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Uscire da una
storia è come aprire la porta od esserci portati a farlo, per accedere ad
una stanza che contrariamente a quella che si lascia alle spalle non è
affatto illuminata...
Si può sognare, o smetterla di farlo. Si trascorrono giornate intere a
guardarsi le tasche, a capire se ti è rimasto qualcosa dentro da portare con
te come fosse una brezza che soffia alle spalle, o se il primo cestino che
scorgi al buio verrà presto riempito.
Non sai a che sperare. Non sai SE sperare. Voglia di urlare tanta quanto
l'incapacità di dire qualcosa...
Ricordi il tuo ultimo sorriso come fosse la prima comunione, qualcosa che
sai essere esistito ma che non tornerà più.
Poi qualcuno laggiù accende una candela. Non vedi chi è : gli occhi che
oramai si erano abituati al buio si fanno a fessura e non riescono a
guardare quella luce semplice eppure fastidiosa.
Un incontro nemmeno così previsto. Contromano come la mia manovra in
macchina. Non scendo nemmeno, ma sale lei...
Ha il sorriso degli angeli. Sorride sempre, a volte per niente. Forse
imbarazzo...o voglia di farmi sapere che le piacevo. Piaceva anche a me, ma
all'inizio non mi sentivo ancora nè carne nè pesce. Nessuna curiosità,
nessuna voglia di raccontare chi fossi.
Si cena in un locale semivuoto. Una cameriera svampita e strana (ma forse
ero strano io) ci porta da bere e poi da mangiare. Mi fissa...deve
concentrarsi per capire a chi servire una cosa e a chi l'altra.
Lei intanto sorride ancora. Aveva capito cose che non potevo capire io. La
serata prende una piega che avevo quasi dimenticato. Passiamo da casa mia,
guardiamo un film, poi i nostri occhi a dirci quanto le labbra si facessero
vicine... bacio da guiness...una carezza a scremare via la mia apatia, un
capogiro da sentirsi nuovamente vivi e poi tutto il resto. Non sapevo perchè
il calore del suo corpo mi apparisse così diverso quando, finita la danza,
la tenevo stretta a me.
La riaccompagnai a casa. Salutandoci non dicemmo nulla di ciò che sarebbe
stato domani.
Tornai indietro con la mente pesantemente vuota, le braccia leggere come
piombo e il suo profumo seduto accanto a me.
Ci ritrovammo ancora...e poi ancora...
Il non sentirci per qualunque ragione cominciava a pesare, a creare
dispiaceri all'inizio indecifrabili, poi sempre più chiari :
C'eravamo innamorati...
Riuscii a trovare l'interruttore della luce e ad accenderlo, a guardare al
futuro con occhi nuovi...carichi di esperienza ma ottimisti come un
fanciullo incosciente.
Serenità, aspettami...sto arrivando
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