Le buche di Trinitapoli
Archeoastronomia  
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Premessa:    
Verso la fine del 2007 la SIA (Società Italiana di Archeoastronomia) fu invitata dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia ad esprimere un'opinione sulla possibile natura archeoastronomica di numerosi gruppi di buche nel terreno presenti all'interno dell'area sacra di Trinitapoli
L'invito fu accolto e la relativa ricerca fu affidata a Elio Antonello di Milano, Vito Francesco Polcaro di Roma e lo scrivente Franco Ruggieri di Napoli.
Una prima indagine, iniziata sul materiale inviatoci dalla Soprintendenza, fu sospesa pochi giorni dopo quando prima Antonello poi, quasi contemporaneamente, io rilevammo che il nord indicato sulla cartina (figg. AB06, AB12, Ab14, AB16 e altre) era stato rilevato o almeno trascritto in maniera errata: presentava infatti un errore di 24 gradi.
Fu necessario, a questo punto, recarci sul sito nei giorni 13 e 14 Dicembre 2007, per effettuare di persona i necessari rilievi. In tale occasione, partecipando alla manifestazione intitolata "Settimana degli Ipogei", tenemmo alcune conferenze su temi archeoastronomici.
     
Le immagini siglate TR.. sono mie, quelle siglate AB.. sono della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia.
ATTENZIONE: alcune immagini, indicate con un asterisco rosso (*) possono essere ingrandite.
     
L'ingresso del Parco Archeologico di Trinitapoli
Mappa dell'area sacra
TR21
AB14 (*)

Il Parco Archeologico di Trinitapoli è noto per la presenza di alcuni interessanti ipogei che risalgono alla Età del Bronzo, più esattamente fra il XVIII e il XVII secolo a.C. Fra i materiali rinvenuti spicca un idoletto tauriforme (figg. TR408 e TR411) che permette di ipotizzare l'eistenza di un culto della fertilità caratterizzato da manifestazioni analoghe a quelle presenti in Sardegna (ACL171 Lilliu, p.163) e in molte altre parti del mondo. E' tuttavia quasi certo che il popolo di Trinitapoli adorasse una divinità ctonia, probabilmente femminile, legata alla fertilità dei campi e degli animali, oltre che degli esseri umani, di cui il toro poteva essere il paredro oppure una manifestazione. L'argomento è stato ampiamente trattato da A. Maria Tunzi Sisto ("L'ipogeo di Madonna di Loreto, Trinitapoli" in "Rassegna di Archeologia", 10, 1991-92, pag. 545-551).
Ma il problema per cui siamo stati consultati riguarda la presenza di alcune centinaia di buche disposte in fila in maniera alquanto singolare. L'ipotesi è che indichino delle direzioni astronomicamente significative. Polcaro sostiene che il gruppo principale, indicante un azimut di 182 gradi, sia diretto verso un punto del cielo invernale in cui è possibile osservare la costellazione di Orione in posizione verticale.

TR408 (*)
TR411 (*)
Manifesto (*)
Riproduzioni dell'idoletto a forma di toro
 
     
Allineamenti di buche presso l'Ipogeo degli Avori.
I principali allineamenti di buche.
L'asterimo di Orione
AB05
AB06
TR Orion (*)
     
L'ipotesi di Polcaro, certamente interessante, non è però supportata da evidenze archeologiche e/o paletnologiche che dimostrino la presenza di un culto o almeno di una particolare attenzione degli antichi Trinitapolesi per la costellazione di Orione. Anche la considerazione che presso alcuni popoli orientali Orione sia stato  una ipostasi del dio Baal (come è il caso di Osiride presso gli Egizi) non è documentata in questa zona.  Ammesso quindi che l'intenzione originaria fosse proprio quella di orientare le buche verso la culminazione (passaggio al meridiano) di tale costellazione, ritengo che la motivazione vada ricercata altrove, forse in campo calendariale: Orione infatti, intorno alla metà del XVII secolo a.C., passava al meridiano il 3 gennaio, data che a quell'epoca corrispondeva al solstizio d'inverno, cioè alla data in cui tradizionalmente quasi tutti i popoli antichi facevano iniziare l'anno.
Un'altra struttura di grande interesse archeologico presente nella zona è costituita da un lungo vialetto incassato nel terreno che inizia all'interno del Parco, passa sotto la strada provinciale, che attualmente lo ricopre, e ricompare in un fondo adiacente. Il camminamento è caratterizzato da numerose buche laterali incassate nelle pareti la cui funzione non è ancora del tutto chiara. All'interno di alcune di esse sono stati trovati reperti vari, alcuni dei quali erano costituiti da ossa umane.
Qui sotto alcune immagini del vialetto.
TR01
TR18
TR19
   
TR17
Un gruppo di buche dall'aspetto e dalla disposizione particolari.                  TR12  (*)
Altre immagini delle buche
TR07
TR04
AB03
     
AB04
AB09
AB10
     
     
AB07
AB12
AB16  (*)
     
Un'angolo della suite presso cui l'Amministrazione Comunale ci ha ospitato.
La conferenza del Prof. Antonello nell'aula del Parco Archeologico
La conferenza dell'Ing. Polcaro.
Non ho foto della mia
.
TR28
TR31
TR33
     
Analizzando il territorio ho notato che la fila principale di buche è direzionata verso la collina dove sorge Castel del Monte (foto TR48). Potrebbe trattarsi di una circostanza casuale ma la zona di Trinitapoli è complatamente pianeggiante e le uniche alture che si riescono ad osservare, in una giornata particolarmente limpida, sono costituite proprio da questa collina, dal monte Vulture e dal promontorio del Gargano. Per sincerarmene sono salito sul campanile della vicina chiesa della Madonna di Loreto ed ho fotografato tutto l'orizzonte visibile a trecentosessanta gradi.
Quasi un anno dopo, il 23 Settembre 2008, sono tornato sul luogo in compagnia del Prof. Giuseppe Leuci, di Napoli, geologo e paleontologo, per un'ulteriore prospezione. Il Prof. Leuci aveva precedentemente effettuato un'interessante ricerca in un sito dalle caratteristiche analoghe, Passo di Corvo.
     
Panorama dal campanile della chiesa della Madonna di Loreto.
Il Prof. Leuci appoggiato alla mia auto, nel Parco Archeologico di Trinitapoli.
Io, mentre effettuo dei rilievi sull'orientamento delle buche.
TR48  (*)
TR414
TR402
     
In queste zone si fanno strani incontri: è meglio gaurdare sempre dove si mettono i piedi.
Il Prof. Leuci e l'archeologo che ci ha accompagnato.
TR404
TR407
TR400
     
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Bibliografia