PR) su (AV). La struttura della massa compensatrice e meglio visibile nello schema di fig. 7) dove un cuscinetto (CS) unidirezionale circonda il nucleo (NU) della massa compensatrice (MC) e la corona dentata (CO) perimetrale circonda il cuscinetto (CS). Lo schema posizionale di figura 2), rappresenta la disposizione lungo l’asse motore di alcuni componenti del motore oggetto del presente esempio di realizzazione e riporta, ai soli fini di maggiore chiarezza, solo due bracci per ogni rotore . Su ogni braccio (1) una massa pesante (5) e una testina a magneti permanenti (4) , il perno (3) della staffa (non visibile, che sorregge il braccio); la ruota dentata principale (RD) fissata al centro della lunghezza dell’asse motore (AM) , pertanto a distanza uguale da (OS) e da (AV) posti sulle estremità dell’asse motore . I rotori (R2) e (R3) distano 50 cm ciascuno dalla ruota dentata (RD). Il rotore (R1) dista dal rotore (R2) 3,2 metri e il rotore (R4) dista 3,2 metri dal rotore (R3). Sempre in fig. 2) sono posizionate ai lati di ogni rotore, una testina fissa superiore (6) , con relativo fissaggio (7), e una testina fissa inferiore (8) con fissaggio (9). L’esatto posizionamento delle testine fisse nei rispettivi punti di repulsione è meglio precisato più avanti nella descrizione. Ai lati dei rotori e presso ogni testina fissa, sono posizionati un sistema di sgancio (SG), e un guidabraccio (GU) . Lo schema di funzionamento dei sistemi di sgancio e dei guidabracci è stato già illustrato e si richiama pertanto la parte di descrizione che riguarda le figure 8), 9),10) e 11),12),13) . Le 10 staffe dotate di perno sono disposte sul perimetro esterno di ognuno dei rotori a intervalli uguali di 36 gradi . Le staffe sono dimensionate in modo che, richiamando la figura 14) il centro (CP1) del perno di ognuna delle 10 staffe installate su tutti e quattro i rotori, si trova, per questa variante oggetto di realizzazione pratica, alla distanza di 18,873 cm dal punto (CAM) posto sull’ asse (K) passante longitudinalmente per il centro dell’asse motore; pertanto anche la distanza (CP2)-(CAM) è di 18,873 cm, come anche gli altri centri dei perni delle staffe non riportate. Il centro (CTS) della testina fissa (6) superiore e il centro (CTI) della testina fissa inferiore si trovano, per questa variante, ad una distanza perpendicolare di 31,373 cm dall’asse (K), ovvero dal centro dell’asse motore, e tale distanza vale per tutte le testine fisse del motore. La distanza perpendicolare del centro (CTB1) della testina di braccio dall’asse (K), e pertanto dal punto (N), è di 31,373 cm ed è uguale per tutte le testine di braccio quando i bracci sono bloccati in posizione radiale. Per tutti i bracci del motore: la distanza (CTB1)-(IN) di questa variante è di 12,5 cm così come la distanza (CTS)-(IN) è la stessa di 12,5 cm e così pure di 12,5 cm è la distanza (IN)-(CP1);Le distanze (CTB2)-(IN1), (CTI)-(IN1), (IN1)-(CP2) e (IN)-(CP1) sono uguali; i supporti (7) delle testine fisse superiori , i supporti (9) delle testine fisse inferiori e i supporti (S4) delle testine dei bracci sono dimensionati in modo che tali misure sono rispettate; la cosiddetta lunghezza utile del braccio è data dalla distanza (PTB)-(CP1) ovvero dalla parte terminale del braccio e il centro del perno , e misurata sull’asse delle distanze è data dal segmento (X1)-(W1) che risulta di 170 cm. Ogni braccio è largo 4 cm, lo spessore 4 cm e pesa 20 kg.; la coda del braccio è lunga anche 5 cm , sagomata anche a ventaglio o qualsiasi altra forma idonea al contatto con il guidabraccio; la massa (5) ha larghezza (LM) 16 cm e altezza (HM) di 84 cm , e uno spessore di 5,3 cm, per un peso di 80 Kg , di piombo o altro materiale pesante . I bracci, e anche le masse, sono morfologicamente conformati, sia nello spessore che nella forma rettilinea dell’affusto, in modo anche irregolare ; quando i bracci si trovano in posizione radiale presso le testine fisse superiori, a causa della loro conformazione non hanno equilibrio una volta sganciati e ruotano liberamente sulle staffe; le masse sono posizionate sulla parte terminale (PTB) dei rispettivi bracci, anche in modo asimmetrico ovvero spostate verso un solo lato dell’asse (AB) centrale longitudinale dei bracci stessi passante per i punti (CP1) e (CP2), con rapporto di spostamento di 9 parti dal lato del braccio interno alla rotazione del braccio stesso quando esso è in posizione radiale ed è sganciato, e 7 parti dall’altro lato , e possono essere anche smussate o irregolari nel profilo in modo da garantire che la rotazione dei bracci avvenga spontaneamente una volta sganciati; Per questa variante le testine magnetiche dei bracci e quelle fisse hanno faccia esterna di forma quadrata di dimensione 150 mm per 150 mm , e possono ospitare magneti preferibilmente alti fino a 80 mm di altezza; tutte le testine, sia di braccio che quelle fisse hanno stesse dimensioni e forma, e uguale carica magnetica ; le testine di braccio e quelle fisse presentano esternamente lo stesso polo magnetico; per questa variante è previsto che la carica magnetica delle testine sia tale che la contrapposizione forzata di una testina di braccio con una testina fissa , con posizione delle facce esterne in perfetto assetto frontale parallelo, richieda una forza peso di 1800 kg per avvicinarle alla distanza di un millimetro; viene pertanto generata una forza repulsiva di 1800 kg. nell’istante in cui ogni braccio sganciato è rilasciato dal guidabraccio; per realizzare questo tipo di testine possono essere progettati singoli magneti, anche a base di Neodimio, delle dimensioni delle testine stesse o magneti di minori dimensioni da usare in formazioni multiple . Sono adatti allo scopo anche i magneti al NeodimioFerro-Boro tipo N40 da 1,29 TESLA a forma di parallelepipedo di dimensioni 50 mm x 50 mm x 80 mm di altezza e peso 1,5 kg. ciascuno. La direzione di magnetizzazione di questo tipo di magneti è assiale attraverso l’altezza di 80 mm, per cui i poli magnetici si presentano sulle facce aventi dimensione 50 mm x 50 mm. Le singole testine , sia quelle fisse che quelle dei bracci, sono realizzate ognuna affiancando, per i lati piani di 80 mm, 3 file di 3 magneti , per un totale di 9 magneti per testina, in modo che tutti e 9 i magneti si presentano verso l’esterno della testina con le facce da 50 mm x 50 mm e con lo stesso polo magnetico. Si ottiene una superficie magnetica esterna della testina di 150 mm x 150 mm, e uno spessore di 80 mm. La base interna della testina su cui appoggiano i magneti con le loro facce da 50 mm x 50 mm è di ferro di adeguato spessore o anche di materiale misto o anche antimagnetico e sorregge una cornice perimetrale metallica antimagnetica che contorna tutta la testina tenendo fermi i magneti e che non interferisce con l’accostamento delle testine. Tutte le testine pesano preferibilmente ognuna 20 kg di cui 13,5 di soli magneti. Il ciclo di funzionamento di questa variante a 4 rotori prevede lo sgancio simultaneo di 2 bracci per volta, e pertanto si ha una forza spingente repulsiva di 3600 kg nell’istante in cui i due bracci coinvolti sono rilasciati dai rispettivi guidabracci. In fig. 1) I due bracci sganciati simultaneamente appartengono sempre a rotori diversi e posti sempre ai lati opposti della ruota dentata principale; è prevista l’alternanza di sganci tra i rotori secondo la seguente sequenza ripetitiva: si ha uno sgancio iniziale, simultaneo, del braccio transitante presso la testina fissa superiore del rotore (R1), e del braccio transitante presso la testina fissa superiore del rotore (R4); si ha quindi successivamente uno sgancio, simultaneo, del braccio transitante presso la testina fissa inferiore del rotore (R1), e del braccio transitante presso la testina fissa inferiore del rotore (R4); si ha quindi successivamente lo sgancio, simultaneo, del braccio transitante presso la testina fissa superiore del rotore (R2), e del braccio transitante presso la testina fissa superiore del rotore (R3); si ha quindi successivamente lo sgancio, simultaneo, del braccio transitante presso la testina fissa inferiore del rotore (R2), e del braccio transitante presso la testina fissa inferiore del rotore (R3). Dopo questa prima serie di 4 sganci che, procurando quattro spinte alla rotazione, hanno interessato una sola volta tutte le otto testine fisse presenti e due bracci per ogni rotore, i quali bracci ruotati hanno effettuato una sola rotazione e presso una sola delle due testine fisse presenti per ogni rotore, la sequenza di sganci si ripete ricominciando con lo sgancio di altri bracci transitanti presso le testine fisse superiori dei rotori (R1) ed (R4) come appena descritto. Una singola rotazione di 360 gradi del motore si ha con 40 spinte complessive. Ogni spinta coinvolge, come già detto , 2 bracci per volta . Ad ogni sgancio, e pertanto ad ogni spinta, il motore avanza di 9 gradi. Essendo in fig. 14) il centro (CTB1) della testina di braccio distante perpendicolarmente dall’asse (K), passante longitudinalmente per il centro dell’asse motore, pari alla distanza (Y1)-(K1), qui determinata in 31,373 cm , si ha che tale valore rappresenti, per ognuno dei rotori, il raggio dell’orbita apparente descritta dai centri delle testine di braccio intorno all’asse motore, e che tale orbita è lunga pertanto 197,122 cm . Essendo 40 le spinte necessarie per una sola rotazione del motore, si ha che una singola spinta procura un avanzamento sull’orbita del centro delle testine di braccio di 4,928 cm, pari a 9 gradi di rotazione del rotore (e del motore). La parte magnetica delle testine di braccio più vicina all’asse motore, essendo le testine di dimensione 150 mm x 150 mm, ruota su un’orbita apparente lunga 150 cm, e pertanto ad ogni spinta detta parte della testina avanza nella rotazione di 3,75 cm. Il circuito della rotazione di questo motore, comprendente la fig. (15) e la fig. (16), consente di specificare sia l’esatto posizionamento delle testine fisse del motore presso l’orbita percorsa dalle testine di braccio, sia l’esatto l’allineamento del motore per la perfetta esecuzione del ciclo di funzionamento citato : dal grafico riprodotto in dette figure, l’orbita apparente descritta dalle testine di braccio di ognuno dei rotori è suddivisa in 40 punti orbitali individuati dai raggi numerati in sequenza antioraria di 9 gradi. Su entrambe le figure 15) e fig. 16) il verso (D) di rotazione del motore è antiorario rispetto all’osservatore che ha di fronte (AV) . Il punto zero gradi dell’orbita, valente per tutti e quattro i rotori essendo le 4 orbite uguali, è indicato dal riferimento (0°) ed è posto su (AV). Le testine fisse superiori (6), tramite sistema di fissaggio (7) installato su struttura (ST), sono posizionate presso ciascuno dei rotori presso il punto di repulsione superiore ovvero presso il punto orbitale a zero (0°) gradi per dare repulsione alle testine dei bracci transitanti, e sganciati, sul punto orbitale a zero (0° ) gradi. Le testine fisse inferiori (8), tramite sistema di fissaggio (9) installato su struttura (ST), sono posizionate presso ciascuno dei rotori presso il punto di repulsione inferiore ovvero presso il punto orbitale a 189 gradi (189°) per dare repulsione alle testine dei bracci transitanti, e sganciati, sul punto orbitale 189 gradi(189°). L’allineamento del motore oggetto del presente esempio di realizzazione pratica , facendo riferimento alla parte di descrizione illustrante le modalità generali dell’allineamento dei motori , prevede il seguente schema : in fig. 15) e in fig. 16) la tacca (TM) posta sull’asse motore è allineata in alto, a zero (0°) gradi e quindi proprio su (AV); in fig. 15) il rotore (R1) ha la tacca (TA) rivolta verso l’alto anch’essa su (AV) e quindi a zero (0°) gradi. La testina di braccio denominata (TB1) si trova a zero (0°) gradi, e il braccio che la sostiene è in posizione pronta per lo sgancio . ). Il rotore (R4), che non è riportato in fig. 15), poiché sgancia i suoi bracci in simultanea a (R1), ha identico allineamento del rotore (R1) e pertanto ha anch’esso la tacca (TA), non visibile, allineata a zero (0°) gradi antiorari e quindi proprio su (AV). In fig, (16) il rotore (R2) ha la tacca (TA) allineata a 342 gradi (342°) antiorari dal punto (0°) zero gradi posto su (AV). Il rotore (R3), che non è riportato in fig. 16), poiché sgancia i suoi bracci in simultanea a (R2), ha identico allineamento del rotore (R2) e pertanto ha anch’esso la tacca (TA), non visibile, allineata a 342 gradi antiorari dal punto zero posto sull’asse (AV) ; per maggiore chiarezza si richiama la fig. 1) dove i rotori (R1) ed (R4) , visti da (OS) verso (AV), sono allineati con la tacca (TA) posta su ognuno rivolta verso l’alto e allineata perfettamente su (AV) mentre i rotori (R2) ed (R3), visti da (OS) verso (AV) sono allineati ognuno con la propria tacca (TA) rivolta a 342 gradi antiorari da (PR) su (AV). La messa in funzione del motore prevede lo sgancio manuale o elettrico dei primi due bracci predisposti appositamente dall’allineamento, in questo caso dai bracci situati presso le testine fisse superiori dei rotori (R1) ed (R4). Il blocco del motore può essere realizzato con freno ad attrito posto sull’asse motore.
esempio n. 2 : REALIZZAZIONE DI VARIANTE A 2 ROTORI ED UN DISPOSITIVO DI COMPENSO DEI PESI A 2 MASSE COMPENSATRICI
- I due rotori sono provvisti di 18 bracci ciascuno . Su ogni braccio, è posizionata una massa pesante e una testina a magneti permanenti. In fig. 4) è visibile uno schema posizionale del motore con i rotori (R1) ed (R2) ; per maggiore chiarezza e al fine di mostrare meglio la disposizione dei componenti sono riportati solo alcuni dei 18 bracci presenti per ogni rotore: bracci (1) con le masse (5), le testine (4) a magneti permanenti poste sui bracci, i perni (3) delle staffe che sorreggono i bracci . I rotori, composti da dischi metallici di 40 cm. di diametro, escluse le staffe e i bracci, hanno un peso ciascuno di 60 kg e sono larghi 10 cm. . Ogni rotore dispone di 18 staffe equidistanti che sorreggono ognuna un braccio, e presso ogni staffa è disposto il sistema di blocco del braccio come già illustrato precedentemente. I riferimenti (F2), (F4), (F8) ed (F10) indicano le direzioni di rotazione dei bracci (1) dei rotori; tra i due rotori , equidistanti dal centro dell’asse motore (AM) alto da terra 3,5 metri, lungo metri 10, diametro 18 cm e pesante 1800 kg, sono disposte , solidali ad esso e distanti tra loro di 80 cm, due grosse ruote dentate (RD1) ed (RD2), a dentatura interna e del diametro di metri 3 ciascuna , larghe 50 cm l’una e pesanti ognuna 1000 kg; Il rotore (R1) dista da (RD1) 50 cm; il rotore (R2) dista da (RD2) 50 cm; In fig. 25), lo schema rappresentativo di un motore a due rotori (R1) e (R2) e con analogo dispositivo di compenso dei pesi, su (RD1) è disposta gravante internamente a 135 gradi antiorari da ( AV) visto da (OS) , dal lato anteriore discendente del motore secondo la direzione di rotazione (D), ingranata alla dentatura interna (DE1) , una massa compensatrice (MC1) di diametro di 100 cm. larga 40 cm, del peso di 2500 kg. di piombo. Su (RD2) è disposta gravante internamente a 135 gradi antiorari da ( AV) visto da (OS) , sul lato discendente del motore secondo la direzione di rotazione (D), ingranata alla dentatura interna (DE2), la massa compensatrice (MC2) del diametro di 100 cm larga 40 cm e pesante 2500 kg di piombo. Le masse compensatrice (MC1) ed (MC2) sono provviste ognuna di corona dentata perimetrale esterna ruotante su cuscinetto unidirezionale meccanicamente congegnato per ruotare intorno al nucleo della massa compensatrice in un solo verso, e quando le ruote dentate (RD1) ed (RD2) ruotano normalmente con il motore secondo la direzione (D), trascinano nella rotazione le corone dentate di queste masse compensatrici (MC1) ed (MC2) nello stesso verso (D). Le masse compensatrici (MC1) ed (MC2) sono agganciate al tirante unico (TIRU) tramite un manubrio (MAN) che penetra negli attacchi (AT1) ed (AT2) posti in posizione decentrata, anche a 35 cm dal centro, dei nuclei delle masse compensatrici stesse. Il tirante (TIRU) è teso sul supporto unico (SUU) ; detto supporto è fisso ed è posto a terra sul lato anteriore discendente del motore e distante anche un metro e mezzo dalle masse ed è alto anche 1 metro ; i tirante (TIRU) è teso ed angolato in modo tale da non far spostare le masse dal punto di ingranamento , ovvero ingranaggio, a 135 gradi antiorari da (AV) visto da (OS) ed è composto preferibilmente da fune di acciaio. In fig. 4) presso ogni rotore è disposta una testina fissa (6) in posizione superiore, su fissaggio (7) disposto sulla struttura (ST), e una testina fissa (8) inferiore su fissaggio (9) disposto su struttura (ST) ; presso ogni testina fissa è disposto un sistema di sgancio (SG) e un guidabraccio (GU), già descritti; l’asse motore (AM) è sostenuto da cuscinetti (CU) a sfera impegnati sulla struttura (ST) sostenuta dai sostegni (SO). Su entrambi i rotori è presente, non visibile, una tacca (TA) per l’allineamento, rivolta verso il punto di osservazione (OS) posto sull’estremità dell’asse motore dal quale si osserva l’asse verticale (AV) posto sull’altra estremità dell’asse motore. Le 18 staffe su ognuno dei due rotori sono disposte a distanza uguale di 20 gradi l’una dall’altra e, con richiamo alla descrizione dello schema di riferimento di fig. 14) le staffe sono tutte dimensionate affinché: la distanza del centro del perno (CP1) dal punto (CAM) è di 26,513 cm , ed è analoga a (CP2)-(CAM); Il punto (IN) di ogni braccio dista dal centro (CP1) del perno della staffa che sorregge il braccio medesimo di 15 cm; la distanza (IN)-(CTB1) e (IN) –(CTS) risulta di 15 cm, ed è uguale a (CTI)-(IN1), (CTB2)-(IN1) e (IN1)-(CP2) ; la distanza perpendicolare del centro (CTB1) della testina di braccio dall’asse (K) e la distanza del centro (CTS) della testina fissa superiore dall’asse (K) è di 41,513 cm, che è la stessa distanza perpendicolare del centro (CTI) della testina fissa inferiore dall’asse (K), ed è uguale a (Z1)-(K1). I supporti (7) e (9) di tutte le testine fisse sono dimensionati a sostenere le testine fisse a tali distanze. La dimensione di tutti i bracci , dal punto di aggancio con il centro (CP1) del perno alla parte terminale (PTB) del braccio, è di 210 cm. La coda dei bracci è lunga preferibilmente 5 cm. Ogni braccio pesa 40 kg e ha spessore di 50 mm x 50 mm. La massa (5), disposta su ogni braccio nel punto (PTB), ha dimensione altezza (HM ) uguale a 84 cm e larghezza (LM) uguale a 16 cm per uno spessore di 5,5 cm e peso 140 kg, composte di materiale ad elevata densità, anche uranio impoverito o tungsteno. Le masse, tutte uguali, sono disposte sui bracci, rispetto all’asse longitudinale (AB) , in modo che 9 parti di esse sono disposte sul lato del braccio interno alla rotazione del braccio stesso quando esso passa dalla disposizione radiale a quella orizzontale , mentre 7 parti sono sporgono dall’altra. Il braccio ha un affusto asimmetrico rispetto al suo asse longitudinale e quando si trova in posizione radiale ed è sganciato, ruota sulla staffa per mancanza di equilibrio . La forza repulsiva espressa dalla contrapposizione di una testina di braccio con una fissa di questa variante, alla distanza di 1 mm (un millimetro), è di 3600 kg. Le testine magnetiche dei bracci, tutte uguali, hanno dimensione della faccia magnetica esterna di 20 cm x 20 cm e uno spessore di 70 mm; le testine fisse hanno la faccia magnetica esterna delle stesse dimensioni di quelle dei bracci, ma variano nello spessore che è di 140 mm: entrambi i tipi possono essere realizzate con singoli magneti appositamente progettati, anche a base di Neodimio; possono essere realizzate anche nel seguente modo per entrambi i tipi di testine: una base interna in ferro con base esterna in acciaio antimagnetico e una cornice perimetrale antimagnetica atta a tenere fermi i magneti; per ogni testina di braccio, pesante 28 kg dei quali 20,8 kg. di soli magneti, sono impiegati 8 magneti al Neodimio-Ferro-Boro a forma di parallelepipedo da mm 100 x mm 100 alti 35 mm , pesanti ognuno 2,6 kg, del tipo N 52 con carica magnetica da 1,43 TESLA dotati di magnetizzazione assiale attraverso l’altezza di 35 mm. I magneti sono disposti sulla base piana interna della testina di dimensione 20 x 20 cm, con un primo strato di 2 file affiancate da 2 magneti ciascuno, per un totale di 4 magneti . Su questo primo strato è deposto infine un altro strato composto da 2 file affiancate da 2 magneti ciascuna, per un totale di altri 4 magneti. Gli 8 magneti complessivi della testina sono pertanto impilati a 2 per volta secondo le facce che si attraggono e i 4 magneti che si affacciano all’esterno della testina presentano ognuno la stessa faccia da 100x100 mm e lo stesso polo magnetico. Le testine magnetiche fisse hanno la faccia esterna della stessa dimensione di 20 cm x 20 cm di quelle dei bracci e utilizzano lo stesso tipo di magnete pertanto si ha una faccia esterna della testina di 4 x 4 magneti ognuno da 100 mm x100 mm, presentanti lo stesso polo magnetico e lo stesso aspetto delle facce esterne delle testine sui bracci. Ma in questo caso lo spessore varia essendo gli strati sovrapposti 4 , ovvero per ognuno dei 4 magneti che si presentano affacciati all’esterno della testina fissa ve ne sono altri 3 sottostanti, impilati tra loro secondo le facce che si attraggono, per un totale di 16 magneti per testina. Il peso di ogni testina fissa è di 50 kg. dei quali 41,6 kg. di soli magneti. Il ciclo di funzionamento di questo motore prevede lo sgancio simultaneo di 2 bracci per volta. Poiché per ogni braccio sganciato si produce una forza repulsiva di 3600 kg., nell’istante in cui i due bracci coinvolti sono rilasciati dai rispettivi guidabracci e le testine si trovano alla distanza minima di 1 mm (un millimetro) si ha pertanto una forza repulsiva complessiva iniziale di 7200 kg. In fig. 4) Vi è una prima spinta a seguito dello sgancio simultaneo del braccio transitante presso la testina fissa superiore del rotore (R1) e del braccio transitante presso la testina fissa inferiore del rotore (R2); si ha quindi una nuova spinta a seguito dello sgancio simultaneo del braccio transitante presso la testina fissa inferiore del rotore (R1) e del braccio transitante presso la testina fissa superiore del rotore (R2); la sequenza appena illustrata da questo momento si ripete interessando tutti gli altri bracci, non riportati per chiarezza, e affinchè si completi una rotazione completa di 360 gradi del motore servono complessivamente 36 spinte ognuna delle quali produce un avanzamento nella rotazione di 10 gradi. Affinchè si abbia la giusta sequenza di sganci , il circuito della rotazione di fig. 5) e 5bis) illustra l’esatto posizionamento delle testine fisse nei rispettivi punti di repulsione e l’allineamento dei rotori: dal grafico riprodotto in dette figure, l’orbita apparente descritta dalle testine di braccio di ognuno dei rotori è suddivisa in 36 punti orbitali individuati dai raggi numerati in sequenza antioraria di 10 gradi. Per entrambi i rotori (R1) ed (R2) il posizionamento della testina (6) fissa superiore è disposto in modo che essa dia repulsione alle testine (4) dei bracci transitanti, e sganciati, sul punto orbitale a zero (0°) gradi, posto in questo caso proprio sull’asse (AV). Per entrambi i rotori (R1) ed (R2) il posizionamento della testina fissa (8) inferiore è disposto in modo che essa dia repulsione alle testine (4) dei bracci transitanti, e sganciati, sul punto orbitale a 190 (190°) gradi antiorari da (AV). L’allineamento di detto motore prevede, nel rispetto della procedura generale già descritta, che in fig. 5) il rotore (R1) abbia la tacca (TA) ruotata in alto a zero (0°) gradi da (AV), e la sua testina (TB1), si trovi pertanto a zero gradi di rotazione sull’orbita e pronta per avere repulsione dalla testina fissa (6) superiore, mentre la testina fissa (8) inferiore è libera (LIB) da testine di braccio in transito. In fig. 5bis) il rotore (R2) si allinea con la tacca (TA) sul punto orbitale a 190 (190°) gradi di rotazione antioraria rispetto ad (AV), e la sua testina (TB1) , pure allineata a 190 gradi (190°), è pronta per avere repulsione dalla testina fissa (8) inferiore, mentre la testina fissa (6) superiore è libera (LIB) da testine di braccio in transito. Essendo la distanza perpendicolare dei centri delle testine di braccio dal centro dell’asse motore di 41,513 cm, si ha che l’orbita apparente percorsa dai centri delle testine di braccio intorno dell’asse motore è lunga 260,832 cm per ciascun rotore; ad ogni spinta i centri di dette testine avanzano pertanto di 7,245 cm sull’orbita , mentre la loro parte magnetica ruotante più vicina all’asse motore, tenuto conto della loro dimensione di 20 cm x 20 cm avanza, ad ogni spinta, di 5,5 cm sulla orbita apparente lunga 198 cm.
esempio n. 3: REALIZZAZIONE DI UNA VARIANTE A 4 ROTORI DA 18 BRACCI CIASCUNO ED 1 DISPOSITIVO DI COMPENSO DEI PESI
Prendendo come riferimento lo schema posizionale di fig. 2), valido anche per questo motore, l’asse motore (AM) è lungo 18 metri ha diametro 18 cm e pesa 3500 kg . I centri delle sue estremità si trovano a 3,5 metri di altezza sui sostegni (SO) ,ed è imperniato su struttura dotata di cuscinetti a sfera e sorregge al centro, solidale, la ruota dentata (RD) a dentatura esterna, di metri 4 di diametro, larga (L2)= 80 cm e peso di 2000 kg. I rotori (R2) ed (R3), solidali con l’asse motore, distano dalla ruota dentata (RD) di 60 cm mentre (R1) dista da (R2) metri 3,2 e (R4) dista da (R3) metri 3,2. Ogni rotore è composto da disco metallico di 60 kg largo 10 cm, di diametro di 40 cm escluse le staffe, è dotato di 18 bracci sostenuti da staffe equidistanti tra loro di 20 gradi, ognuna dotata di perno (3) rotante . In fig. 2 sono riportati, ai soli fini di chiarezza , solo due bracci (1) per rotore. Ogni braccio pesa 40 kg ed ha una lunghezza di cm 173 compresa la coda, è largo 6 cm e spessore 6 cm. Su ogni braccio è disposta una massa (5) da 215 kg e una testina (4) a magneti permanenti. In fig. 14) le dimensioni della massa sono (LM) = cm 27 x cm 5 di spessore x altezza (HM)= cm 84, composta da uranio impoverito. Dalla figura 2) presso ognuno dei rotori sono disposte, nei rispettivi punti di repulsione, una testina fissa (6) superiore, sui supporti (7), e una testina fissa (8) inferiore sui supporti (9) e, presso ognuna di esse, un sistema di sgancio (SG) e un guidabraccio (GU). Richiamando la descrizione dello schema di fig. 14) le seguenti distanze sono valide per tutti i bracci e le testine di braccio e testine fisse del motore: il centro (CP1) del perno di ognuna delle staffe dista dal punto (CAM) di 26,513 cm.; quindi anche (CP2) dista da (CAM) di analoga distanza. La distanza (CTB1)-(N) e (CTS) asse (K), data da (Y1)-(K1), nonché (CTI)-(N) , nonché (Z1)-(K1) è di cm. 41,513. La distanza (IN)-(CTB1) e (IN)-(CP1) e (IN)-(CTS), nonché (IN1)-(CP2) è di 15 cm. Le distanze (CTI)-(IN1), (CTB2)-(IN1) e (CP2)-(IN1) sono uguali. La distanza (PTB)-(CP1) è 168 cm. Tutte le masse sui bracci di questa variante sono disposte, nel punto (PTB), in maniera asimmetrica rispetto all’asse (AB) del braccio, come nell’esempio di fig. 28) in quanto la loro parte (LE) lato esterno alla direzione (F2) di rotazione del braccio dalla posizione radiale eccede, con 18 parti contro 9, la parte (LI) lato interno alla direzione (F2) di rotazione del braccio, per cui il braccio, quando si trova in posizione radiale presso una testina fissa superiore, non può ruotare spontaneamente al momento quando è sganciato del sistema di sgancio (SG). E’ pertanto previsto, in fig. 28) , per ogni braccio del motore, un sistema a molla (STM) che, innestato sul corpo del rotore con un supporto che affianca il braccio (1), interviene protendendosi verso la camma di rotazione (CR), consistente in una protuberanza disposta sul braccio, la spinge al momento dello sgancio innescando pertanto la rotazione del braccio (fig. 29) in direzione (F2). Il sistema a molla viene ricaricato dal braccio stesso quando esso viene sganciato presso la testina fissa inferiore. In tale posizione il braccio è chiuso e ruota spontaneamente al momento dello sgancio. La sua energia di rotazione è più che sufficiente sia ad accostare la sua testina magnetica a quella fissa , sia a ricaricare la molla . In fig, 28) e 29) si illustra che il braccio viene spinto e indotto a ruotare dalla molla (STM) che si estende premendo sull’apposita camma (CR) sul braccio (1). Quando il braccio ritorna in tale posizione radiale, presso la testina fissa inferiore, la molla è ricompressa dalla stessa camma (CR). Il sistema di blocco del braccio , già descritto, tiene bloccato il braccio mantenendo la pressione della molla sul braccio stesso in attesa del prossimo sgancio. La forza repulsiva alla distanza di 1 mm (un millimetro) tra una testina di braccio e una fissa di questo motore è di 4300 kg. Le testine possono essere realizzate impiegando magneti permanenti appositamente progettati, anche a base di Neodimio, o anche nel seguente modo: con una serie di magneti al neodimio-ferre-boro tipo N52 da 1,43 TESLA di dimensioni 100 mm x 100 mm alti 40 mm , ognuno pesante 2,9 kg, con direzione di magnetizzazione attraverso l’altezza di 40 mm.; le testine di braccio , di dimensioni 20 cm x 20 cm sono realizzate ognuna con 8 magneti complessivi disponendo sulla base piana interna di ferro della testina di dimensione 20 cm x 20 cm un primo strato di 2 file affiancate da 2 magneti ciascuno, per un totale di 4 magneti. Su questo primo strato sono deposte infine altre 2 file affiancate da 2 magneti ciascuna, per altri 4 magneti. Gli 8 magneti complessivi di una testina sono impilati a 2 per volta secondo le facce che si attraggono e i 4 magneti che si affacciano all’esterno della testina presentano ognuno la stessa faccia da 100 mm x 100 mm e lo stesso polo magnetico. La base esterna della testina è di acciaio antimagnetico. Il peso complessivo di ogni testina di braccio è di kg. 32 dei quali 23,2 dei soli magneti. Le testine fisse, di struttura metallica uguale a quelle dei bracci, impiegano gli stessi magneti e presentano la stessa faccia esterna di dimensioni di 20 cm x 20 cm, composta da 4 magneti 100 mm x 100 mm x 40 mm, e lo stesso polo magnetico delle testine dei bracci, ma il loro spessore complessivo è di 20 cm, essendo impilati 5 magneti uno sull’altro, secondo le facce che si attraggono, ognuno dei 4 magneti che compongono la faccia esterna , per un totale di 20 magneti e per un peso complessivo dei magneti di 58 kg. Le basi esterne di tutte le testine del motore sorreggono una cornice perimetrale antimagnetica che tiene fermi i magneti e non interferisce con l’accostamento delle testine. Dallo schema di fig. 2), il motore , visto da (OS), ruota con verso antiorario: la massa compensatrice (MC), di diametro 1,2 metri e larga (L1)= 70 cm, del peso di 7000 kg, con nucleo di piombo o uranio impoverito, è dotata di corona dentata perimetrale esterna montata intorno al nucleo della massa compensatrice su cuscinetto unidirezionale con rotazione, vista da (OS), oraria, ed è ingranata, gravante , in posizione superiore sulla ruota dentata principale (RD) , scostata di 45 gradi antiorari da (AV) dal lato anteriore discendente del motore; per maggiore chiarezza si può anche dire che la massa compensatrice (MC) è ingranata su (RD) in un punto scostato di 45 gradi, nella direzione di rotazione del motore, dal punto di intersezione tra un asse verticale parallelo alla direzione della gravità (G) intersecante la ruota dentata (RD) in posizione superiore e diretto al centro di (RD) stessa nel suo centro (CRD). In fig. 7) gli attacchi (T1) e (T2), posti ad altezza di 3,8 metri, sono composti da funi di acciaio, e sono installati sui supporti (SU) i quali sono posizionati sul lato posteriore ascendente del motore a 2,5 metri in linea retta dall’asse motore, secondo il segmento (T)-(CE), e tesi, anche secondo lo schema in pianta di fig. 24), per tenere ferma la massa compensatrice nel punto di ingranamento , ovvero ingranaggio, con la ruota dentata principale (RD), tramite gli attacchi decentrati (AT) posti a distanza di 45 cm dal centro (CM). Il ciclo di funzionamento di questo motore prevede lo sgancio simultaneo di due bracci per volta, per una forza repulsiva complessiva di 8600 kg. nell’instante iniziale di rilascio dei bracci da parte dei guidabracci; nello schema posizionale e non limitativo di fig. 2) riportante 2 soli bracci dei 18 previsti da questa variante, un primo sgancio interessa un braccio transitante presso la testina fissa (6) superiore del rotore (R1) e un braccio transitante presso la testina fissa (8) inferiore del rotore (R4); un secondo sgancio interessa un braccio transitante presso la testina fissa inferiore (8) del rotore (R1) e un braccio transitante presso la testina fissa (6) superiore del rotore (R4); un terzo sgancio interessa un braccio transitante presso la testina fissa (6) superiore del rotore (R2) e un braccio transitante presso la testina fissa (8) inferiore del rotore (R3) ; un quarto sgancio interessa un braccio transitante presso la testina fissa (8) inferiore del rotore (R2) e un braccio transitante presso la testina fissa (6) superiore del rotore (R3); dopo di che il ciclo si ripete interessando tutti i 18 bracci di ognuno dei 4 rotori: affinché si abbia una rotazione completa di 360 gradi occorrono 72 sganci. Ad ogni sgancio vi è un avanzamento nella rotazione di 5 gradi; il circuito della rotazione di questo motore, il cui grafico non è riportato essendo già stato sufficientemente descritto il tipo di funzione ricoperto dai circuiti della rotazione , prevede per ogni rotore , ed eguali tra esse, un’orbita apparente descritta dalle testine dei bracci di 72 punti orbitali equidistanti di 5 gradi. I punti orbitali, non riportati in fig. 2) , secondo la vista (OS) verso (AV) sono in progressione antioraria, e quindi secondo la direzione di avanzamento del motore, e iniziano dal punto zero gradi dell’orbita posto sull’asse verticale (AV) . Le testine fisse di ogni rotore sono disposte presso i punti di repulsione ovvero presso le orbite delle testine di braccio dei rispettivi rotori nel modo seguente, tenendo presente che le orbite sono tutte uguali e ugualmente posizionate rispetto ai rotori: le testine fisse superiori dei rotori (R1) ed (R2) sono posizionate per dare repulsione alle testine dei bracci sganciati sul punto orbitale posto a zero gradi da (AV). Le testine fisse inferiori dei rotori (R1) ed (R2) sono posizionate per dare repulsione alle testine dei bracci sganciati sul punto orbitale posto a 185 gradi antiorari da (AV) . Le testine fisse superiori dei rotori (R3) ed (R4) sono posizionate per dare repulsione alle testine dei bracci sganciati sul punto orbitale posto a 5 gradi antiorari da (AV). Le testine fisse inferiori dei rotori (R3) ed (R4) sono posizionate per dare repulsione alle testine dei bracci sganciati sul punto orbitale posto a 180 gradi antiorari da (AV); per avere l’esatto ciclo di funzionamento già specificato, il rotore (R1) allinea la propria tacca TA, non visibile, a zero gradi da (AV), il rotore (R4) allinea la propria tacca TA, non visibile, a 180 gradi antiorari da (AV) , il rotore (R2) allinea la propria tacca TA, non visibile, a 350 gradi antiorari da (AV) mentre il rotore (R3) allinea la propria tacca TA, non visibile, a 170 gradi antiorari da (AV). Ogni spinta sul motore comporta un avanzamento sull’orbita dei centri delle testine di braccio di 5 gradi, ed essendo 41,513 centimetri la distanza dei centri delle testine di braccio dal centro di rotazione ovvero dal centro dell’asse motore, si ha che ogni spinta produce un avanzamento sull’orbita dei centri delle testine di 3,62 cm. , essendo l’orbita lunga 260,832 cm. La parte magnetica delle testine più prossima all’asse motore percorre un‘orbita lunga 198 cm, pertanto avanza di 2,75 cm ad ogni spinta. L’azionamento di questa variante avviene con lo sgancio manuale dei bracci indicati come primo sgancio nella descrizione del suo ciclo di funzionamento. La presente invenzione produce energia meccanica prelevabile dai bracci quando ruotano sulle staffe presso le testine fisse. Durante tale rotazione i bracci acquistano energia in quantità sufficiente sia per accostare la loro testina magnetica a quella fissa, sia per azionare altri meccanismi, impattandovi fortemente a fine corsa. Tali meccanismi, posizionabili presso ogni testina fissa, possono convertire l’energia meccanica ricevuta in altre forme di energia, ad esempio energia elettrica.
l'accostamento tra le testine avviene per
scorrimento laterale e non frontale e le testine di braccio mantengono
sempre la stessa distanza dall'asse motore, prima e dopo la rotazione del
braccio
e' evidenziata anche la funzione del guidabraccio fisso
che si para davanti alla coda del braccio , intercettandolo e bloccandolo
. Il rotore si ferma in attesa che il braccio ruoti.. Dopo la rotazione
del braccio, il braccio stesso puo' sfuggire al guidabraccio avendo la
rotazione portato la sua coda fuori dalla portata dal guidabraccio medesimo.
L'energia meccanica di questa invenzione è prelevata dai bracci
con apposito meccanismo disposto presso il punto di arrivo dei bracci
stessi a fine rotazione sulle staffe. Le masse sui bracci sono dimensionate
in modo che il braccio ruotante accosti agevolmente le testine
magnetiche da contrapporre in repulsione, nonchè a ricaricare
eventuale molla di innesco della rotazione dei bracci nonchè ad
accumulare energia sufficiente da trasmettere al dispositivo di prelievo
tramite impatto di fine corsa.
AM | ASSE MOTORE | TIR | TIRANTI IN FUNI DI ACCIAIO | |
R1 , R2 etc | ROTORI | AT | ATTACCHI TIRANTI SU NUCLEO | |
MC | MASSA COMPENSATRICE | T1 -T2 | ATTACCHI ESTERNI TIRANTI | |
RD | RUOTA DENTATA PRINCIPALE | AV | ASSE VERTICALE DI RIFERIMEN. | |
GU | GUIDABRACCIO | PR | PUNTO DI RIFERIMENTO ALLIN. | |
SG | SISTEMA DI SGANCIO FISSO | OS | PUNTO DI OSSERVAZIONE ALLINEAMENTO MOTORE | |
1 | BRACCIO | TA | TACCA SUI ROTORI DI RIFER. PER ALLINEAMENTO | |
2 | STAFFA DI SOSTEGNO BRACCIO | CU | CUSCINETTO SOSTEGNO AM | |
3 | PERNO DI ROTAZIONE STAFFA | CE | CENTRO ASSE MOTORE | |
4 | TESTINA MAGNETICA SU BRACCIO | SR | SUPPORTO RUOTA DENTATA | |
5 | MASSA SU BRACCIO | CRD | CENTRO RUOTA DENTATA | |
6 | TESTINA MAGNETICA SUPERIORE | SO | SOSTEGNI DEL MOTORE | |
7 | SUPPORTO TESTINA M. SUPERIORE | SU | SUPPORTI DEI TIRANTI | |
8 | TESTINA MAGNETICA INFERIORE | CM | CENTRO DELLA MASSA COMP. | |
9 | SUPPORTO TESTINA M. INFERIORE | ST | STRUTTURA SOSTEGNO AM | |
NU | NUCLEO PESANTE MASSA COMPENS. | TIRU | TIRANTE UNICO | |
CO | CORONA DENTATA PERIMETRALE
MASSA COMP. |
MANU | MANUBRIO DEL TIRANTE | |
CS | CUSCINETTO UNIDIREZIONALE CHE
SOSTIENE CORONA MASSA COMPENSATRICE |
|||
COD | CODA DEL BRACCIO | |||
14 | CAMMA SUL BRACCIO | |||
15 | FORI SU CAMMA BRACCIO | |||
13 | SPINOTTO DI BLOCCO NEI FORI
DEL BRACCIO |
|||
L | LEVA DI SGANCIO SPINOTTO | |||
M | MOLLA DI RICHIAMO SPINOTTO |
per le macchine descritte negli esempi di realizzazione pratica del brevetto, ho calcolato i seguenti valori indicativi
macchina esempio 1
momento torcente complessivo dei bracci
momento torcente della massa equilibratrice
momento d'inerzia complessivo del sistema
accelerazione angolare data delle testine alla massima repulsione
accellerazione angolare data dalle testine alla minima repulsione
macchina esempio 2
momento torcente complessivo dei bracci
momento torcente della massa equilibratrice
momento d'inerzia complessivo del sistema
accelerazione angolare data delle testine alla massima repulsione
accellerazione angolare data dalle testine alla minima repulsione
macchina esempio 3
momento torcente complessivo dei bracci
momento torcente della massa equilibratrice
momento d'inerzia complessivo del sistema
accelerazione angolare data delle testine alla massima repulsione
accellerazione angolare data dalle testine alla minima repulsione
per il calcolo della entità della massa equilibratrice
ho utilizzato la seguente equazione:
Sito soggetto a revisione in corso
E' consentita la pubblicazione sui periodici
e l'utilizzo ai fini didattici
Per comunicazioni:
statutpc@libero.it
d.chianese@tin.it
INSERIMENTO: 11/06/2011
ultimo aggiornamento 25.08.2012
t